.

.

sabato 26 giugno 2010

Tennis, scommesse e pisciatine letterarie

WIMBLEDON 2010 - Diario di (fuori) bordo - Day 5


Ma la dovevate proprio vedere la mia faccia. Fiero, tronfio, raggiante. Da gran dritto insomma. Dall'altra parte, protetto da uno spesso vetro, un vecchio incanutito ed in malarnese, con la pelle bianchiccia ed appesa. Poco male, quando scommetto mi portano più fortuna i relitti prossimi alla morte per inedia, piuttosto che le gran fighe smorfiosette, civettuole ed ammiccanti. Le scommesse sono una cosa seria.
Snocciolo i miei pronostici. Poi all'improvviso l'incoscienza.
"Allora...228 non è quotato?" (il 228, è Petzschner-Nadal)
"Cosa vuole giocare?". Mi fa il morituro tremolante.
Ed ecco che si impadronisce di me quella faccia da intenditore, completamente padrone di se stesso. Fiero, impettito, con una specie di sorriso abbozzato.
"UNO.".
Quello, un pò rincretinito, e forse con l'ultimo anelito vitale.
"Cosa?".
E' tipico. Quando scommetti una stronzata umanamente impossibile a verificarsi, ti chiedono sempre conferme. Ti credono pazzo. O non vogliono che la loro agenzia vada in fallimento. Senso di appartenenza e spirito di soprvvivenza.
Ed io, con ancora maggior protervia snerchiuta: "UNO!".
Mi stampa la scheda. Milleduecento e rotti. Faccio per andarmene rileggendola distrattamente. Poi torno indietro dal vecchio ceppo di vite secca.
"Senta ne ristamnpi anche un'altra simile, così com'è, togliendo il 228 però. Non si sa mai, metti un infortunio, una giornata storta, che poi se le vendono pure le partite...nevvero? Poi trecento euro non sono da buttare, o no?"."ok...ok...", e quello me la ristampa, scuotendo un poco la testa.

Convivo con una donna, due giorni ogni due settimane. La poveretta non s'intende di tennis. Anzi lo considera uno sport per pericolosi squilibrati. Ma nemmeno a lei è sfuggito l'eco dell'epico match dei record Isner-Mahut. Non sapendo nulla, mi fa:
"Ma adesso questo mostro, con chi gioca, Federer o Nadal?".
"Nessuno cara, perderà già al prossimo turno. E' già morto, vuoto come un sacco di patate. Dovrebbe vincere due partite ancora per trovarsi di fronte a Nadal. Ma al prossimo turno, contro De Bakker terrà si e no due/tre turni di battuta in tutto.".
"Io certe cose non le capisco -
mi fa, pensioerosa - oggi serviva coe una bestia, e domani con un giorno di riposo, dici che sarà morto? Secondo me vince!".
"Ma che sciocchina che sei...mi fa quai tenerezza la tua ingenuità. Sei dolce, ti amo per questo lo sai. Ma il tennis è un insieme di fattori, nervi, muscoli, sangue, budella e cervello. Isner è ormai finito, consunto. Logoro nel fisico e nella mente. Vedrai che non sbaglio amore...".

Ha fatto la faccia della perlessità incurante, e s'è rimessa a leggere il suo giallo di Carlo Lucarelli. E' una fine lettrice, lei.
Il mttino seguente, via mail vengo chiamato a dare dei pronostici, così per gioco fine a se stesso. C'entra qualcosa un tale uomo di cemento, +PSTN+ si fa chiamare. E scrivo con solerzia:
"Isner-De Bakker 1".De Bakker-Isner 6-0 6-3 6-2

