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mercoledì 23 settembre 2009

Cercasi telecronista sportivo, ottimo stipendio, contratto a norma, possibilità concreta di carriera



A fine anni ottanta pensavo di diventare forte come McEnroe, e ancora erano lungi dal palesarsi i problemi alle giunture, l'assuefazione alla birra e l'improvvisa passione per l'agonismo da materasso. Alla tv furoreggiavano, sulle frequenze confuse e talvolta sfocate di telecapodistria, Rino Tommasi e Gianni Clerici. Narravano gli slam in modo impareggiabile. E quei due seppero farmi appassionare al tennis guardato. La magnifica e fascinosa arte affabulatoria del vecchio scriba Clerici, avvolgeva ogni incontro di piccoli dettagli, gustose e raffinate stilettate di un'ironia pungente e ricercata. Particolari tecnici, citazioni di una lucida follia surreale. Da Kramer a Suzanne Langlen. Estasiato dal gesto tecnico e dalla bellezza in generale. Una volè di Martina, le gambe di Andrea Temesvari, la piccina e indomita Kimiko Date. Talvolta rischiava di straripare dagli argini della partita, come in un romanzo ancor più avvincente della stessa. Ed ecco lì pronto Tommasi, come Cerbero bonario e divertito. L'altra metà, a riportarlo nel recinto, con la sua fredda, puntigliosa e talvolta cinica realtà, mascherata da numeri infallibili. Lo scrittore sognante e tremendamente competente e l'impeccabile interprete della realtà, conoscitore dello sport come pochi.
Alla Rai rimanevano le briciole. Divinità incontrastate della tv di Stato, che trinciava finali sul più bello per far posto a sceneggiati d'epoca, Adriano Panatta e Giampiero Galeazzi. Il leggendario ultimo grande tennista azzurro, ed il folkloristico bisteccone nazionale. Raffazzonati, improvvisati, disinformati e adorabilmente cialtroni. Sovente maestri dell'improvvisazione, come attori consumati. La buttavano in cagnara, baruffa, mascherando l'evidente mancanza d'informazioni. Battute da teatrino che rischiavano di sfociare nel pecoreccio, ma con una vis narrativa notevole, popolana e sempre coinvolgente. Un mix tra il bar sport ed un'osteria dei castelli romani (che probabilmente avevano lasciato a malincuore cinque minuti prima). Bisteccone emetteva strani rantoli, grugniti sinistri. A volte sembrava addormentarsi, e non lo si sentiva per mezz'ora buona. Rumori in sottofondo, stagnole scartate e parole smozzicate a bocca piena, tra un morso all'abbacchio e un “turbo rovescio” di Canè. E Panatta stava al gioco, mettendoci l'indubbia competenza di uno che aveva calcato i campi, oltre che l'atteggiamento da mondano viveur delle notti romane. Palesemente partigiani, senza la patetica pretesa di mostrare goffa imparzialità, ma mai scaduti nel devoto sostegno di italiani impresentabili, a prescindere. Se Clerici e Tommasi sono raffinata competenza ed ironia, Panatta-Galeazzi rappresentavano la versione sanguigna e tipicamenti italiana, passionale, confusa e arrangiata. La peculiarità di un grande telecronista è quella di far vivere le emozioni di un incontro, riuscire a cogliere aspetti e sfumature, rendere interessante anche una partita brutta. E i due cialtroni goderecci, tra un aneddoto notturno ed una battuta alla “amici miei”, erano capaci di rendere avvincente anche Perez Roldan-Muster, match altrimenti, da prendersi a bastonate sulle rotule. E pazienza se poi improvvisavano conoscenze di giocatori sconosciuti, bollati come grandi artisti del serve and volley, e che poi non si schiodavano dal fondo per tre ore.
E dopo un ventennio, che rimane? resistono i due monumenti Clerici-Tommasi, come il tempio di Wimbledon. In Rai il tennis è confinato sul satellite, oramai limitato alla Fed.Cup, alla Davis, ed al torneo dei dopolavoristi della Val Brembana. E i cronisti somigliano in modo impressionante alla orrida e trasparente nouvelle vague di tennisti azzurri. Accantonato Bisteccone, ora ecco Alessandro Fabretti. Che sta rapidamente costruendosi un alone di mitologia attorno. Lo ascoltai due anni fa, alle prese con un torneo di veterani. Si presentò subito con una gemma impareggiabile: “Mats Wilander, grande campione, grande tocco! Eh...quel tennis serve&volley oramai non si vede più...”. Evitò di continuare con “Ricordo grandi battaglie col regolarista Stefan Edberg...”. Ma non ci feci caso più di tanto. Ed eccolo esplodere prepotentemente, nell'ultimo week end. Pur senza aver assistito allo spettacolo, non ci vuole molto a dare credito a ciò che leggo. Alcune perle di inarrivabile classe cristallina: Wawrinka, chiamato Stanislao (e non Stanislas), esattamente come faccio io, per rendere più ridanciano un blog. Lui, semplicemente perchè non sa leggere. Oppure, e la cosa mi inquieta non poco, è uno dei cinque lettori del mio blog, e lo prende anche per serio. Sempre su Wawrinka, si avventura in dotte considerazioni tecniche, indicando il rovescio dello svizzero, come punto debole. Quando anche le alghe sanno che è uno dei migliori tre-quattro del circuito. Per tacere di Chiudinelli, per lui Chiudani. Che sarà anche tennista di seconda linea, ma è fresco autore di un bel terzo turno a New York. Ma cosa vuoi che ne sappia lui degli US Open.
