.

.

domenica 8 agosto 2010

LO SCRITTORE DI TENNIS PIU' ORIGINALE AL MONDO



Letture "lo cost" per l'estate
Dedicato ai maldestri segaioli


Pezzi di cervello esploso, cappi e mazze ferrate. Wallace è morto impiccato. Voglio dire, s'e stretto un cappio al collo ed è andato lungo disteso, nel suo magico mondo di parole aggrovigliate. Quando, gioco forza, dovrò uccidermi anch'io, toccherà scegliere un metodo alternativo. Escogitarne uno che possegga i crismi di una originalità illminata da divinità che danzano una mazurka, ignudi bruchi. Non conoscevo questo scrittore, poi un mese fa Pier Paolo me ne consigliò la lettura di qualche stralcio. Forse il migliore che mi sia capitato di leggere, in questo ambito. Metti che lo scorso anno mi fossi impiccato? Sarei stato il solito, esecrabile plagiatore postumo. Anche di suicidi. Qualcuno avrebbe nerbato le mie carni ormai vinte dal "rigor mortis", con una mazza ferrata.
Allora ho pensato ad altro, nell'evenienza estrema. Un colpo di fucile in bocca? Il cervello in mille pezzi che vola via, e brandelli di materia grigia mescolati a frammenti aguzzi di scatola cranica frantumata. Sarebbe un bel congedo, da vero maschio con le palle sudate. Guido una volk's, ma debbo ancora affinare l'arte del duro. E poi, lo ha già fatto Cobain. Ci vuole qualcosa di estrosamente unico, perdio! Escluse a priori cicute e aspidi, roba da donnicciole, mi sono indirizzato verso quello che più accarezza un'idea di libertà immacolata e finale: Gettarmi a volo di gabbiano dal settimo piano gridando : "alpini gabbiate pietà!". Vuoi mettere il non avere un funerale in chiesa ed ascoltare la filippica di un prete grinzosamente sciocco? In un feretro in frassino, finemente lavorato, dover anche sopportare la beffa. Le teatrali nenie di uno con una sottana luccicante che ciancia di vita eterna, e magari ha la strizza al culo all'idea di crepare. I globuli rossi stecchiti si avvilirebbero ancor di più. "Senza il prete e la messa...perché di un suicida non hanno pietà", cantava Faber. E allora al plagio materiale, se ne aggiungerebbe uno intellettuale, bieco e strisciante. Nessuna alternativa credibile. Dovrò pensarci ancora o vivere, malgrado i latrati di Sara Errani o una voleè sgozzata di Djokovic.
"Il problema di quello lì è che sembra non abbia nessuna ambizione. Qualcosa bisogna pur fare...". Si corrucciava mio padre, in piena enfasi di finta tribolazione, parlando del giovin Picasso. Un discendente capellone, bocciato in quarta liceo, dedito alle droghe leggere e poco altro. Poi scosse la testa, trincò l'ultimo quartino di rosso slavato e bestemmiò contro il creatore, l'immacolata concezione dei Picassi e una dozzina di santi in paradiso. E intonò un brigantesco canto popolar-folkloristico. Lui, con la sua bella Fiat Ritmo metallizzata si sentiva un realizzato, qualcuno che ce l'aveva fatta. Era nel giro, insomma. Nel suo mondo, una 1100 bordeaux, poi una 128 color oliva e infine la modernissima ritmo del 1983, dovevano garantirgli l'ingresso nel cda al fianco di 'gnello. Quella frase stride un po' con l'obiezione che mi è stata mossa qualche giorno fa, o la conferma in pieno: "Non é che tu stia esagerando? Che ti consideri il più gran 'scrittore' della terra, quando invece sei all'inizio e ti leggono due gatti?". Può essere, tutto può essere. Anche che il letame olezzi di mughetto. Ma allo stesso tempo mi risulta sinistramente insulsa la sua chiosa: "E poi, polemiche e critiche è normale che ci siano, quando si diventa 'famosi'...". Io, che famoso vorrei diventarlo andando all'isola. O consumando del sesso spiccio innanzi alle telecamere del Grande Fratello.
(Mi pare di udire dei commenti: Buon Dio, ma che scrive il Picasso? Si sarà giocato anche quella mezza rotella che pareva ancora girare nel giusto verso? Può essere, può essere. Arrivo al sugo.).


