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lunedì 21 settembre 2009

Coppa Davis, L'allegra Armata Brancaleone azzurra, ai piedi di Federer


Giovan Giacomo Bartezaghi, amico di vecchia data, nonché modestissimo compagno di doppio, lungi dall'esser partigiano, pareva ben sicuro. All'indomani del sorteggio Italia-Svizzera, match utile ad accedere al tabellone principale di Davis, mi confidava con gran perizia: “Bene! inizia Seppi con Wawrinka! E' l'incontro più alla portata. E se cominciamo sull'1-0 poi... magari Federer è anche stanco.”. Non gli ho risposto, poco prima aveva ammesso di aver puntato 100 euro sulla vittoria finale dell'Internazionale FC in Champions League, per l'undicesimo anno di fila. Folgorato dalla monumentale prova di forza dello squadrone nerazzurro contro il Barca. Per strada, ho fatto alcune riflessioni. Se uno guarda i risultati dell'US Open, Italia-Svizzera è un incontro nemmeno da proporre, per dignità. Il quarto singolarista elvetico, Chiudinelli, si era issato fino al terzo turno, il primo si chiama Roger Federer. I nostri quattro moschettieri, in terra nuovayorkese avevano provato invano a conquistare un set. Gli altri hanno dalla loro il numero uno assoluto ed uno che vale i primi quindici. Noi a stento mettiamo assieme due da primi settanta al mondo. Ma tant'è...si sa che la Davis è quasi un altro sport. Peccato solo che si giochi comunque con la racchetta.
Se Wawrinka è in condizioni, non dico di correre, ma almeno camminare, gli basteranno un paio di rovesci a set, per sbarazzarsi di Seppi. Così mi ha confidato il gatto, che s'è leccato la coda ed ha fatto una specie di starnuto-pernacchietta, come chiosa. E poi ha continuato facendo delle strane allusioni: Uno vispo come una triglia lessata al sole d'agosto, un polipo sbattuto per due ore sugli scogli, un crotalo saettante, alla perenne ricerca del suo io nascosto negli anfratti di una panatura dorata, ed una specie di scorfano smilzo che adora sguazzare nella terra. Si sa che lui è il cinico di famiglia. A voi provare ad inquadrare le raffinatissime similitudini coi nostri alfieri di Davis.
Non ho visto i primi singolari. Ma non è che ci voglia un grande sforzo creativo per immaginare. Saranno bastati una manciata di rovesci di brutale bellezza, al buon Stanislao dal naso paonazzo, per levarsi di torno il nostro fantasmino montanaro. Ora, su Seppi occorre fare chiarezza. E' uno dei pochi tennisti, forse l'unico, sul quale non riesco a dare una definizione precisa. Voglio dire, quasi tutti si prova ad inquadrarli. Il terraiolo arrotino, l'arrotone buono per ogni superficie, il picchiatore, il gradevole tennista spennellatore classico (pochi-pochini), il feticista del serve&volley (due o tre). Seppi è semplicemente fuori dagli schemi. Forse perchè non ne ha. Tira sfiatate pallette leggere ed inoffensive. Ma abbina questa smunta attitudine soporifera, a errori gratuiti superiori a quelli di un picchiatore incarognito, che si gioca il tutto e per tutto, tirando bordate dentro o fuori ad ogni palla. Ma come fa a vincere delle partite, uno così? Avrà un gran carattere? Certo, quanto un cincillà che mostra il bicipite. Qualche avversario rimane basito, sconvolto, sgomento dalla trasparenza inconsulta del tennis di Andreas, e quasi per un sottile gioco psicologico, si lascia avvolgere nelle spire della sua bruttezza dormiente. E Seppi qualche volta vince. Per fare un esempio, è come il Premier, che più fregnacce inventa, più consensi ottiene dall'uditorio, inebetito dalla coltre di orrore.
