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martedì 28 giugno 2011

WIMBLEDON 2011 - OH, DELICIANO




Giornata 8 – Dal vostro inviato che “ho visto per la prima volta il matrimonio di William e Kate: Bellissimo.”. (Dagli aforismi apocrifi del mostro di Avetrana, Misseri)

Si attendeva il grande botto, la sorpresa in almeno uno dei match di ottavi che vedevano impegnati “i magnifici quattro”. Invece, niente o quasi. I frizzi e lazzi si hanno soprattutto nel tabellone femminile, ormai divenuto terra di conquista per il niente. Rimane sono Masha la siberiana, tra quelle in corsa, ad aver già vinto uno Slam. Ieri ha regolato agevolmente la cinese Peng, senza dover nemmeno sfoderare le urla più ricercate. Scotennano le rispettive, e malcapitate, avversarie anche Azarenka, Lisicki e Kvitova. Mandate al creatore tennistico in un baleno, rispettivamente: Petrova, Cetkovska e Wickmayer. Nella giornata delle grandi sorprese femminili, torna a casa la numero uno al mondo Caroline Wozniacki (ormai sempre più tragedia e personificazione del fallimento dei numeri), regolata alla distanza dalle sfrontate "carocchie" della gnoma da combattimento, Dominika Cibulkova. Fuori entrambe le sorelle Williams, allo unisono, presentatesi a Wimbledon con un paio di allenamenti defatiganti nelle gambe. Serenona, ferma e furente, si vede bloccata da Marion Bartoli. Per questa mitologica cosa quadrumane, le parole paiono ormai inutili. Come storpio primate pizzicato da una taranta, imbraccia il suo scaccia mosche e via (“alllleeeezzzz”). Un inno all’orrore. Mestamente battuta anche Venus. Tsvetana Pironkova, sottile bulgara che esalta i sui bei colpi semplici, la doma in due set senza farsi troppo intimorire dal suo paletot brilluccicante da casta diva. Entrambe tornano a Malibù. Pronte a dedicarsi alle loro innumerevoli attivita. L’allenamento? No. La pubblicità. Questa settimana sponsorizzeranno le barrette multivitaminiche contro l’aerofagia, al mirtillo, lampone e fragoline di bosco.
Tra gli uomini, tutti avanti i quattro favoriti. Sorpresa relativa è l’eliminazione dell’uscente finalista Thomas Berdych, estromesso in tre set da Mardy Fish. Perché, alle volte, l’intelligenza tennistica fa fuori la demenza. A casa il ceco, per la felicità dei sindacati dei "bibbitari" locali, colpiti a morte e falcidiati dai suoi “homerun”. Bernard Tomic mi manda di traverso due infingardi tramezzini, stendendo Xavier Malisse. Prestazione perfetta (ed irripetibile) dell’australiano, il più giovane ad entrare nei quarti dei championshisp, dai tempi di Becker. Tennis completo, buon carattere e faccia calamita sberle. Notte tempo, due organizzatori avvertono Malisse che il match è già finito. Lui, che non è seguito da nessuno in questa fase di vita vagamente misantropa, ha però bisogno d’esser avvertito delle cose. Almeno.
Passa di slancio Jo Tsonga, tre mirabili set a zero all'aratro Ferrer ed una esplosiva sensazione di gran splendore tecnico-atletico come in tre anni gli è forse successo due volte. Soffre, ma rimane in vita il bel volleatore di Toledo Feliciano Lopez. Recupera due set al polacco Kubot, ed è ancorà lì a sguainare volèe e magistrali colpi mancini. Spiace, occorre dirlo, per questo marcantonio polacco che interpreta il tennis erbivoro alla vecchia maniera degli eroi. Pazzo, letteralmente. Un kamikaze che azzanna la rete con un coraggio leonino. Indomito combattente che “arravoglia” qualsiasi straccio per gettarsi avanti ed inventarsi persino volèe pregevoli.
