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venerdì 4 settembre 2009

Us Open 2009 - quarta giornata - Melanie Oudin, la tremendissima



Vacillano in imbarazzante sincrono le due russe rantolanti e perdenti. Elena Dementieva ha il suo bel da fare per contenere il furore giovanile di Melanie Oudin. La diciottenne americanina mi aveva già impressionato a Wimbledon, dando una lezione di maturità tecnica e tattica ad un'altra top player (mi sforzo di non ridere quando lo scrivo) Jelena Jankovic. Ne scrissi bene, e siccome lo faccio così raramente, occorre ricordarlo. Oggi la biondina con la faccia che appare uscita da bayside school o da una pubblicità sui corn flackes, lotta come un tigrotto. Perde un primo set tiratissimo, ma mica si scoraggia. Parte spedita anche nel secondo set. Ha un bel tennis completo, Melania. Dritto con rotazioni non esasperate, ideale per il cemento, e che fila via come una scheggia, solido rovescio a due mani, schemi vari e mai uguali. Ma quello che più sorprende, è la personalità della giovinetta. Quantomeno peculiare per una teenager, non certo abituata a trovarsi sul centrale di New York gremito, e a giocarsela contro la numero 4 al mondo. Lotta punto a punto, corre, contiene le sfuriate della vampiresca russa, rintuzza ed attacca, sembra non conosca la paura. Piccola di statura rispetto ad altre orchesse, ma tutta compatta e ben piantata in terra. Occhi vispi e furbi, una certa frenesia di sguardi e movimenti, testa ben centrata nel match, agonismo genuino senza urla&pugnetti da guerra santa. Vince il secondo, comincia bene anche il terzo. Attimi di vivo terrore ed ammutolimento surreale dello stadio, quando l'impavida eroina si blocca nella corsa, e chiama lo stop medico. Nuova fasciatura alla coscia sinistra menomata, ed è già pronta a ripartire, a metà tra un furetto ed una tigrotta di mompracem. Sul 3-1 sfonda col dritto incrociato, si presenta a rete e partorisce qualcosa di buffo, a metà tra una volè agricola ed uno smash rattoppato, e il pubblico esplode.
Elena si chiede da dove sia sbucata fuori quella piccola diavolessa, capisce che il match le sfugge dalle mani, e non può certo rimproverarsi nulla. E' l'altra che il match lo sta vincendo, non lei a perderlo. Prova a fare quello che sa fare, tenta di sfondare, grugnisce sempre più forte, quasi ad intimidire la ragazza nata a Marietta (Gerorgia). Ma quella nemmeno ci pensa, ha carattere da vendere e personalità da navigata campionessa. Serve e chiude 6-3 al terzo set, ed è il tripudio americano. Ora si ritrova un'altra russa, Maria Sharapova (che spazzola via un'altra liceale americana, Christina McHale). Non ho proprio alcun dubbio a dire che se la tremendissima Melanie giocherà allo stesso modo, vincerà anche con Masha, e con minori patemi. Bisognerà solo vedere se l'infortunio è serio, e soprattutto come gestirà il momento di notorietà improvviso. Ma visto l'atteggiamento navigato che ha mostrato, si spera bene.

In contemporanea, solita, tragica sofferenza per Dinara Safina. Ogni match sembra una stazione della via crucis. Dopo la giovanissima Rogowska, oggi un'altra semi-carneade, la ventisettenne teutonica Kristina Barrois, le fa vedere nuove streghe sdentate. La tedesca gioca un imprevisto ed imprevedibile gioco d'attaco. Tira in modo assolutamente classico, segue addirittura il servizio a rete con costanza. In modo leggero e godibile, vince il primo set al tie-break. C'è da chiedersi se gli infortuni non l'avessero martoriata, quale carriera avrebbe potuto fare Kristina. Al cospetto di tanta leggerezza, la pesantezza di Dinarona è più imbarazzante del solito. Annaspa, lenta, fallosa e scoordinata. Bruttissima da vedere e sentire. I nitriti somigliano sempre più a barriti senza fine. Quasi per scacciare via la paura.
Il pubblico avrebbe dovuto esaltarsi per le virgulte (ed oramai anacronistiche per il tennis attuale) evoluzioni della sfidante tedesca, e invece sostiene la numero uno in disarmo. Comprende il suo momento di crisi spirituale. Il computer dice che è la numero uno, ma lei sa di non essere la più forte, e la gente continua a pretendere che vinca almeno uno slam. La russa vaga spaesata, con gli occhi smarriti, commette doppi falli che sono tripli, quadrupli, con la pallina che a stento arriva a rete. Se c'è una scheggia di gene impazzito che la accomuna al celebre fretello, è proprio la tremenda fragilità mentale. Ma Dinara lotta, si asciuga le mani sulla vita, attorno alle maniglie dell'amore, e riparte. Ed alla fine, complice una tedesca che si spegne, la spunta anche questa volta.

