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lunedì 18 gennaio 2010

Australian Open - prima giornata - Sharapova già a casa. A Maria Kirilenko, il derby delle partorienti


Gli australiani, che sono dei gran dritti, l'avevano studiata bene. Bando a ciance e vetuste tradizioni tipicamente inglesi, nessun detentore ad inaugurare l'edizione 2010. Ma avanti con la sagra della gnocca. Al tennis vero ci si penserà dopo, avranno pensato.
Ed ecco programmate sul centrale, le due belle Marie di russia, Sharapova e Kirilenko. Alte, bionde, statuarie e coetanee, ma con risultati sportivi opposti. Ci si aspetta, come minimo contrappasso per questa scelta di dubbio gusto (tennistico, sia chiaro), che almeno il sole ci dia giustizia. Che i tipici quarantacinque gradi del mezzodì estivo di Melbourne, cuocciano a fuoco lento le due algide ed efebiche bellezze nordiche. Che d'un tratto i loro corpi flessuosi e smunti si trasformino in due bei peperoni rossi rosolati al forno, da servire come contorno in una trattoria lì vicino, fatti in tranci fini-fini. Ed invece, come beffa ulteriore, ecco un clima tipicamente londinese, e pioggia a catinelle. Anche Giove pluvio sarà un tenero guardone impietosito.
Le due inaugurano l'Australiano Open, col campo coperto. Subito mi saltano in mente alcuni rilevanti dettagl tecnici. Masha è tutta bardata in un completino antracite, con inquietanti striature schizzate da qualche stilista eccentrico, e buffa cintura ascellare con doppio gonnellino sbluffato, in stile premaman al settimo mese. Decisamente meglio Maria Kirilenko, assai caruccia lei, e dai tratti del viso più gentili. In canotta giallo accesso, sobrio ed attillato gonnellino nero. Ginnica, atletica e sportiva. Sembra una tennista, almeno. E non una sessantenne squilibrata e pomposa snob alla prima della scala. Le due si danno un gran da fare. Tra doppi falli che piovono come grandine, palline sparacchiate alla valapeppone ed urla che riecheggiano inumane tra gli spettatori allibiti. Paiono due vitelle da latte tarantolate, in preda ad una colecisti fulminante. Gareggiano a chi urla di più, e a chi, per pura benevolenza della buona sorte, riesce a tenere in campo una pallina. Tremendo.
Nei trenta minuti di pura resistenza psicologica cui mi sottopongo, nessuno scambio degno di nota, nessun bel punto. Sharapova annaspa, immobile, ferma e pesante come la statua della libertà in acciaio e cemento. Volesse il cielo, stesse anche zitta, come la statua. Le due nipotine di Toni Dallara, invece, continuano l'aberrante spettacolo ululante, neanche fossero due partorienti alle prese con dolori inimmaginabili. Debbono solo colpire una pallina, invece. E male.
I primi turni mi piacciono. Per una semplice e banale ragione. Si può variare, curiosare, spaziare, scegliendo tra una quindicina di campi. Coperture televisive permettendo. Qualcosa d'interessante si trova sempre. Facce nuove, i Witten della situazione, peones con maglie della nonna e calzoni alla zuava, vecchi campioni annaspanti. Invece, ulteriore punizione irridente per l'appassionato nottambulo, la pioggia obbliga a seguire l'agghiacciante sala parto russa, con le gestanti che si agitano indemoniate. Come unica alternativa di lusso, le pachidermiche evoluzioni di Dinara Safina, che doma in due set tirati la slovacca Rybarikova. Provato dalla mezz'ora, opto per una sana dormita.
Si saprà poi, che a vincere è Maria Kirilenko, 7-6 3-6 6-4. Bene così. Subito fuori Maria Sharapova. Mezza sorpresa. Ma anche no. Troppo lenta, fallosa e prevedibile. Da un anno e mezzo ci si aspetta possa ritornare ad alti livelli, invece pare mestamente avviata verso il declino. Destinata al mattatoio o al limite, ad una carriera (esclusiva) nel rutilante mondo della moda. Incrociamo le dita.
Passano senza patemi Kim Clijsters e Svetlana Kuznetsova. Sofferenza inaspettata per Yanina Wickmayer, che riesce a domare la modesta rumena Dulgheru, solo 10-8 al terzo, dopo averle regalato il primo, ed aver visto una dozzina di streghe sdentate che le sorridevano. Buone notizie per Flavia Pennetta, che vince lasciando un set, alla Chakvetadze. Il giovane armadio a tre ante belga, non è poi così impressionante ed ingiocabile. Ma forse vincerà il torneo. Mi piace evidenziare la bicicletta di Maria Josè Martinez Sanchez. Nemmeno un game lasciato alla malcapitata russa Rodina. Bene così. Scaramanzia impone il silenzio più assoluto.
Tra gli uomini, in un programma rallentato dalla pioggia, spiccava (e come no), il derby tedesco Petzschner-Mayer, ovviamente ignorato da qualsiasi copertura televisiva mondiale. Tutto secondo le banali regole del talento bruciato. A Picasso, dopo aver dominato i primi due set 6-0 6-2, gli si tappa la vena della ragione e cede di schianto negli altri tre. 0-6 2-6 6-4 6-2 6-2. Qualche sprovveduto si sorprenderà, io per niente. Sarebbe anche ora che pensasse ad una carriera alternativa al tennis, il buon Philipp. Chessò, il pulitore di candelabri ottocenteschi o la cavia umana per testare medicinali per il post stato comatoso.
Filano via facile, lasciando per strada solo le briciole, i più forti. Andy Roddick regola De Bakker, olandese dal buon talento, ma ancora troppo giovane e leggero. Un impietoso Murray, si accanisce contro il macchinoso sudafricano Anderson, uno buono solo (e mica tanto) per i challenger. Si attendono esami più seri. Pochi patemi anche per er canaro Gonzalez, in quattro set su Olivier, il meno peggio degli gnomi belgi Rochus. Stepanek cede di schianto al quinto set contro Ivo Karlovic. Grande delusione per il ceco che dipinge tennis arcobaleno, con un volto che pare invece un dipinto dell'orrore.

