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martedì 21 luglio 2009

Il mio tennis. Bibbia pagana, da non seguire o condividere.



In risposta ad un commento, che riporto in modo integrale (permettendomi solo qualche correzione di errori grammaticali, probabilmende dovuti all'impeto della scrittura di getto.):
E da un pò che leggo i tuoi articoli e devo dire simpatici, a volte, ma su tante cose non sono daccordo per niente.
1) Come fai dire di Gasquet che "giustizia è stata fatta?" Andava punito come tutti, come Carrozzieri nel calcio e come gli altri nel tennis. Siccome ha talento? Fosse successo a Davidenko o Soderling, avresti scritto le stesse cose?? Assolverlo è stata una vergogna.
2) Certi giudizi pesanti potresti evitarli, come per Djokovic e Nadal. Hai giocato a tennis e sai cosa significa arrivare a quei livelli, per giudicare?
3) A leggerti sembri come quelli con la puzza al naso, giusto per distiguerti dagli altri, cui piacciono solo giocatori di talento tutti ricami e voleè, e insulti i lottatori, ma anche loro hanno talento enorme ed hanno fatto enormi sacrifici per arrvare in alto, e meritano rispetto.
4) Che ti hanno fatto Sharapova, Jankovic e Ivanovic, siccome sono belle non possono fare le tenniste forse? Invidia per non poterle avere?

1)
Su Gasquet, credo di aver spiegato ampiamente le mie motivazioni. Le uniche riserve, sono date dalle sue giustificazioni infantili. Ed una sentenza di sconto della pena, dovuta non all'ingiustizia dei presupposti, ma alla fiducia che viene accordata a Richard. E convengo sul fatto, che se fosse capitato ad un altro meno famoso, forse (sottolineo il forse) non sarebbero stati così comprensivi. Ma per il resto, confermo ciò che ho già scritto. Una quantità impercettibile di cocaina, razionalmente, non fa di Richard Gasquet un consumatore abituale. E tanto meno qualcuno che ha provato a barare, per tirare meglio di rovescio o vincere Wimbedon. Sono contrario ad un sistema antidopig che accomuni epo ed ormoni della crescita, all'uso di cocaina o cannabis. Le prime servono ai farabutti per correre come cavalli drogati, le seconde fanno parte del “problema” dell'uomo, condannabile solo a seconda della morale di ciascuno, e non da un Grand Jury internazionale. Nel sistema attuale vi è un calderone confuso, in cui il doping vero e proprio viene messo assieme a faccende personali, trasformandola in una questione morale. Ed io sono contrario ai moralismi, in genere. Perché punire severamente chi sniffa coca per fatti che trascendono il tennis, è un controsenso. Non ha alcuna motivazione sportiva, scientifica e medica.
Mi sono indignato, ed ho sperato in una lunga squalifica per Puerta e gli altri argentini, che, modestissimi giocatori dal punto di vista tecnico, assumevano sostanze proibite per raggiungere livelli di tennis superiori e diventare corridori formidabili. Sono felice se uno che ha assunto cocaina (volontariamente o meno, il dubbio comunque rimane), non venga punito con la stessa severità. Farei lo stesso discorso per chiunque, da Flachi a Carrozzieri, ed anche se capitasse ad un personaggio che proprio non reggo. Al limite scriverei “Purtroppo tornerà a giocare, il tennis non aveva bisogno di lui”. Ma sarei convinto del suo diritto a giocare.