In serata vedo il mio ultimo match. Jelena Jankovic in un lampo, nemmeno avesse “rotto” sul miglio di capannelle, si ritrova 3-6 2-4. Incredibile, pensi. Dall'altra parte della rete, un'amazzone imponente, ma col fisico asciutto ed occhiale da sole avvolgente. Tale Yaroslava Shedova, russa imprestata al Kazakistan e che tira delle assolute roncole furenti. Dentro o fuori. Picchia come una fabbra ferraia alla prima occasione, con un rovescio bimane esplosivamente tremendo. Alterna momenti di furia violenta e black out, in cui non le entra nulla. E la serba galoppante, approfitta di quelle pause. Cos'altro può fare col suo tennis insipiente? Sgroppare da un lato all'altro, piegarsi su se stessa per imprecare contro il demonio, mostrando le chiappe, alzare continuamente gli occhi al cielo chiedendo conferme dalle divinità, smoccolare in serbo stretto con gli ultras del suo angolo.
La pin up, in vezzosissima tenuta “The woman in red” (dopo un cruentissimo frontale con un tir) serve due volte per il set, due volte si fa raggiungere, sei set point, di cui tre consecutivi gettati via. C'è da chiedersi come faccia a stare tra le prime cinquanta, una tennista simile. Vince ugualmente il tiebreak, e nel terzo la solita musica. La fabbra kazaka spara come un'ossessa, non le hanno mica insegnato le mezze misure, e Jelena si affida alle divinità, sperando che sbagli (in sintesi, il suo scintillante tennis). Yaroslava, col suo bel passo da pistolero con gli ormoni maschili a palla, serve due volte per il match, due volte si blocca, come paralizzata. Jankovic esulta, come se lei centrasse qualcosa con i destini della partita. Tiebreak finale, emozioni palpitanti (oh, certo). Sul 6-4, ecco che Jelena si gioca due palle del match. Oramai la kazaka è alle corde, in totale confusione. La pin up ha studiato sul “manuale del buon pallettaro”, scritto da Mats Wilander, con qualche suggerimento estroso di Ivan Lendl. Al capitolo due (comma tre) c'è scritto chiaramente, che il pallettaro provetto deve avere grande pazienza ed intelligenza tattica. E lei che fa? Quando basterebbe solo buttarla di la (come al solito), invece partorisce un orrida pallata fuori misura. Intelligenza si diceva. Un criceto nano potrebbe impartirle dotte lezioni. Vince e sorride Yaroslava Shedova. Dopo Ivanovic, altro pezzo di Serbia che se na va mestamente, a suon di raggelanti “Ajde! Ajde!”. A proposito della serbiatta, leggo e mi felicito: “Ho deciso di smettere per un pò”. Stappo una birra alle nove di mattina, ebbro di gioia. Poi proseguo nell'articolo: “Starò ferma per una o due settimane.”. Buon Dio.

11 commenti:

  1. Ti confesso che appena saputo del momentaneo? ritiro dalle scene della borderline serba ho pianto. Calde lagrime rigavano il mio incarnato. Le suppliche, i ceri accesi agli Dei qualcosa hanno sortito. Il mio sogno si materializza e già la vedo, garula e felice, aggirarsi per botiques e negozi di magliari famosi,facendo piroette e sparando in faccia alla malcapitata commessa i suoi ajdè, ogni volta che la carta di credito le addebita una spesa. La vedo al fianco di un ricco viveur frequentare il jet set internazionale, paparanzata come una Gregoraci qualunque. A mai più rivederci carissima serbiatta.

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  2. Ciao Giovanni, è stata la stessa mia gioia. =) Purtroppo fatua. Pare abbia solo voluto illuderci. Prima ha parlato, in modo contrito, di un lungo stop. Ed uno pensa, bene, raccoglie le idee (va beh), pensa al da farsi, a cambiare qualcosa. Poi traduce il "lungo stop", con una o massimo due settimane di pausa. Va bene il tennis insulso, va bene il comportamento da invasata, ma considerare "lungo stop" una o due settimane, mi conferma che questa qui il cervello lo ha riposto nel comodino urlando "ajde!". Ciao, a presto.