Wawrinka pare non esser caduto nel tranello, e domina lasciandogli sette games. Il nostro, a fine secondo set, accusa nausea e vomito. Lui. Chissà chi ha avuto l'ardire di guardarlo per due ore. A tutto c'è un contrappasso, insomma. Bianco come un cencio, assai simile a vomitino-caghino, ammetterà: “In campo vedevo due palle”. E certo, quasi sconvolto dagli attributi dell'avversario, abituato alle sue due nocelle rinsecchite. Chi lo sa. Con un Seppi ridotto ai minimi termini, magari si poteva puntare su Starace, che, lungi dall'esser novello Nembo kid, è terraiolo costante, e almeno ci mette l'anima prima di perdere. Senza vomitarla però. Poi senti capitan Barazzutti: “Avessi saputo dei problemi di Andreas? Non sarebbe cambiato nulla.”, e capisci tutto. Visto il clima ridanciano, da baraccone o commemorazione per la squadra di Sua Maestà Federer, perchè non organizzare una maxi esibizione con Panattone e Zugarelli? Ma pure bisteccone Galeazzi, visto che oramai a commentare non ce la fa più, con i suoi 200kg di leggiadria, avrebbe intrattenuto gli astanti con maggior brio.
Tocca quindi a Roger Federer. Non deve essergli costato poi molto deviare due giorni su Genova, prima di tornare in patria. E' come fare una sosta per la regal pipì. Uno che si ferma all'autogrill dell'autostrada. Con la differenza che Roger utilizza un jet personale. Voleva essere sicuro di potersi giocare la Coppa Davis il prossimo anno, fors'anche allettato dall'idea di sollazzarsi per un paio di giorni su uno yatch a Portofino. O più realisticamente, la signora Mirka lo ha convinto, perchè ghiottissima di trofie al pesto. Io propendo per quest'ultima tesi. Opposto al monarca, il nostro figliuol prodigo, Simone Bolelli, alias "Piccolo Federer". E infatti le similitudini tra i due sono palpabili, innegabili oserei. Ha un buon dritto da primi trenta al mondo, gli mancano solo: le gambe, il braccio, la testa, un pizzico d'umiltà e l'agonismo. Per il resto ci siamo, ha solo venticinque anni in fondo. E non voglio nemmeno mettere sul piatto il confronto Mirka-Ximena.
E succede che se uno prova a giocare allo stesso modo, contro un tizio che ha diecimilaseicento volte più talento, finisce col raccogliere otto games. E c'è da essere felici come bambini ed accendere un cero al santo protettore dei tennisti mediocri. “Bravo Simone, di più non poteva, ha giocato al suo massimo.”. Già sento l'unanime coro degli intenditori. Ma come, il futuro top ten? Certo, nel 2011, che diamine.
Sul 2-0, ecco lo spiraglio. Il capitano svizzero, colpito da un'inaspettata pietas, o forse per umiliare ancor di più l'italietta in ginocchio, non schiera Federer in doppio. Voci insistenti lo davano alle prese con un incontro notturno più ardimentoso, opposto a delle trofie saettanti. Dentro Chiudinelli assieme a Wawrinka, ma pare il ct elvetico abbia pensato qualche minuto al coupe de teatre, chiamando Pirmin Zurbriggen. Barazzutti, tra le tante opzioni, tutte ugualmente raffazzonate e dalle prospettive catastrofiche, sceglie Bolelli-Starace. Due che stanno al doppio come Borghezio ad un dibattito sull'integrazione tra culture diverse. I quattro iniziano quando sono ancora affascinato dalla notizia del ritorno sulle scene di Samantha Fox e Sabrina Salerno. Voglio dire, un duetto pettoruto da antologia. Lo avessimo noi un doppio così esplosivo. A Genova invece si assiste ad uno spettacolo tremebondo. Mai vista una cosa simile. Non somiglia nemmeno al tennis. Giocano il doppio da fondo campo, come nemmeno nei circoli anziani, tra sessantacinquenni stempiati, paonazzi e seminfartuati. Gli svizzeri sono peggio di noi. Wawrinka prova più volte a battere servizi a 223km/h sull'ignaro compagno accuattato a rete come una salamandra. Mi bastano venticinque minuti dello "spettacolo", poi desisto. Vincono i nostri, tre set a zero. “C'è vita! C'è vita! Che coraggio indomito! Altro che Italietta! L'Italia s'è desta, e l'Italia chiamò! pom-pom!”. Strillano due anziani signori vestiti da piccoli balilla, ma forse è un incubo.
