.

.

giovedì 27 gennaio 2011

AUSTRALIAN OPEN 2011 - Il trionfo del Rocky horror picture show


Day 11 – Dal vostro inviato, nel challenger di Honolulu




Bene premettere alcune cose. La linea editoriale di questo blog ha avuto delle importanti e drastiche evoluzioni. Forze aliene dalle spaventevoli sembianze, vagamente similari a Minzolini ed Emilio Fede, mi impongono una svolta decisa. Imperversano le semifinali degli Australian Open, uno dei quattro major stagionali del tennis. Ma per me è come se non esistesse. L’alieno pelato con la zeppola, mi ha incoraggiato: “La libera informazione funziona così, non preoccuparti. Pur’io dovrei forse parlare di quel processino a Milano? Meglio i campionati di trifola in corso nella Val di Susa. Lo spettatore che paga il canone esige la trifola.”. Ecco dunque che salto a piè pari gli ultimi incresciosi avvenimenti nel globo australe. Sono un uomo libero. Vi narrerò delle elettrizzanti evoluzioni nel challenger di Hilbronn. Parecchio interessante vedere la battaglia tra quel manipolo di tedesconi, mezzi cannonieri e mezzi funamboli. C’è Brands, impegnato a mettere fieno in cascina. Il cinghialone mancino curato da Pistolesi, Michael Berrer. Ma ciò che più mi incuriosisce è vedere Mathias Kamke. Il giustiziere di Seppi sui sacri prati, ad Auckland era andato ad un’anticchia dall’abbattere David Ferrer, spagnolo che (mi dicono) sia in semifinale a Melbourne.
C’è poi ansia spasmodica di vedere come si evolverà l’altro challenger, ad Honolulu. Nelle Hawaii si rivede il lungodegente Dimitry Tursunov che batte di slancio un altro redivivo: l’indiano Rastogi. L’ultimo a parlare di Rastogi (pronunciato con due “g”) come grande promessa, fu bisteccone Galeazzi nel 2003.

Le righe che seguono, in anarcoide distonia con la linea editoriale, sono scritte dal mio gatto “Napoleone”. Un mezzo certosino bastardo, nel pieno della stagione degli amori.