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  3. bentrovato Picasso! non sarei così severo con la bella. Al di là degli urletti fuori luogo, la Ivanovic mi pare sia stata sempre educata in campo e, tutto sommato, moderata, nei suoi 20 anni, folgorata tra l'altro dall'enorme successo mediatico che ha avuto. Parliamo di una bella ragazza, allenata per vincere i tornei ma soprattutto per beccarsi contratti e sponsorship, che vive un momento della sua vita in cui deve decidere se fare la tennista o la pin up e che ha, penso, probabilmente, non lei in prima persona, poverina!, delle questioni aperte col suo management, con gli sponsor e con la wta che le preferisce, adesso, altre di pin up. Come la Adidas che ha scelto, guarda caso, da quest'anno, la Vozniacki come nuova testimonial (motivatissima, mi pare, in questo periodo, chissà perchè). Faccio 2 + 2: sono gli sponsor che motivano le giovincelle carine e discretamente forti, con l'assenso della wta. Non conosco i meccanismi di quest'ultima ma non credo sia un'associazione senza fini di lucro...
    Ricordo che negli ultimi 3 anni Ana ha battuto Kuznetsova, Safina, hingis, petrova, zvonareva, in finale. Non mi piace il suo gioco, tanto potente quanto banale, m'interessa, oggi, l'aspetto umano della ragazza, secondo me, stritolata, senza volerlo (a 20 anni come si fa a decidere della propria vita!) da ingranaggi commerciali e mediatici. Tutt'altro che sportivi. Saprà solo giocare per sè stessa e non per onorare i contratti? Vedremo...A presto!!!

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  4. Ciao Bruno,
    Guarda, credo che peggio di Ana, su un campo da tennis è difficile vedere qualcosa. Il sincrono pugnetto, gambetta opposta alzata (a proposito, psicologicamente, vuol significare qualcosa?) e urletto di guerra, è una roba umanamente insostenibile. Ma i gusti e le opinioni sono sempre soggettivi. Ed il sale delle discussioni è avere visioni differenti. Parlo per me. Non è il problema relativo agli sponsor (potrebbe averne centododicimila) o alla carriera da modella. Wozniaki, è oro che cola (come tennis e comportamento in campo) rispetto a lei. Quello che francamente trovo insopportabile ed inaccettabile, è l'atteggiamento che tiene in campo. Che definire odioso ed antisportivo, sarebbe riduttivo. Ad un certo punto preferisco Koellerer che sputa e dileggia l'avversario, almeno è più diretto. Sicuramnte chi le sta intorno non aiuta, ma non puoi agitare i pugni ad OGNI punto, annessi (e soprattutto) gli errori e doppi falli dell'avversaria, ed urlare "ajde" ad OGNI punto, rendendo anacronistico il concetto di grinta e temperamento. Che non può essere sempre uguale a se stesso, ma sta nel saper cogliere il momento della trance agonistica (Connors docet). Francamente credo che le abbiano fatto credere che ogni partita è una guerra santa, e che ad ogni quindici debba mozzare di netto la testa all'avversaria. E con quel visino da ventenne spaurita e fragile, la cosa assume risvolti grotteschi. Non ci fosse gente come lei (e chi li crea simili mostri), il tennis ne guadagnerebbe.
    Quanto alle vittorie che ha ottenuto, beh, a turno si battono e vincono tra di loro. La situazione del tennis femminile è quella.
    Ho peggiorato la situazione? =)
    Ciao, alla prossima.

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  5. ...ma non hai proprio cuore, Picasso! Non ti fa tenerezza, Anina?
    Concordo al 100% con te: il tennis è un'altra cosa. Dal punto di vista tecnico e comportamentale. A chi piace il tennis non gliene può fregà de meno di discorsi che con lo sport non dovrebbero entrarci.
    Il discorso sullo sponsor, però, mi sembra particolarmente interessante, per capire la psicologia della migliore amica di Djokovic (in due un cervello non lo fanno). Parliamo di Adidas e di testimonial, ossia una barcata di milioni. Parliamo di manager, di vestitini da sfoggiare non solo ai primi turni, di cene di gala, di calendari, di brufolose teenager che comprano QUEL vestitino per essere come la beniamina, che spillano al paparino 2000 euro all'anno per iscriversi al circolo del tennis della loro città, e di un business stratosferico connesso. La bambolina serba, come accade in qualsiasi, commercio, è un oggetto. Ripeto, non so come abbia battuto giocatrici della top 10, a questo punto, e non vorrei pensare a cali tecnici improvvisi che non troppo casualmente fanno emergere donzelle da copertina, mah...chi lo sa...
    qui il calo è grosso, da nr.1 a nr.13 e giù giù nel baratro se continua così; la serbiattina ha cambiato allenatore dopo 4 mesi e lo stesso era quello della signora Davenport, non so se mi spiego, tanto sobria quanto continua, ai tempi. Qui c'è qualcosa che non quadra...qualcosa che è sfuggito ai "creatori di mostri".
    Qualche dato: Sharapova, da quattro anni, in scadenza, testimonial principale dei telefonini della Sony Ericson, assieme alla Ivanovic e Dementieva (ruote di scorta, se la Sharapova, tra un acciacco e l'altro perdeva appeal pubblicitario). Ivanovic in crisi tecnica, se di tecnica ne ha mai avuta, perde. Dementieva, fortissima al momento, ieri, perde. Oudin (brava per carità) ieri, contestualmente alla vittoria su dementieva, diventa l'immagine del NASDAQ addirittura! Alla Sony interessa che la sua testimonial arrivi in finale, alla Adidas pure. Safina veste adidas, Wozniacki pure, Sharapova veste Nike ma è testimonial Sony, Serena Williams veste Nike ma non è testimonial Sony. Che gran casino. Lo so, lo so, letto in questo modo il tennis femminile non è tennis ma tu, vedi gioco per il momento? E la misteriosa scomparsa della Henin, a cui la Wta non ha dedicato manco un ringraziamento o un necrologio in home page, tu come la vedi? Forse che, la piccola, talentuosa, rachitica campionessa abbia voluto cambiare aria, visto l'andazzo?