***

Le bionde muse, e la sconcezza di una mente plagiata. Sarà, ma pochi giorni fa discutevo con una ragazza. Seduti al tavolino di un bar in riva al mare, si godeva del tramonto oscenamente rossastro, simile ad una mezza anguria sbronza che fa il windsurd. Niente di troppo sofisticato, con qualche picco da Tupamaru imborghesiti: Concerti in piazza, musica etnica, un gruppo di peruviani poveri e tristi come una melancolia di morte che gridano il genocidio orrendo della conquista di Colombo. Poi si è passati a questioni più frivole, tipicamente estive: Il problema alla cinghia motore della sua LanciaY azzurrina, fino alla scottante querelle sulle chiappe di Belen, romantica fata delle fiabe dementi, di chiaro stampo italiano, che tira di cocaina come gran parte dei debosciati a due zampe e senzaculo.
Poi, non so per quale motivo sconciamente inutile, ho finito per confessarle il mio sogno erotico irrealizzalibe: LUISELLA COSTAMAGNA. Ebbene sì, gran femmina. Sensuale, colta, intelligente e sexy. Oh, si. Tremendamente sexy ed attraente quando ammicca con quei sorrisetti furbi che ne arricciano il naso tentatore. Un ammaliante serpe biondo sibilante. Possiede un dono e non lo sa, quella donna. "Oh, non me lo avevi mai detto...ma allora c'è qualcuna dello spettacolo che non ti stia sulle palle!". Si è liberata la mia partner occasionale da quattordici mesi. Per implicito desiderio di confortare quelle parole, ho ricarato la dose con una rivelazione ancor più sconcia: La stessa luce viziosa negli occhi, movenze sensuali ancorché impercettibilmente sinuose, l'ho notata anche in un'altra donna del jet-set. La ex miss italia, rossa sulfurea e sensuale. Una diavolessa con occhi di gatta tentatrice. E sembra pure dicretamente intelligente. O almeno, dovrebbe esserlo abbatanza per sfuggire alla nomina di Ministra della Repubblica italiana. "Miriam Leone!". Ha squittito l'amica, facendo un sorrisetto insensato. Ho pensato fosse la desuetudine alla birra doppio malto.
"Ed Elisa Isoardi ti piace?". Ha chiesto, parecchio incuriosita.
Una bella bruna frivola e solare che presenta un programma di ricette alla tv. Ne avevo un vago ricordo. Ma sì, pur'ella dotata di un'innata una virtù assoluta. Non chiedetemi quale. Quel qualcosa che difficilmente si riesce a spiegare con volgari parole, sminuendo l'insindacabile giudizio di un'erezione clamorosa. Senza alcuna reticenza le rivelo che mi garba assai. Anzi, la vedrei come ideale partner per l'ormai famosissima scena del burro di "Ultimo tango a Parigi". Con la variante lussuriosa di avvinghiarci lacoonticamente su un tavolo impastato di sfoglia per fare i tortelli alla bolognese. Una fantasia peccaminosa, per cui chiedere l'assoluzione ad un prete molestartore di ragazzini armeni e lavare con sei pater noster, almeno. La tizia di fronte a me ha fatto la faccia dello stupore divertitamente scettico.
"Si, in pratica mi hai citato le tre muse di Tinto Brass, quelle che desidererebbe avere nel suo nuovo film...". I dettagli del godereccio fine serata a casa mia erano già pronti, ma quel picco di volgare mancanza d'originalità, ha rischiato di mandare tutto a monte. A puttane quasi, nel vero senso del termine. Per mesi e fino a pochi minuti prima mi considerava un tipo, a suo modo, estrosamente particolare, quasi interessante da conoscere o studiare. Ora era tutto perso. Ho cercato di accampare scuse infantili, dirmi assolutamente ignaro dell'affare. Ma dentro di me, apparivava una vicenda sensorialmente strana, bizzarra, inspiegabile. Voglio dire, sapendomi innocente ho pensato i peggiori risvolti: Sto diventando anch'io un genio della perversione sconcia? Già lo ero? Coincidenze? Sono il suo erede? Dovrei mettermi a girare film? Poi non ci ho pensato più.
Ora qualcuno penserà che la calura estiva ed il bisogno di ossigenazione al cervello, stia lentamente rendendomi un idiota, o un Gasparri qualsiasi. E si chiederà, cosa diavolo c'entra tutto ciò col tennis? Con Federer in difficoltà? Con Gulbis che s'è rotto di nuovo e proprio non vuole sentirne di esplodere in faccia al mondo quel benedetto talento innato e cristallino. Niente, o tutto. Dipende. Sono solo cocci, chincaglierie rotte che vagano nella mia testa e andrebbero sistemate al punto giusto. Solo i più illuminati o intimamente pazzi potranno riuscirci. Io già li ho ben chiari nella mia testa, del resto mi importa un cazzo. E' risaputo come le cose più apprezzate si scrivono per non far capire niente alla gente che le apprezza. E perché le scrivi allora? Perché deve pur passare quest'ora maledetta. O per non farmi apprezzare.

