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mercoledì 10 marzo 2010

Master 1000 Indian Wells, tabellone e pronostici

Con Federer ansante per i problemi polmonari, Nadal prevedibilmente abituatosi all'invalidità e Del Potro che rimane a casa, ghiotta occasione ad Indian Wells per il pur claudicante Andy Murray e Novak Djokovic, imbesuito di fatica dopo il tour de force di Belgrado. Ma soprattutto per Cilic e Soderling. Mine vaganti: Gulbis, Petzschner e Bartezaghi. Analizziamo il tabellone dagli ipotetici accoppiamenti dei quarti:
Federer-Roddick. Inizio in sourplace per il monarca ferito. Un bye, poi un semi-bye (chiamato Hanescu o il tremebondo Chela), fino al terzo turno, dove la sagoma da tarchiato tornitore sorridente di Baghdatis, ci farà capire come sta o cosa avrà voglia di fare l'elvetico. Prima di trovarsi faccia a visiera con Andy Roddick nei quarti, altro ostacolo fatuo, incarnato dal raccapricciante volto pasticciato di Radek Stepanek, pronto come un vezzoso satropo volleante, ad approfittare di qualche stonatura svizzera. Alternative a Stepanek per gli ottavi, Tommy Robreldo "el torpe" o qualche modesto yankee al confine dello scempio tennistico (il profilo greco di Levine o addirittura Odesnik).
Andy Roddick, impresentabile nei precedenti tornei americani, può tranquillamente tornarsene a casa al terzo turno. Dipenderà con quale piede si sveglierà Tipsarevic. In ottavi poi, uno a scelta tra Monfils (orridissimo più che mai, ma probabile), Nalbandian (senza i magici influssi della camiseta argentina, plausibile suo ritorno a invalido civile sovrappeso), o Gasquet (in libera uscita premio dalla clinica "sana la mente", convinto di dover giocare un torneo di canasta con dei lillipuziani.). Federer 50% (Baghdatis 30%, Stepanek 20%) - Roddick 50% (Monfils 30%, Tipsarevic 15% Nalbandian 5%).
Murray-Soderling. Il barone Wurdalak di Scozia può dirsi già nei quarti, polso dolente permettendo. Con l'unica incognita degli ottavi, Karlovic forse più credibile di Ferrer o Blake, oramai disperso anche come scenico esibizionista di bel tennis. Soderling, da autentico killer seriale, si troverà a dover trucidare bel tennis senza pietà: Feliciano Lopez al terzo (anche se il fotomodello iberico ha dimostrato di sapere ridicolizzare a suon di volè, il tennis "ignorante" del falegname svedese), prima degli ottavi contro Tsonga (incognita senza rimedio) o addirittura il francese Llodra, che sta rivivendo una seconda giovinezza, una volè mancina via l'altra.
Murray 70% (Karlovic 20% Ferrer 10%) - Soderling 50% (Tsonga 25% Llodra 15%, F.Lopez 10%).
Davydenko-Nadal. Fisionomia da Klaus Kinski ottuagenario ed afflizione spirituale di un operaio dell'Italsider, Nikolay rischia la brutalizzazione già al secondo turno, contro Gulbis. Il lettone, nella abbagliante forma di Delray Beach, diventa l'autentica mina vagante. Con solide velleità di semifinale, finale, vittoria, e sbarco su Marte. L'ho detta. Alternative: Troicki, il tacchino sparacchiante Berdych e ovviamente Verdasco, che ha beneficiato di qualche giorno di riposo, dopo la dissennata tournè in giro per il mondo, cui lo ha costretto Lele Mora.
Le sorti di Rafael Nadal sono sempre più indissolubilmente legate alle sue ginocchia scricchiolanti. Qualche qualificato o Mario Ancic (che fatica ad accettarlo, ma oramai ha rinunciato all'idea del tennis), fino agli ottavi contro John Isner. L'americano caracolla oscenamente a rete neanche Vlade Divac piombato di cinquanta kili e non si riesce proprio a guardare più di dieci secondi (quelli che passano tra un servizio e l'altro), ma lui o Chardy saranno test attendibili per il maiorchino.
Gulbis 40% (Verdasco 25%, Davydenko 20%, Berdych 10% Troicki 5%) - Nadal 60% (Isner 25%, Chardy 15%, Benneteau 10%).
Cilic-Djokovic.
Marin dalle sopracciglia stile Bergomi '82 e l'implorante sguardo da Carfagna in crisi mistica mentre ciancia dell'Islam incivile, dopo una infervorata e civilissima filippica contro il condom, dovrebbe entrare gradatamente nel torneo: Lacko, imberbe slovacco in crescita, poi Bellucci o Monaco, fino agli ottavi contro Ferrero. Le possibilità che Marin possa vedere il Demonio ("Crazy Dani" Koellerer) sono ridotte al lumicino.
Djokovic trova al secondo turno Berrer, rudimentale tedescone che attacca all'arma bianca o il paninaro/oste travestito da tennista, Mardy Fish. Dovesse farcela, per lui l'inquietante sagoma di Philipp Petzschner. Picasso pare pronto all'impresa. Allertato, vispo come una salamandra spennellante con l'artrosi alle meningi. Già vedo una magnifica e folle tela, dipinta sull'orrore "sciabattatamente" macchinoso di Djokovic. Il problema del tedesco svitato, è che per arrivarci al terzo turno, deve battere Christophe Rochus e poi Kohlschreiber, in un match tra talentuose piante grasse. Chi sopravviverà, trova uno tra Simon (gioca ancora?), Ljubicic (gioca ancora) o voglia il cielo Taylor Dent (che malgrado una schiena lacerata, gioca ancora, deo gratias).
Cilic 60% (Ferrero 30%, Monaco 5%, Bellucci 5%) - Djokovic 50% (Kohli, Petzschner, Ljubicic, Dent, Berrer, Simon 10%).
Italtennis. Eroica missione, con massimo (e proibitivo) obiettivo, vincere una/due partite. Fognini ha un buon viatico (forse quello della vita): Al primo turno Olivier Rochus, per poi provarci contro Monaco e Ferrero, entrambi in condizioni rabberciate. Seppi parte favorito contro Ginepri, americano che ballò una sola estate, ma può tranqullamente perderci in scioltezza. Lorenzi chiuso dal "cementaro" bagnino americano in canotta, Russell. Starace con possibilità prossime allo zero, contro il talento transalpino Chardy, a meno che quest'ultimo non s'appisoli.

2 commenti:

  1. Federer-Monfils
    Murray-Soderling
    Nadal-Gulbis
    Cilic-Roddick

    Federer-Soderling
    Gulbis-Cilic

    Soderling-Cilic

    Soderling

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  2. Può essere, ma anche no. Comunque ti avverto che qui non si vince nulla. Al limite, un pezzetto di stima e gloria imperitura. Salute.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.