Djokovic spegne la controfigura di Federer. Il Djokovic che non ti aspetti, ed il Federer spaesato, nel paese delle meraviglie. O degli orrori. Che poi, che bisogno c’è di scrivere. Basta guardare la foto in alto (dimenticavo, accuratamente da vietare a minori e malati di cuore), e vi sarete fatti di già un’idea. Come a New York, più che a New York, Novak Djokovic come solido pugile, incassa e contrattacca le sporadiche ed estemporanee trovate dell’ex numero uno. Bravo per carità, a colpire come un fabbro disturbato sulle danzate stoccate di un Federer timidamente sciroccato. Nadal s’era arreso al fisico, Federer alla mente. Tutto in linea.
Armato di orrida scucchia prominente, occhio della tigre perniciosa rigorosamente sbarrato, incurante delle lombrosiane e vetuste credenze che lo vorrebbero nella patrie galere già da tempo, Nole trotta da una parte all’altra come un grugnente cinghiale selvatico. Lo si vede come una trucida marionetta, con le gambe spaccate ad “ics”, recuperare l’ennesimo dritto ad uscire dello svizzero. E quello s’incapunisce come un mulo ottuso e ne tira due, tre, quattro. Da un lato all’altro. Ed il quinto lo sbaglia. Bravo e solido il serbo nello schema “para e tira”. Lontana controfigura di quello al solito avvezzo all’arte del “regolarismo falloso” e truculenta ineleganza fine a se stessa.
Largamente insufficiente Federer. Sterile a servizio, insufficiente di rovescio, spesso in ritardo e meno devastante del solito col dritto. Malgrado tutto, il primo set Nole se lo raccatta al tie-break. Federer scappa via 5-2, dando l’impressione vivida della differenza tecnica che intercorre tra i due. Quella per cui si rasenterebbe la blasfemia decontestualizzata solo a pensare il risultato finale. Ma è proprio lì che si rende evidente l’attuale debolezza dell’elvetico e la forza mentale del serbo. La fuga dalla realtà ed il solito rimettere in vita l’avversario, che torna a trottare come un invasato e tirare colpi neanche stesse sollevano un tronco di abete secolare. Cinque games da far accapponare la pelle. E 7-5 Djokovic. Match finito lì, con la marionetta rigida e snodata nelle giunture che prosegue in stato d’esaltazione. Prima dell’ennesimo must del Federer versione perdente: Il controbreak disperato quando il match pareva già perso, sul 4-3. E l’altrettanto scontata incapacità di sfruttare quell’abbrivio, per far girare il match. Come a New York, come a Wimbledon. “E come l’anno scorso e come l’anno prima”. Scioglie il braccio quando non c’è più niente da perdere ed all’altro iniziano a tremare i ginocchi. Prima di sprecare tutto con un game di servizio raccapricciante.
Chiude Djokovic, con pieno merito. Dopo tre anni si ritrova a giocare la finale dell’Australian Open. Affronterà il vincente del confronto tra Murray e Ferrer. In questo torneo che non riesce nemmeno a far giocare nella stessa giornata entrambe le semifinali e per cui uno dei finalisti godrà di un giorno di riposo supplementare. Ed a tutti va bene così, amen. Contro lo scozzese, sarebbe un match pieno di interessanti risvolti tecnici e mentali. Contro il secondo, beh…toccherebbe scrivere seriamente del challenger di Honolulu o di Bucamarango.
Na Li e Clijsters, la finale più giusta. Si giocavano anche (forse soprattutto) le semifinali del tabellone femminile. Favorita della vigilia, la cinese Na Li rischia di soccombere contro Caroline Wozniacki. Vittima dei suoi errori e dell’estenuante muro eretto dalla camomillosa numero uno al mondo, reduce da battaglie furibonde con locali marsupiali. Salva persino un match point la compatta cinese, prima di andare a vincere agevolmente al terzo. Nella finale si ritroverà, come da pronostico, Kim Clijsters. La belga non lascia scampo alla bella isterica Vera Zvonareva, mai entrata nel match.
Clijsters e Li si ritrovano in finale, dopo aver giocato anche quella di Sydney due settimane fa, confermandosi le migliori del lotto. Una spanna sopra le altre. Allora prevalse la cinese, che a 28 anni si ritrova ad esprimere il miglior tennis dell’intera carriera grazie ad una notevole maturazione fisica e mentale. Mamma Kim invece non ha ancora perso un colpo ed un set nel torneo e procede come un rullo compressore. Il precedente è così fresco e recente nella memoria, che può indurre nella tentazione di prendere la cinese come favorita. La differente importanza della posta in palio lascia invece propendere per la più scafata nel trovarsi in simili situazioni.

7 commenti:

  1. Ed eccolo, puntuale, che salta fuori il Novak in versione "cagnaccio incazzato e affamato". :-)
    Non so perché, ma quando li ho visti entrare in campo, ho avuto il presentimento che Nole avrebbe vinto.
    Povero Roger, neanche la gioia di vincere un set gli è stata concessa.
    Certo che oggi - senza nulla togliere ai meriti del serbo - lo svizzero ha peccato non poco nella qualità dei suoi colpi: col dritto non incideva, e con lo storto regalava punti a go-go. Delle prime di servizio, poi, non parliamone. Percentuali raccapriccianti.
    Eh vabbè, che dire. Una giornata-no può capitare a tutti. Sai quante gliene son capitate al Novak...
    Ad ogni modo, se Murray riesce a evitare l'exploit di farsi eliminare da quel pallettaro di Ferrer, forse è la volta buona che arriva fino in fondo.
    Per la gioia della sua simpatica e sempre pacata madre. E un po' anche della mia.

    RispondiElimina
  2. Ciao Fabio,
    certo, Djokovic "cagnaccio incazzato" dipinge bene il match. Ma rimango dell'idea che lo svizzero il match lo ha perso in gran parte per suoi demeriti.
    Se Murray vince (e se alla mammina non parte l'embolo), la finale sarà comunque interessante...

