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domenica 17 gennaio 2010

"Bello onesto emigrato in Australia...vincerebbe una partita a Melbourne". La pattuglia italiana del tennis, alla conquista dell'Australian Open


Parafrasando un vecchio film di Alberto Sordi, la truppa italiaca, sbarca in Oceania, fiera e speranzosa. Ma prima delle barzellette al maschile, occorre riferire seriamente delle azzurre. Il tabellone dell'Australian Open, si è completato con l'inserimento dei qualificati. E chi se la va a beccare Yanina Wickmayer (poco meno di un frontale con un tir fumante)? Flavia Pennetta, da Brindisi. Che si ritrova quell'imponente sagoma da armadio a tre ante, ad attenderla al secondo turno. Fino a ieri, il cammino della pugliese di Spagna, poteva dirsi piuttosto agevole, almeno fino all'approdo in ottavi. Ectoplasmi vaganti come Chakvetadze e Razzano, permettendo.
Tralasciando per un attimo le questioni italiche, l'inserimento di Yanina, ingarbuglia ancora di più quella sezione di tabellone, occupata dalla stessa giovane randellatrice, le due connazionali Henin e Clijsters, ed Elena Dementieva. Non credo di esagerare affermando che da lì uscirà la sfidante di Serena Williams, per la finale.
Quanto alle altre azzurre, ostico, ma non impossibile il cammino di Francesca Schiavone: La giovane e sopravvalutata francese Cornet (nota soprattutto per il nasino all'insù), l'idolo di casa Molik e Agniewska Radwanska, sono avversarie con cui la miglior Schiavone può giocarsela. Poi, fine della corsa contro Venus. Terzo turno non del tutto impossibile per Sara Errani e Roberta Vinci, che avrebbe in dono Masha Sharapova. Strada sbarrata per Tathiana Garbin, opposta alla russa Vesnina. Se la gioca per passare un primo turno invece, Alberta Brianti.
Sempre dalle qualificazioni, maschili però, viene fuori a fatica Xavier Malisse. Il belga pesca un discreto tabellone: Il paciarotto isterico Almagro, che se battuto, gli aprirebbe inaspettati spiragli per la gloria. Soderling menomato, Tsonga in ottavi, poi Federer in semifinale, per poi vincere il torneo contro MazingaZ. Nel mentre una pioggia di nero d'Avola, da nuvole di melograno, si abbatterà sul centrale.
Ma eccoci al cabaret. La pattuglia maschile dell'italtennis, si presenta come la solita, malmessa e squinternata armata brancaleone alle grandi manovre. Molli, caciaroni e rassegnati, aspetteranno gli eventi. Magari riuscire a fare ancor peggio dell'US Open 2009 (un set vinto, in sei). Qui però sono soltanto cinque. Al di là della classifica, il miglior azzurro, quello con una minima mentalità internazionale è Fognini. E pazienza se sbraita peggio di Safin e McEnroe messi assieme, e giochi un filo peggio di Chesnokov. Un set contro Taylor Dent, attaccante naturale menomato nel fisico, può anche portarlo a casa. Il volenteroso Potito Starace, ultimamente, ha sempre buoni tabelloni, che però non può sfruttare, per evidenti ragioni. Se la può giocare al primo turno contro il peone francese Robert (uno che non conoscono nemmeno in Francia), già più difficile, l'iberico Montanes al secondo, estremista terricolo pure lui, ma almeno due categorie superiore. E che almeno gli eviterà un'ingiusta punizione contro Federer. Bolelli, pieno di premsumibil talento sgorgante dal prezioso braccio e da gettare in pasto agli astanti estasiati, ha beccato Andy Murray al secondo turno. Ma il bolognese delle ultime imbarazzanti uscite, tornerebbe a casa con due buste di lupini, e tre set a zero sul groppone, dall'ultratrentenne del Mahgreb francese, Giquel. E che gli frega al buon Simone, a casa lo aspetta pur sempre Ximena (Oh, Ximena!). La trionfale marcia verso la top ten, inizierà in primavera. Lo ha detto Pistolesi. Anzi no, Piatti.
Lorenzi, dopo i grandi progressi dello scorso anno, a 28 anni gioca il primo torneo del grande slam. Difficile il miracolo, chiuso dal cipriota Marcos Baghdatis, oramai rinato a nuova vita tennistica, e fresco di vittoria a Sidney. Seppi. Ah, Seppi. E che dire del buon Andreas. Metterà in campo tutto il suo agonismo da montanara tigre assassina. Gli avevano dato in pasto l'orrido Ferrer, a cui strappare con furia cieca, una manciata di games. Il rimodellamento del tabellone (causa rinuncia - dolorosissimissima - di Simon), offre ai suoi artigli affilati, John Isner. Una dozzina di games dovrebbe metterli in saccoccia. Sperando l'americano giochi solo con la seconda di sevizio, e venga piombato con una zavorra di trenta chili. E sempre che, la tremenda calura dell'estate australe, non condizioni troppo il nostro eroe, notoriamente in difficoltà col caldo, data la sua pelle lattea. In definitiva, grasso che cola, se si trova ancora uno dei "nostri", al secondo turno. Miracolo autentico della normalità, se saranno due.
Poi, un pò assonnato, leggo le previsioni di un addetto ai lavori, sui nostri impavidi eroi. Bolelli, SE sta bene, vince tre set a zero con Giquel. Starace SE gioca come sa, non avrà problemi con questo Robert. Fognini, SE si alza col piede giusto vince facile con Dent. Dipende tutto dal nostro, non da Dent (evvai!). Sfortunato Seppi, ma sono convinto che SE si esprime ai suoi livelli (!) farà almeno match pari contro Isner, che poi, oltre al servizio, non è tutto sto fenomeno... (hip!hip! hic!). Peccato per Lorenzi, con Baghdatis è dura, ma SE il cipriota è stanco per il torneo appena vinto, chi lo sa...
SE, appunto. E SE i nostri, cambiassero anche mestiere?

3 commenti:

  1. Ciao Picasso!!
    Bellissimo il titolo del tuo post, da grande estimatrice di Albertone non potevo non apprezzare ;)
    Ho letto il tabellone di Flavia, che dire, quanto bene ci vede la sfiga a volte! L'unica in grado di tenere alto l'italico onore (!) se la deve vedere con le corazzate... Incrociamo comunque per le ragazze!
    Sulla truppa maschile evito qualunque tipo di commento superfluo, l'ultima frase del tuo post riassume tutto!!
    Buona domenica, a presto, ciao!!

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  2. troppo cattivo... ;-)

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  3. Silvia, ciao.
    Si-si, a Flavia va l'oscar "gatto nero avvinghiato alle pudenda". =)Peccato, ma chi lo sa, magari fa l'impresa.
    Quanto all'armata brancaleone maschile, niente da aspettarsi. Se gli alfieri di Davis perdono anche da Robert e Giquel, rispettivamente numero 9 e 13 di Francia, sarebbe avvilente.

    Benedetta, ciao.
    Troppo poco cattivo, vorrai dire...Scherzi a parte, io non mi rendo conto di essere cattivo. Ma sembro così malvagio? =)
    E' un mio modo di esprimermi, forse. Anche gente che adoro, come Petzschner, è trattata allo stesso modo (leggasi cosa ho scritto di lui, nelle previsioni del post precedente). Figuriamoci un Seppi.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.