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giovedì 18 febbraio 2010

I DOLORI DEL GIOVANE GASQUET




La crisi dell'ex bambino prodigio e talentuoso predestinato al trono. Angosce caratteriali ed avvenimenti extra sportivi, sembrano averne definitivamente spento la stella.
Sarà per le sua vaga somiglianza con una trota lessa, o per chissà quale motivo, ma a Napoleone (il mio gatto) Gasquet piace davvero tanto. E quando lo vede sullo schermo, il suo su e giù con la testa, è assai più convinto e deciso. Per carità, anche io apprezzo parecchio il transalpino. Benché l'amore-odio sia oramai divenuto irreversibile sentimento dominante. Il primo turno dell'ultimo Australian Open, lo metteva di fronte a Mikhail Youzhny. I due più bei rovesci classici a confronto. Una mente potenzialmente criminale opposta ad un proverbiale senza attributi. Il pazzo contro il codardo. Non riuscendo a parteggiare apertamente per nessuno dei due, mi consolai pensando che almeno uno avrebbe passato il turno, rimanendo evenienza remota, che entrambi si uccidessero a braccetto. Il match volò magnificamente, con l'ex prodigio francese in vena di gran tennis. Avanti due set a zero, ed il suo fluetto che prevaleva sulla lama affilata del russo. Se non vince al terzo set, Richard perde anche questa al quinto set, pensai. Dopo un po' di tempo, prendi a conoscerli i tuoi polli.
Ansia e paura del suo stesso talento. In Gasquet è fin troppo semplice. Basta guardarlo in faccia. Pieno di tic, nervoso, frenetico, pugnetti anacronistici per fuggire via il terrore vero che mostra negli occhi spaventati. E poi palle sbagliate, frutto di una precipitosa voglia di scappare dallo scambio. Con la maledetta ansia di dover vincere. Quasi strozzato e soffocato dal suo stesso talento. Talmente grande che lo disorienta. Qualche altro sguardo da bambino sperduto, al suo angolo. Non sono occhiate da agonista, ma imploranti tentativi di chiedere aiuto. Il quinto set è un festival di pavide sconcezze transalpine, col russo che prende coraggio ed autorità. Malgrado un fisico da tornitore paciarotto in disarmo, serra le mascelle spaventose e continua a dipingere deliranti angoli con rasoiate micidiali. Ed ovviamente vince. O perde Gasquet.
L'affaire cocaina, ultimo impietoso colpo. L'idea che Gasquet sia oramai sportivamente morto, prende tragicamente campo. La vicenda cocaina, che pare uscita da una scena di "Animal house”, è stata solo la goccia finale. Il colpo di mannaia definitivo per una carriera già in crisi. Ma da quella vicenda ne è uscito bene, non ricevendo sanzioni. Malissimo, perché il "bacio contagioso" rimane puerile e fantasiosa scusante, intimamente codarda, fedele al suo personaggio. Finito per finito tennisticamente, un romantico amante dei valorosi personaggi antichi, avrebbe apprezzato una dichiarazione dirompente: "Ok, è successo, forse ho commesso una cavolata, un cocktail o non so cosa...a base di cocaina. Ma non l'ho presa certo per vincere le partite.". Si sarebbe rivelata un'uscita di scena orgogliosa. Ha anche la non trascurabile fortuna di non essere italiano, ridente paese che deve elevarsi coi libri di Bruno Vespa, Moccia e Suor Germana, mica con le opere di quei tossici lazzaroni di Verlaine, Kerouac o Bukowski. Ed allietarsi coi gorgheggi sobri di Al Bano, piuttosto che con le demoniache note dei Pink Floyd, partorite da esseri drogati e assai poco educativi. Malgrado nel resto del mondo non vi sia questo alone di censura e moralismo mortale, Richard scelse la via della giustificazione. E ora può continuare a giocare. Inconsapevole di aver già smesso. La speranza di rivedere quel diciassettenne che tirava magici colpi alla pallina, c'è. Per carità, sarebbe come togliere a fanciulli coi lucciconi, l'illusione che babbo natale trotti pacioso sulle renne.
Verso una normalità operaia. Dopo lo scellerato Australian Open, ecco la grossa novità. Il giovane francese, chiede aiuto a Gabriel Markus. Se lo sceglie come coach nel pieno della sue, pur provate, facoltà mentali. Qualche attimo di smarrimento. Gli ultimi discepoli dell'ex arrotino argentino, novello taumaturgo, sono: Nicolas Massu, cileno che a guardarlo due minuti si è colti da spontaneo delirium tremens. E poi, ancora adesso, segue con scrupolo le agricole evoluzioni del macaco terricolo Vassallo Arguello. La grandezza di un allenatore non dipende dalla sua carriera tennistica. Anzi, è spesso inversamente proporzionale ad essa. Basti pensare a Peter Lundgren, svedese buono più per afferrare una bottiglia di birra che la racchetta, e storico coach di Safin e Federer.
Ma la scelta di Markus, suona ugualmente imbarazzante. E' come far riparare una Ferrari da un meccanico di biciclette, o far governare un paese ad una specie Casanova posticcio che fa battute da Bombolo o Pierino. E i benefici si vedono. Richard parla già come terraiolo argentino con la mascella digrignata. Iscritto a Buenos Aires assieme a Vassallo Arguello e Junqueira, racconta del torneo come appuntamento importantissimo (forse più di Wimbledon) e della terra come palestra per imparare ad avere pazienza. Già me lo vedo, catechizzato dal coach ad insistere di più col top spin di dritto esasperato e dimenticare quel rovescio tanto frù-frù. Orrore. Più che l'argilla, il meraviglioso codardo transalpino avrebbe bisogno di risolvere altri problemi, necessita più di uno psicologo che di un trainer. E invece è sulla via di una ipotetica ed ancor più orrida trasformazione: Da straordinario ed altalenante top cinquanta dal tennis ammaliante, a costante top cinquanta simile a Maximo Gonzalez. E sarebbe come morire un'altra volta.
Scritto per Tennis.it

