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lunedì 13 giugno 2011

L'ERBA MAGICA DI HALLE



L’amore trionfa sempre sull’odio (Versetto 6, Cap II. Dal verbo dell’unto satiriaco)

Non è un Grande Slam e neppure un Masters 1000, ma il piccolo torneo di Halle ha il gran pregio di provocarmi una sensazione di appagante benessere interiore e rinascita spirituale a nuova vita. Abbandonata la terra rossa, si gioca sull’erba in preparazione di Wimbledon. Nessuna podistica e continua esecuzione compulsivamente arrotata. Nessun grugno lombrosiano o digrignata mascella del forzuto con racchetta imbracciata come preistorica clava da caccia alla poiana potrà mai dominare simile giardino dell’Eden sminchiuto. Per una settimana scordatevi i Grannollers Pujol, i Gimeno Traver o i Berlocq, voglia il cielo. Torneranno presto, non abbiate timore. E’ Halle signori. Il presidente factotum del circolo, Gerry Weber, s’era lagnato non poco per l’inatteso forfait del padrone di tale giardino d’allenamento, ai secoli Roger Federer. Il campione svizzero, stanco per le maratone parigine, ha declinato l’invito provocando le funeste ire del manager. Ci pensano allora i grandiosi tennisti dell’orchestra sinfonica tedesca a tappare la falla, con prestazioni sontuose. Non v’è il gran monarca, ma tanti piccoli direttori pazzi, in gran vena.
Spicca la sagoma di Philipp “Kohli” Kohlschreiber, tedesco tennista assente a se stesso da mesi. Forse anni. L’impalpabile anagonista smunto dalla mano di fata ritorna in auge innanzi al suo pubblico, ed i suoi colpi sono un inno alla gioia per l’infermo di mente ormai rassegnato al valium. Col suo bel bananino accennato in testa e l’espressione da Cassano umanizzato alla civiltà, disegna traiettorie di ovattata geometria balistica. Praticamente impeccabile e gaudente come una cinciallegra in amore, Kohli avanza fino alla finale, destando grandi sensazioni. Via, affettati dalle sue parabole e da quei rovesci d’infingarda bellezza stordente, ciò che rimane di Hewitt (ormai capace di battere solo Seppi e qualcun altro) e l’abominevole Monfils, sull’erba a suo agio almeno quanto il nostro amato Premier in un’aula di tribunale.
Ad attenderlo in finale, l’assai minacciosa sagoma dell’arrembante Philipp “Picasso” Petzschner. Tutto di celeste manco fosse un laziese fan di Kalle Riedle e saettante come un satropo genio della lampada spenta, s’inventa un torneo d’altri tempi. Tennista completo e buono per ogni superficie, come ogni genio autentico, sull’erba però il suo tennis si sublima amoreggiando col nulla estatico. Disinnesca le bombarde misslistiche della gran promessa Raonic. Le affronta di petto, con l’ardimento dell’incosciente e riflessi mostruosamente irreali. Chissà cosa avrebbero fatto Starace o Bolelli con le loro risposte da tortughe comatose. Già, perché i due “non hanno niente in meno di questo tedesco”, come ha scritto un luminare dalla sua stanza del reparto “neurodeliri al tristo stadio finale” (non chiedetemi chi sia e che vita possa ancora condurre). Vince Picasso, vince. E’ questa la gran novità. Ispiratissimo e centrato come nelle notti di luna piena e nei tornei sul patrio suolo. Dopo il canadese gigante del futuro, s’inchina alle sue gesta tennisticamente squilibrate persino Thomas Berdych, top ten e finalista a Wimbledon la scorsa stagione. Picasso stavolta ha anche l’istinto del killer spietato, persino atterrito dal suo stesso coraggio inconsapevole. Il ceco è condotto nei meandri del suo mondo, mandato fuori di testa e probabilmente internato in un manicomio dell'alta Sassonia. Servizi terrificanti, dritti che volano a velocità siderale, velocità di braccio stellare, ricami, slice che costringono l’orrida pertica di cechia a piegarsi goffamente e raccogliere la pallina che rimbalza sordida a dieci centimetri da terra, e ancora volèe, balzi, tuffi e stop volley su passanti che viaggiano a 180km/h. Impressionante, per chi ci capisce qualcosa di questo strano sport. Certo che Seppi non ha proprio nulla di meno di “questo tedesco, se non la convinzione" (il malato di cui sopra, ormai nell’acme del delirio di morte).
La finale è presto fatta. I due Philipp a fronteggiarsi, tra gran servizi e virtuosi ricami d’incanto, guizzi da funamboli e gioiosi ghirigori. Un confronto che riconcilia col mondo. Anche sugli spalti si respira aria nuova. Nessuna equipe di spiritati semiergastolani con quell’odio violento negli occhi che rimanda a processi di Norimberga, nessuno squilibrato genitore domatore col frustino. Nell’angolo del Kohli troneggia una biondona sorridente e qualche simpatico tedesco con l’aria di chi vuol solo mangiare un panino Wurstel e crauti bevendo una birra. In quello del Picasso spiccano allenatore e amici a discutere con indifferenza, quasi stessero svogliatamente dibattendo di un film neorealista. Poi la moglie, a metà tra l’apprensiva e l’incredulamente divertita. Tiene a bada un putto mulatto coi boccoli e gli occhiali da Harry Potter, figlio adottivo della coppia. Già, il Picasso essendo assai sensibile e con un animo nobile, ha adottato un bambino straniero. La finale è la panacea e trionfo dell’esteta che non pretende nulla dal mondo che non sia la bellezza fine a se stessa. Ma un vincitore dovrà anche esserci. Kohli appare  più completo ed abituato a simili occasioni, Petzschner più genialmente intermittente ed imprevedibile. Solo il tempo di assistere a qualche servizio dirompente, due o tre marziane risposte del Kohli, qualche ricamo rete del pittore ispirato e sviolinanti scambi dal fondo, a tutto campo, ariosi ed empi polmoni. Quei due paiono degli sviolinatori tzigani imprestati al tennis. In tutto tre quarti d’ora, prima che il Picasso sia colto da un malanno alla schiena ed abbandoni tristemente la “lotta”. Con grande mestizia, sperando possa rientrare a Wimbledon e regalare qualcosa di inutilmente bello. Poi leggi, distrattamente, “beh, speriamo si liberi un posto e Bolelli possa entrare in tabellone a Wimbledon” e capisci perché questi tifosi italiani si meritino solo Seppi, Bolelli, Starace…

