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lunedì 10 maggio 2010

Internazionali d'Italia, Maria Josè dieci e lode



Gli Internazionali femminili di Roma consacrano Maria Josè Martinez Sanchez stella di prima grandezza. Tra le corse della Jankovic e i tentennamenti delle Williams


Maria Josè Martinez Sanchez: Lode. Dopo sette anni di fiduciosa attesa, alla leggiadra pupilla dei miei occhi riesce l'impresa che la consacra al grande pubblico. Rischia di andar fuori al primo turno, si salva e non ce n'è più per nessuna. Affetta e stronca autostime e muscoli di avversarie quotate, lasciando loro le briciole e tanto avvilimento. Un delirante spettacolo di smorzate, servizi, demi volè fatate, rovesci angolati, fluttuanti dritti slice. Fantasia al potere. Estasi ed incanto. Solita mano magica e variazioni diaboliche abbinate finalmente ad una gran solidità mentale ed una fiducia che rasenta lo stato d'esaltazione creativa. Vero oppio per i miserabili esteti che da anni speravano arrivasse "quel giorno". Ossigeno puro per l'intera Wta e la dimostrazione che si può vincere giocando in modo così divertente. Magari da domani qualche allenatore insegnerà ad una ragazzina l'utilizzo di quella cosa misteriosa chiamata "palla corta", o che giocare di volo non è reato federale.
Jelena Jankovic: 7 (sul miglio sterrato). Sarà la vicinanza all'ippodromo di Tor di Quinto, ma a Roma esprime il massimo del suo tennis. Per batterla devi impallinarla in piena fronte. Ma Venus e Wickmeyer non arrivano nemmeno alla figura e una Serena non al meglio manca il colpo del k.o. Oppure puoi ridicolizzare i suoi equini recuperi come fa Martinez Sanchez. Solito spettacolo da labirintite: Esondante simpatia da salamandra urticante, folli sgroppate neanche fosse un dromedario ingobbito, gran spaccate sfibra muscoli in recupero (autentico marchio di fabbrica del suo repertorio), stridule imprecazioni da coinquilina di "Brendona" in Via Gradoli. L'altra tira un colpo al limite del prodigio, e lei guarda al cielo. Cerca conforto, poi smoccola come uno scaricatore di porto ebbro di vinaccia e olezzante di alici marce. Sbaglia una facile palla e invece ostenta un sorriso di cemento. Questa è la numero 4 al mondo: Tanta corsa, mano di gesso e nessun colpo vincente.
Serena Williams. 6,5 (per il corso di manicure). Che fosse arrugginita lo aveva detto, e s'era visto. Affronta l'impegno romano al 10% della condizione, e con la stessa preparazione di un dispendioso corso di manicure. Tanto basta per sfiorare la finale. Al 12% risulta la numero uno al mondo inattaccabile. L'innato agonismo emerge solo a tratti, sottolineato da primordiali ruggiti, nel mezzo di una semifinale persa male con Jelena Jankovic. Incostante ed incapace di assestare il colpo definitivo alla serba che trotta e striscia. E quando ad un picchiatore manca il colpo del knock-out, può perdere anche da una utilitaristica incassatrice come la serba.
Ana Ivanovic: 6. "E' finalmente tornato il tennis sensuale", capita di sentire ad un tg della tv generalista. Chissà quale mirabile "tennis sensuale", ammirerebbero simili intenditori guardando la mia barista-musa moldava Vera, se solo si decidesse a prendere una racchetta in mano. Per carità, dopo mesi passati a sparacchiare doppi falli e una sessantina di gratuiti a partita, nella capitale mostra netti segni di miglioramento. Perché di peggio c'erano solo due infermieri che le infilavano una camicia di forza. Finalmente più serena e meno istericamente apprensiva, batte in sicurezza due top ten, risultando persino meno fastidiosa da guardare (si, l'ho scritta). Rimangono i problemi di spostamento ed intelligenza tennistica da alga marina, goffe cadute da tennis semi dilettantesco (guardare qualche lancio della pallina sul servizio, da comiche di Charlot d'inizio secolo). Limiti che mette a nudo l'iberica Martinez Sanchez, infliggendole una sconfitta parente stretta della ridicolizzazione sportiva.
Venus Williams: 5,5. Gli organizzatori hanno capito come neutralizzare le sorelle Williams: Programmarle sul centrale di sera, con temperature siberiane da tregenda fantozziana, ed umidità come non si vede neanche nelle risaie di Singapore. E quella cadono come gechi atrofizzati ed incartapecoriti per il freddo. Lo scorso anno Serena, quest'anno Venus. La sinuosa venere d'ebano crolla di schianto di fronte a Jelena Jankovic, più brava ad adattarsi ad un campo simile ad uno stagno antartico. Rimane l'indelebile e surreale immagine delle due malcapitate tenniste che giocano bardate come la contessina Serbelloni Mazzanti vien dal mare, a Saint Moritz.
Maria Kirilenko: 6. La bionda pin-up russa si conferma assai caruccia. Ma per vedere tennis, occorre girare su altri campi. Gioca un torneo al di sopra dei suoi ultimi standard, battendo anche l'avatar morto di Svetlana Kuznetsova (4,5). Poi è letteralmente sbranata senza compassione da Serena Williams nei quarti, con l'inquietante crepitio di ossa frantumate, che si udiva in lontananza.
Nadia Petrova: 5. L'esperta russa che pare sbucata da una puntata di "mi manda rai tre" sulle truffaldine cure dimagranti, perde nei quarti da Ana Ivanovic. Mica una sorpresa. Ma non vedevo una tennista giocare peggio e sgozzare tennis con tale disinvoltura, da quando ammirai una georgiana sui 95kg nelle qualificazioni del challenger di Katowice. Da vedere, per sbaglio, ogni tre anni.
Lucie Safarova: 6+. L'avevamo lasciata in Fed Cup trotterellante e svogliatamente perdente. Poco senso patriottico, mentalità individualista o, più probabile, semplice manifestazione di incostanza tennistica. La bionda ceca dagli occhi chiari e lo sguardo intenso verso il nulla, passa in un batter d'ali da smarrenti prestazioni da cecchina orba al poligono, ad ingiocabile virgulta capace di schiantare Flavia Pennetta e fare quarti di finale. Cede anche lei, attonita, alle balzellanti evoluzioni di Maria Josè Martinez Sanchez.
Caroline Wozniaki: 5-. Ennesima debacle della tennista da overdose di Tavor, contro l'iberica farfalletta Maria Josè, le cui lascive variazioni e drop con le ali, la mandano in un manicomio di rassegnazione. L'istantanea più esemplificativa del torneo è tutta sua: Osserva partire l'ennesima smorzata dileggiante dalla racchetta della spagnola, e lei volta lo sguardo tornando indietro, senza nemmeno voler vedere dove atterrerà l'irridente pallina. Quasi a misconoscere il suo assassino.
Elena Dementieva: 4,5. Una "morticia" bionda vestita da palombara, che esce di scena contro Ana Ivanovic. Solita frigida impotenza tremolante nei momenti topici. Trucida tennis e partite con la stessa impunità disinvolta con cui Giusy Ferrero distrugge leggende della musica, da Rino Gaetano a Luigi Tenco.
Dinara Safina: s.v. Campionessa uscente, ex numero uno senza slam, e quasi ex tennista. Una morsa stringe il cuore nel vederla con gli occhioni smarriti, basculante ed in condizioni fisiche impresentabili, simile ad un bacherozzo obeso che si dibatte colpito a morte dal Baygon.