***


Le "bestie di satana" devote al Dio Onan. Qualche giorno fa ho scoperto, con discreto raccapriccio, che un mio post era stato linkato (e il termine obrobbriosamente moderno, già indica nefasti presagi) in un forum piuttosto in voga. Niente di male, tra aggregatori vari e quisquilie, può succedere anche di ritrovarsi citati in un sito di scommesse clandestine sulle corse dei cani. Me ne hanno segnalato altri due, ma ho evitato di sbirciare, avendo già stimolato un discreto meteorismo intestinale col primo. Un manipolo di smidollati avventori in erba dibatteva. Si facevano delle domande. Voglio dire, non essendo del ramo m'é sembrato increscioso come discutessero di me che non esisto, di un mio pezzo, del mio modo d'intendere il tennis e persino di scrivere. Si arrovellavano i cervelletti in tragico disarmo, simili a quelle frattaglie e rimanenze di vitellone malato vendute al "McDonald's". Ottusi, sterilmente sciocchi. Imbarazzanti. I più sagaci partorivano sentenze di morte, frutto di elucubrazioni simili ad autofellatio cerebrali di stampo Dannunziano.
Li ho immaginati, brutti come topi. Oscenamente rupuganti. Giovani col viso deturpato da pustole di gioventù morente. O vecchi, con vaga forma di rincoglionimento e precoce appassimento neurocerebrale, col cazzo avvizzito malgrado i vani tentativi di cimentarsi in quelle pratiche ossessive e solitarie. Si affannano, con vorticosi movimenti delle pupille sporgenti, ovviamente slegate al cervello. Entrambe le tipologie di lettori, hanno in comune una repellenza impalpabile. Sono sfuggenti come curiose salamandre dello Yucatan. Invisibili camaleonti dell'idiozia. Perché mica si fanno vedere o sentire direttamente. Non gli balza in testa di poter commentare o discutere con l'autore del presunto crimine. Sono abilissimi. Sgattaiolano con la destrezza delle pantegane nate nelle fogne di Calcutta. E parlano di te. O meglio di quello che credono sia tu, mentre in realtà sei un altro o qualcuno che i loro encefali deturpati dall'idiozia logorante non possono comprendere. Si spendono in parole vuote, ottusamente subnormali. Scrivono perle d'insensatezza abbagliante, su questo e quello, talvolta azzuffandosi come galline. Emettono giudizi insindacabili, linciaggi morali dei picassi sparsi nel mondo. Tutti fieri e convinti. Magari rileggono il loro commento ed egagri si dedicano alla loro scellerata arte prediletta: l'ossessiva masturbatio semiadolescenziale o da depravata ed impotente vita senile in un ospizio. Ecco, così vedo i forummisti, assieme agli altri. Imberbi sfigatelli nerd o pseudo-Pacciani talmente frustrati dalla loro impotenza morale e di penna, da sfogarsi come i maniaci seriali, infierendo su quello che loro non possono essere. Vinti da una depravazione malata che sfocia negli omicidi seriali. Solo che questi strani esseri, non ammazzano nessuno. Ci hanno una tana insomma.
"Ma dai...i forummisti sono la piaga sociale del mondo, adesso? Mi sa che stai delirando davvero...", dice quello. Mannò, figuriamoci. Ci scherzo, ne rido. Poi vi é anche un buon 10/15% di gente moderatamente sana di mente mescolata a loro, capitata lì per caso. Sono animaletti divertenti, in ultima istanza. Si coprono di ridicolo, e non lo sanno. Da buon fruitore dell'orrido ed uomo che si nutre di mostrocismi di ogni risma, vuoi che mi scomponga per i parti di menti plagiate? Ne rido della grossa. Se solo venissero a Maometto, risponderei esercitando la mia innata verve da insultatore da competizione. Poi, non tutti lo sanno, sono un laico, antiproibizionista, liberale e libertario. E sorattutto un "gahndiano" non violento. La gente, al limite la smonto e smembro con le parole. E' uno sport d'élite. Se poi capita che mi si venga ad istigare di persona, tre/quattro jab ben assestati li regalo volentieri. Modestamente, ho ancora una bella mano, non mi piacerebbe Tsonga altrimenti. Ok-ok, non sono proprio un "gahndiano" modello.
E allora? Dove voglio parare con questi discorsi labilmente sconnessi? A nulla, ovvio. I forummisti picchiatelli di certo non sono un male estremo, ma si avviano inconsapevolmente alla mostruosità. Sarebbero futuri uomini migliori se si ubriacassero di vodka, leggessero Hemingway, "rubassero e 'toccassero i femm'n", s'interrogassero su Berlusconi e Carboni lasciando perdere i Picassi lazzaroni, scrivessero dei poemetti satanici dopo aver scolato una bottiglia di Jack Daniels. Questi amabili piscialletto sono un piccolo segnale di un paese che va alla deriva intellettuale. "Ah, Picasso, Picasso...tu non hai ancora capito un cazzo di come funziona il giro! Devi mescolarti a loro, farteli amici...insomma pubblicizzarti, e vedrai che...". Insomma, dovrei sfruttare la demenza altrui, tendente al mostrocismo. E' così che funziona in ogni campo, che i dritti emergono. Sarà per dare credito alle parole biascicate dal vecchio sbronzo sulla mia mancanza di ambizione o per altro, ma non mi frega un cazzo di spiegarmi. Farmi capire. So già di essere almeno dieci spanne superiore alla massa (e qui ritorna l'esondante ed inguaribile modestia). Lo so io, e forse chi ha avuto il coraggio e la pazienza di continuare a scrivermi (in quattro). Si saranno forse resi conto della mia "immediatezza-non mediata" nello scrivere boiate a gettito continuo sul rovescio di Youzhny, sugli occhi spiritati della Carfagna, sull'ugola di Plant o la fica di Kate Moss. Gli altri, beh, continueranno a pensare quel cazzo che vogliono. Li lascio volentieri alla loro fantomatica setta di adepti deliranti. Hanno la loro bibbia, la legge divina non scritta, il corano del tennis. Guai a chi osa scrivere o pensare la medesima cosa, per pura casualità. Si diventa sciacalli. Testimoni di geova che vogliono arricchirsi copiando il Verbo, la loro luce guida. Accostarsi ad essa configura una specie di blasfemia inenarrabile. Menti in disarmo appunto, traviate ed incapaci di una loro idea. Possono andare a farsi inculare da un branco di macachi.
(Avete messo assieme qualche coccio? No? va bene, è lo stesso).