13 commenti:

  1. D'accordo su tutto, e pensare che c'e' chi la finale l'ha definita 'un solo, noioso set', millantando persino lamentele dal pubblico pagante... Manco Minzolini...

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  2. Molto gradevole anche la finale del Queen's, con uno Tsonga a tratti meraviglioso e poi ovviamente perdente. Certi tuffi vintage anni '80/'90..
    E un notevole Murray.

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  3. Ah... quanto adoro la stagione "erbivora"... peccato duri soltanto due settimane... e il che riaccende in me la vena polemica che mi fa sentir tanto giornalista italiano (seppur col belpaese condivido solo la lingua e qualche antenato e così si svela perché son uno dei fan sfegatati del King…)… Ma non lo trovi scandaloso? Voglio dire, ai fini della classifica ATP… ci sono tre master 1000 più uno slam sulla terra rossa, cosa che permette di racimolare una catervate di punti ai terraioli, mentre c’è solo uno slam sull’erba… aggiungiamo che negli altri master 1000 le superfici sono generalmente più lente che veloci, francamente non trovo che il tutto sia molto equilibrato. Poi è vero che oggi le superfici si assomigliano un po’ tutte eccetera eccetera però son veramente scandalizzato da questa situazione, è trovo irritante che il prode Nadal re della terra rossa detenga il record di vittorie dei master 1000, se ce ne fossero stati di più sull’erba, son convinto che tale record sarebbe nella mani di Re Roger, così come quello di maggior settimane da numero 1… Il mondo è ingiusto. Va beh, va beh, sto chiaramente e volutamente esagerando! Era solo una riflessione –che se non sbaglio hai già espresso anche tu- pensando che il tennis sull’erba giocato da giocatori non-difensivisti / picchiatori é veramente uno spettacolo, ed è peccato che si veda così poco! Ed è comunque peccato che conti così poco per la classifica, se avesse un peso maggiore, magari “nascerebbero” più giocatori offensivi, non trovi? Riflessione personale, forse un po’ bacata!
    E il che mi porta anche ad un’altra riflessione che nasce con l’avvicinarsi di Wimbledon… anche se legata solo alla lontana con quella di prima… Maaa… visto che la finale del suddetto torneo si gioca su un campo che è peggio di quello dei mondiali di beach volley, non si potrebbe preservare il centrale per le semifinali-finali? O se proprio-proprio, per la seconda settimana… giusto per riuscire a vedersi una finale sull’erba e non un Roland Garros atto secondo… è un’idea così malsana?

    Beh, mi rendo conto di aver scritto un romanzo, se sei arrivato a legger fin qua… Mi scuso per il tempo che ti ho fatto perdere, ma mi interessano sempre le tue opinioni =)

    Alla prossima!