5 commenti:

  1. mi sto scompisciando. Picasso. 10 e lode a te.

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  2. Ciao Picasso!
    Grazie per farci iniziare la giornata con il sorriso :p lodi anche da parte mia!
    Ti ho pensato molto ultimamente vista l'impresa della tua volleatrice, confesso che povera me igno (ogni tanto sì eheh) non l'avevo mai vista giocare per più di qualche game, ma ora che mi hai fatto scoprire come non guardare le partite solo su Sky posso ammirare chiunque mi pare con un po' di fortuna (l'altro giorno ho beccato Picasso-Koellerer vuoi mettere la soddisfazione?).
    Cmq sì Maria Josè ha un gioco assai gradevole ed efficace, non può non avere la mia approvazione ;) per aver reso ancora più equina la Jankovic approvazione doppia!
    Cmq lo hai notato, tra maschietti e femminucce ultimamente a parte i dovuti distinguo è una mattanza via l'altra tra pronto soccorso e crisi esistenziali ce n'è per tutti i gusti, davvero pochi e poche si salvano...Che amarezza!!! Ne approfitteranno i nostri eroi? :p
    Visto a Monaco Misha e Picasso? ^^ Evvai!
    Ma oggi ce la faranno ad aggiornare il ranking sul sito atp?

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  3. Purtroppo per motivi di lavoro ho visto solo il primo set e l'inizio del secondo...ma sono riuscito a vedere in diretta il match-point,la finale del doppio e ieri sera la replica dell'intero match.Che dire non ci sono parole...il mio compagno di tennis mi ha immaginato festante come in occasione di recenti serate in champions league scrivendomi via sms "chissa come sarete soddisfatti tu e quello di tennis psiche della vittoria della sanchez che fino a ieri conoscevate solo voi".
    Intanto best ranking al 19 mica male no?

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  4. @Bruno,
    ciao, grazie. Mi sono scordato l'adorata Svetlana però. Ultimamente è in ambasce. Che sia innam(m)orata?

    @Silva,
    Ciao, e che ti devo dire...si pare proprio una casa di cura. E chi ne deve approfittare, Gasquet? Colpa di un tennis ormai da lavori forzati, se si frantumano tibie e muscoli.
    Picasso-Koellerer, visto qualcosa...annesso punto finale, col killer seriale che in corsa (un virtuoso) si spacca in due la racchetta sul ginocchio. (si sarà frantumato rotula e sfibrato dodici muscoli della gamba).

    @Marco,
    ciao, a dire il vero mi aspettvo un balzo maggiore in classifica (ma aveva i quarti fatti lo scorso anno). Adesso si va a vincere al Rolando. Magari questa vittoria le da consapevolezza per fare due/tre anni ai vertici.
    (tralascio qualsiasi discorso sull'Ambrosiana a dopo la puramente formnale, certificazione della vittoria di Champions. E capirò davvero che la profezia dei Maya non era una balla).

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.