...l'ippodromo è un LAVORO come un altro, alla fin fine, e duro pure. se la nausea mi viene quando sono in buona forma, allora prendo e me ne vado via dall'ippodromo; se invece mi prende che sono fuori fase, allora attacco con le puntate balorde. un'altra cosa da tener presente è che è DIFFICILE vincere a qualsiasi gioco. perdere è facile. bella roba essere il Grande Perdente... chiunque è buono. quasi tutti perdono. un uomo capace di fregare i cavalli sarà in grado di fare quasi tutto ciò che si prefigge. l'ippodromo non è il posto per lui: costui dovrebbe trovarsi sulla Riva Sinistra davanti a un cavalletto, oppure all'East Village a comporre una sinfonia d'avanguardia. o sennò a far felice una donna. o sennò abitare in una caverna sulle montagne. frequentare gli ippodromi t'aiuta però a capire te stesso e anche la folla. adesso s'usa dire peste e corna di Hemingway, da parte di critici che manco sanno tener la penna in mano. sia pure, il vecchio Ernie ha scritto alcune cose piuttosto brutte negli ultimi tempi -qualche rotella gli s'andava allentando- ma, anche allora, faceva fare agli altri la figura di scolaretti che alzano la mano per chiedere il permesso di fare una pisciatina letteraria. io lo so perché Ernie andava alle corride. semplice: l'aiutava a scrivere. Ernie era un meccanico: gli piaceva aggiustare congegni sulla carta. la corrida per lui era paradigma di ogni cosa: Annibale che passa le Alpi coi suoi elefanti o un avvinazzato che picchia la sua donna in una stamberga. Hem batteva a macchina stando in piedi. la usava come un fucile. come un'arma. le corride erano un punto di riferimento per qualsiasi altra roba. gli stava tutto in testa come un blocco di sole o di burro: e lui lo trascriveva sulla carta. quanto a me, le corse di cavalli mi fanno capire dove sono forte e dove sono debole, sanno dirmi come mi sento quel giorno e come noi mutiamo e tutto muta, tutto il tempo, e quanto poco ne sappiamo di questo. e lo spennamento della folla è il film horror del secolo. TUTTI perdono. guardateli. se ne siete capaci. un giorno alle corse vi insegna più di quattro anni all'università. se mai insegnassi scrittura creativa, inviterei i miei allievi a recarsi all'ippodromo una volta a settimana e fare almeno una giocata da 2 dollari per ogni corsa. sul vincente. non sui piazzati. chi gioca sui piazzati è uno che avrebbe preferito restare a casa, ma poi è andato lostesso alle corse. i miei allievi diventerebbero senz'altro più bravi a scrivere, anche se molti di loro comincerebbero a vestire in modo trascurato, e dovrebbero magari andare a piedi. mi ci vedo, insegnante di scrittura creativa.
"come è andata, Miss Thompson?"
"ho perso 18 dollari."
"su chi ha puntato nella corsa clou?"
"su One-Eyed Jack."
"scelta scema. il cavallo rendeva 5 libbre, il che attira la folla, ma significa anche un passaggio a classe superiore. e un surclassato vince solo quando è giù di giri sulla carta. invece One-Eyed Jack aveva fatto registrare ottimi tempi, altro motivo di attrazione per la folla, ma questi ottimi tempi si riferivano a un percorso di 6 furlongs e, su tale distanza, la velocità è sempre più elevata, rispetto a quella che si realizza su altre piste. Inoltre, quel cavallo aveva risalito sei posizioni, quindi, ragionava la folla, avrebbe ben figurato sul miglio-e-un- sedicesimo. ma One-Eyed Jack non vince una corsa con 2 curve da due anni. e non è un caso, questo. quel cavallo è uno scattista, e solo uno scattista. che sia arrivato ultimo, pure dato 3 a 1, non sorprende."
"com'è andata a lei professore?"
"ho perso 140 dollari."
"su chi ha puntato nella corsa clou?"
"su One-Eyed Jack. la lezione è finita."
H.C. Bukowski

2 commenti:

  1. Potresti citarmi i nomi dei 10 tennisti secondo te più talentuosi in attività?
    Grazie in anticipo.

    RispondiElimina
  2. Ciao,
    un tempo, quando gli insulti erano maggiori, avevo la moderazione dei commenti, ma solo perché (per una mia fisima) mi danno fastidio gli anonimi...il tuo nome almeno? Anche inventato va bene.
    A che ti serve, per condire l'insalata? =)
    In ogni caso, non esiste una classifica dei dieci più talentuosi. Per qualcuno può avere talento Schuettler più di Stakhovsky. Djokovic più di Federer. Può esserci al più una classifica di gusti, di maggior piacere nel vedere un certo tipo di tennis invece che un altro. Tutto lì. Se ti va, ne scrissi due articoli un anno or sono, stilando una classifica stramba dei miei rampolli. Le trovi qui a destra. "Alieni tendenzialmente perdenti - parte prima e seconda".
    Ciao.

    RispondiElimina


Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.