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  4. @Fabio,
    beh, la finale è oggettivamente durata poco. Primo set dominato dai servizi, ma si è comunque visto qualcosa di pregevole. Risposte stellari, qualche ricamo e alcuni formidabili scambi a tutto campo. Più che nella finale i due han dato spettacolo soprattutto nel resto del torneo. Pacifico che alcuni preferiscano vedere una finale Andreev-Grannollers, de gustibus... Il minzo-style ci invade, ancor più grave nello sport perché non lo fanno per servitù, ma per ignoranza purissima. =)

    @Arturo,
    visto qualcosa nel finale del secondo set. Tre anni fa mi sbilanciai (troppo) sul francese e su quello che avrebbe fatto sull'erba entro il 2012. Poi mi sono accorto dei limiti difficilmente arginabili che ha in risposta e nei movimenti sul prato. Hai visto mai che ora mi smentisce di nuovo. Certo, un bellissimo vedere, passanti da sotto le gambe dell'inglese, volèe in tuffo stile Becker fine anni '80 di Jo. Vediamo che combinano a Wimbledon.

    @Siro,
    figurati, nessun tempo perso. Io sarei l'ultimo a dover parlare, visto che (ci scommetto) solo tre o quattro pionieri riescono ad arrivare alla fine di un mio pezzo fiume. =)
    Stagione su erba...non ci vorrebbe molto. Inserire Newport (inutile ora messo dopo Wimbledon), e rendere il Queens un Masters 1000, eliminando uno dei due negli states in agosto. Il tutto allungando la stagione su erba di (non dico due) almeno una settimana. Ma ci sono interessi che vanno in senso contrario.
    Tennisti da erba, attaccanti o giocatori di serve&volley puro tra due o tre anni non ce ne saranno più. Già qualche anno fa lo disse a ragion veduta Max Mirny "la bestia". Si gioca per vincere più che divertirsi o giocare bene. E con una simile programmazione, quale allenatore vuoi che insegni ad un ragazzino a giocare serve&volleym per ben figurare due settimane l'anno? Nessuno.
    Centrale...mi pare assolutamente impraticabile. Specie ora che hanno costruito l'astronave coperta ed illuminata. Il problema del deterioramento dei campi è vecchissimo. C'era un certo Ivan Lendl che annaspava e soffriva contro tutti nei primi turni, quando il campo era immacolato e velocissimo. Poi man mano veniva fuori nella seconda settimana. Alla fine perdeva lo stesso in finale dai vari Cash e Becker, ma questa è un'altra storia. =)
    Ciao, a presto.

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  5. caro picasso,
    riprendendo le tue parole,penso di essere tra quei pionieri...davvero un bel pezzo, come sempre. Qualche tempo fa lessi che i tuoi visitatori non erano più di 2,3 (gatto compreso)...beh, io sono tra questi. Ogni mattina mi connetto ad internet, digito "Tennis e Psiche" ed entro nel blog speranzoso di trovare un nuovo pezzo o quantomeno una commento competente e mai banale. A mio parere (per quanto esso possa contare)questo è il MIGLIOR BLOG TENNISTICO e spero che tu continui a scrivervi a lungo, altrimenti io, il tuo gatto e l'altro tuo visitatore saremo costretti a limitarci al semplice match di tennis (ultima letta "ci sono 7/8 bracci superiori a quello di Malisse: 500.000 £ a chi me li saprebbe elencare...)
    A presto e grazie davvero,
    uno dei tuoi 3 visitatori(al nick ci sto pensando)

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  6. Prima volta che commento, ma ti leggo da molto tempo. Parlando di tennis di pregevole fattura c'è da dire che è un peccato che Dudi Sela in questo periodo abbia scelto di andare a vincersi un challenger piuttosto che giocare a livello atp (ricordo la vittoria su Roddick l'anno scorso al Queen's, un vero spettacolo), è un tennista che apprezzo perchè riesce a giocare un bel tennis d'attacco, leggero ma molto preciso.
    Poi un appunto: tu citi spesso Granollers come fosse una specie di Montanes bis, quando io l'ho visto giocare ha sempre fatto un tennis divertente con molte discese a rete (è un buon doppista), lo ricordo a Valencia l'anno scorso far scapocciare Monaco giocando una media di 3 stop volley a game, inoltre il suo risultato migliore (la finale proprio a Valencia, vale più di quel cesso di torneo di Houston) è ottenuto indoor.

