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domenica 24 maggio 2009

Roland Garros: tabelloni e pronostici



I sorteggi hanno detto Nadal-Murray e Federer-Djokovic. Non potrà dunque esserci il doppio attacco al fortino, prima serbo, poi elvetico, visto a Madrid. Viene a cadere l'unica, flebile, speranza che il numero uno al mondo non trionfi in carrozza sui rossi campi Parigini.
Facendo ordine, e provando ad analizzare il tabellone non si può dire gli dei abbiano voluto infastidire troppo Nadal, che dovrebbe arrivare alla finale, fresco come una rosa di maggio. Primi due turni a spasso con sparring partner rassegnati, poi al terzo probabilmente uno tra Hewitt-Karlovic, graniuolate di ace del pachiderma croato e c'mon a tutto spiano del biondo canguro. L'ex numero uno al mondo (ebbene sì), e vincitore di Wimbledon (ebbene sì, non sono pazzo), sta lentamente provando a risalire la china dopo l'operazione all'anca. Ha scelto il basso profilo, dimostrandosi competitivo nei tornei di seconda fascia. Simpatico come un riccio attaccato agli zebedei, dovrebbe poter superare il terribile battitore (e null'altro) Ivo. Poi il maiorchino dovrebbe martoriarlo in scioltezza al terzo turno. Negli ottavi, al satanasso maiorchino potrebbero toccargli i modesti resti di Ferrer (per giunta in calo) o al limite accontentarsi di brutalizzare piacevolmente “mister fair play” Sodering. Fresco e zompettante, arriverebbe ai quarti con l'amico Verdasco. Il mancino spagnolo dal gioco brillante e atipico, tra poco farà ricorso allo strizzacervelli contro le congiure scientifiche dei computers. A Melbourne si arrese a Nadal dopo cinque ore e cinque set di splendida battaglia, a Roma e Madrid, ha raccolto una manciata di games. Ok, la terra non è l'deale per suo gioco brioso ed ansiogeno, ma l'impressione è che il buon Fernando oramai patisca mentalmente la personalità straripante del connazionale. E che quello australiano sia stato lo snodo fondamentele per la dua carriera. Se diventare grande, o rimanere outsoder a vita. Continuerà a veleggiare nel limbo, a ridosso dei primi (al limite sfruttando qualche intoppo dei più forti). In un ipotetico quarto, Nadal vincerà in tre set, ma senza infierire troppo. E' un bravo ragazzo in fondo. Alternative a Verdasco ne vedo poche. Gulbis, se si capisce cosa abbia intenzione di fare nella vita. Il roccioso svizzero Wawrinka, che però dovrebbe accontentarsi di arrivare alla seconda settimana (tocca farsene una ragione). Il fantasma rabberciato ed esangue di quello che fu Davidenko, dovrebbe reggere una o due partite, se fa il miracolo. Un modesto pedalatore che non pedala, non può andare tanto lontano. Per chiudere il quadro del primo quarto del tabellone, gustosissimo (molto eventuale) secondo turno tra Verdasco e Picasso Petzschner. Il problema è che il naif tedesco, deve superare il primo turno contro un qualificato (impresa). Del resto, continuo a dirlo, ed ovviamente seguitano a credermi pazzo: Picasso è l'unico assieme ad uno Tsonga inconsapevole (sul duro), a poter avvilire Nadal. Ma dovrebbe trovarlo al prio turno, perché arrivare in fondo nei tornei importanti, non è il suo mestiere. Mito assoluto.
Secondo quarto è quello che dovrebbe allineare Murray al francesino Simon. Forse l'unico spicchio a poter perdere entrambi. Lo scozzese, oramai è chiaro anche ai più ottimisti, non è da corsa sulla terra. E non bastano venti minuti d'attacco giocati contro Nadal a Montecarlo. Chiedere a Djokovic, cui non sono bastate quattro ore furenti. Non ha nemmeno un cattivo tabellone, Andy. Un terricolo monocorde ed ora anche calante (Chela), poi il vincente di Starace-Zverev. Sarebbe una ghiotta occasione per la marionetta napoletana. Ma, dettaglio infinitesimale, bisognerebbe anche saper giocare al tennis. Misha Zverev, emergente volleatore folle russo-tedesco, è uno di quelli da tenere d'occhio con attenzione, se non altro per il suo tennis gradevole. Dal fondo sembra un balenottero spiaggiato, enorme e sgraziato, ma nei pressi della rete (ci va a più non posso), si trasforma in imprevedibile ed elegante farfalla, dai pregevoli colpi di volo. E' stato la sorpresa più piacevole del Foro. Partito dalle qualificazioni ed arenatosi nei quarti, dopo un buon primo set contro Federer. Se gode di buona salute (i bene informati lo danno per claudicante), batte Potito e se la gioca alla grande contro lo scozzese. Nostradamus (che non ha mai visto il tennis) dixit. Altri perigli per Murray sulla strada dei quarti: Impossibile Cilic (se non si sveglia dal suo curioso torpore letargico), difficile Lopez il bello, probabile nella sua irraltà fascinosa, Stepanek, col suo bel gioco vintage in bianco e nero. Assai più serio il pericolo rappresentato dallo specialista spagnolo Montanes, emergente di mestiere. Ad attendere il neo numero 3 al mondo, come ipotetico avversario nei quarti (prima di arenarsi in modo malvagio contro Nadal), ci sarebbe l'idolo (? va beh che i francesi hanno tanti difetti, ma credo di aver esagerato) Gilles Simon. Dopo la strepitosa scorsa stagione sul duro americano, gli ultimi tornei dicono che il suo tennis alla valeriana