2) Giudìdizi pesanti, i miei. Probabile, se non si entra nell'ottica "snerchiuta" e non ecumenicamente devota. Ma sono critiche senza alcuna vena gratuitamente offensiva. Non sono un tecnico, mi interessano soprattutto gli aspetti buffi, grotteschi, psicologici di una partita, oltre alla bellezza del gesto. Nadal non l'ho mai criticato. Non mi piace il suo tennis, ma lo stimo per la volontà ed abnegazione. Dire che frulla palline e corre come un coniglio invasato sparapalle, mi pare sia in linea con la realtà, al limite resa solo più colorita. Essere un semplice e banale osservatore disinteressato, mi agevola. E capisco quanto chi è tifoso dell'uno o dell'altro, possa risentirsi e non arrivare mai a comprendere lo stato d'animo di chi non parteggia in modo accecato. Mai un “Nadalino”, “Federano” o “Djokovaro” potrà intuire cosa pensi chi osserva una partita, senza implicazioni sentimental-ottuse. Perché il tifoso è un essere “subumano” (Gianni Clerici docet), violento, intollerante, intransigente e completamente accecato. Somiglia molto all'innamorato, per i cui occhi amorosi, la sua donna, oggettivamente puttana per il resto del mondo, rimane la migliore di tutte e la più fedele.
Rispetto molto i sacrifici (quelli a pane e acqua, ovviamente), di chi è arrivato in alto. Anche entrare nei primi 300 è un'impresa, e merita rispetto. Il mio è solo un giudizio. Non ho mai giocato a livello professionistico. Sono un tennista della domenica. Questo non mi impedisce di giudicare ciò che vedo. Per dire che Raoul Bova recita come un cane, occorre essere forse Al pacino o Willem Dafoe? Che Laura Pausini mi fa cagare, dovrei avere l'ugola di Robert Plant o Chris Cornell? Per affermare che Centofanti era un pippone, devo dribblare per forza come George Best? Per gridare che Oscar Wilde scriveva fregnacce insulse, avere la stessa penna di John Fante e Cèline, messi assieme?

3) Sarei uno snob, puzzetta al naso, che tifa solo per giocatori dal talento smisurato e d'élite. Detta così, do l'immagine fatua di uno degli intellettualoidi barbuti e dalla “evve” moscia, che frequentano i salotti de La7. Sul tifo, rimando al punto di cui sopra. Non mi appassiona più nessuno, in modo completo, dal 1992, quando John McEnroe smise. Il fatto di aver seguito direttamente solo la sua parabola discendente, mi ha reso estimatore delle epopee tragiche e romanticamente contro corrente. Mi colpiva la voglia furiosa ed elegante di non arrendersi ai vari bum-bum-crash-spatapummete degli altri, di lottare contro gli Agassi, i Becker ed un nuova generazione di materiali, col suo fioretto rabbioso. Nel triennio 81-84, quando Supermac dominava, ero troppo giovane, e forse, non avrebbe avuto su di me la stessa presa emotiva.
Oggi, ripeto, non sono tifoso di nessuno. Solo qualche flirt fugace, ma mai qualcuno in grado di coinvolgermi completamente. Osservo quelli che più mi suscitano sensazioni positive, di pancia, senza tralasciare considerazioni oggettive. Petzschner è un fenomeno marziano, ma 99 volte su 100 il suo cervello da rapanello in catalessi, lo espone a sconfitte umilianti. Marat Safin mi affascina per la sua storia ed il braccio, ma anche per i tormenti schizoidi, del quasi ex all'ultima malinconica tournee. E così gli altri. Nessun pazzo potrà impedirmi di amare questi dettagli folli, così come nessuno potrà negare ad altri di venerare il tennis muscolare e forzuto.
Premettendo che il discorso sulla bellezza soggettiva è la più grossa bugia inventata dalla pubblicità, ciascuno segue quello che più richiama se stesso. E forse chi è così brutto dentro e fuori, nega anche la bellezza evidente del gesto tecnico, considerandolo fumo negli occhi. Ma è solo una congettura, questa. Rinascessi vorrei essere McEnroe e non Lendl, Nastase e non Borg, Korda e non Muster, Leconte e non Chesnokov, Safin e non Berasategui, Petzschner e non Cuevas . Scelte di vita, forse. Ognuno segue il suo istinto e piacere. Se questo è snobismo, sono uno snob. Porto la barba, ma non parlo con la “evve” moscia.

