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martedì 29 marzo 2011

MASTERS 1000 MIAMI – PRONOSTICI OTTAVI, TRA MEZZE SORPRESE E SCONTATE CONFERME


Breve premessa per i lettori indesiderati (da me, ma anche dalla vita). Già me li vedo con quegli occhietti simili a capocchie di spillo, madidi di nulla e scossi dalle tormentose angosce da portinaia baffuta. Io, qui non vi voglio. E per i più ardimentosi: se invece delle mail inviate dei commenti, non ve li pubblicherò di certo, ma avrete acquisito lo status di mezzi uomini (da quartini che ora siete). Ci sono attività alternative alla lettura di questo blog, chessò, andare in riva al mare (o al lago), guardare la luna che si specchia nelle acque appena scosse da una lieve brezza di maestrale, e masturbarvi immaginando Seppi, il gran talento Trevisàn o Uros Vico se vi piace il tennis d’attacco. Venendo alle cose serie. Allineati gli ottavi del Masters 1000 di Miami. Torneo seguito a sprazzi, ma tanto basta. Molte, più che preventivate, sorprese nominali (le scontate dipartite dell’infortunato Soderling, di phantomas Murray, del calante Roddick e di un sempre più pateticamente tarantolato Verdasco). Mentre i tre favoriti della vigilia avanzano senza alcun problema.


Nadal-Dolgopolov/Tsonga: 1. (contro entrambi). L’unico ottavo ancora non allineato. Una pioggia biblica ha impedito il completamento dell’equilibrato match tra l’atomica libellula pazza d’Ucraina e l’inciuchito francese. Tra l’altro, Dolgopolov è stato già miracolato al turno precedente dalla dolorosissima dipartita del gladiatore tirolese Andreas Seppi. Il funambolo caldarense s’è arreso ad un gaglioffo malessere alla caviglia, proprio nel mentre la sua furibonda rimonta era ad un passo dal compiersi: sul 6-1 5-3 per l’avversario. Meglio una onorevole ritirata, si sarà detto, per non compromettere il futuro challenger di Mendrisio col quale cercherà l’avvicinamento alla top 40. Per l’incontenibile gioia degli italici supporters che per la contentezza si ubriacheranno di gazzosa sbaffata. Nadal favorito contro entrambi, ma l’imprevedibile atipicità delle giocate di Dolgopolov o l’esplosività (dimenticata) di Tsonga, impongono comunque maggiore attenzione rispetto alle consuete carneficine in camporella fino ad ora regalate a Miami.

Berdych-Mayer: 1. Eccolo un match dalla difficile lettura dislessica. Il ceco non è parso smagliante. Vedo qualche scorcio del suo match con Berlocq, esperto argentino con la faccia schiacciata da pugile indio, poco più che pedalatore arrotante da challengers su terra battuta, al più (dimenticate che aveva irriso il giovin fenomeno sprecato Gulbis, quello ormai non è più tennis). Impressionante come il ceco patisca e riesca a venirne fuori a fatica, malgrado la sua palla viaggi dieci volte più fluida e veloce rispetto a quella dell’avversario. Ora si ritroverà di fronte Florian Mayer, autore di un ottimo torneo grazie alle vittorie su Karlovic ed Almagro (l’orripilante “ciccio brutto” iberico era comunque svuotato dalla furente tournè minore sull’argilla sudamericana). La logica vorrebbe dunque Berdych estromesso dai leziosi mulinelli del “gattone” (assai) minore. Ma il tennis non è sport di logica ed il tedesco spesso fa seguire lo scempio alla meraviglia. Potrebbe venirne fuori un match gradevole, al più combattuto, col ceco che parte favorito.

