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domenica 28 febbraio 2010

Omaggio a Jelena Jankovic



Numero uno senza slam. Jelena Jankovic sale agli onori delle cronache tennistiche cinque anni fa, grazie a discreti risultati. Poi è una inarrestabile escalation, che la vede issarsi tra le prime al mondo, fino al momento più alto, nel 2008. Le bastano due semifinali ed una finale di slam, per essere incoronata dal computer come numero uno al mondo. Senza aver vinto uno slam, ma per bizzarre regole alfa numeriche, che ne premiano l'estrema regolarità. Jelena non fa altro che sfruttare il momento di crisi del tennis femminile. Laddove le sorellone Williams si degnano di giocare al massimo dove più le aggrada, Justin Henin si scoccia di tirar palline, e le russe urlanti, più forti di lei, non riescono a dare continuità ai loro risultati. Quando appenderà la racchetta al chiodo (inutile sperare avvenga a breve), potrà raccontare ai nipotini di essere stata per qualche mese la numero uno del tennis mondiale, dimostrando l'arretratezza medioevale dei processori della nostra generazione.
Regolarità e limiti di gioco. L'ancor giovane carriera della serba, è all'insegna dell'estrema regolarità, nei di risultati e nel gioco. Gran fisico, ottima mobilità ed esponente di un "pallettarismo" a tratti inguardabile, riesce sovente a sfruttare cattive giornate altrui, avvolgendole nella noia mortifera del suo tennis. Gran sgroppate equine tre metri dietro la linea di fondo, recuperi mostruosi e spaccate puramente sceniche con le quali rischia di sfibrarsi ogni muscolo del corpo. S'inserisce con merito in uno dei periodi più bassi del tennis femminile, certificandone lo stato di coma. Premiata nel breve periodo, ha inevitabilmente finito per pagare alla lunga la mancanza di un miserabile colpo definitivo, capace di far girare le sorti del match.
Ma Jelena ha anche dei pregi innegabili: Guardare un suo match, fa sembrare meno triste l'idea della morte. Ed evita l'abusato strumento del rantolo guerrafondaio. Ciò che la sublima la sua antipatia, è l'atteggiamento supponente, che stride con l'estrema povertà del suo tennis. Dichiarazioni post partita di una scostante arroganza. Una sequela di giustificazioni e ridimensionamento delle avversarie. Perché è sempre lei a perdere, non avendo potuto dare il meglio e dimostrare di essere l'imbattibile campionessa. E via con giustificazioni puerili, millantati e continui infortuni, che fanno il paio con ripetuti medical timeout, espressione più pura dell'antisportività. Una trottata via l'altra dopo aver rifatto la zoccolatura, riesce comunque a tenersi a galla. Ma a vincere uno slam, non ci è più andata nemmeno vicina. Nel suo palmares, solo qualche Master, soprattutto a Roma, dove sarà per la vicinanza dell'ippodromo di Capannelle o per l'assenza di avversarie, ha spesso primeggiato.
Il grottesco divismo. Capita raramente, nel cercare filmati di una ex numero uno al mondo, di non trovare immagini di trionfi e coppe levate al cielo, ma imbattersi nella oramai storica scena della sua regale "smutandata" in diretta, sul centrale del Roland Garros. Tra gli allibiti sguardi degli spettatori, cambia gli slip con sensuale nonchalance da scaricatore di porto ebbro di vinaccia. Una scena che farà vergognare Aldo Busi, di essere donna. Ecco, è quella l'immagine che dipinge la sua carriera. Lo sentenzia la democraticità di internet, non lo scribacchino malvagio. Divenuta simbolo dello sport serbo, si è inevitabilmente scontrata con l'altra reginetta nazionale, Ana Ivanovic. Verso la quale paga una inevitabile inferiorità quanto ad avvenenza fisica. Una rivalità fatta di niente. Divismo, copertine e articoli da suddividersi e ripicche di due starlette che mal sopportano l'idea di chiocciare in uno stesso pollaio. E pazienza se raramente riescano a mettere in campo uno straccio di colpo assennato.
La mancanza di umiltà. Il gioco del computer che l'ha premiata come numero uno, se possibile, ha aumentato la sua algida protervia e l'assoluta mancanza di umiltà in campo. Sempre accigliata e incurante della cruda realtà, convinta di essere la più forte di Billie Jen King, ma anche più bella ed affascinante di Kate Moss. E per questo risulta pirandellianamente grottesca e un filo patetica. La "sorella di varenne truccata a Greta Garbo" (definizione che ho registrato alla siae), oltre che a stella tennistica, si comporta ed atteggia a bellissima ed inarrivabile diva dalla abbagliante beltade. Tutta algida e contrita, stretta in vezzosissimi tutù alla moda e con le ughia laccate, trotta come un dromedario maschio, pitturato a gran dama super sexissima e charmat. Attraente quanto Martufello truccato da donna. Dopo una delle proverbiali pallate gettate via fuori dalle righe, digrigna l'orrida mascella equina, aggrotta le spennate sopracciglia in stile Platinette, ed invoca gli dei malvagi volgendo lo sguardo al cielo: "Oh Dei crudeli, perchè non mi consentite di dimostrare al mondo di essere la più forte tennista al mondo?". E quelli gli risponderanno: "Semplicemente perchè non hai uno straccio di colpo vincente.". Ella rabbuiata, si piega sui se stessa (il suo colpo più riuscito, assieme alla già citata spaccata spacca giunture). Poi si rialza, ed inizia imploranti dialoghi col suo angolo, al solito zeppo di loschi figuri che paiono sfuggiti all'ergastolo per miracolo. Anche lei seguita ed illusa da esagitati, che la aizzano dagli spalti con le gote rubizze. Quando forse bastava insegnarle come lavorare il servizio con qualche rotazione, e a tirare un miserabile rovescio in back.
Scritto per Tennis.it

5 commenti:

  1. Ciao!! Noto in te un leggero senso di poca simpatia nei confronti di Jelena. Comunque, lo sai che avercela troppo con qualcuno nasconde un forte desiderio represso e rimosso...confessa che te la sogni la notte...
    ps: la mutanda del Roland Garros mi mancava. chissà se si trova su ebay ;)

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  2. Ciao Bruno,
    in effetti...a questo punto, facendo 1+1...
    temo di amare visceralmente anche Papi Silvio, Gasparri, Djokovic, la Ventura che straparla strafatta di coca, Burinho, e pure il principino canterino (a proposito, vivi complimenti per le recensioni festivaliere. Strepitose).
    Temo di essere una persona orribile. Disgustosa.
    Un giorno mi farai una seduta (aggratisse, ovvio)
    E un giorno ti chiederò anche una consulenza su qualcosa che sto scrivendo.
    Ciao, alla prossima. =)

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  3. Dimenticavo...l'agghiacciante "smutandata", su ebay non credo la trovi, ma su youtube è documentata. Tremendo. Smplicemente tremendo:
    http://www.youtube.com/watch?v=GGgkMpSC1d0

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  4. Fantastica la scena del cambio mutanda. E' vero. Tremenderrima. Per la seduta non c'è problema, non te l'ho detto ma sono il coach segreto di Bolelli, vedrai che risultati...
    A presto!!
    Bruno

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  5. Visto che classe? e il sorriso ammicante, poi...
    Bolelli? beh...meglio lui che avere in cura Richard Gasquet. Il francese è oramai prossimo al ricovero nella clinica "La serenità".
    Ciao, alla prossima.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.