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sabato 15 gennaio 2011

AUSTRALIAN OPEN 2011 – TABELLONE FEMMINILE E PRONOSTICI



Orfano di Serena William, e chissà se e quando il cucciolo di Tyson si degnerà di dedicarsi alla sua quindicesima attività preferita, il tabellone di femminile si presenta pieno d’incertezze. Clijsters favorita d’obbligo malgrado i tentennamenti di Sydney. Poi chance per almeno otto tenniste. Dalla numero uno al mondo Wozniacki con un cammino denso di insidie, alla Venus in calo. Passando per Stosur, Zvonareva e Schiavone. Poco più di una speranza il ritorno al successo di Justine Henin. Quasi un incubo il furente ritorno delle spocchiose reginette del niente furioso, Sharapopova e Ivanovic.Zvonareva capita dalla perte di Kim. Wozniacki in quella di Venus. Anaslisi degli ipotetici abbinamenti nei quarti di finale:
Caroline Wozniacki (1) - Francesca Schiavone (6). La numero uno al mondo ha ricevuto in dono un tabellone assai complicato. Insomma, se proprio primo slam deve essere, per giustificare il suo ruolo di numero uno, sarà dopo aver superato un vero e proprio sentiero di guerra. Non tanto per l’eventuale quarto di finale con Francesca Schiavone, ma per una serie di ostacoli disseminati in precedenza, con le tenniste più in forma del momento. Per la bomboletta alla criptonite un terzo turno da prendere con le pinze, contro quel peperino di un metro e sessanta scarso che pochi giorni fa l’ha stesa a Sydney, Dominika Cibulkova. Poi negli ottavi la sempre temibile Marion Bartoli, quadrumane buzzurro cui stare lontani (in ogni senso). Ma nella sezione riservata alla francese, simpatica come sale iodato su una ferita, sosteggiano con espressione poco accondiscendente, Yanina Wickmayer e Jamila Groth, protagoniste di uno dei match più interessanti e combattuti del primo turno. Giovannona coscia lunga è sempre una rudimentale macchina da guerra difficilmente arginabile, se solo prende il giusto abbrivio. L’australiana ha invece dimostrato questa settimana ad Horbart il suo ottimo potenziale.
Se Caroline dovesse farcela, si ritroverà ad affrontare la milanese Francesca Schiavone. L’esperta azzurra, dopo il trionfo parigino, è sempre più impegnata a dimostrare quanto quella cavalcata non sia stata mera casualità, e che con le più forti può ancora confrontarsi, oltre a gridarle contro dei rantoli raggelanti neanche fosse una scimmia marsupiale. Per lei primi turni comodi, al limite qualche fastidio lo avrà con la bulgara Tsvetana Pironkova, protagonista per caso nell’ultimo Wimbledon. Negli ottavi la nostra dovrebbe affrontare la prova del nove affrontando l’ex regina al dolce vetriolo, Bustine Henne. L’eterna rientrante belga dovrà però prima disbrigare impicci mica da ridere: Bethanie Mattek-Sands, che al di là del bardamento kitch e multicolore in stile Louise Ciccone degli esordi, è in buona forma. E Svetlana Kuznetsova, sempre più calante e con quell’atteggiamento infastidito e svogliato di chi ha scoperto nuovi orizzonti e avverte il tennis come un peso, ma che i colpi per battere quasi tutte ce li ha ancora.
Wozniacki 50% (Wickmayer 20%, Cibulkova 15%, Groth 15%) – Henin 40% (Schiavone 25%, Kuzetsova 25%, Mattek-Sands 10%).Venus Williams (4) - Victoria Azarenka (8). Sembrava prossima al ritiro, Venus, invece eccola ancora qui. Unica superstite della famiglia Williams. Con discrete possibilità di arrivare in fondo. Per lei, altre urlanti mine vaganti imbizzarrite. Quasi che qualcuno si fosse divertito a mettere alla prova la sua stabilità mentale. L’atletica statua tedesca Petkovic (quella che accompagna i colpi con una specie di rutto spezzato di noia: “uhhhh-ffffaaaahh”) in primis. Una che sembra appena uscita dalle acciaierie della Ruhr. Prima di un ottavo dal sapore antico con l’urlatrice squilibrata Maria Sharapova, che continua a gemere come una gestante pazza, ma è sempre più avviata ad una recalcitrante mediocrità da top 20. Poco altro in questo spot di tabellone. Forse il vezzosissimo cucciolo di capodoglio lettone Kaia Kanepi, che ha però esaurito il bel momento (se siete amanti dell’horror, senz’altro bello) della scorsa stagione.
Nei quarti la Venere d’ebano si ritroverebbe un altro incubo esagitato: Victoria Azarenka. L’imponenente tornado bielorusso posseduto da Belzebù proverà per l’ennesima volta a dimostrare di non essere soltanto urla, fughe dalla realtà, crisi isteriche, infortuni psicosomatici ed altre perle dense di vivido orrore. Poco credibile per il suo furore indemoniato, l’ostacolo Daniela Hantuchova, inoffensiva gazzella in condizioni precarie. Decisivo invece l’ottavo, quando a porre fine alla corsa della bielorussa potrebbe essere, se non un coraggioso esorcista, una tra la cinese Na Li (impeccabile nel vittorioso torneo di Sydney) o la franco-iraniana Aratane Rezai, eternamente sospesa tra colpi da killer seriale e suicidi a ripetizione. In quei paraggi ci sarebbe anche la bella Jelena Dokic, che un paio di turni può anche passarli. Per lei, però, il tennis e tutto ciò che ne deriva, adesso è un inutile e piacevole dettaglio. Quando lo capirà anche Vika, avremo una pseudo campionessa in meno, ed una donna felice in più. Ma è solo un pettegolezzo, il mio.
