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martedì 15 marzo 2011

INDIAN WELLS 2011 - OTTAVI FEMMINILI, PRONOSTICI DELL'IMPLACABILE ESPERTO


Jankovic-Ivanovic 1. Derby serbo da leccarsi i baffi. Morire schiattati per l’inedia urticantemente frustrata. O non vederlo. Se proprio vi capitasse di seguire qualche lacerante scambio, date senso a quei minuti con l’unica attività pseudo-divertente: Osservarle come fosse un film muto tragicomico o provando rinvenire nelle loro gesta una parvenza di cervello tennistico grande almeno quanto un cecio nano del Nebraska e funzionante per un quarto. La bellissima (quanto un incubo notturno dopo aver mangiato due kg di peperoni verdi fritti ed essere morti due volte) Jelena, dopo mesi passati a sgroppare come una Varenne anchilosata, sembra in discreta forma fisica e capace di congegnare l‘unico tennis alla sua portata: scomposta corsa trottante, spaccate e recuperi. Se non eccede, vince. Se pungolata nell’orgoglio dal tremebondo confronto tra starlette (nell’immaginario di menti malate), ed inizia a voler tirare vincenti che non possiede trasformandosi in “regolarista fallosa”, il match torna tragicamente in bilico.
La serbiattona Ana è invece sempre più un’incognita per se stessa. Ad Indian Wells fino ad ora pare aver compreso (per sbaglio, ovvio) il rettangolo dove sparecchiare le sue bordate dementi. Se gli entra tutto (sempre per errore, sia ben chiaro) vince, altrimenti perde. A quel modo ha anche vinto uno slam (per congiunzioni astrali che si verificano ogni duemilatrecento anni, mi pare evidente). Vedovi inconsolabili dei leziosamente balzellati pugnetti e dei belluini “ajde” disconnessi dalla realtà, sempre più rari per impreziosirne la beltade, potremmo comunque godere della sua nuova tattica d’arrembaggio: i rantoli a due tempi che ne accompagnano i colpi (“aaaaah-mappate!” o qualcosa di simile). Ben si appaieranno alle languide discese a rete di Jelena, in angosciante arretramento. Dio Onnipotente.
Azarenka-Radwanska 1X2. Ma viste le quote, sarei tentato a prendere l’insulsa e regolare polacca a 2,25. Magari al terzo (4,00). Hai visto mai. Quella specie di “Linda Blair” eccessivamente caricaturale in versione tennistica, può dare di matto in qualsiasi momento e cedere di schianto ai due coraggiosi barellieri, sempre pronti e solerti a bordo campo, con la camicia contenitiva d’ordinanza. In uno dei confronti tennistici più trucidi dall’era paleozioica ai giorni d’oggi, Vika ha già stroncato la sorella Radwanska più eccessiva (e con più potenziale morto), Urszula.
Bartoli-Clijsters 2. La mamma belga è stata l’ombra annoiata di se stessa, nei tre games che m’è capitato di vedere contro la nostra guerrigliera urlante Sara Errani. Errori a grappoli e addirittura un set ceduto alla bolognese, che nel match ha messo a segno il terzo colpo vincente dell’intera stagione (la scorsa ne aveva piazzati ben 7). Se Kim ritrova il campo e un po’ di voglia, non dovrebbe avere problemi a regolare l’allegro buzzurro quadrumane incarognito Bartoli, il cui tennis pare ogni volta più tragicamente incomprensibile agli studiosi della Nasa. Oltre che contrario a qualsiasi legge naturale sui primati.
Schiavone-Peer 1. Ambè. Qui ci sono in ballo i sentimenti nazional-patriottici, da cui io sono ebbramente avvinto come l’edera. La milanese, oltre alla contagiosa simpatia ed esondante femminilità da fare invidia a Pappalardo che si accoppia selvaggiamente con un marsupiale, ha esibito una buona forma, lasciando le briciole alle avversarie incrociate. L’isreliana Peer, oltre che bruttissima, è comunque avversaria solida, costante e da prendere con le molle. Non a caso i bookmakers danno le due perfettamente alla pari (1,83). Se le corde vocali dell’italiana reggeranno agli immani latrati e riuscirà ad intortarla con le proverbiali variazioni, dovrebbe vincere. Altro conto è per i vostri timpani e quel sopito gusto estetico fluttuante nell’aere. O abbassate il volume e guardate solo la racchetta o godetevi un balletto classico.
Wickmayer-Cibulkova 1. Match inatteso. Perché Dominika Cibulkova ha estromesso in tre tirati set tirati Zvonareva. Come ci sia riuscito il peperino slovacco, con quel testone abnorme da farla sembrare uno delle statue dell’Isola di Pasqua e dalle corte gambe grassocce simili a cotechini emiliani, è un mistero. Provando ad indovinare: ha chiuso gli occhietti, tirato sempre più forte ed aspettato che Vera desse in isterica escandescenza pre larmante. Qui, secondo la regola Tommasi (infallibile), dovrebbe mancare la prova del nove contro “Giovannona Coscialunga” Wickmayer. In un impeto di demenza, mi sbilancio sul 2-0 (a 3,00) della rude belga. Sempre che le sue roncole tumide restino in campo. Si sa che il tennis femminile è soggetto a tali sofisticate variabili tecnico-tattiche.
Wozniacki-Kleybanova 1. La numero uno al mondo parte nettamente favorita. Azzardo anche il 2-0 (a 1,44). Malgrado quella mise merlettata ed un tennis che è apatia forsennata. La boccoluta Caroline ha divelto, senza alcuna pietà, lo spettro di Maria Josè Martinez Sanchez. Ok, si era sul cemento e non sulla terra, laddove le magie rabdomantesche dell’iberica si sublimano. Per battere questo tennis disumanamente regolare e noiosamente implacabile quanto una ecumenica puntata di “Porta a Porta” incensante il potere, occorreva una prestazione diretta (come in quella settimana romana) dalle divinità burlesche. O una Maria Josè in decente forma sfarfalleggiante. Ora affronta Alisona Kleybanova, rotolante ippopotamessa russa senza mezze misure. Una quintalata di sapida violenza accecata che nel turno precedente si è abbattuta come un carrarmato d’epoca su Flavia Pennetta (ma è risaputo, la brindisina a Marzo subisce un calo fisiologico. Poi si riprende ad Aprile. Cala un poco a Maggio-Giugno e Luglio -con April ne han 31-, e torna in bella forma ad Agosto/Settembre. Me lo ha confidato uno che ha l’occhio clinico per questi sofismi tecnicistici). Lo spartano progetto di Alisa è spaccare le palline e provocare crepe al cemento. E il colpo definitivo per stroncare le difese di Caroline, ce lo avrebbe anche. I problemi sono due: Lo scaldabagno vincente deve entrarle, ed appena quell’altra la muoverà di qualche centimetro lei rimarrà lì, imbesuita ed impotente come un dipinto di Botero commentato da Bombolo.
Petrova-Peng 2. A che bel confronto. Non me lo perderei nemmeno se in contemporanea vi fosse la proiezione della mia morte, mentre mi getto dal settimo piano a volo di gabbiano. Agitando freneticamente le braccia. Inqualificabile la russa, insostenibile l’agitata formica cinese. Secondo i miei calcoli empirici, l’asiatica prevarrebbe. Non osate chiedermi perché. Potrei davvero gettarmi a volo di quaglia seduta stante, intonando una canzone di Povia sulla droga. “Che la droga è brutta-brutta. Cattiva è la droga. Bevete tanto latte.”. Questa l’ho tratta da un monologo intelletual-impegnato di Dj Aniceto (consulente governativo del Ministero alla salute, per dire.).
Safina-Sharapova 2. Altra “cosa” inquietante, per cui vengono i brividi al sol pensiero sciagurato. Il preistorico mammuth Dinara è tornato a livelli di decenza tennistica (grazie alla ritrovata salute ed al connubio tecnico con Davide Sanguinetti). Se ne poteva fare tranquillamente a meno. Masha invece continua da due anni sul quell’agghiacciante filo pencolante dell’inutilità tennistica. Competitiva a livello di top 20, mai come nei (tristissimi) anni in cui vinceva gli slam, ma con la stessa spocchia insostenibile ed urla da gestante squilibrata. Dovrebbe vincere la siberiana urlante. Ma è lo stesso.
Giocate un sistema 6 su 8. E qualcosa vincete. Forse.