Si arriva a domenica. Decido finalmente a seguire un incontro, in piena fase di complicata digestione. Non trovo il canale satellitare e m'imbatto in un affascinante dibattito-monologo su “Tele Padre Pio” (pensavo ad un'allucinazione da funghi, ma esiste davvero). Mancano solo i crociati armati nell'immagine sullo sfondo. Un porporato rinsecchito, con voce melodiosa, espone un raggelante programma di violenta teocrazia intollerante trecentesca. “Il diritto alla vita!", esclama come stesse spetazzando effluvi incensati. Poi trovo le frequenze giuste, ma pare a Genova piova a dirotto. La fortuna non mi assiste. Barazzutti, in un'improvvisa folgorazione geniale, ha optato per Starace al posto di Seppi. Ma Federer è già volato 6-3 4-0, impartendo pure due-tre urbi et orbi volanti, prima della sospensione. Continua a piovere. E RaiSport manda dei gustosi filmati del ventennio, gentilmente offerti dall'istituto luce.
Alla ripresa va certamente meglio. Il rutilante telecronista, tal Fabretti, sembra Alice nel paese della meraviglie. Come stesse scoprendo il tennis per la prima volta, con occhi esterrefatti di fanciullo. E forse è così. Il problema è che parla e commenta. Un esempio di insipienza ed ignoranza grottesca, che sfocia nel ridicolo-patetico, provocando anche un filo di umana pietà per un uomo spedito a commentare tennis. Lui che avrà studiato solo di gran premi della montagna e maglie rosa. Federer vola via, Starace, senza dubbio il più decoroso dei nostri eroi, arranca, e Fabretti incalza, proprio non riesce a tacersi, evitando figuracce in serie. E' imbarazzo vero. Pare lo abbiano drogato con ovomaltine e non rifiata nemmeno due secondi, tutto preso dalla nuova frescaccia da inventare. Semplicemente inenarrabile: “E sta servendo anche male Federer, eh! Solo il 63% di prime!”, certo, si sa che uno come Federer, con un servizio assai modesto, debba servire (almeno) il 95% di prime. E' la legge statistica di Fabretti. Ancora, irrefrenabile: “Mai visto giocare Federer così bene in vita mia...”. Forse mai visto giocare e basta, più probabile. Qualcuno proverà a fargli capire che l'elvetico gioca a quel modo, e pure meglio, da un decennio. E spesso contro i primi dieci al mondo, non solo contro un volenteroso italiano da numero 100. Ma il poveretto che ne può sapere. Inutile prendersela, austerity per austerity, propongo ai vertici Rai, una soluzione: Giovan Giacomo Bartezaghi. Lui almeno, commenterebbe “aggratise”, senza rubare uno stipendio al miserrimo spettatore pubblico. Non mi dilungo troppo. Se me ne ricordo scriverò un post completamente dedicato a Fabretti. Se lo merita.
Smarrito dal pupazzo in cabina, perdo di vista il match. Capirai. Ma non è che cambi molto. Lo svizzero seguita a camminare sulle acque in regale scioltezza. Totalmente tranquillo e sgombro da patemi, rende al meglio. Talmente rilassato che mi pare si sia acceso una sigaretta al cambio campo. Vince la Svizzera. Del resto, solo Bartezaghi poteva sperare diversamente. L'Italia maschile del tennis, si conferma da terzo mondo tennistico. Bambocci simil baronetti arroganti, cui manca la fame per lottare in campo, e altri volenterosi, che necessiterebbero di allenatori competenti. E dove si va, così? In serie B.
Starace forse non avrebbe battuto Wawrinka, semmai garantito una resistenza più dignitosa di Seppi, sconcertante e impresentabile anche in un torneo aziendale. Per il resto, poche ed ininfluenti colpe di Barazzutti, se i giocatori migliori sono quelli, ci vorrebbe il mago Otelma più che un selezionatore. E infatti, da ct delle donne ottiene grandi risultati. Donne che continuano ad onorare il nome dell'Italia tennistica: il gran coraggio della Schiavone, e l'incoraggiante maturazione di Flavia Pennetta. Maturazione avvenuta in Spagna. Ma sarà un caso, ovvio.

