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lunedì 1 giugno 2009

French Open - giorno 8 - Nadal reso umano dall'alieno Soderling



Una tranquilla domenica da tregenda, scosse telluriche, petardi, fuoco e fiamme, l'invasione della cavallette assassine. Si completavano oggi gli accoppiamenti dei quarti di finale della parte alta, maschili e femminili. Inizia “mano de piedra” Gonzales, che si dimostra in forma scoppiettante contro il rumeno Hanescu, già soddisfatto per il buon torneo, e rassegnato ad un triste destino. Piovono servizi e dritti devastanti come granate, sul malcapitato rumeno. 6-2 6-4 6-2. La tremebonda boscaiola Azarenka, dopo l'ignobile sceneggiata fatta di isterie ed urla selvagge (complice l'esagitata madre) del turno precedente, fa fuori la campionessa in carica Ivanovic, 6-2 6-3, in un orrido match vietato ai minori di diciotto. Non sentiremo la mancanza della “serbiatta”, non si può certo essere felici per la vittoria dell'ennesima ragazza dell'est-forzuta-forsennata traviata da ignobili orchi esaltati, per i quali istituirei il reato di “istigazione al genocidio tennistico”, nonché schiavismo minorile. Ma questo ci offre la wta.
Poi ecco, quasi in contemporanea a Rafa Naldal ed Andy Murray. Per lo spagnolo numero uno e super farovorito del torneo si prospetta un tranquillo meriggio al piccolo trotto contro lo svedese Soderling, uno dei personaggi più detestati del circuito. Mestierante cavallo pazzo da media classifica. Tra i due, una strana, quanto improponibile (visto il diverso lignaggio) rivalità, nata sui prati di Wimbledon, in una tiratissima partita portata a casa da Rafa in cinque set. Allora Soderling, parecchio infastidito per l'atteggiamento temporeggiatore dell'iberico, si rese protagonista di piccoli dileggi ed imitazioni di dubbio gusto. Negli ottavi di Roma, solo un mese fa, Rafa (che pure è un bravo ragazzo) si era divertito a farlo in piccoli tranci di salmone svedese, da vendere nelle bancarelle del mercato trionfale: 6-1 6-0. Normale che grandi intenditori di tennis, ma anche chi non ne capisce nulla (e spesso sono la stessa cosa), fossero lì a domandarsi quanti games potesse portare a casa Soldering stavolta. Si andava dai 2 dei più moderati, agli 8 dei veri giocatori d'azzardo.
Viste le premesse, mi sono concentrato su Murray-Cilic, che sulla carta si presentava più ricco di possibili varianti. Cilic è un bel puledro da (ipotetica) corsa, con bei fondamentali e brillanti soluzioni, forse troppo penalizzato da un atteggiamento da slavo talentuoso ed indolente. Comunque uno che se in giornata può dare fastidio a chiunque. Murray si è messo in testa la folle ambizione di diventare un pallettaro comune, inguardabile ma vincente sui campi in terra. Sembra quasi Becker, cui fecero credere che Parigi si potesse vincere solo giocando come Wilander. Cilic prende in mano le redini della partita, tira di dritto e di rovescio alla prima occasione, chiudendo gli occhi. E Murray si limita a corricchiare dal fondo come una gazzella leggera e strafottente, fin quando il croato non va fuori giri e sbaglia. Match sonnolento, appena ravvivato da improvvisi scambi, con i due che giocano a spingersi da un lato all'altro. Dentro o fuori (più fuori), il croato dallo sguardo malinconico e afflitto, perde il primo e va sotto di un break nel secondo, poi gli entrano un paio di sassate di dritto, e si issa fino al tie-break. Murray fa il suo inguardabile compitino da terraiolo in erba, vince 7-3 il tiebreak e si lascia andare ad un urlo selvaggio. Dal centrale arriva una notizia sensazionale: lo spiritato svedese ha appena rifilato un 6-2 nel set iniziale a Nadal, e non è un pesce d'aprile. Non considererei Nadal in pericolo nemmeno sotto di due set, 4-0 40-0 nel terzo, dunque non mi allarmo e rimango sul Langlen. Cilic brutalizza una voleé di dritto in rete e perde il servizio in apertura. Corretja (urticante terricolo anni 90, ed ora coach dello scozzese) gongola, sta forgiando davvero bene il suo pupillo. Col Cilic di oggi basta e avanza. Il croato cede di schianto, chiama pure il medical time-out per un dolore alla coscia, ma evita il cappotto d'un pelo: 7-5 7-6 6-1. Murray versione aspirante Kriekstein avanza, e per ora basta.
Mi fiondo sul centrale, Nadal sembra aver rimesso le cose apposto, è avanti di un break nel secondo set ed arriva a servire per il set. Soderling sfonda col dritto e si procura una palla break. Altra sventagliata di dritto seguita da rovescio incrociato e splendida voleè bassa di rovescio a chiudere. Giù il cappello e contro break per lo svedese che mostra il pugno ed uno dei suoi proverbiali sguardi spiritati, che più che paura, fanno tanto folklore, un po' come Freddy Kruger. Si arriva al tiebrek, ed ecco il Soldering che tutti si aspettavano. 7-2 facile facile per Nadal. Pensi che lo svedese si sgonfi, dopo due set giocati al limite delle sue possibilità, e invece eccolo lì, ben piantato nel campo, che continua nel suo folle progetto. Aggredire, tirare il tirabile, mettre sotto pressione e non far respirare Nadal. Così si mette in difficoltà il cannibale iberico. Non sempre si ha il coraggio ed i colpi per farlo. Ma oggi lo svedese sembra avere le divinità dalla sua parte, gioca sui due tre scambi, sapendo di poter ricevere una sonora lezione o fare l'impresa. Coraggio o incoscienza (il confine è sottilissimo) di chi non ha nulla da perdere. A vederlo non gli daresti una lira, allampanato, rigido e brutto a vedersi, quasi abbia inghiottito un manico di scopa. E invece gli riesce tutto, una specie di marziano, un alieno furioso che mette il numero uno all'angolino e continua a sventolare dritti e rovesci macchinosi, ma tremendamente efficaci, vicino le righe. Serve per il set e non si squaglia questo svedese dal sangue caldo. 6-4, e l'impresa che ora comincia davvero a perdere corpo. Potessi, scommetterei ancora la mia casa (immaginaria) su Nadal.