Incuriosito più dal Fabretti che dall'incontro in se, assisto alla seconda parte del match Federer-Starace, nella giornata conclusiva. Ed in poco meno di un set, partorisce mirabilie inenarrabili: “Federer sta servendo male, solo il 63% di prime...”. Nel suo magico mondo lillipuziano, il 72% si Starace è meglio. E pazienza se l'azzurro serve per rimettere in campo, e Federer tira dei missili per fare il punto. Un logorroico fanciullo alla scoperta delle regole basilari del tennis. Chiede continue conferme allo sgomento Pescosolido, che non sa più come arginarlo: “E qui Pesco? E qui? Perchè fanno ripetere il punto? Eh? Perchè? Mah. Sarà.”. L'arbitro aveva semplicemente corretto la chiamata del giudice di linea. Ma ciò che sorprende e lascia basiti del giovane Fabretti, è la mostruosa continuità. Non prende nemmeno in considerazione l'idea di tacersi, come è solito fare chi non è preparato, per limitare i danni. Lui è un kamikaze. “Certo che con Federer, per fare il punto devi fare il punto, eh...”, “Mai visto giocare lo svizzero così bene...”. Come se lui avesse visto più di due partite del numero uno, tra un giro d'Italia e l'altro. Qui si tace qualche secondo, probabilmente non regge lo sguardo allibito di Pescosolido, che tapino, non sa più che fare. Dal tono della voce imbarazzato, vorrebbe morire.
Poi il nostro eroe si ricompone, deve fare qualcosa, e per lasciar intendere di saperla lunga, si lancia in un commento da scafato e algido competente. La butta lì con classe, quasi a non voler far pesare la sua enorme saccenza, sugli umani davanti allo schermo: “Io non so se Federer è il migliore di sempre, preferisco lasciare le statistiche agli altri, io...”. Già, lui è un tecnico. Tommasi, becca e porta a casa. Ma oltre allo slancio irrefrenabile, il mitologico pupazzetto in cabina, accompagna le sentenze, con un tono pieno di spirito beffardo, da simpatico umorista. Il problema, è che se si prova a farlo senza conoscere la materia, si scade spesso nel patetico. Ma il giovane virgulto non si da per vinto, ha coraggio da vendere. Il temerario della rai-tivvì. Sempre nel terzo set (voglio dire, ribadisco, tutto in un set!), con Starace che annaspa sotto 6-3 6-0 4-2, dopo uno dei due errori gratuiti dello svizzero, trova il modo di squillare, tutto eccitato, una frase che rimarrà negli annali: “Eh meno male, grrrraaaande Potito (pronunciato rigorosamente Potithouw)! Adesso finalmente se la sta giocando al meglio! Alla fine del secondo set sembrava potesse vedere dei fantasmi inesistenti o immaginari...”. Il Fabretti, azzardo, pensava che il povero napoletano, oltre che perdere, potesse anche lasciarci le penne. Ma chi può dirlo. Mai interpretare i geni surreali, è faccenda impossibile.
Oramai il nostro tennista è ai titoli di coda, con la faccia rassegnata. Chi non lo sarebbbe. Federer serve per il match. I due cronisti si collegano con la panchina. Un'atmosfera ridanciana, da ultimo giorno di scuola. Risate e go-go. Un tizio si rivolge a Pescosolido: “Attento Pesco, c'è aria di rimonta qui...”. E giù altre risate fragorose in sottofondo. Ride pure Pesosolido. Ma il prode Fabretti la prende sul serio. Se lo dicono loro che sono esperti, perchè non credergli? penserà in quel vortice tumultuoso che gli avvolge il cervello. E infatti eccolo che parte a testa bassa: “Adesso Potito deve crederci, non ha scelta! deve crederci assolutamente, DEVE!”. Federer piazza due legnate secche secche, e tutti a casa. L'ultima chiosa, vagamente melancolica, a sottolineare, se non un telecronista di tennis, un animo poetico. “E' finita. Il sole di Genova illumina la Svizzera...”. Il cameraman inquadra il cielo plumbeo e di cemento, che minaccia altra bibliche piogge torrenziali.
Riflessione seriosa delle 8,13: Ma perchè il servizio pubblico si ostina a voler stuprare il tennis?