Tipsarevic-Simon: 2. Altri due intrusi, che bene hanno sfruttato la presenza in quei paraggi degli ectoplasmi fluttuanti Melzer, Cilic e Roddick, sempre più in disgrazia. Il filosofeggiante pensatore serbo agghindato come un coatto di borgata ha disposto del croato calante, poi s’è confermato accanendosi sulle auto irridenti spoglie di Petzschner. Torneo a suo modo sontuoso per l’imbianchino tedesco, scintillante contro Serra e nel derby da centro d’igiene mentale con l’amico di reparto Melzer (in sempre più furibonda crisi esistenziale tendente al suicidio cruento). Poi che vuoi, contro Tipsarevic si contenta del tradizionale e gaudente giochetto: scambio con una ventina di slice sibilanti negli angolini (dest-sinist, sinist-dest), dritto lungolinea al fulmicotone e candida smorzata di rovescio, che muore da destra verso sinistra. Applausi e noccioline elargitegli come premio. Può bastare. Ora per il serbo si prospetta un impegno ben più probante contro Gilles Simon, approdato agli ottavi alla chetichella e senza farsi notare (e come lo vuoi notare, Gilles Simon?), battendo l’eroica crosta di Caravaggio (o scarafaggio incrostato, fate vobis) Pablo Cuevas, indomabile giustiziere di Roddick.

Federer-O.Rochus: 1. Elvetico avanza senza grossi patemi in un tabellone in discesa, se si eccettuano i due set combattuti col pistolero minore di Tandil (Juan Monaco). Ma non sono i primi turni l’incognita per l’ex numero uno, lo sappiamo ormai. Parecchio attesa ed interessante sarebbe la semifinale-must contro Nadal. Avversario di ottavi inatteso, ma meritorio. Il belga gnomo Olivier Rochus, malgrado il fisico da fantino del Kentucky derby, è tipo che sa giocare al tennis ed il suo rovescio classico piace alla gente che piace (a me). Caduto qualche mese in disgrazia per acciacchi fisici s’è riavuto con gran serietà nordeuropea. Sono belgi e non italiani, questi strani figuri. Da quelle parti, un talentuoso tennista si mette di buzzo buono, qui un mediocre talentino flatulente spernacchia con sufficienza e vivacchia del misero passato, che tanto i soldi ce li ha papà. Del resto, sempre in quei luoghi strambi, un ministro si dimetterebbe anche per il dubbio di una fattura da 10 euro non ricevuta. Su queste sponde scevre da puritanesimi vari, un ottuagenario malato di satiriasi ed imputato di prostituzione minorile rimane al suo posto a pontificare di morale pubblica. Olivier si è gettato nei challengers (vincendoli), qualificazioni a Miami (superate di slancio) e tre turni nel tabellone principale passati (compresa la vittoria su uno Youzhny appannato, oltre che psicotico). Contro Federer però la sua corsa dovrebbe finire, bruscamente.

Ferrer-Grannollers: 1. Santi numi benedetti. Accoppiamento da paesana sagra dei tori sbilenchi di Salamanca. Ferrer ha fatto il suo dovere di testa di serie, Grannollers con la sua bella mascella sgranata ha sorpreso tutti facendo fuori Wawrinka e Llodra (solo a riportare i risultati si rischia la blasfemia e scomunica papale). Mi rifiuto di vedere qualcosa, ma anche pensare alle terrificanti evoluzioni belluine che potrebbero venirne fuori. Vincerà il primo, se al mondo v’è una logica. Ma è lo stesso.

Fish-Del Potro: 2. L’argentino è all’ennesima tappa del suo recupero a grandi livelli, e con la semifinale nel mirino. Per lui soliti patemi con l’’inutilmente aggraziato Kohlschreiber e spietata esecuzione di un Soderling tragicamente malfermo. Con Fish è chiamato a ripetere la bella vittoria di un mesetto fa a Delray. Ma l’americano neo smilzo è tipo da prendere con le molle, capace di un tennis a tratti gradevolmente piatto. Ha steso in due set il fantasmino smemorato di Gasquet (encomiabile nel far seguire a segnali di rinascita, goffe cadute da paperella muta), e da quando quelle esili gambe da stambecco non devono sopportare una corpulenta quintalata malferma, è tornato ad ottimi livelli.