***

Alla disperata ricerca di una pionieristica originalità di masturbazione (a due mani). La realtà è che da un anno scrivo di tennis, ed occorreva anche fare un bilancio, il giorno prima di andarmene in ferie (magari definitive). E allora, quale occasione migliore per vomitare quello che penso della gente? Di gran parte della gente, ovvio. Che le persone mi stiano sul cazzo, nella quasi totalità è un dato di fatto. Già ammessa questa mia vaga misantropia illuminata più volte. Semplicemente, trovo che la razza umana sia stupida, insulsa, insignificante. Mi spiego meglio: L'uomo è inoffensivo preso singolarmente. La rivoltante piaga sociale si ha allorchè essi si coalizzano, formano un gruppo, un partito mafioso, una tribù, un condominio, una setta, una comunità, un'associazione per delinquere, una religione, una loggia massonica, un paese...etc...Qualcuno la chiama democrazia, altri demenza collegiale. Fanno semplicemente paura, perché non saranno mai capaci di esprimere un singolo pensiero sensato. Da soli non valgono un cazzo. Consci della loro pochezza (morale ma certamnte anche fisica), si rifugiano nel gruppo per continuare la loro vita da pusillanimi. Come le bestie insomma. Gli uomini abbinano a quel minimo istinto primordiale il bieco interesse. Lo disse Cèline, poi Bukowski, Camus, forse Bocca o anche Sartre, se solo avessi avuto lo stomaco di leggerlo.
(Vi immagino ancora) Cazzo dice questo? Si mette a fare delle dissertazioni di sociologia artigianale? Non è meglio scrivere del dritto flatulente di Seppi? Come dicevo prima è temo di bilanci senza senso. E le ferie prossime con la calura insopportabile a rendere queste ultime giornate insostenibili, agevola il rivoltarsi della sacca scrotale, da almeno un anno ammorbata da voci pissi-pissi, bao-bao, insulti camuffati, accuse sibilline, sorrisetti dementi. Orsù, facciamo ordine nel disordine. Scrivere di tennis su questo blog e altrove mi distende i nervi. E' un ottimo palliativo alle droghe sintetiche. Per l'alcol invece, non v'è proprio rimedio. Dieci anni fa avrei scritto di ciclismo, di Pantani, Chiappucci, Coppolillo o Podenzana. Vent'anni fa forse di "Arighe" da Fusignano, un omino pelato ansiogeno, illuminatamente squilibrato ed intimamente pazzo da legare. Uno di quelli che rischiavano di finire le proprie giornate in una clinica per menti stressate, se non gli avessero consigliato per tempo di mollare la panchina e prendersi una lunga vacanza. O forse di Zdenek Zeman, Il Maestro Boemo. L'uomo dell'utopia offensiva. Il suicidio arrembante. Una sigaretta via l'altra e quella faccia da sfinge egizia logorata da pensieri altissimi, che ti ridicolizzava senza dire niente, con la semplice espressione marmorea. Il più grande umorista della storia.
(Ora delira col calcio? Eh già, questo ce lo siamo giocato in modo irreversibile). State sereni, non ho perso il senno. Non più del solito, almeno. Siete voi che dovreste aver già messo assieme i pezzi del quadro orripilante. Ha tutto una sua logica stringente. Lampante, oserei. E' che non riesco ad arrivare al punto. Divago, come al solito. O forse la cosa è talmente insignificante da rifiutare di farsi affrontare di petto. Allora ci proviamo, con ardimento. In qualsiasi ambito il dissenso mi diverte. Più di quanto il nostro adorato premier apprezzi il contraddittorio. Provocano una leggera orticaria scrotale solo le accuse provenienti da lingue di serpente mascherate da sorrisetti dementi e gran pacche sulla schiena. Ma qui si entrerebbe in un territorio minato. Dovrei citare soporifere penne alla valeriana doppia. Ci vorrebbe troppo tempo, e rischierei di scrivere un poema. Meglio tornare ai nostri adorabili pugnettari da forum, costa meno fatica e mi diverte molto di più.
Ho la grave pecca d'esser modesto, che poi è l'anticamera della "mancanza d'ambizione" vaticinio che quel vecchio si portò nella tomba. Assieme alla sua Citroën zx del '91 (comperata per protesta, quando comprese che acquistare Fiat non lo avrebbe reso cavaliere del lavoro). Ma se qualcuno evidentemente più stupido di me prova a pigliarmi per il naso, divento di una megalomania devastante. Il mio ego si gonfia come un'otre gigante. Divento 103 volte più arguto Gesù e dotato di Siffredi. Trasecolo quasi nel morbo inguaribile che ha vinto la mente del sultano, spappolata dal viagra arigianale. Questo increscioso fenomeno di trasformazione avviene solo quando mi vengono mossi appunti da parte di gente inferiore o coalizzati mentali. Il problema è che io reputo tutti, inferiori. E allora? Siamo messi bene. Bel dilemma, da consegnare all'equipe di studiosi che cura Bolelli.
Ok-ok, divago. Ma arriverò al punto un giorno o l'altro. Potrei benissimo affrontare questioni stringenti, chessò: Il doloroso rischio d'estizione del pesce-ratto, la delicatissima questione politica italiana, l'avvincente challenger di San Marino, l'ex leone Muster che ritorna, oramai sdentato, a mietere impietose sconfitte, Malisse splendido protagonista a Washington, Lindsay Davenport che torna e vince, in doppio. Insomma, di materiale ce ne sarebbe. Ma io da oggi sono in ferie da tutto, poi questo è un vacanziero post sui generis. Ed io, se ne faccia una ragione il coacervo di menti uniche, non devo dare spiegazioni a nessuno. Scrivo per semplice divago intellettuale e diletto letterario. Senza agganci mafiosi, tesserini di massoneria giornalistica, uomini incappucciati che mi affidino una strategia della tensione. E proprio per questo mi risulta grottesco il bailamme di proteste e polemiche, mail e forum, suscitate da scritti opera di uno pseudonimo, senza nulla a pretendere. I più arguti rinverranno la soluzione un paio di righe sopra.
***