12 commenti:

  1. Non capisco che logica ha scrivere di giorno cose serie e la sera aprirsi un blog per sparare a zero su tutti...ma ognuno si diverte come pensa..
    non pubblichi neanche questo, ho capito che per passare bisogna scrivere complimenti o mandare baci all'"autore"...

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  2. parole sante.....comunque domenica intorno all'ora di pranzo su super tennis hanno mandato in onda wilander cancello a roma 84-85 ed effettivqamente wilander faceva serve and volley e veniva a rete in back,capace che fabretti abbia visto la partita.

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  3. caro Picasso, come rimpiango le telecronache glamour della Pericoli, mitiche sulla telemontecarlo che fu. Pareva la doppiatrice di Greta Garbo prestata alle telecronache. Grandissima!!

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  4. risposta seriosa:
    perchè è uno stupratore seriale.
    arraffa quello che passa e stupra.
    buondì

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  5. @Anonimo, ciao.
    Non capisco la sottile vena polemica.
    Di solito pubblico tutto, tranne messaggi di cui non comprendo il senso, o senza una firma alla fine, anche se anonimi. Mica per dispetto. La costumanza prima di tutto. Noto una vaga allusione a non so davvero cosa, sul "mattina-sera". Comunque, se vuoi che sia data soddisfazione al tuo fiuto da cacciatore di tartufi col raffreddore da fieno, ebbene si, sono Dario Baldam Bembo, o entrambi i fratelli Pippo e Mario Santonastaso.
    Se vuoi scrivimi in privato che ti fornisco generalità ed impronte digitali. Ciao, eh.

    @Marco, ben ritrovato,
    Beh si, Wilander era un giocatore intelligente tatticamente, ed ogni tanto giocava di volo, a seconda dell'avversario. Specie nell'88. Ma da qui a farne un esempio di serve&volley, ce ne passa...già pregusto il primo turno di Davis 2010, Italia-Bielorussia. Il miticvo Fabretti, potrebbe far passare Max Mirny (se gioca il doppio), come uno dei più grandi arrotini della storia...=) Ciao.

    @Bruno, salve.
    Beh si, in effetti ho dimenticato la mitica Lea.
    Davvero gradevole, garbata e mai fuori dalle righe. Talvolta però, soporifera come una doppia valeriana...=) Mitiche le "palle breiiiiiiik"...
    ciao, a presto.

