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venerdì 3 luglio 2009

Wimbledon, Serena per un millimetro, Venus infierisce sulla povera Dinara




Certe partite di tennis, le puoi vincere per un punto, altre per un millimetro di riga pizzicata da un colpo rabbioso. Altre ancora le porti a casa prima ancora di entrare in campo o dopo aver giocato il primo punto della partita. Ce la mettono tutta le sorellone Williams, ad accendere una giornata che si preannunciava scontata, semplice e sbrigativa esecuzione sommaria della russia tennistica. Qualcuno prova ad inventarsi qualcosa, una scommessa che ravvivi l'attesa di un niente feroce. Chi impiegherà più tempo delle due, a sbrigare la faccenda? Quale delle due vatusse infierirà in modo più cruento sui miseri resti dell'avversaria? Quanto dureranno le due semifinali messe assieme? Altri, in completo blocco emozionale, indicono un sondaggio: quella di Serenona è una quinta accennata o solo una quarta piena?
E invece Helena Dementieva si conferma tennista di livello, e ce la mette tutta a complicare la vita a Serena Tyson. La più giovane delle Williams sbuffa, s'incarognisce e sbaglia più del solito. Grande merito va dato alla russa dall'espressione smunta e bianchiccia. Una specie di Morticia addams bionda e col codino raccolto, dal collo slanciato, cha a guardarla trotterellare pare una paperella prosciugata dall'avis. E invece oggi gioca in modo profondo e pesante, impedendo a Serena di colpire con facilità, e farsi ammazzare dai suoi montanti terrificanti, duri come pietra ruvida. Helena gioca con coraggio, punto a punto, senza alcuna riverenza per l'avversaria, o timore per la virulenza dei suoi colpi. Quasi sempre porta a casa il quindici, dopo uno scambio prolungato. Il tornado dalla pelle d'ebano prova a sottrarsi all'asfissia dello scambio, ma oramai stanca e senza lucidità necessaria, spesso finisce per scagliare i suoi fondamentali devastanti fuori dalle righe. Il picchiatore di professione, esperto in k.o. cruenti alla prima ripresa, finisce sempre per incartarsi quando si trova a dover remare 12 round. E il tennis femminile è sempre più simile alla boxe.
Ne esce un match divertente, giocato alla pari, e questo poteva già apparire un miracolo. Ma la russa va oltre l'immaginifico. Vince il primo set, e si guadagna una palla break, parente strettissima di un match point, sul 4-3 del secondo. Ed è in certi momenti che distingui una campionessa dalla ottima giocatrice. E' lì che le partite girano dalla parte del più forte, in un malvagio ed infallibile disegno della psiche. Basta un istante. Serena serve e poi azzanna la palla, sfoderando una mattonata di dritto incrociato di rara violenza e coraggio, che pizzica la linea. O forse no. Occhio di falco, la fredda macchina, conferma che la pallina ha toccato un millimetro di linea, al limite due. Serena Tyson vince il secondo 7-5, si piega su se stessa e lancia un “c'mon” liberatorio, che riecheggia vibrato e possente sugli spalti allibiti, arriva persino gelare il sangue nelle vene di chi guarda la tv, e potrebbe tranquillamente indurre l'esangue e draculesca russa a gettare la spugna, dichiarare la resa. k.o. causa terrore vero e paralizzante.
Nella più assoluta ignoranza tennistica, pensi che la russa dal carattere sfilacciato, ceda di schianto, che perda un'altra delle sue partite quasi vinte (annesse due finali di slam), ipotizzi che il furente bisonte americano domini il terzo 6-1, al limite 6-2. E invece, la Dementieva che non ti aspetti, continua imperterrita. E' si perdente, ma una bella perdente di valore. Inquadrano il sempre mite papà Williams, intento a scattare fotografie artistiche, l'occhialuta mamma Dementieva invece, alterna crisi di pianto isterico, sorrisi inquietanti, sguardi sbarrati da pazza, applasusi da foca monaca, e poi altri pianti disperati, ma forse ride. Chi può dirlo. La russa va avanti di un break, se lo fa recuperare, ma rimane lì. E sul 5-4 ha un match point. Serve Serena, palla ad uscire, e dopo un gancio che pesa una quintalata, si getta pesante a rete, voleè da chiamare gli artificieri, che viene accomodata dal nastro prima di morire dall'altra parte, densa di raccapriccio irridente. Coraggio, rischio e fortuna, che sono proprie di chi ha qualcosa in più, inutile girarci intorno. La russa non cede nemmeno questa volta, da vera perdente ostinata e poco arrendevole, seguita a tirare colpi fino alla sconfitta, 8-6 al quinto, dopo quasi tre ore.
Venus, invece, il suo incontro lo vince dopo il primo scambio. La venere nera, partiva nettamente favorita su Dinara Safina, numero uno al mondo. Ma quante fregnacce racconta questo, come fa una ad essere nettamente favorita contro la numero uno? Si chiederà qualche sventurato lettore occasionale. Nel tennis femminile succede questo ed altro. Accade che Venus prenda a pallate autentiche la regina delle classifiche. Ma nessuno pensava che la lezione potesse assumere proporzioni così imbarazzanti. Esecuzione violenta ed impietosa. Dinara riesce solo una volta a fare due punti in fila, forse due volte, vince un game sullo 0-5. Il povero mammuth sgroppa sgraziato e smarrito alla ricerca di qualcosa, del mistero svelato, di se stessa. Risposte, dritti e rovesci che piovono dal cielo malvagio. Lei, di solito rubizza e violacea in viso, mostra sin dalle prime battute, un pallore inquietante. Quasi mai il punto dura più di due scambi, nemmeno il tempo di esalare uno dei suoi proverbiali grugniti-nitriti prolungati e vibrati. Sbaglia al primo colpo, o quall'altra le piazza il vincente. Davvero mai, la pachidermica russa, riesce a prendere il ritmo dello scambio rantolato. Attimi di viva angoscia interiore colpiscono il miserabile spettatore, nello scorgere la vezzosa maglietta alzarsi sbarazzina, e scoprire qualche centimetro della sua debordante panzetta da birra. E la venere indemoniata continua ad infierire senza pietà, sulla preda già morta, con l'eleganza della pantera feroce.
Non può non intenerire la povera Dinara, persino chi, proprio non digerisce il suo tennis inelegante e clavato. Perchè partite come quella di oggi vanno oltre il tennis. Cosa starà pensando mentre cammina senza meta e soliloquia con se stessa, come in preda ad una crisi spirituale? Rimugina ancora sul fatto di essere la numero uno e non aver vinto lo straccio di uno slam? Si chiede cosa diavolo nasconda il quinto mistero di Fatima? Pensa ai milioni di spettatori in mondovisione, davanti ai quali sta mostrando una prestazione imbarazzante? Si rimprovera di non aver perso con onore, quando poteva farlo, in un incontro combattuto contro la Mauresmo, e che almeno le avrebbe evitato questo pubblico ludibrio? Si chiede perché Gesù bambino non le faccia mettere in fila due colpi nel rettangolo? Quanto ulteriore avvilimento le porteranno gli applausi d'incitamento imbarazzato del pubblico, sul 1-6 0-5? Certi incoraggiamenti di pura pietà, fanno più male della sconfitta in se, suonano quasi come un ulteriore sberleffo. Il completamento umiliante dello scempio. Guardandola in faccia, si scorge solo scoramento impotente. Al di là dell'aspetto da donnone simil lottatrice di sumo, non è mai stata un cuor di leone, Dinara. Perde 6-1 6-0 in 51 minuti. E a mia memoria (quella di un criceto nano), non ricordo una sconfitta più netta, subita da una numero uno al mondo. E chissà se l'adorabile mammuth fragile, riuscirà a rialzarsi.

