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giovedì 29 ottobre 2009

Master tennis degli svitati. (S)Gasquet, dalla cocaina al cocomero


Fine stragione, tempi di Master. Quasi fossero peste bubbonica, non guarderò nemmeno un'istantanea sgranata di un Kuznetsova-Azarenka, o Davydenko-Roddick. Ma i sorteggi degli ultimi tornei, come pilotati da mano magica, hanno aperto uno spiraglio inaspettato per i vari picassi di tutto il mondo. Una specie di Master ristretto degli svitati. Protagonisti di un godereccio gironcino all'italiana, due che il Master non lo giocheranno più nella vita, ed uno che invece non lo giocharà mai.
Già in terra asiatica si erano avuti i primi due confronti: Safin-Petzschner 6-2 3-6 6-1, e Gasquet-Petzschner 6-3 6-2. Di cui ho narrato abbondantemente (forse). Due parole (di numero) le merita il pittore naif tedesco. Dopo il suicidio increscioso agli Us Open contro Ferrero, non vince più una partita, che sia una. A Vienna, dove pure lo scorso anno, complici congiunture astrali irripetibili, aveva vinto il torneo partendo dalle qualificazioni, da forfait. Infortunio, si dice. Probabile indigestione, dopo essersi strafogato tre sacher torte. Infatti è infortunato, ma il giorno dopo sgambetta in un inutile doppio. Risibile dettaglio, scontando i punti della vittoria, è crollato inesorabilmente in classifica. Cosa vuoi aspettarti da uno simile? Il prossimo anno tornerà nel suo habitat naturale, i challenger. Colpa delle mie allucinazioni, faccio pubblica ammenda, e di aver scorto del talento cristallino in una cima di rapa lessata. Debbo smetterla coi funghi allucinogeni (e qui non farò nessun commento sull'affaire Agassi. Già disgustoso il suo tentativo di far pubblicità al libro. E poi perchè dovrei farla io, che ho tre visitatori?).
Finalisti del mini-master surreale, con una vittoria a testa, Safin e Gasquet. Ed infatti, eccoli fronteggiarsi a Sanpietroburgo. Ovviamente match di primo turno, perchè al secondo non ci arrivano mai. Fin dal riscaldamento, balza alla mente una strana associazione. Il viola seppia del parquet fa pendant col giovinotto francese. Nelle sue meningi infatti sono stipate delle seppie comatose con dei vispi baffetti arricciati. In quelle del russo, vivono di vita propria, delle locuste carnivore e deliranti. Ammetto di essere in forte imbarazzo, non so per chi nutrire più affetto. Il vecchio russo è al suo penultimo torneo prima di ritirarsi, e mi avvolge un sentimento di leggera malinconia. Il giovane francese si è già ritirato, ma non glielo hanno ancora riferito. Ed avrebbe bisogno come il pane di vittorie. Dopo i problemi legati alla cocaina, sta provando a ritrovarsi. Ma per uno già in disarmo di suo, doversi dibattere in aule di tribunali, pare la mazzata definitiva. Un talento limpido e riottoso, gettato al vento crudele.
I due cominciano come sanno, e come prevedibile. Hanno lo sguardo assente a se stessi. Alti e bassi mostruosi. Scambi da cineteca dell'impossibile, ed errori marchiani da cortocircuito cerebrale. Dei due, il più teso è il francesino. Getta via i colpi, come avesse fretta di scappare. Partorisce due fulminei doppi falli, e cede il servizio sul 2-2. Marat ricambia il favore con altri abomini tennistici, ma ha il pubblico tutto dalla sua, guasconeggia, ha affermato che l'ultimo tour-via crucis gli è garbato assai, perchè ha giocato senza aver nulla da perdere. Bontà sua.
I due continuano in una discontinuità tremebonda. Qualcuno digiuno di tennis, se per puro caso assistesse a cinque minuti in cui le rispettive ispirazioni coincidono, potrebbe essere indotto a pensare che siano il numero uno e numero due al mondo. Il miglior rovescio antico del circuito, contro il più bel rovescio bimane in circolazione (ancora per poco). Quando si sfidano nella diagonale sinistra, è puro godimento di uno spirito fin troppo violentato dai tanti Robredi. Marat però, ed è tutto dire, è più sereno, meno falloso. Alterna servizi annichilenti, accelerazioni anticipate di rovescio a drittoni fulminanti, poi altri rovesci con tanto di saltello, a discese a rete. Richard invece è tutto frenetico, una molla rassegnata. Prosegue con passettini timorosi e storti, come un anitroccolo storpio. Ha la faccia da piccola canaglia impaurita, ed il terrore vivo negli occhi, come perennemente inseguito da ghignanti demoni spaventosi con le unghie giallastre ed affilate. Ora somiglia ad un cocomero annacquato, fuori stagione. Getta via colpi e partita, come la sua carriera, con ansia frenetica. Serve malissimo per poter sperare in qualcosa. Il bellisssimo dritto fluettato, quasi imbracciasse delicatamente un fioretto, invece che una racchetta, non è mai in campo. E prosegue, mazzuolato dal russo in discreto stato di forma, come nei periodi non orribili: 7-6 6-4. Ora Gasquet deve prepararsi bene per il processo d'appello contro la sentenza di assoluzione per uso di cocaina. Oscuri e funesti presagi all'orizzonte della sua carriera.
Ultima considerazione, en passant. Il mini master degli svitati, coi tre miei protetti, lo vince Safin. Quello dei tre che si ritirerà. Per dire.