4 commenti:

  1. Non sono mai informata sul femminile e non posso giocare scommesse, ma oggi ho visto Safina-Stousur, è stato inquietante vedere perdere la Sammy nella sua stramba eleganza tennistica (è perdente dentro, lo sarà sempre oltre che essere stata uccisa da un coach che probabilmente avrebbe dovuto allenare un mammuth) così con l'altra che gridava, si autogasava e faceva pugnetti...ebbene sì, non avevo mai visto più di un game della Safina, non risuccederà!
    Torno a vedere gasquet-melzer, torno nell'oblio.

    Jess

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  2. Ciao Jess,
    previgente nello schivare accuratamente Dinara. Prova vivente della fallacità delle teorie sul dna. Una somma stronzata.
    Fatto bene a non scommettere. Non avresti vinto niente. Però se quei due tie-break al terzo set fosseo andati in modo diverso (Lind Blair e Schiavone), il bilancio era comunque dignitoso.
    Ah Gasquet...a tratti sontuoso ieri. E Melzer che se in giornata no, continua a sparare tutto via in modo quasi vergognoso. Non si regge, in simili giornate.

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  3. Ero proprio nella situazione in cui chi vinceva non aveva importanza, poi mi sono accorta quanto sono "affezionata" a Melzer. Sì, infatti quando butta tutto via così non si regge e quando vedi Richard assumere (in quei pochi casi in cui accade con il num a caso sotto i 60 posto atp) la faccia da predatore, ti accorgi di quanto poco sia il suo avversario. Boh, Melzer è così...è che quando è devastante lo adoro, mi piace proprio vederlo giocare!
    Note a caso:

    Commentatore: Secondo te qual'è il più bel rovescio del circuito Filippo?
    Volandri: beh, Gasquet, Federer......(pausa da film thriller) mi ci metto pure Io____________
    O__o RIDO (non che il rovescio di Volandri sia brutto ma un'affermazione del genere?!?)

    E' vero che Nadal arriverà in semifinale senza affrontare un top 80?

    Jess

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  4. Sì, Melzer è capace in 24h di passare da tennista gradevolissimo, al più inutile della storia. Davvero urticante quado sbaglia la prima e poi inizia uno spettacolo indecoroso, sparando alla "va là Peppone".
    Rovescio classico...Beh, Volandri (commenta anche quest'anno? non lo sapevo, pensa te. Ma visto che c'era, iscriversi anche per giocare, no?) ha un bun rovescio (e solo quello). Ma ce ne sono almeno una dozzina avanti a lui. Personamente, volendo abbinare gusto estetico ad efficacia, ci metto in ordine sparso: Gasquet, Youzhny, il Kohli, Wawrinka, Federer....fino ad arrivare a Sela. Prima di lui.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.