All'improvviso la coscienza. I Maestri misconosciuti del copista Scorcelletti. Guccini? Bukowski? John McEnroe? De Andrè? Cèline? Villaggio? Rino Gaetano? Max Bunker? Pannella? John Lennon? Sid Barret? Camus? John Fante? (mh...molti che si chiamano John, bizzarro.). No, no...siete fuori strada. Ben altri sarebbero i miei Maestri occulti di vita sconosciuti. In questo anno abbondante nel mondo del tennis scritto e raccontato per diletto, è capitato di ricevere dei feedback. Dicono sia inevitabile che avvenga, quando hai superato i cinque lettori giornalieri. Tralascio quelli positivi (normale che ne riceva di positivi, malgrado il mondo vada all'incontrario), e mi concentro sulle critiche (Il Nazareno ne ebbe moltissime. Ed io che gli sono leggermente superiore, ne ho ricevute molte. Ci sta.). Gli altri hanno continuato una logorante opera di stracciamento di maroni pirouettata. Che senso ha leggere qualcuno, insultarlo e prendersi la briga di inviare anche mail pseudo-sofisticate? Al limite non leggerlo. Se mandassi quotidianamente mail di piccata e compulsiva protesta a Minzolini, sarei da rinchiudere. Mi consegnerei io stesso a due infermieri di un centro d'igiene mentale.
Ma tornando al nocciolo, l'accusa/sentenza più ricorrente che mi viene mossa è d'essere un vile plagiatore folle. D'aver scritto circa 250/300 pezzi (mica me lo ricordo quanti) in preda al raptus da copiatore illuminatamente diabolico. Devo dire che questa osservazione non m'ha sorpreso. Più che altro mi gratifica il fatto d'esser riconosciuto come genio assoluto. Perché solo un'entità ultraterrena riuscirebbe a plagiare in modo così indefesso e continuato. Se a questo si aggiunge che mi vengono citati una decina di autori (più o meno gradevoli), si ha il vero trionfo. Riesco a plagiarli tutti contemporaneamente, con destrezza invereconda. Ma se si conclude il concetto rimarcando come oltre la metà delle vittime del mio sconcio plagio nemmeno le conosco, sarà la mia apoteosi finale. L'idea di essere Dio, comincia ad impossessarsi di me. Sono più potente ed invincibile del creatote e del suo consaguineo Berlusconi che spetazzano danzando un valzer viennese. Sinceramente non pensavo di meritare tanto, in così poco tempo. Provando poi a mezza voce a rimarcare come da questa scellerata attività io non ci guadagno più che una manciata di lupini smozzicati, l'idea che siano tutti più stronzi di uno stronzo di vacca fumante, s'insinua subdolamente infingardo.
E' impresa assai ardimentosa analizzare nel dettaglio tutte le vittime di questa mia attività da luciferino copista del Goja (ve lo ricordate "Scorcelletti/Totò" che copia la Maja desnuda e la Maja in camicia da notte?). Il più turpe dei furti intellettuali, sarebbe quello dell'eloquio letterario scanziano. Nettamente in vantaggio sugli altri, secondo gli ultimi sondaggi. Molti (in specialmodo i forrumati) rimarcano obbrobriose similitudini. Tali e tante da non poter essere casuali, ma frutto di approfonditi studi crittografici delle opere dello scrttore in questione: Considerare Seppi parecchio noioso, Gasquet un gran talento dalle fragili meningi, magari scrivere che la Sharapova urla. Ecco le prove incontrovertibili. In un tribunale del Texas m'inchioderebbero. Condannato senza appello a friggere su una sedia elettrica. Ignominioso come due persone possano avere una fantasia così simile, e che soprattutto trascenda la realtà.
Altri citavano anche dei termini plagiati, non ricordo quali. Immagino "cazzodicane", "piscialletto", o altre perle simili. Bene, proverò a porre rimedio, cercando di distanziarmi dalla strada del Maestro dei forummers coi cervelli coagulati in un unico niente: Seppi diverrà entusiasmante talento dal folle ed avvincente estro ispirato, Gasquet un indomito combattente delle steppe boliviane, etc...Insomma, scriverò cose che non penso, diventando giornalista vero e proprio. Col rischio d'essere internato, o assunto dalla Fit. Ma avrò riacquistato un'ispirata unicità.