La spunta Feliciano, o meglio “Deliciano”, come direbbe mamma Judy, assai conturbata dall’iberico. Ecco, mamma Jude sta diventando sempre più idolo incontrastato. Protagonista della storia più bella di questo Wimbledon inventato. Il gossip inglese si è scatenato su presunti sms di accaldato apprezzamento inviati dalla bacucca mamma Murray all’iberico. Ed io me la immagino serrare il labbro, tutta accaldata e fremente, violacea e paonazza, mentre gode di una demivolèe mancina di quell’aitante giovanotto barbuto e bello come un Dio greco. Arde di senile amore, Judy. Poi irrompe nella stanza il figlio, si accorge dell’orrenda scena, mentre era già pronto un materno messaggino d’amor struggente: “Oh, Deliciano, palpito, fremo e vibro come una foglia scossa dal libeccio d’amore, ad ogni tua volèe. Sento di diventare pazza. Sono pazza d’amore, forse.”. Andy scuote la testa, le ruba il telefonino e la manda in camera sua senza cena. E si ode in lontananza un pianto irrefrenabile. Giochi della vita, nei quarti “Deliciano” affronterà proprio Andy Murray. Ed oltre alle volèe melliflue, lo spadaccino di Toledo ha un motivo in più per poterci provare. L’inglese si disfa in te set di Richard Gasquet. Mezza delusione per chi si attendeva un match, almeno, più combattuto.
Periodico 6-3 che vale più di mille parole, quello che infligge Novak Djokovic a Llodra. Poco meno che un cacciatore disturbato e con fattezze orrendamente esagitate, che si accanisce a pallettoni su uno svolazzante cardellino. Regala un set di indomito e languido ardore, Mikhail Youzhy, prima d’esser ricondotto a miti consigli da Roger Federer. Poi ci sarebbe Rafael Nadal, ah sì, Rafaelito il lazzaro moderno. Quasi vien voglia di lasciar perdere, di non trattarne più. Uno ci prova anche, ma niente. A Wimbledon si sublima la sua arte melodrammatica. Altra recita da guitto della commedia dell'arte patologia, nel bel mezzo di una battaglia violenta con Juan Martin Del Potro. Ancora stop medico "personale", e partita interrotta per sua regale volontà prima di un tie-break. Zoppica, torce il labbro leporino, fa smorfie di dolore estremo e rassegnato. Pare il cristo in croce. Persino le telecamere indugiano sul piede ferito, che tanto lo fa patire. Zio Toni e la sua ciurma, se la ridacchiano sotto i baffi. Il buon Juan Martin, che pure non è un pusillanime Picasso dalle labili meningi, inizia a pensare. Si modera, non rischia più la magnifica fucilata vincente, cambia schema pensando che tanto quello è fermo, basta meno. Ed è lì il guizzo del “campione”: cinque o sei sgambatone da olimpionico del 400mt piani e passante implacabile condito da un zompo di felicità con ricaduta sul tallone divelto a morte. Lo stesso che trenta secondi prima gli impediva di camminare come un uomo normale, rendendolo uno sciancato prossimo all'abbandono. Che roba ragazzi, meglio glissare per umana decenza, facendo finta di non leggere un titolone del giornale che va per la maggiore tra i tifosi di pallone: "Nadal più forte del dolore". Un titolo che si ricicla, di anno in anno, di commedia in commedia. Un bel film, senz'altro. Basta crederci anche all'ennesimo sequel. La realtà è che vince il tie-break incriminato, poi la spunta al quarto set correndo come nemmeno un alieno del pianeta Zaros, il gravemente ferito "più forte del dolore". Nel mezzo, scivolone dell'argentino che però non ha certo il tempismo del "campione", negli stop finto-medicali. Un must, ormai. Chiamatela essenza d’iberia svegliata dall’ambiente british. Essenza vagamente depurata da Feliciano. Anzi, "Deliciano", immaginando l’estatica Judy in amore.