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  6. @Ekeka.z, ma ciao,
    embeh, può essere.
    Io pensavo ad uno stupratore seriale che sceglie accuratamente le vittime. "Boh, mah, sarà..." (e qui imito Il Fabretti.).
    Ciao. =)

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  7. Picasso, hai un blog dove di giorno scrivi cose serie? ;)

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  8. certo.
    in questo caso per la rai vale la regola precedentemente citata. (tutto bon!)
    lo fa in modo serio e seriale.
    il caso dei Muse a quelli che il calcio, può essere ulteriore esempio di tale prodezze.
    ciao a te . :)

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  9. Beh, caro Picasso, comunque sia, terminata l'indagine dell'anonimo, riparliamo di tennis, no? Esigiamo una tua Ode alla Henin che torna. Mi sa che lei e la Kim vogliano spartirsi la succulenta torta in dollaroni fumanti della Wta, in attesa che le due sorellone Williams decidano di dedicare meno tempo allo shopping.
    ps: mitico Baldan Bembo! Musicista tanto impronunciabile quanto bravo.

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  10. Bravo bravo. Leggo il tuo blog dagli US Open di quest'anno ed è proprio divertente ma anche sottile. Ho visto il match di Picasso contro Mosquito Ferrero e in effetti, era la prima volta che lo vedevo, mi ha colpito come giocatore. Ma ha buttato via il match 3 volte.
    Non ho sentito le telecronache perchè ero a Genova a vedere l'acquario. Ho fatto un mezzo pensiero di vedere Starace-Federer dal vivo (40 euro + mio figlio altri 40) ma poi ha prevalso la moglie e le 5 Terre...Alla prossima

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  11. Pensa a noi poveri Svizzeri chiusi nelle nostre montagne che ci toccherà un primo Turno Spagna - Svizzera Gia m'immagino l'isteria collettivo per il fantomatico duello tra il mozart canterino (http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.tio.ch%2Faa_pagine_comuni%2Farticolo_interna.asp%3Fidarticolo%3D492040%26idsezione%3D15%26idsito%3D123%26idtipo%3D410%26dossier%3Dvideo&h=d18304057604441d2b1ca8964a546403)
    ed il simpatico diavoletto della Tazma(iorc)a ....
    Son curioso come si divincoleranno ...

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  12. @Bruno,
    sono stato smascherato. Ebbene, la mattina scrivo su "Serbia da amare, Djokovic, Ivanovic e Jankovic: Ajde!!!". Poi li sbertuccio qui.
    Va beh, io pensavo che Clousoe mi avesse scambiato per Rino Tommasi, che si ciucca e poi scrive a ruota libera ste robe.
    Torna Justine, ed è una cosa bellissima. Poi, visto cosa ha fatto la Clijsters, le sarà tornata immediatamente la voglia...=) Ciao.

    @Ekeka.z,
    nella mia grande ingenuità pensavo a delle eccezioni. Chessò, non me ne viene nessuna.
    Comunque ho inviato il cv alla rai-tvvì. Se mi assumono come vice del vice, aiuto, apprendista, aiutante del sostituto dell'addetto temporaneo al rinfonzo del reggipetto della Clerici, penserò a tutti voi...=) Ciao.

    @Anonimo2 (non l'ispettore, immagino)
    Ciao, Picasso è quello. Due set e mezzo da pittore ispirato, poi l'eclissi. Braccio divino, ma purtroppo non ha il cervello.
    Sulla Davis, beh, molti volevano andarci pechè c'era Federer. Con la Bielorussia, si pagherà 50cents, con omaggio una caramella usata alla menta piperita. Ciao, alla prossima.

    @Alcechecorre, ciao.
    Se siete poveri voi...=)
    in ogni campo.
    Nel tennis poi, l'ebrezza e la sensazione di annichilimento mortifero, di giocare con Andreas Seppi, non l'avrete mai.
    Bel sorteggio, eh. =) Ma magari il diavoletto frullante non gioca, e si presenta "Anvedi come perde Nando (Verdasco), è proprio la fine der monno...". Ciao.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.