13 commenti:

  1. Caro Picasso,finalmente un nuovo giornalista che la pensa come me... che guarda al talento e non ai muscoli, alla classe e non al palmares (o pedigree... sarenne meglio dire.
    Il mio non è un commento a questo articolo ma ti scrivo perchè voglio un tuo parere su quello che è stato il più grande talento tennistico della storia.
    Non mi sotraggo ed eccoti allora la mia classifica dei primi 4 grandissimi (considera che ho 38 anni e seguo il tennis più o meno dall'88):

    - 1 - Henri Leconte: il talento assoluto, il migliore sia a rete che da fondo: in giornata di grazia non lo batte nessuno

    - 2 - Petr Korda: la sensibilità fatta tennis, il vero genio della traiettoria

    - 3 - Roger Federer: gli altri forse hanno colpi più spettacolari ma lui ha il GIOCO; un rivoluzionario: con lui si passa dallo spettacolo dei colpi all'armonia del gioco

    - 4 - John McEnroe: l'ho visto poco, ma abbastanza per capire che nessuno ha mai avuto il suo tocco a rete

    Ciao Picasso

    Stefano Disperati

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  2. Salve Stefano,
    penso di poter dire che quelli citati da te, rientrino tra le mie preferenze assolute. Tempo fa scrissi una mia personale classifica dei dieci tennisti del passato, che ho apprezzato di più.

    http://tennispsiche.blogspot.com/2009/12/leggende-del-tennis-i-piu-grandi-di.html

    Su "Riton" Leconte ti do ragione. Talento immenso, e sensibilità di braccio vicina a quella di McEnroe. Purtroppo non era assistito dal fisico (chiamalo eufemismo), e non aveva un carattere che accendesse particolarmente la fantasia. Ma rimane un grandissimo.
    Anche Korda, assoluto talento naturale dalle indimenticabili "mezzevolate" pennellate dal fondo. Avrebbe potuto essere un numero uno assoluto.
    Su Federer c'è poco da dire. Piaccia o meno, rasenta la perfezione tecnica assoluta.
    McEnroe era Dio, è risaputo. =)
    Ciao, alla prossima.

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  3. Dov'è il tuo commento al caso Seppi? Fammi sapere per favore. A presto

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  4. Ciao Benedetta,
    doverebbe uscire sul sito, non so quando.
    ma ti anticipo già che preferivo trattare di bocce o uncinetto acrobatico, pittosto che Bibnaghi o Seppi.
    Molto più gaudenti le notizie arrivanti da memphis (terra di Evis the pelvis). E riguardanti Picasso-scasso e Gulbis (fantastico ieri).
    ciao a presto.

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  5. Picasso, anche il tuo gatto è appassionato di tennis? Anche il mio ahah!! Temo che ormai li riconosca pure (che se entrassero in casa potrebbe fargli pure le feste!), Federer e Del Potro di sicuro, uno lo guarda con sorniona e sonecchiante approvazione, l'altro lo fissa attentissimo con gli occhi ben spalancati, non capisco se sia approvazione oppure no... penso sia il gran rumore che fa quando colpisce la pallina ad attirarlo :p Devo fare più caso alle reazioni con altri personaggi... Parentesi miciofila a parte (un po' sciocca mi rendo conto ma per i gatti stravedo :p ) visto il pittore-scasso l'ho detto che ultimamente è ispirato ;)
    A presto!

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  6. Davvero grazie Gulbis. Un campione ritrovato (speriamo). Visto invece che delusione Rafa? Pure i video con shakira! Aiuto!