Isner-Anderson: 1. In questo ottavo dovevano esserci Murray e Verdasco. Il primo umiliato dall’ex speranza (ora miracoloso top 100) Bogomolov, l’altro copertosi di consueto ridicolo contro il connazionale pedalatore Andujar (uno che, a memoria, non aveva vinto un set fuori dalle sabbie mobili argillose). Ovviamente i due improvvisati serial killer di quaglie diversamente agonizzanti, hanno lasciato il campo al turno successivo. Ed ecco allora Isner e Anderson. Confronto equilibrato tra il pivot yankee strappato al basket e la nodosa pertica sudafricana, una specie di Fassino (quello disegnato da Vauro), in discreta crescita. Favorito l’americano in tre set. Forse.

Djokovic-Troicki: 1. Ancora loro, in questo ormai stucchevole must da v.m.18. Non se ne può più. Occorre una raccolta di firme. Una moratoria internazionale. Ce li siamo ritrovati di fronte in tutti i tornei che hanno disputato nell’ultimo anno solare. Accoppiamento inutilmente brutto, e dall’esito scontato. Una volta lo spiritato delfino-trota Troicki riuscì a portare la sua guida spirituale financo al quinto set. Solo due settimane fa ad Indian Wells raccolse un game. Sono portato a credere che finirà come nell’ultima occasione. Troppo in palla sembra l’ultimo Djokovic versione supereroe mascherato (il “cozzalo nero”), per il rassegnato connazionale. Chi vivrà vedrà (anche no, per i facilmente impressionabili o deboli di stomaco).

2 commenti:

  1. Eureka, mi sei diventato pigro, o affaccendato per trovare il tempo di scrivere?
    Nadal beccherà Dolgopolov, i federiani volevano con la scusa della pioggia farlo giocare contro tutti e 2, ma zio tony li ha fatti arrestare.
    Mi è ovviamente spiaciuto per Youzny, ma non c'era con la testa e meriti a Rochus.
    In doppio è andato avanti con Stakosky? I tabelloni di doppio sono vietati per legge.
    Fish è gradevole ma non riesco a volergli bene, ma negli Usa secondo me è psicologicamente avvantaggiato, anche perchè ci tiene di fronte ai suoi sosstenitori. L'accoppiamento v.m.18, ha stufato, non si guarda nemmeno il risultato.
    Seppi davvero, davvero vergognoso, non ho ovviamente guardato il match ma quando ho letto ho pensato che proprio deve giocare nelle sagre di paese, ma un briciolo di orgoglio???
    Vabbè agli ottavi tutti i miei pupulli sono già fuori, mi resta Dolgo, è iniziata 2-1 servizio all'ucraino...vado!
    Jess

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  2. Ciao Jess,
    pigro? Po’ esse. Volendo scriverei anche ogni dì, ma spesso quella mezz’ora mi serve per espletare altre impellenze (curare i geranei, ad esempio) =)
    Dolgo e Tsonga entrambi (in fusione) contro il forzuto iberico, sarebbe una bella idea. Temo non ce la farebbero lo stesso. Youzhny/Stakho hanno perso, il russo però l’ho visto con Rochus ed era a mezzo servizio. Fish è a tratti gradevole. Adesso è smilzo e più competitivo. Ma forse lo preferivo obeso, confusionario ed agghindato coi completi extralarge congegnati per Homer Simpson
    Il funambolo caldarense…ogni volta mi ripropongo di non sparare più sulla croce rossa. Ed ogni volta, puntuale, trova il modo di rendersi ridicolo agli occhi del mondo. Tanto per, avevo messo 20,00 sul 2-0 dell’ucraino (NON SI POTEVA SBAGLIARE, IN QUESTO E NEGLI ALTRI MONDI). E l’inetto si ritira a quattro punti dalla fine. Roba da far partire un esposto alla commissione d’inchiesta del federazione internazionale.
    Tutti fuori. E dov’è la novità? =)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.