5 commenti:

  1. In primis,vista la mia latitanza,tanti auguri di boun anno,in secundis beccati il mio pronostico a prova di sfiga: maria josè ai QUARTI!!!!!!male che vada si uscirà agli ottavi.Buon tennis marco.
    p.s. Nel doppio minimo minimo SEMIFINALI,ora puoi anche odiarmi.

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  2. Ciao Marco, ben ritrovato. Auguri anche a te.
    Massì, vai tranquillo....l'importante è che non mi sbilanci io. Ne ho bruciati/e troppi con i miei influssi...=)
    Sulla sua strada ci sono quel curioso affare quadrumane, Marion Bartoli, e poi la serba da trotto. Mah, vediamo, e sperèm!

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  3. Ciao Picasso!!!
    Causa esami di filosofia teoretica, le mie velleità di pipistrella notturna sono sfumate...Noooo Picasso ha perso così dopo un 6-0 6-2??Nessuna immagine dunque?
    Ho avuto la tentazione di iniziare almeno a guardare Nadal ma Marcuse mi suggeriva che era meglio andarsi a coricare...
    Verso le 8 ho guardicchiato Del Potro, era sul 4-2 secondo set, boh direi che sta bene nonostante una fascetta al "braccino" destro...Su ESPN leggevo che si è preso paura per sto polso, ho fatto la cretina a dargli del birbante pigrone ma la cosa potrebbe essere non da poco, dice che ha fatto risonanze, telefona la notte al suo medico in Argentina, figlio mio rilassati che ansia...Scherzo povero chicco, dice che gli fa malino, speriamo resista o almeno non gli si stacchi la mano!
    Bene, Roger con Andreev mi gioca in piena notte, niente da fare in questi giorni niente follie notturne, su Eurosport potrei beccare a un orario umano Youzhny-Gasquet speriamooo ^^ ... o Djokovic °___°

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  4. Ma cos'è quel segno al fianco di Djokovic? I soi occhi a palla? manca la scucchia storta, ed il testone...=)

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  5. Ahahah!Nelle intenzioni è la mia faccia al pensiero di vedere una sua partita... No dai scherzo non esageriamo ;) ma in effetti lo rappresenta bene non ci avevo pensato!!
    Che tristezza me le sto perdendo tutte ste partite sigh...maledetti esami...

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.