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  7. @Silvietta, il mio capisce di tennis molto più di me.
    Visto Picasso, ed anche ieri. Risposta d'attacco ad una bomba di servizio a 225 km/h, chiusa con smash acrobatico. Dritto in demivolè da fondo campo, tirato con la racchetta sotto le gambe, per rispondere ad un dirittaccio di Isner tiratogli nei piedi. Poi, passante di dritto vincente in corsa, con annesso capitombolo da Charlot sui tabelloni pubblicitari. Spettacolo vero.
    E potrebbe bastare. Popio ha perso, ma chi se ne frega. =)
    Ciao, a presto.

    @Benedetta,
    Gulbis è uno di quei talenti cristallini che nascono di rado. Sarò pazzo, ma ci vedo tantissimo Safin. Non solo per l'indole autolesionista, e vagamente folle/guascona/surreal-paranopica andante, ma proprio per il modo di caricare e tirare i colpi simili a saette fluide, specie nel rovescio.
    Peccato si sia perso tra escort svedesi ed altro. Tra i famigerati '88, per me era il migliore. Il modo strepitoso con cui ha battuto Berdych a Memphis, è incoraggiante.
    Ciao, a presto.

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  8. Sei riuscito a vedere il match Gasquet-Moya? Quando sento di una sua vittoria mi illudo sempre (anche con Moya). Se ce la facesse con Almagro, chissà... Certo che, a parte la scelta di questo fantomatico Markus, arrivare alla stagione del cemento americano dopo essersi fatto due tornei sulla terra non è proprio la miglior preparazione. Io mi auguro ancora di avere torto e di vederlo ritornare. Il tennis avrebbe solo da guadagnarci. A presto

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  9. Ciao Benedetta,
    No, non ho visto nulla (mi sono arrabattato in nottata per trovare qualcosa di McEnroe-Rafter a Delray beach). Ho visto il risultato di Gasquet. Ma Carlo Moya, orami può vincere solo se gli mettono Starace al primo turno (o qualche altro italiano). Ho molti dubbi su Gasquet, penso ci voglia un miracolo. O qualcosa che liberi dal torpore cerebrale.
    p.s. non m'hai detto se sei stata al torneo di Bergamo.
    Mi incuriosisce il giamaicano Brown, sembra un personaggio interessante, anche se con limiti imbarazzanti.
    Ciao, a presto.

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  10. Come temevo: Gasquet ha perso con Almagro. Ed era avanti di un break nel terzo set. Vabbè, bando ai sentimentalismi. A Bergamo sono riuscita ad andare solo sabato per le semifinali e Brown l'ho visto a spanne, ma non mi ha entusiasmato. Sembrava stanco e un po' svogliato. Grande servizio però. E poi ha perso contro Beck (che ha vinto con Tipsarevic settimana scorsa a Belgrado). Mi è piaciuta l'altra semi, quella tra Muller e Hrbaty. Gioco veloce, Muller molto centrato sul servizio, ma anche begli scambi. Mi auguro che Muller risalga davvero in classifica dopo quel brutto infortunio. Secondo me merita. Ciao e a presto

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  11. pensa, io avevo notizie di un 4-0 di vantaggio nel terzo set. Ma la sostanza non cambia. Annesso il dover immaginare (perchè non ho visto), le scene di urticante giubilo di quel tremebondo Byron Moreno insopportabile, che he risponde al nome di Almagro.
    Si, Muller è uno che gioca bene. Poi sempre pericoloso in passato nei tre su cinque. Ciao, alla prossima.

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  12. Picasso! per consolarmi delle disgrazie di Gasquet stavo cercando di gustarmi... Djokovic. Ma sai che non lo vedo per niente bene? Ieri con Troicki ha rischiato sul serio. E oggi con Ljubicic... boh, siamo già al break (per ivan). Sai che davvero non riesco a capire perchè non ti piaccia djokovic? Ok che sei un esteta, che ami safin e gasquet. Ma mi sembra che il tennis di djokovic abbia il suo perchè. Non sarà elegantissimo, ma è potenza e passione. E anche intelligenza, direi. So che ti ho già fatto questa domanda, ma... non mi spiego la tua antipatia per questo giocatore, che a me invece piace davvero tanto. Ovviamente, quando gioca il suo tennis. E non in questa fase di Dubai. ;)

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  13. Ma dai Benedetta...
    l'avrò scritto così tante volte, che rischio di sembrare più stucchevole di quello che sono.
    E' francamente insopportabile. Protervia, antipatia a a pelle, che cerca di mascherare con una simpatia finta che lo rende ancor più osceno. Per non parlare delle sue esultanze da vietare ai minori. poi, braccio rudimentale, rigido come uno stoccafisso, elasticità ed eleganza zero...
    non aizzarmi, che potrei continuare all'infinito...=)
    P.s. se il vecchio Ivan riesce nel miracolo, accendo un cero a Sant'Eufemio.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.