Il più divertente e alterato dei contestatori bacchettava una citazione di Gilles Villeneuve. "Ma come, Scanzi ci ha fatto un libro su Guilles!". Ok, mica lo sapevo. Rassegnato, ho dovuto cambiare delle cose in me. Convincermi che ancora bambino abbia versato lacrime per la morte di Paletti, mica per il canadese volante. Poi un adepto ancor più inferocito, di cui serbo gelosamente la recentissima (due giorni fa) missiva elettronica. Incantevole nella sua spartana ricercatezza linguistica: "scommetto che sei pure milanista come Scanzi adesso? hahahaha...". a quel punto ho stracciato il poster di Franco Baresi dalla parete, e appiccicato uno di Paolillo che sorride suadente. Cancellato dalla mia mente le sgroppate di furente eleganza "maldiniane", sostituendole con gli svolazzi agricoli di Centofanti.
Ancora, uno dei piccoli fans più intransigenti (questa però è una donna. Ho azzardato, con le caldane agostane): "E che fai anche l'antiberlusconiano come Andrea? non c'è limite alla vergogna.". A quel punto ho prenotato l'opera omnia di Sandro Bondi. E letta con avida ingordigia intellettuale, ho goduto nelle mutande. In seguito ho provveduto celermente a comperare il dvd "Per fortuna che Silvio c'è" e mi sono fatto anche le tessere di P2, P3 e P4. Ed altro ancora. E se provassi a chiamare il premier "caimano"? Lì si configurerebbe l'orripilante asservimento a Moretti. Qualora in un picco di livore affermi che l'omino di Arcore è un tangentista, massone salito al governo solo per salvarsi dal confino? A quel punto verresti additato come una pecora che scopiazza Di Pietro, Travaglio...persino un demagogico "grillino" senza fantasia propria. Ecco dunque che occorre inventarsi qualcosa di nuovo. Tipo che l'unto dal signore ha un vizietto, una devianza sessuale ittica. Cresce delle triglie in imponenti acquari che circondano lo smerigliante e lussureggiante panorama di Villa San Martino. E ancor prima che queste divengano adulte, si lancia in furibondi amplessi anfibi con i pescetti. Questo non lo ha scritto nessuno, nemmeno Shakespeare.
A tutti costoro ho provato a far capire che del loro eroe non conoscevo nulla se non due articoli letti nel suo blog (uno anche commentato col nickname "chinaski", e in cui ricevetti i complimenti dello stesso ed il divertente appellativo di "orteghiano"=sostenitore dei perdenti a vita) ed il de profundis a Federer 2008 leggiucchiato su Ubitennis. Con umana pazienza, mi sono sforzato di far comprendere che è il mio modo di pensare ed intendere lo sport ed il tennis, da quando son nato. I seguaci dell'unica bibbia e che non ammette il pensiero comune dell'evidenza, rimangono ancora dubbiosi come bisce. Avrei forse dovuto portare loro delle prove. Chessò, un mio tema di scuole medie in cui invece della solita nenia sulla mafia, Ciancimino (padre) et similia, descrivevo l'incanto di una stop volley di Supermac. O forse di quella volta in cui, all'esame di settembre (a quei tempi la scuola era una roba semi-seria e si riparava a settembre), alla verifica scritta di matematica, invece della soluzione ad un problema di trigonometria, riportai un'intensa lettura del drammatico, epico ed avvincente Connors-Krickstein del '91? Ironia della sorte, fui salvato per un pelo dall'inevitabile bocciatura, per intercessione di un prete (il prof. di religione). Non ho voglia, e nemmeno mi interessa risultare originale ai loro occhietti vitrei, scrivendo che Seppi mi inebria con le sue discese a rete suadenti o che le scimmie se solo vogliono, possono librarsi in volo. La chiosa però, la merita il più istrionesco dei mattatori: "Ho visto la tua foto su PostOffice, hai pure la barba....come Scanzi!". Rispondo dopo qualche ora: "Ma veramente la barba ce l'aveva anche il nazareno nel tempio...". Il solerte eroe: "Certo Picasso, certo, ora si che stai capendo...".