7 commenti:

  1. Ciao!!
    giuro che se divento alto funzionario in Rai, t'assumo, caro Picasso. Ma la probabilità è uguale a quella di vedere un italiano nei primi dieci ATP, nei prossimi 10 anni o che il prossimo Festival di Sanremo sia l'ultimo di una lunga, inutile serie. Mi spiace...
    Post amarognolo il tuo questa volta...se non fosse per le accecanti visioni delle 2 prosperose cantanti dei nostri tempi...

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  2. Ciao Bruno,
    ma guarda, io mi accontento del posto di apprendista-sotto-vice-aiutante-infimo lustrascarpe-addetto alla pulizia delle lenti antiriflesso di Bonolis, durante il Festivàl (per rimanere in tema). Pare ci vogiano tre mesi di formazione, ma sono prontissimo. Poi, come diceva il nonno, l'importante è "entrare", che poi se vali, fai carriera. L'ingenuità di un bambino di 86anni.
    Accecante visione delle due star, già. Un genio assoluto chi ha pensato al duetto. Attendo fremente il debutto. =)
    Ciao.

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  3. magari le due signore saranno a Sanremo (con la clerici, quest'anno, che mica è una seconda scarsa).
    Ottimo escamotage per alzare l'"audience" ;)
    Dai, proponiamo l'idea, magari ci prendono come appendiabiti.
    Ciao!!

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  4. mi sono divertita a leggere il tuo commento, anche se durissimo -troppo? - con Seppi ( e poi...avresti potuto incensarmi un pochino il magnifico Federer, che sembra essersi divertito a esibirsi apposta per gli amanti del tennis...)

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  5. @Bruno, ma sarebbe un lavoro troppo intellettuale, da pensatori insomma. Io cerco qualcosa di più manovale...=) non so se sarei capace. Bella edizione comunque, oh si. Un'altra barca di soldi buttati via. Risparmiando sui reggipetti rinforzati, magari potevano pagare un commentatore di tennis, senza riciclare il pupazzetto ridicolo. =) ciao.

    @Anonima divertita, ciao. Il cinico è il mio gatto. Durissimo? Ma dai...mai provato ad assistre ad una "partita" di Andreas? Io, lo ammetto, non ci riesco, per più di 20 minuti di fila. Poi sono tentato di gettarmi dal balcone ulando "pietà". E'un bravo ragazzo, con tanta volontà, per carità...(peggiorata la situazione?)
    Incensarti Federer...boh non sono un incensatore, trovo difficoltà. Quando è tranquillo, senza tensione (vuoi essere teso contro Bolelli e Starace?) gioca in scioltezza, ed è un piacere per chi guarda, una specie di sinfonia maestosa. Ma per lui a Genova, è stato un allenamento. Anzi, una fase pre-allenamento, prima di assecondare le più perigliose e combattive trofie guizzanti. =) Ciao.

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  6. eh pensare che quando hai scritto tutto ciò ancora non avevi assistito al siparietto, FABBRETTI -PESCOSOLIDO-MAXGIUSTI, durante il cambio di campo.roba da balcone verandato minimo

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  7. Eh Marco, ho scritto quando il confronto era finito, ma non so a quale siparietto ti riferisci...
    Ma in un set, l'ultimo Starace-Federer, hanno dato uno spettacolo degno da cabaret di quint'ordine. E' nata una stella oramai: Fabretti. =) Ciao.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.