è in calo. O per lo meno, non è che ci si possa aspettare di più. Possibile intoppo per lui, al terzo contro Youzhny. Lo squilibrato russo dal godibile rovescio, appare in flebile ripresa (semi sciagurata persa contro Benneteau a Vienna). Se tutto va come dovrebbe, negli ottavi dovremmo assistere ad un interessante Simon-Gonzales. Mano de piedra non sarà in forma strepitosa, ma sa come arrivare in fondo negli slam, ed a Roma ha pur sempre raggiunto la semifinale, prima di gettare la spugna contro Nadal (sempre lui, il cannibale). Dieci euro sul gonzo cileno, ce li metto volentieri. Quasi dimenticavo. Sulla strada di mano de piedra, potrebbe trovarsi quel meraviglioso paradosso vivente, rispondente al nome di Marat Safin. Memori degli ultimi suicidi sportivi, il condizionale è diventato qualcosa di troppo spregiudicato quando si tratta di lui. Primo turno contro una wild card francese sconosciuta (a me), possibile malinconico addio col mestierante ibrico Grannollers. Ma Gonzales-Safin, sarebbe un gra bel terzo turno. E magari Marat ci regalerà l'ultima gemma psicotica di una carriera impareggiabile.
Scendendo nel tabellone ecco l'incrocio più interessante (non certo esteticamente). Djokovic-Del Potro. Sono curioso di vedere come reagirà Nole dopo Madrid. Ha perso in tutte le maniere con il numero uno. Schiantato in due set e poi lottando selvaggiamente per quattro ore. Potrebbe essersi avvilito o invasato ulteriormente (occorrerebbe allertare la protezione civile, nel caso). Di sicuro sa fare le imitazioni. Vecchi lupi di mare in disarmo a spianargli la strada. Lapentti al primo, poi uno tra Ferrero e Ljubicic, due trentenni in calo, ma ancora capaci di vincere qualche partita, e con l'ammirevole volontà di remare tra i primi 50. Più probabile che al terzo, Nole, possa strapazzare il rassegnato tedesco dal dolce rovescio sprecato, Kolshreiber. In ottavi difficile che trovi il declinante (voglia il cielo) Robredo “il ramarro”, utopico che ci possa arrivare uno spaesato Fish. Rimane Garcia-Lopez, altro prodotto di noia-antitennis iberico, ma che qualche partita la porta a casa (fresco vincitore a Kizbuhel) e che dovrebbe vincere il confronto di primo turno al cloroformio con Seppi (se qualcuno riesce ad arrivare indenne alla fine del primo set, me lo rifersca. Gli regalo un paio di mentine usate). L'altoatesino non potrà lamentarsi del sorteggio, almeno. Ben maggiori le mine nel quarto di Del Potro. L'argentino sopravvalutato, dopo la stagione americana ritornerà nel suo habitat (tra il 15 e il 20). A meno di improbabili interventi del Dio giusto del tennis, non potrà sbarrargli la strada Jo-Wilfred Tsonga. Il francese rema goffamente, sprofondando negli infidi terreni argillosi. Se Jo non perde al primo con Benneteau (in palla), esce al secondo con l'argentino Monaco. Ecco, lui si che in un bel derby di ottavi, potrebbe infastidire (e battere) Del Potro. Monaco, bell'argentino dal gioco vario e lineare (ma probabilmente sono ubriaco), non dovrebbe avere problemi a sbrigare la pratica Baghtadis, l'uomo delle nevi cipriota, che danzò solo per un'estate australe. E poi se la gioca con Del Potro. Ci sarebe anche Fognini da quelle parti. Ha passato le qualificazioni, ed al pri o se la vede con un opaco Andreev. Può vincere, del resto è al livello dei primi dieci. E non conviene contraddirlo.
Ultimo quarto, quello di sua maestà decaduta ed sbigottita, Roger Federer. Madrid non cambia le cose. Ma rimane il più accreditato a battersi con Nadal in finale. Quattro finali negli ultimi slam giocati, non sono il quadro di un tennista in calo verticale, ma solo l'istantanea di uno che ha trovato un diavolaccio che gioca peggio, ma corre-frulla-corre-randella come l'omino duracell. Sfortunato nel trovare Djocovic dalla sua parte in semi, fortunatissimo a leggere gli altri personaggi che pullulano dalla sua parte. Pare di leggere un tabellone del 2001. Ex, quasi ex a cui non glielo hanno ancora riferito (Martin, Acasuso “oh-mamma-mia”, Mathieu, Haas, Pavel, Shuetteler, Giquel) atavici disadattati alle superfici lente (“culone bei capelli” Blake), lampanti esempi di inutilità tennistica (“flatulenza arricciata” Melzer), inguardabili assassini di tennis (l'orrido e scoordinato Monfils - sperando rimanga a casa - ). Uniche insidie, ed è tutto dire, potrebbero essere l'isipienza fatta tennis Berdych, e più avanti Roddick. Il ceco se la vedrà con Bolelli in un primo turno di surreale supponenza ed inutilità decerebrata. Almeno l'azzurro si è liberato della zavorra Pistolesi, ma non credo basterà a Parigi. Poi nei quarti il battirore imprestato al tennis, Roddick, cui infliggere una durissima lezione, o un qualificato.
Chiudo con un riassunto dei probabili quarti. Non sono nostradamus, ed a fare pronostici si rischia (riuscendoci spesso) di fare la figura del pirla, ma è divertente:


Nadal - Verdasco (0,1% da riservare alla folle idea Petzschner)
Murray (15% Montanes, 10% Stepanak, 5% romantico, Zverev - Gonzales (0,1% alla favola Safin)
Djokovic - Monaco ( 40% Del Potro)
Federer – Roddick (o un carneade a caso)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.