Venus 45% (Sharapova 25%, Petkovic 20%, Kanepi 10%) – Azarenka 40% (Na Li 40%, Rezai 15%, Dokic 5%).
Jelena Jankovic (7) - Kim Clijsters (3). La serba sgroppante, se con i garretti non è ancora al meglio, rischierà molto già nei primi due turni, contro Kudryavtseva e Kateryna Bondarenko. Poi eventualmente, potrà essere piallata dall’allegro cetaceo col girovita che fa provincia, Alysona Kleybanova, in ottavi. Dalle parti della russa, piccoli spiragli li lascio aperti alle favole antiche, con la quarantenne Kimiko Date Krumm che già all’esordio può regalarci emozioni contro l’insipiente polacca da numero 12, Agnieszka Radwanska.
Se la sorrellona di Varenne, tra una corsa ed una spaccata da ginnasta sciancata dovesse riuscire a salvarsi fino ai quarti, per lei i giochi sarebbero quasi chiusi di fronte a Kim Clijsters. La belga numero uno in pectore, sebbene non ancora al massimo della condizione, merita i galloni di favorita dell'intero torneo. E non ha certo avuto un trattamento di favore dal sorteggio. Subito la ex numero uno Dinara Safina, che ormai si trascina pietosamente per campi come un mammuth morente o una normale numero 130 al mondo. Per Kim altri ostacolo da prendere con le molle sarebbero Greta Arn o la deliziosa “farfelletta volleatrice” Maria Josè Martinez Sanchez, al terzo turno. Primo turno crudele tra l’ungherese di Roma, riscopertasi tennista capace di vincere tornei Wta alla tenera età di 32 anni, e la volleante iberica che dopo il trionfo romano, tra malanni di ogni risma, stenta a riaversi. In ogni caso, primo turno da guardare piacevolmente (e credetemi, non è cosa facile) Più che una Petrova in fuseaux sempre più angoscianti, ottime chances di affrontare la mamma belga in ottavi le ha Ana Ivanovic. Curate le turbe da bizzosa reginetta di niente, la “serbiatta” sembra tornata tennista. E’ già un miracolo. Buono il tabellone di Roberta Vinci. La tarantina può giocarsela, almeno fino al terzo turno.
Jankovic 50% (Kleybanova 35%, Radwanska 10%, Kimiko Date 5%) – Clijsters 60% (Ivanovic 30%, Marinez Sanchez 5%, Arn 5%).
Samantha Stosur (5) - Vera Zvonareva (2). Molte attese per l’idolo di casa Samantha Stosur, da un anno buono approdata nei nobili settori della classifica. La muscolata moglie di mastro lindo ha nel mirino la semifinale, o almeno il quarto con Vera Zvonareva. Ma per arrivarci dovrà disinnescare nei sedicesimi le mine mancine dell’imponente ceca con lo sguardo da triglia assopita, Petra Kvitova. Prima di un impegnativo ottavo, che si giocheranno l’israeliana Peer e Flavia Pennetta. Alla brindisina non è andata malissimo. Poi è chiaro che per avanzare, occorre anche vincere le partite. Non tutti quelli che la credono novella Chris Evert, se ne sono accorti.
Nei quarti ecco lei, l’idolo incontrastato. La pupilla dei miei occhi sbronzi. L’unica ed inimitabile pacioccona istericamente autocommiserante: Vera Zvonareva. Ah, quanto pagherei per berci una dozzina di vodka assieme. Ma lasciando da parte le mie preferenze, oggettivamente incontrovertibili, per la bella Vera il cammino verso l’ennesima finale persa e larmante, è irto di malvagie difficoltà. La sparacchiante “moglie” affranta ed esangue di Thomas Berdych, Lucie Safarova, soprattutto. Ma prima ancora, l’emergente serba Bojana Jovanoski. Negli ottavi poi, il leggiadro botolo rotolante Anastasya Pavlyuchenkova. Sempre che la pingue russa non si rompa qualche fascio di muscoli/rivoli di ciccia e riesca a domare la “bella che non balla” Maria Kirilenko. Curioso re-match del primo turno degli Internazionali di Roma tra Maria e Romina Oprandi. Confronto crudele, ma solo per gli specchi. Se l’italo svizzera giocasse con un decimo di voglia in più rispetto alle dimesse ultime apparizioni, potrebbe fare la sorpresa e vincere in carrozza. Ma purtroppo si è al punto di considerare sorpresa qualcosa che dovrebbe essere legge o bibbia.
Stosur 40% (Kvitova 20%, Peer 20%, pennetta 20%) – Zvonareva 50 % (Pavlyuchenkova 25%, Kirilenko 15%, Jovanoski 10%).

2 commenti:

  1. Mamma Kim l'ha spedita 60-60, non ho visto il match (gli orari sono terribili)ma quando ho letto il risultato..bah, che vincesse sì, ma non così nettamente. Molto bene e forza Kim!!!
    Essendo in immenso ritardo il mio commento, la Ivanovic è già fuori, che peccato.

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  2. Eh certo. Ma Dinara credo sia ormai una cosa imbarazzante a vedersi. Mi dispiace, persino. Ivanovic, che dire..credo sia qualcosa di grottescamente patetico.
    Di entrambe ne ho scritto nel pezzo di oggi.
    Ciao Jess, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.