Ma, seppure in numero più esiguo, vi sono state nei mesi anche altre rimostranze. Qualcuno ha citato Gianni Clerici. Ok, ci siamo. Inevitabile, quando si scrive di tennis. Rispetto al precedente è un paragone almeno più plausibile. Con una illusoria parvenza di nesso logico. Non che io valga un quarto di unghia del mignolo del vecchio scriba quando aveva dodici anni, ma perché di lui ho letto di più. Nessun romanzo, ma articoli sparsi pubblicati per Repubbica, fino all'ultimo, triste trafiletto su Nadal-Petzschner. Vent'anni di lettura, chiaramente possono avermi influenzato, inutile negarlo. Almeno quanto Max Bunker. Ma scrivere "rantolo" o pensare che Nadal "arroti le palline", non mi pare sintomo di gravissimo furto letterario. Per rasserenare i sogni di quei lettori che non vogliono maldestre brutte copie di siffatta risma, giuro sul Dio Lilith che non lo farò più. E allora? Invece che "Nadal forzuto arrota palline" descriverò il maiorchino come esponente del tennis classico, guadagnandone in originalità. E che le bietoline sono capaci di pensiero dominante. Certamente più di chi ha partorito questa similitudine scellerata. Perché nei miei scritti rozzi e spartani, ci vedo nulla, ma proprio nulla del garbo raffinato di uno scrittore come Clerici. Solo chi si è fumato l'oppio, o Morgan alle sei del mattino, potrebbe rinvenire un seppur minimo punto di contatto a livello di tentativo. Lo scriba venera Federer, Venus e pochi altri, mentre il resto è trattatto alla aristocratica stregua di inutile ciarpame o al meglio "mestieranza". Da queste pagine e nel mio modo di concepire il tennis, si è sempre cercato di descrivere le inutili gesta di personaggi surrealmente insulsi, a volte folklosistici come chi scrive.
E c'é anche Rino Tommasi (addirittura!) nel calderone. Uno solo, ma vale la pena citarlo perché carico di surreale significato. Lo stesso vizio del Maestro di andare sempre e comunque contro gli italiani. Sono un sovversivo antipatriota da mandare ai ceppi, con pena doppia perché quel vizietto stolto non è originale. Poi, sempre come lui, una volta scrissi che abolirei l'antidoping. Due indizi fanno una prova. E per l'acuto osservatore, il sottoscritto è incapace di pensiero proprio. A questo non risposi nemmeno. Ovvio che se (in pieno delirio) elogiassi Fognini, Adelchi Virgili o un altro azzurro, diverrei l'emulo di Commentucci. Ma a questo, non si è ancora arrivati. Perché non ho mai parlato bene degli italiani, non per altro.
Ma il must rimane uno, ed uno solo. Mail datata di qualche mese, ma vale la pena citare integralmente il dialogo di penna sbilenca... "Caro Picasso, di Semeraro ce n'è uno!". "E tutti gli altri son nessuno", ho risposto. Ma quello ha continuato, anche un po' benevolo: "Non fraintendermi non la prendeai mica come un'offesa...apprezzo comunque il tuo sforzo di avvicinarlo, ma la sua incisività è unica...sei bravo e scriveresti bene anche con un tuo stile". "Ok.". Semeraro (mi sfugge il nome e mi scuseranno i suoi lettori), proprio non so chi sia. La mia ignoranza nella letteratura sportiva non ha confini. Probabilmente ho attinto anche da lui, per intercessione dello spirito santo. Persino Ferrero, c'è. Ah, si. Ammetto, se avessi davvero tutte queste capacità paranormali nel plagio acrobatico, forse azzannerei lui. Mi piaceva il modo garbato, seppur pungente di scrivere. Mi garbava parecchio. Una volta scrissi al suo blog, ma fui censurato. Questo non mi piacque mica. Ed è diventato parecchio soporifero. Financo Bottazzi. E chi cazz'è Bottazzi? Si chiederà qualcuno (assieme a me): "leggere un tuo pezzo è come vedersi una partita commentatata da Bottazzi". Usufruendo solo di tv straniere e streaming indocinesi (davvero tipico di chi cerca idee altrui), non so chi sia. Me l'hanno raccontato come un commentatore enfatico-folkloristico. M'è parsa una battuta simpatica questa.
Gli altri non me li ricordo, e comunque non conosco le vittime. Probabilmente sono frutto della fantasia malata di chi me li ha proposti, e nemmeno esistono. In tutto questo, noto una faccenda strana: Sono tutti uomini. Neanche una donna. Proprio io che ho una spiccata sensibilità femminile. E probabilmente sono una donna. State in campana, Picasso Petzschner è donna. Potrei avervi fregato tutti, ancora una volta.