4) La mia presunta repulsione per le belle "tenniste". Il lettore metteva nel calderone anche la Jankovic. Ora, per dire che quel curioso esemplare di “furia cavalla del west” pitturata come una donna, sia bella, ci vuole uno sforzo di fantasia non indifferente, o al limite una bottiglia e mezza di vodka russa. Nessuno nega che le altre due siano due avvenenti fanciulle. Io adoro la bellezza fisica. Semplicemente, nel tennis è un orpello se non insignificante, senza dubbio secondario. Sharapova e Ivanovic, sono gradevoli da vedere su una rivista patinata, ma giocano un tennis inguardabile, non sono (più) competitive, e si comportano in modo indisponente ed antisportivo. Gridano, sbraitano come esaltate regine furenti. Ma non sono nulla, tecnicamente. Se Masha avesse il rovescio della Suarez Navarro, o la voleè di Martinez Sanchez, direi che è bella ed anche brava. Ma così non è, e quindi ritengo che siano solo esempi di burattini mediatici che avvicinano il pubblico al lato sbagliato del tennis (vestitini, gambe, gossip). Vicende che stanno portando alla degenerazione tecnica della wta.
Un esempio lampante? Io uso un contatore visite. Cazzo te ne fai di un contatore? Niente. Ma a volte mi è servito. All'inizio mi divertiva parecchio. Il mese scorso notai di aver ricevuto trecento e passa visite in un giorno, quando normalmente sono tre o quattro. Ed avevo scritto un articolo sui grugniti della Sharapova. Il portentoso marchingegno della tecnologia, mi consente anche di poter vedere come i lettori s'imbattono nel mio blog, persino quali parole sono digitate su google, per arrivarci. Ho notato qualcosa. Parole chiave come “tenniste sexy”, “tette sharapova”, “chiappe Ivanovic”, “cosce sudate tenniste”, “gridolini sensuali Ivanovic”, “capezzolo Masha”, "vestitino Ivanovic", "pelo Jankovic". Nessuno e dico nessuno, aveva cercato, chessò, “spostamenti laterali Sharapova”, per capire che oramai è una statua di piombo. Delle quattro (o cinque) visite, il giorno dell'articolo scritto sulla Martinez Sanchez, tutte erano dovute agli aspetti tecnici della spagnola. Questo esempio, fornisce il quadro preciso di un tennis femminile alla deriva, e ridotto solo a morbosità e gossip. E non mi piace. Devo prendermi a fucilate nelle tempie o a roncolate sulle rotule, per questo?

7 commenti:

  1. ti consiglio di visitare questo blog: www.christianfrascella.wordpress.com, non c'entra niente con il tennis,è di un mio amico diventato da poco scrittore di successo,ma penso (a giudicare da come e cosa pensi e da come lo argomenti) che potresti trovarlo interessante.
    P.S ieri il tuo "picasso" ha passato il primo turno mentre il "nostro" Seppi no, (12 palle break e nessuna convertita robe da pazzi).La Martinez Sanchez invece questa settimana riposa,dopo aver vinto il doppio a palermo.
    saluti narco

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  2. Non si dovrebbe commentare una replica ad hoc ad un commento ad personam — commento peraltro un po' troppo aggressivo, considerando la banalità del suo contenuto.
    Certo deve avere preso tempo redigere una risposta così minuziosa! :D