L'iberico ha l'espressione dei giorni peggiori, quella di un pugile suonato. E non è solo per colpa di quell'imbarazzante mise rosa “gaio”, con spruzzatine di giallo ocra. Rema dal fondo, e quell'altro non si ferma, continua a tirargli negli angoli. Gli entra tutto, quasi fosse sospinto dagli dei. Sul 4-4 e 5-5 soffre, gioca una palla break e si tira fuori dai guai col sevizio. Ed eccoci al tiebreak. Tutto così innaturale che giri gli occhi e in pochi secondi si è sul 6-1, e cinque match point Sodering. Serve Nadal, scambio drammatico e durissimo sulla diagonale dritto dell'iberico contro rovescio dello svedese, affondo lungolinea di dritto disperato e vincente di Nadal. “Prova a rimanere aggrappato alla vita”, strilla l'eccitato telecronista argentino. Poi altro scambio cruento, Nadal che prova un'improbabile sortita a rete, passante stretto di rovescio di Sodelring, e su una voleè bassa di dritto che si alza e ricade malinconicamente lontana, si spengono anche i sogni di Nadal, di fare pokerissimo al Roland Garros. La più incredibile ed inimmaginabile sorpresa, si è svelata in un tardo pomeriggio domenicale. Semplicemente straordinario Soderling, che ha giocato una partita perfetta ed irripetibile. 61 colpi vincenti con cui ha tramortito lo spagnolo. Nadal si dimostra grande sia nella vittoria che nella sconfitta, quasi più umano e reale. Se non si pensa che a sconfiggerlo è stato un marziano estemporaneo.
Neanche il tempo di metabolizzare e pensare che vista l'incredibile sorpresa, si possano aprire nuovi scenari per Fernando Verdasco, che sul Suzanne Langlen ecco quello che sembra un errore del computer. 6-2 5-2 Davidenko. “Anvedi come gioca Nando”, trasformatosi in meno di un ora in “Anvedi come perde Nando”. Il russo viene da un anno senza risultati di rielievo, ma fieramente calvo e sempre più somigliante a Klaus Kinski (ottantenne), gioca il match perfetto. Ben piantato sulla riga, quasi fosse un computerino male in arnese, a dirigere il gioco. Non è mai stato un fenomeno questo ragazzo dall'espressione draculesca ed esangue, ma stasera è la sera. “E che sera” canterebbe quello. Proverbiale il suo timing sulla palla, quasi controbalzi a spostare lo spagnolo come un tergicristalli qualsiasi. Verdasco non riesce proprio ad iniziare la partita, soffocato, apprensivo, avvilito, nessun abbozzo delle variabili briose di cui pure è capace. Il servizio non lo sorregge, non riesce a prendere la rete, e quando prova ad anticipare il russo con accelerazioni improvvise, non gli entra nulla. Sul suo viso da adorabile canaglia si legge frustrazione rassegnata. L'istantanea della partita sta sul 6-2 6-2 5-4 servizio Davidenko. Il russo, sereno, col fisico da gruccia e l'espressione di una morte placida, alza la pallina in direzione dello spagnolo, ad indicargli il cambio di palline. Nando, col viso basso, proprio non ci pensa a guardarlo. Come dargli torto. E quello rimane con la mano alzata una ventina di secondi surreali, prima che lo spagnolo si decida ad alzare gli occhi. Altro game perfetto del russo, che vince, appaiandosi al più incredibile ed impronosticabile quarto di finale: Sodering-Davidenko, assieme a quello più nobile Gonzales-Murray. Nando deve ancora aspettare, per liberarsi della nomea di semplice impalmatore di "serbiatte" isteriche.
La lunga domenica delle sorprese si chiude col confronto tra la rediviva (reduce rabberciata) Sharapova e la modesta cinese Na Li. La russa dopo le tre battaglie vinte al terzo set, dispone con relativa tranquillità della scolastica cinese 6-4 nella prima partita. Poi si prende la solita pausa, e stavolta esagera, 6-0 tondo della maestrina cinese con la rosa tatuata sul petto. Riprende una lotta struggente (e già vista) nel terzo. La siberiana bizzosa ha una ferocia castrata negli occhi, che fa paura. Occhi chiari iniettati d'odio e sdegno piccato. Rantoli selvaggi, urla disumane ad accompagnare ogni colpo, neanche fosse trafitta da una lama infuocata da parte a parte. Momento più intenso per il povero spettatore voyeur (cui rimane poco altro), l'intervento del massaggiatore, che adagiato un pietoso asciugamano anti-occhi morbosi, comincia a pasturare accuratamente tra la regali cosce sudate della regina stizzita. Ed alla fine vince anche stavolta. 6-4 al terzo. Ma davvero poca cosa questa Sharapova. In condizioni approssimative, lenta, prevedibile, fallosa (8doppi falli nel tabellino). Nei quarti altro impegno non impossibile con la bella (e poco altro) Cibulkova. Suo capolinea sicuro dovrebbe essere la semifinale contro la vincente di Safina (spietata esecuzione della Rezai 6-1 6-0)-Azarenka.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.