6 commenti:

  1. Ciao Picasso. Da qualche giorno ho iniziato a leggere il tuo blog. Complimenti, mi piace molto il tuo modo di leggere le partite, e sei anche un ottimo pronosticatore.

    Quasi in contemporanea, in questo periodo mi sto appassionando al tennis grazie a Wimbledon, e per questo motivo mi fa molto piacere leggere persone preparate ed appassionate come te.

    Ci sentiamo presto!

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  2. Ciao Sacco, passa quando vuoi. Cerco solo di non prendermi, e prendere troppo sul serio le vicende tennistiche. (malgrado mail minatorie, che per le quali farei invidia ad Emilio Fede). Poi, ogni tanto ci prendo pure, coi pronostici. Ma spesso sono botte del suddetto culo. Grazie, a presto.

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  3. Mail minatorie? Ma stai scherzando? E per quale motivo poi?

    Comunque, parlando più da blogger, mi farebbe piacere se facessimo uno scambio di link così ci passiamo un po' di PageRank, che dici? Io già inserito il tuo blog nel mio blogroll.

    http://angolofilm.blogspot.com/2009/03/blogroll-siti-e-blog-amici.html

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  4. Mass^, qalcuno c'è, ma fa parte del gioco.
    Sono assolutamente digiuno di scambio link, ed altre faccende "blogghiste". Ti inserirò pure io, quando capisco come si fa. Ciao.

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  5. Ciao Picasso. Devi semplicemente linkare il mio blog, in un qualsiasi angolo del tuo. ;-)

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  6. Ok, grazie lo farò. A presto, ciao.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.