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  6. Ma come non ho cuore...=) se tempo fa le dedicai parole di uamana comprensione, puntualmente bersagliato dalle sue fans (che come lei hanno riposto il cervello nella lavastoviglie):

    http://tennispsiche.blogspot.com/2009/06/wimbledon-dopo-la-serbiatta-lagrimante.html

    Il discorso sugli sponsor che dirigono il baraccone non fa una grinza, ma ammetto di non averne una conoscenza approfondita. Però, se Kuznetsova vince il Roland Garros (e non sarà mica una donna da griffes ed etichette), se Dinara (ho detto di Dinara) è numero uno, se Oudin gioca a tennis e batte la Dementieva, se una valchiria sconosciuta batte la star Jankovic, penso che alla fine sul campo vinca chi giochi meglio, o meno peggio, e che gli sponsor possono muovere l'attenzione mediatica, ma non il braccio. E la Henin, se tornasse, sponsor o meno, batterebbe tutte. Anche Witten, 27enne pupazzetto americano tarchiatello, e col fisico da impiegato del catasto, è entrato in tabellone con la maglietta rammendata della nonna. Ora dopo aver vinto due partite, veste Nike, e forse gli faranno fare qualche pubblicità (con quella faccia, temo quella di qualche marca di hot-dog). Più che altro, sponsor e appeal mediatico, hanno annacquato il significato tecnico del tennis, dando risalto anche a chi non ha molto talento. Così, almeno credo, poi non lo so.

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  7. mi sto sganasciando dalle risate! anche perché ho seguito l'ultimo match e già mi immaginavo la tua gioia sul risultato finale.
    poi ho riletto il post sulla serbiatta lagrimante con relativi interventi dell'invasata pluricommentatrice (un genio: poteva almeno lasciar passare più di tre minuti da un commento all'altro e/o variare lo stile linguistico) e sto lagrimando anch'io, dal ridere però.

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  8. Ciao Eva,
    hai assistito anche tu alla performance galoppante della sorella di Varenne? Veramente credevo che alla fine ce la facesse lo stesso, ma ha davvero superato se stessa. Tocca ammetterlo.
    Quanto all'invasata commentatrice dell'epoca...
    Dopo questi commenti, temo si rifaccia viva/o.
    Stanno appostati con la scimitarra (e i furenti punti esclamativi) in mano...=)
    Ciao.

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  9. Picasso. E' vero, non avevo considerato nel mio discorso la variabile Svetlana. Ok gli sponsor gestiscono il baraccone ma fino a un certo punto. Hai ragione. Però, carissimo, tengo a precisare che anche Svetlana ha un suo fascino.Garbato. Ma ha un suo fascino. Ti regalo 2 link che immortalano il suo fulgore. Vedrai anche che con un abitino vezzoso e la messinpiega è pure attraente. Molto. Quasi come Davidenko in bikini.


    http://www1.pictures.gi.zimbio.com/WTA+Barclays+Dubai+Tennis+Championship+Day+_7uRgWlgbe4l.jpg

    http://www.infosport.ru/press/images/tennis/01.08.04/01_l.jpg

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  10. Ah beh....=)
    Certe visioni mattutine, sono un toccasana. Va detto però, che è di una maschia bruttezza, ma almeno composta. Notevolissima la seconda, vezzosa assai. Pare una timida educanda o una novizia. Dicono i bene informati, che al party per i vincitori del RG, fosse agghindata di tutto punto. Un graziosissimo bocciuolo di rosa.
    Ciao Bruno.

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  11. L'Ivanovic mi vuole bene:)Non poteva farmi un regalo migliore togliendosi dal circuito fino a fine anno:).E pure la Jankovic uscendo così presto dal torneo:)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.