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  7. @Anonimo in cerca di nick...=)
    Ma grazie, sei davvero gentile. Sembra quasi che ti abbia pagato lautamente per scrivere quelle cose. Secondo i sondaggi del lucidissimo Mammhaimer le visite sono parecchie, la mia era una battuta per significare che comunque non credo siano poi così tanti a sciropparsi un articolo fiume sul tennis, impostato in questa maniera. Forse i più cercano l'immediatezza di una cronaca, altrimenti preferiscono leggere un libro, al limite. Ma era solo una riflessione. Non sarebbe un male, meglio tre o quattro che arrivano alla fine, che 5000 che vedono il titolo e basta. Avessi voluto che molta gente s'imbattesse nei miei "parti", sarei rimasto a scrivere su quel sito in cui collaboravo. Magari facendomi piacere il fatto che i "contestatori" (due in un anno), invece che essere ignorati, venissero invitati dagli alti vertici a leggere altri articoli "normali" del sito (una roba raccapricciante, per chi riesce a capirla). Mi diverto così. Alcuni si fanno ancora di crack, altri non riescono a guarire dalla satiriasi. Io scrivo "senza nulla a pretendere" come forma di assuefazione che si va ad aggiungere all'alcol ed alle scommesse. =)
    Ciao, ancora grazie ed alla prossima (con o senza nick, fa niente. Era per un fatto di memoria).

    @J,
    Ciao, ben arrivato allora. Dudi sela mi è sempre piaciuto. Leggerino e con limiti fisici, ma in possesso di un tennis brioso e divertente. E con un rovescino assai godibile. Forse s'è diretto nei challengers (credo abbia vinto Nottingham) per evitare di fare le qualificazioni altrove, ma rimane comunque un bel tennista da prati.
    Grannollers, beh...non è certo un arrotatore della più classica scuola d'iberia. E' un tennista moderno anzi, che tutte le volte che l'ho visto ha sempre preso gran rischi. Ma continuo a vederlo come un "perticone ruvido". Non è come Montanes, certo, ma io in ultima istanza di morte, preferirei vedere il "ratto" diabolico con le sue smorzate, che Grannollers. Che dirti, forse sono stato traviato da un suo match con Seppi e quello, si sa, farebbe giocare male anche Michael Stich. =)
    Ciao, a presto.

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  8. caro picasso, avrai saputo delle wc di wimbledon(maschile)...considerandoti un gran conoscitore ed intenditore di tennis, da organizzatore a chi le avresti date? Potresti, per favore, scrivermi quei giocatori che, a tuo parere, le avrebbero onorate al meglio? (se non ti scoccia dare un occhiata ai tennisti rimasti fuori dal md). Mi affido a te e spero in una tua risposta, ne ho davvero bisogno... GRAZIE MILLE IN ANTICIPO!

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  9. Non credo di poter dare un contributo decisivo alla tua indagine o pezzo. Gli inglesi usano un metodo condivisibile. Alcune agli inglesi (Cox, Ward...), altre a chi si è ben comportato a Wimbledon (non ci sono fenomeni, quindi Falla, Clement, Muller) ed altre ai primi degli esclusi.
    A chi le avrei date io? I miei preferiti sono quasi tutti dentro. Tra gli altri Dustin Brown (divertente su erba) e Dancevic (cui solo io continuo a credere) che sono nelle qualificazioni, o il discreto Huta Galung che è rimasto in Olanda.
    Ciao

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  10. ci vorrebbe di nuovo l'erba agli australian open,qualche giocatore stile Mc e edberg (giusto per fare due nomi) e magari telecapodistria che trsametta qualche slam cazzo!marco

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  11. In tempi lontani si giocavano 3 slam su 4 su erba, ma che gli australiani tornino ai prati mi pare meno probabile di una vittoria di Volandri a Wimbledon. Speriamo almeno che il torneo inglese resista...=)
    Ciao, a presto

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  12. stasera, sfogliando vecchie riviste, mi sono imbattuto in un articolo sull'ex n.1 senza slam marcelo rios ed ho pensato:"come mai picasso non ha mai nominato il cileno neanche tra i migliori del passato nonostante avesse le doti tecniche e l' indole per farne parte?" E la stessa domanda che pongo a te...mi sembra strano che tu non abbia mai parlato di marcelo rios...cosa pensi di questo (ormai ex)giocatore? Attendo una tua risposta, grazie.

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  13. Marcelo Rios...buon talento anche piuttosto divertente, con la fama di non amare troppo la fatica e stroncato da un infortunio...poteva senz'altro ottenere di più dalla sua carriera.
    Ma non è che accenda molto la mia fantasia. Sicuramente meno di quello che sto vedendo ad Eastbourne. la cosa più divertente dell'ultimo ventennio tennistico. Una tragica epopea horror. Irreale, macabra e surreale. Da non credersi...=)
    Ciao.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.