    In mia modesta opinione, le chiavi di ricerca che hai elencato nel 4° punto la dicono lunga sul tennis femminile come fenomeno sportivo-mediatico degli ultimi 5, 6 anni (post-Kournikova, diciamo). Ormai non è uno sport, senz'altro non è la gemella del suo corrispettivo maschile.
    Mai come guardando al tennis femminile di oggi, mi è chiaro che senso avesse la divisione pre-Open tra amatori e professionisti. Paradossalmente, reintrodurre questo limite potrebbe essere l'unica salvezza per lo sport. Permettere a Maria e alla puledra serba di arrabattarsi tra lo sfruttamento dei diritti d'immagini e le sfilate griffate. E nel frattempo lasciare il professionismo alla Martinez-Sanchez e alle sue poche cloni. Sulla spagnola, due parole: che dire ancora? Mi trovi d'accordissimo anche su questo, a Madrid mi fece un'impressione più che ottima, e per un attimo rividi l'agonismo — non dico di una Graf, ma almeno — di una Hingis, recuperando fiducia nell'intero circuito WTA. Ma è durato davvero poco, lo ammetto... :)

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  3. @Marco
    Salve. Ben ritrovato. Darò senz'altro un'occhiata al sito. Anch'io scrivo altrove, non di tennis. Altre fregnacce da "bloggaro", niente di che. Se mi mandi una mail di tò l'indirizzo. Quanto ad Amburgo, si, Picasso ha battuto Serra. Ed è una notiziona da prima pagina. Lui deve vincere quelle partite apparentemente alla portata, e poi sperare di trovare una girnata marziana. Magari con "nosferatu" Davydenko, non sarebbe male. Poi magari becca 6-1 6-2 in quaranta minuti, e buona notte. Su Seppi mi astengo. Oramai, che dire...in questi minuti Cipolla le sta beccando di brutto da Bogomolov, a Indianapolis. Ciao, a presto.

    @Tchà
    Salute. Ma no dai, mi sembrava un commento piccato, ma comunque dai toni accettabili e non offensivi. E lo stesso il mio post in risposta. Credo. Poi non mi rendo conto di come sembri ciò che scrivo. Qualcosa devo pur trattare, visto che i tornei di queste settimane non li sto seguendo tanto. Sulla wta, la pensiamo allo stesso modo. Forse la soluzione da te prospettata è un tantinello drastica...=) ma a mali estremi...la speranza è che sbocci qualcuna come un fiorellino nel deserto, e che si ricominci a valutare il tennis e non il tutù dell'una o l'acconciatura vezzosa dell'altra. La "farfalletta" oramai da un anno ha raggiunto livelli buoni, ma le manca ancor qualcosa per fronteggiare le badilate di alcune delle più forti. Con gente con Safina o Serena per un set e mezzo ha retto alla grande, poi sìè afflosciata. Ma che ci sia gente come lei o come la nostra Robertina Vinci, è già positivo. Ciao, a presto.

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  4. Io sono arrivata qui cercando informazioni su Montcourt, che avevo visto ad un torneo qualche settimana fa.
    E non me ne vado più.
    ti trovo geniale!
    mi daresti l'indirizzo del tuo blog?

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  5. Ciao Eva.
    Grazie per il bel complimento. Un pò mi sorprende la cosa. Potremmo formare una nicchia di folli ed incuranti esteti, all'attacco della bruttezza del mondo. Insieme possiamo farcela. =)
    Il titolo del blog? va beh, riflettendoci, non è che crolli il mondo se faccio pubblicità occulta al "blog-fratello maggiore". Sperando che le invasate tifose della serba "pugnetti-strilletti", con la loro ascia di guerra (punto esclamativo) incorporato in mano, non leggano. Altrimenti mi toccherà mettere la moderazione dell'idiozia (e dei commenti) anche lì. Il link è http://blog.libero.it/PostOffice/.
    Ciao, a presto.

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  6. folli esteti che dal lunedì al venerdì combattono la bruttezza nel mondo e nel weekend giocano a tennis... ci sto! leggerò sicuramente l'altro blog, a costo di sciupare i miei 10/10 di vista, il testo bianco su fondo nero è deleterio!

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  7. Ciao Eva, non sei la prima a dirmi che il testo bianco su sfondo nero, è terribile. A me piace, dona quel tocco di cupezza elegante. Si, insomma, sta bene con il resto del blog. A presto..

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.