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lunedì 1 marzo 2010

Italtennis, tra le sconfitte si rivede Romina Oprandi



Nessun successo degli italiani impegnati questa settimana nel circuito maggiore. Sottotono anche le donne, con la lieta novella Romina Oprandi
Fabio Fognini. Ad Acapulco per poco non gli riesce lo scalpo eccellente, su cui campare di rendita per un lustro buono. Raccoglie i regali di un Verdasco versione Babbo Natale, che sciorina errori gratuiti e doppi falli come grandinasse (doppia cifra a metà secondo set). Sul punto di chiudere al secondo, il ligure si disunisce dando fiducia ad un avversario oramai sotto la doccia. Solito spettacolo di isterie e strafottenza, e 6-0 finale nel terzo per l'iberico. Si rallegra la settimana, con una bella finale di doppio raggiunta assieme a Starace. Entrambi interpretano la specialità come fossero due singolari. Ed in singolo non vincono una partita nemmeno a pagarli. Giusto per ribadire il livello degli iscritti in doppio. Poi però beccano un abbagliante 6-0 6-0 in finale. Rimane il migliore e più futuribile dei nostri. Tanto per rallegrarvi la situazione.
Simone Bolelli. Entra all'ultimo momento in tabellone a Dubai. Poi perde nettamente da Jurgen Melzer. Ma non è lì il problema. Il bolognese avrebbe bisogno di giocare partite e provare riaversi mentalmente, rendendosi presente a se stesso. Lodevole il volerci provare in futuro nei tornei challenger, a partire da Marrakech per poi farsi un bel (val)tour in Marocco. Anche perché, gli sono rimasti solo quelli. Ma se Barazzutti lo schiera in Davis, rischia di perdere in quattro set da Ignatik (l'ho detta). Tanto il capitano non mi legge.
Andreas Seppi. Con la testa altrove per le vicissitudini patriottiche, incappa nella solita sconfitta “Seppiana”in quel di Dubai. Un must. Come la trecentoduesima replica della Corazzata Potemkin. Due set tirati, che arrivano al dodicesimo gioco, dove il clou del nostro emerge, orridamente prevedibile: Pavido tremolar di braccio e giunture, e Tipsarevic che porta a casa il match, semplicemente osservando. Poi il serbo batterà Murray. Quindi anche Andreas se la sarebbe giocata con lo scozzese. Se poi si pensa che Murray è attuale numero 3 al mondo, immaginare un Seppi da top ten entro settembre, non è fantascienza. (Ecco, così hanno ragionato i tecnici del tennis italiano fino ad ora.).
Potito Starace. Lento, incartapecorito, una specie di moviola terricola. Mai visto così giù il napoletano, in tanti anni di onesta carriera. Certo, il tabellone non gli da una mano, mettendogli di fronte Ferrer. Terraiolo coma lui, ma almeno due categorie superiore. Ma un po' più di resistenza ce la si poteva anche aspettare. Inanella la sesta sconfitta di fila. Sicuramente il più affidabile dei nostri, per la sfida di Davis. Tanto per rallegrarvi nuovamente.
Paolo Lorenzi. Arriva a 7 sconfitte di fila. Una più di Starace, la metà rispetto a Bolelli. Potete anche giocarvi il terno sulla ruota di Cinisello. Terra come cemento, proprio non ne azzecca una. Cede a Nieminen, gregario finnnico che gioca con la sinistra. E ci può stare. Tutto ci può stare. Che Lorenzi non sia un giocatore da Atp, ma più da challengers? Probabile. Ma nel discorso andrebbero compresi anche gli altri record man azzurri.

Filippo Volandri. Non entra d'un soffio nelle qualificazioni di Acapulco, e rimane a guardare. Anzi, emozionatissimo pare si stesse preparando mentalmente per la chiamata in Davis. Che invece, colpi di teatro dell'ultima ora a parte, non arriverà mai. Non è certo un periodo fortunato per il livornese.
Flavio Cipolla. Perde dal portoghese Machado, nel primo turno del challenger di Meknes. Avvolto nella tristezza di un fado portoghese. Poi si rifà vincendo il doppio assieme ad Andujar, confermando le impagabili soddisfazioni che la specialità ci ha dato in questa settimana. Siamo quasi diventati degli specialisti, come l'Australia degli anni '70.
Italtennis al femminile. Il periodo da tregenda del tennis italiano, sembra stia coinvolgendo anche le donne. A riposo la degente Pennetta, Schiavone e Garbin, Errani e Vinci incappano in una settimana opaca ad Acapulco
Roberta Vinci. Bravina, deliziosa e leggerina, incappa in una sconfitta inquietante, contro una certa laura Pous Tio. Spagnola che ha chiuso la stagione al numero 729, e che conosceranno a stento i suoi familiari di primo grado.
Sara Errani. Sconfitta dalla rumena Gallovits, una che tira così piano che sembra Bettina Fulco (surreale argentina ai tempi dell'indimenticata Sabatini). Poi assieme a Roberta, si rifà in doppio, raggiungendo la finale.
Romina Oprandi. Uno scorcio di arcobaleno, viene dai pianeti challenger e dallo splendido satellite di Romina. Forse perchè è mezza svizzera, ma la tortorella ferita raggiunge la seconda finale nell'ultimo mese a Bibearch. Sarà anche un 50mila dollari, ma intanto ritornerà tra le prime duecento. Non è molto, ma pur sempre un inizio per la ragazza dal cristalllino talento imprigionato in un fisico pesante e martoriato da infortuni. Con un po' di salute, sarebbe da almeno quattro anni nelle top 20. Dopo la tentazione di gettare la spugna, nelle attuali condizioni, potrebbe ritornare tra le prime 100. E somiglia ad un mezzo miracolo.
Scritto per
Tennis.it

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.