4 commenti:

  1. ciao Picasso. Io sono uno dei tre fedeli, se non erro, anzi ti dico che quotidianamente non vedo l'ora che metti online un post.
    Di Agassi non so che dire...magari sua moglie è da un pò che si nega, ed è nervoso...boh? Ma dire che il tennis gli ha fatto sempre schifo, mi pare eccessivo. A me, sinceramente, non è mai piaciuto. Era come quegli amici che giocano a tennis per farti vedere come sono bravi ed istrionici ma che non t'insegnano nulla, non ti trasmettono passione e tecnica e passano due ore poi a cincischiare al baretto del circolo con la tutina ultimo grido.
    Ecco, l'ho trovato sempre freddo e borioso nella sua presunta genialità. Sembra un paradosso ma la penso così.
    Una buona giornata. Bruno

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  2. Ciao Bruno,
    neanche a me è mai piaciuto. Ha giocato a fare il precursore, quello fuori dagli schemi. E forse era anche sincera ribellione. Tennisticamente è stato una vera rivoluzione. E non si può negare. Non s'era mai visto uno che giocasse quegli anticipi da flipper. Sinceramente non capisco a cosa serva andare a rivangare qualcosa successo 12 anni prima. E' semplicemente stupido. Se non a scopo sensazionalistico, per promuovere il libro in uscita. Eppure a sghei, tra lui e consorte Steffi, non dovrebbero passarsela malaccio. E lo dico, perchè anche alcune simili uscite di Supermac (che in genere adoro), le trovai inutili.
    Poi, infondo, qualche giorno fa ha pure perso da Todd Martin (provato dalla collabrorazione con Djokovic), nel circuito veterani, ed è tutto dire. =) Ciao.

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  3. Pic,mi ci metto pure io nei tre visitatori.Ogni giorno controllo se aggiorni^^
    Comunque sono d'accordo con voi su Agassi^^

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  4. Ma ciao Marty,
    su Agassi, avevo scritto che non ne parlavo, ma si finisce comunque per commentarlo...=)
    Massì, contento lui...comunque specifico che non trovo deprecabile che si sia fatto polvere d'angelo, droga per cavalli e quant'altro. Ma l'aver tirato fuori la storia solo ora. Ciao, alla prossima.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.