    RispondiElimina
  3. Premesso che ho ricominciato a seguire (e a giocare, si fa per dire) il tennis da qualche mese dopo circa vent'anni, ari-premesso che penso di essere ancora un po' come quelli che guardano il calcio e seguono solo la palla, sto provando a farmi le mie idee: dopo aver sentito e letto per anni che c'era questo fenomeno che si chiamava Federer, mi becco la sfiga di cominciare davvero a vederlo giocare e a tifare per lui (in pura chiave estetica) quando non solo c'ha già 29 anni e 700 tornei vinti alle spalle, non solo tutti gli altri già si sono rotti le scatole e ormai lo prendono per il culo - maestà di qua, iceberg di là - ma poi mi tocca pure vederlo perdere pesante con Djokovic.

    L'ultima volta che mi sono messo la sveglia per vedere una partita di tennis nel cuore della notte avevo tredici anni, e magari era una finale degli Australian Open Becker-Lendl (e ha vinto Becker), oppure tiravo tardi per vedere Sampras giocare in serata agli US Open.

    Questa settimana l'ho messa per vedere Federer-Wawrinka (e persino io la definirei una partita onanistica) e Murray-Dolgopolov (in cerca di una storia d'altri tempi, come tutti).

    Seguire il tennis di oggi è l'unica cosa che mi fa venire voglia di tornare agli anni in cui ero ragazzino - a quel tempo non era uno sport vietato ai minori.

    PS Complimenti per il sito, articoli davvero piacevoli. La prossima volta che mi sento giù mi rileggo il tuo ritratto di Troicki alla finale di Coppa Davis, così mi passa.

    RispondiElimina
  4. Oggi Djoko ha vinto per molti meriti suoi, non l'ha buttata sul -ti sbatto in faccia gli anni in meno- me se l'è giocata bene, come Federer dopo un cammino più che agevole si sia fatto annullare così...giornata storta. Ma con l'esperienza che ha..
    Non sono un'estimatrice del serbo, ma scaglio una lancia in suo favore: oramai è impostato così, con pugni preghiere e sgroppate, è egocentrico ma nei "para e tira" è quello che se per sbaglio vuole qualcosa di guardabile la fa. (Pic perdonami!) E poi è anche ora legittimi in qualche modo la sua posizione nel raking, non sempre personaggio di contorno....viva il colpo di scena, finalmente una finale diversa.
    Se sarà Murray (ferrer permettendo quello non molla un 15 e quanta roba è per lui una finale slam?), mio malgrado penderò per il serbo perchè la mia scuderia di perdenti non mi da molte soddisfazioni e Murray è intifabile, ma se dovesse vincere il tennis..
    Quando inizi a scrivere del challenger di Honolulu?
    Delle signorine, per mia gioia fatta fuori la Woz, le altre 2 meriterebbero entrambe ma è ora che sia chiaro a chi ancora non se n'è accorto chi è la vera, attuale num 1, dunque vai Kim!!!

    Complimenti per la prefazione.
    Complimentissimi per la foto.
    Complimentisissimi per il TITOLO.