***
Perché il post più lungo ed inutile della storia moderna? Non lo so. La sostanza è che ho impiegato un'ora e mezza a scriverlo, quando gli altri mi prendono al massimo venti minuti. E perché comunque qualcosa dovevo lasciare prima di partire per le vacanze. Una decina di giorni alla spiaggia libera per non abbienti. Magari qualche turista o italiana da concupire con il mio innegabile sharme (ah, se solo non avessi la zavorra al piede), e laute bevute di birra e vodka a buon mercato. Gli altri, quelli che mi vengono accostati come pietra dello scandalo, magari staranno sul loro yatch, con bellissime donne in perizoma, sorseggiando champagne e caviale. I forummisti invece, continueranno a farsi le pipette, sugli uni e sugli altri. Auguri e buona estate.
Poi in realtà, vi era anche un altro scopo recondito. Che magari qualcuno linkasse (e lenkasse avidamente) anche questo cappello/a. O addirittura commentasse qui. Ma si sa, sperare che da un giorno all'altro alla gente spunti un quarto di attributi, è impresa ardua.

2 commenti:

  1. lungo è lungo, ma è possibilmente uno dei migliori post che hai scritto : il che può sembrare paradossale, anche se non lo è.
    scrivi bene, e in alcuni mi pezzi mi ricordi proprio celi.. scherzo

    gabriél

    RispondiElimina
  2. Ciao Anonimo...Celi, Adolfo? alias "il Sassaroli", o forse intendevi il "Mascetti"? Non ricordo di aver letto altre volte un Gàbriel...ma se dici questo è il miglior pezzo, significa che hai letto tutto il resto. Meriti una medaglia al valore. Paradossale per nulla, forse perché in questo ho evitato il tennis. Ottimo, ci rifletterò attentamente.
    Saluti

    RispondiElimina


Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.