.

.

venerdì 6 novembre 2009

Tennis, i figli e figliastri del doping. Wickmayer e Malisse, il delitto di non chiamarsi Agassi



Tanto tuonò, che piovve piscio liofilizzato. Il clamore suscitato dall'affare Agassi, e l'ammissione dell'ex campione di essersi drogato come un cavallo pazzo, coperto dalla premurosa federazione internazionale, non poteva che provocare violente ed aberranti reazioni, da parte della stessa. Ma non verso chi si era reso partecipe di quella (ancora presunta) burattinata di regime di dodici anni fa, bensì inasprendo il pugno di ferro verso i giocatori attuali. Notizia di ieri, Yanina Wickmayer e Xavier Malisse sospesi un anno, rei di non aver comunicato un cambiamento di città, nell'ambito di possibili controlli antidoping a sorpresa. Una grossa ingenuità, e null'altro.
Nel magico mondo del tennis, succede che se sei numero uno, piaci alle ragazzine ed hai un grande talento mediatico, puoi vincere Wimbledon o fare il grande slam, ammettendo candidamente l'uso di qualsiasi tipo di droga per cavalli da corsa, che quelli dell'antidoping, comprendono benissimo la situazione, quasi con materno amore. Se ti chiami "carismio" Minar, Giovannona Wickmayer o Saverio Malisse, rispettivamente, un insipiente mestieriante ceco, una ragazzona emergente e un vecchio bucaniere che prova ad arrabattarsi nei bassi fondi, alla federazione internazionale non puoi darla a bere, no-no-no. Un banale disguido burocratico, e si scatena la loro ira funesta. Andre Agassi prendeva due piccioni con una fava. Lui, da perfetto professionista parruccato, comunicava per tempo i suoi spostamenti. Chessò, immagino...”Cari lor signori dello spettabilissimo antidoping (risata), oggi non sono a Las Vegas a farmi di chetamina come un rinoceronte selvatico, ma mi sono recato a Santa Monica, sulla spiaggia di Venice, dopo che il mio manager mi ha fatto provare una polvere d'angelo, strepitosa assai. Contro la mia volontà. Spero comprenderete l'innocente disguido. Ma se volete venire a farmi l'antidoping, io qua sto, eh..”.
La squalifica ai due belgi, è nient'altro che un grottesco tentativo di salvare un'immagine offuscata dallo shok procurato dalle dichiarazioni dell'ex tennista di Las Vegas. Abbinata alla sindrome di figli e figliastri, che regna nel tennis, nello sport, e nella vita in generale. Ve li immaginata Nadal, Federer o persino Djokovic (massì), nel loro girovagare per il mondo, chissà quante volte hanno omesso di comunicare un cambio improvviso di città e programma, per semplice dimenticanza. Pronto a giocarmi l'ammennicolo sinistro (quello a cui tengo di più). Invece "Giovannona coscia lunga" Wickmayer e Saverio “squilibrio latente” Malisse (non ci credete?), non hanno scampo contro la furia della nuova caccia alle streghe.
La giovane e statuaria belga dalla roncola alla criptonite fumante, era lanciatissima, nonché impegnata nel Master di serie b, a Bali (a proposito, “farfalletta volleatrice” Martinez Sanchez e “tettine frementi” Kimiko Date, protagoniste assolute.). Un anno di stop potrebbe essere un duro colpo per la sua ascesa. Il carattere di quella ruvida ragazzona boccoluta e dagli occhi malinconici, non si discute. E non sto qui a raccontare la sua storia, degna di una trasmissione strappalacrime della De Filippi. Ma chi lo sa, “il cervello è una sfoglia 'e cipolla”, ripeteva sempre il mio fruttarolo (nonché psicologo di fiducia). Massima popolana che calza a pennello anche per Xavier Malisse, cui lo stop, se confermato, unito ad una carriera già angosciante e schizoide, agli imminenti trent'anni da compiere, ed al numero 93 raggiunto dopo un anno di purgatorio nei challengers, potrebbe rappresentare la pietra definitiva su una carriera gettata alle ortiche, di suo.
Con tanti ringraziamenti al kid di Las Vegas, che se la starà ridendo, pensando alle vendite boom del suo libro (opera immortale, immagino).

2 commenti:

  1. e zitti zitti siamopn arrivati alla 30 esima posizione,la top twenty si avvicina.un caro saluto marco

    RispondiElimina
  2. Ciao Marco,
    eh si, momento magico per la leggiadra farfalla con le ginocchia sbucciate.
    Vittoria nel doppio nel master delle "grandi", e semifinale imperiosa in singolo, nein quello di Bali. Spèrem. A presto.

    RispondiElimina


Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.