    Jess

    RispondiElimina
  5. Ciao Fabio Severo,
    ben trovato in questo che più che un sito è un blog alcova o un postribolo ripugnante (dovrei pagare i diritti per questa gemma), dove scrivo liberamente ciò che mi passa per l’infermo ipotalamo. Almeno questo si può (non so fino a quando).
    Federer con Wawrinka (ma anche con Malisse e a tratti con Simon) ha sciorinato gran tennis. E’ una verità il fatto che si esalti nei soliloqui deliranti e negli assoli. Spesso cede psicologicamente, quasi per un turbamento interiore, quando viene trascinato in battaglie serrate. Comincia a sbagliare, perde sicurezza nei colpi. Djokovic, se in buona giornata, è bravo in difesa e lo costringe ad andare fuori giri.
    Quanto ai tempi andati, anche io ho vissuto la mia infanzia con Becker, McEnroe, Lendl. Comprenso il tuo disagio nel ritrovarti uno sport sicuramente cambiato. Ma qualcosa di buono e per cui vale la pena tastare svegli c'è ancora.
    Se hai apprezzato quell’articolo su Troicki, penso tu sia entrato nell’ottica di questo spazio. Vedo e descrivo ciò che più mi fa ridere o suscita senso del grottesco. Ma senza intenti di malvagità. O al limite, descrivo gesta che tecnicamente mi provocano un’inutile erezione intellettuale (ripeto, è raro, ma si trova).
    Ciao, alla prossima.
    @Jess,
    ciao, ma puoi anche spezzarne dodicimila di lance. =) Io non nego che sa un tennista spesso assai consistente. Lo trovo esteticamente inaccettabile (per i miei particolari canoni) e come atteggiamento in campo, a metà tra la comica ed un film horror.
    Per la finale non saprei. Prima la vedo, così evito d'esser sbertucciato.
    Inizio prestissimo con Honolulu. Stanotte match imperdibile tra "l'uomo qulunqu" Jesse Witten e tal Lojola, tennista senza classifica.
    Donne (altra parte del cielo). Spero anch'io in Kim. Ma l cinese non mi dispiace. Gioca bene e non è fastidiosa. Di questi tempi, è già molto. =)
    Grazie, a presto.

    RispondiElimina
  6. Leggendario Picasso, questa la mia teoria:

    Federer non perde con Djokovic per problemi mentali o per logorìo dopo tanti anni di dominio... Federer ha perso perchè è... uscito Nadal; in altre parole ho la sensazione che dopo aver battuto tutti i record l'unico cruccio del genio elvetico è quello di avere uno score negativo nei confronti diretti con Nadal... e, per di più, doversi sorbire qualche giornalista trombone che per questo motivo ne mette in dubbio la siderale superiorità; uscito Nadal se n'è andata anche la sua motivazione.

    P.S: possibile che molti "giornalisti" non si rendano conto che Nadal ha la supremazia negli scontri diretti proprio perchè Federer è troppo forte; Eh sì, perchè, paradossalmente, se Federer fosse stato un pò più "debole" non avrebbe mai raggiunto tutte le finali o semifinali sul rosso che ha raggiunto e di conseguenza adesso, considerando le sfide sul veloce, sarebbe in vantaggio negli head to head e nessuno si sognerebbe di dire "Eh ma Nadal è più forte,l'ha battuto di più"....
    Un pò come è accaduto con Mac, Becker, Sampras che, semplicemente non arrivando quasi mai in fondo in tornei sulla terra battuta, possono "vantare" un vantaggio nei confronti dei giocatori che ai loro tempi dominavano la terra battuta (Borg, Lendl, Wilander, Bruguera, Guga, Courier e così via).
    Il problema sai qual'è? Che di questa cosa forse non se ne rende conto neanche Federer; ma forse è giusto così: lui DEVE pensare di poter battere Nadal anche al Roland Garros.

    Che ne pensi?

    Ciao e... continua così

    Stefano Disperati

    RispondiElimina
  7. Ciao Stefano,
    la disfida mediatica tra Nadal e Federer, sicuramente mette pepe al tennis attuale. Spesso però, tende a tediarmi. Non sono tifoso di nssuno dei due. Ma a livello estetico, non posso che preferire il tennis dello svizzero. Il resto dei discorsi, credo si potranno fare con maggior chiarezza quando la carriera di entrambi sarà finita. E se Nadal sarà capace di reggere a simili livelli mostruosi fino ai trent'anni. Coi confronti diretti spesso si esagera. Se uno ha 21/22 anni e l'altro 28/29, bisogna sempre usare alcuni parametri. Poi è indubbio che lo svizzero in alcune occasioni abbia patito psicologicamente.
    Il resto, boh...può darsi che le motivazoni dello svizzero siano scemate con Nadal fuori. Anche in modo implicito, perchè contro Djokovic ci ha messo molto di suo per perderla in quel modo.
    Ciao, grazie e a presto.

    RispondiElimina


Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.