7 commenti:

  1. Immaginare Judy in menopausa arrapata è divertentissimo...cmq i tabloid inglesi sono tremendi. Bigotti scandalosi loro e i loro sovrani ridicoli.
    In merito a questo mto sono davvero furente, vorrei non pensarci, non ci riesco. Poi vedere titoli di quel genere fa venire il vomito...come dicevi è palese agli occhi del mondo ma si girano tutti dall'altra parte. Poi leggere le regole dell'mto dove il fisio potrebbe negare l'intervento, vien da ridere ma quale fisio o arbitro negherebbe l'mto a nadal??? Dio santo poi ste cose non si possono leggere. Ma quando troverà il suo che gliele suonerà sarà troppo tardi? Quando gli vomiteranno addosso tutto? Come fece Safin a Berdych...ah era solo Berdych. E' che questo colleziona slam in questo stile da "campione" in situazioni in cui dovrebbe perdere e si salva.
    Del potro ti dicevo nell'altro commento era seccato e l'ha fatto presente all'arbitro per l'mto...poi lo ha aspettato mentre usciva dal campo. Contraddittorio, anche i giocatori subiscono la soggezione psicologica, ma i giornalisti, da loro non è ammesso
    Jess

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  2. Fossi nella Wozniacki rinuncerei al n° 1. Già arrivare al 3° set con una nanetta che non ha mai vinto un torneo per una che dovrebbe essere(sempre secondo il computer) la migliore giocatrice del mondo è grave, ma addirittura perdere...brutti tempi davvero per la wta.

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  3. @Star/Jess,
    Judy è innamorata del giovanotto volleante. I tabloid saranno tremendi, ma la storia è deliziosa. Tocca ammetterlo.
    Quanto al mto...rimane una cosa incomprensibile. Io posso anche arrivare addirittura a credere che non sia solo scena, che davvero lui si così spaurito dagli infortuni da fermarsi al primo accenno di pericolo...ma ormai ha stufato. Ed ora è ridicolo addirittura parlare di tennista che "batte anche il dolore". Stai bene, gioca. Hai un problema, ritirati e "stoppe". =)
    Ha stufato tutti. Ma ormai fa come meglio crede, regole sul mto o no, non gli frega nulla. Ed arbitri ed avversari stanno lì zitti. Marat con Berdych?...bah, non so se al posto del ceco ci fosse stato Nadal. Ma visto il personaggio, non credo si sarebbe fatto scrupoli o problemi a dire quello che pensava. Specie dopo una nottalba tormentosa. =)

    @Marty,
    Ciao....chi non muore si rilegge. Beh, come fa la Wozniacki a rinunciare. Poveretta, credo anche lei si renda conto di non valere quel posto. Ma finché le altre continueranno il "ciapa no", un torneo buono e tre catastrofici...lei rimane lì con le sue belle bretelle sormontate da gladioli. =)
    Ciao, a presto.

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  4. Pic perdonami ma la storia che sia apprensivo ed a tratti ipocondriaco che hanno tirato fuori oggi, compresa sky sport al notiziario, io non me la bevo proprio.

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  5. Faccio bene a non seguirla sky (ma evito abilmente di confessare che non conosco i telecronisti, altrimenti mi tacciano di somma ignoranza picassesca. Manco avessi scritto che non conosco Hemingway). =)
    Bah, il mio era un discorso tanto per, di chi "anche volendo credere" al fatto che non sia solo scena...non trova comunque una spiegazione a questi stravolgimenti di regole e quant'altro.

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  6. Scusate... lo so che non c'entra nulla col tema di questo post e che forse non frega a nessuno delle mie sofferenze interiori di questo triste pomeriggio di grigiore sportivo (per me personalmente, sia chiaro) ed emotivo...

    Ma qualcuno mi può spiegare PERCHÈ?
    Perché gli si spegne il cervello così? Perché in avanzi due set a zero decide di andarsene in vacanza? Perché non prova a tirar fuori i regali zebedei per giocare come ha dimostrato di poter ancora fare e provar almeno a prendersi UNA palla di break in 3 set? Perché? È una questione di fiato?
    Se non vince più a Londra, vuol proprio dire che noi seguaci del (...) Re dobbiamo metterci il cuore in pace ed addio Slam per sempre?

    Poi sia chiaro, non sono un irrazionale tifoso coi paraocchi... giù il cappello davanti a questo Tsonga, veramente... grandissimo (e che spero vivamente vada fino in fondo, per come sta giocando se lo merita veramente...), ma comunque... 2-0... Non può perdere...

    Okok, scusate lo sfogo, lo so che forse non é il luogo adatto... Ma voi, autori e lettori del blog, che siete così competenti e di Tennis e di Psiche... avete una risposta ai miei perché?


    Perché?

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  7. Ciao Siro,
    comprendo lo stato d’animo. Scrivo per diletto un blog incipriato, non sono certo uno di quei mammasantissima passeggianti su nuvole d'onnipotenza ed esperti di tecnicismi ridondanti (che pretendono anche li si conosca per forza, pur essendo niente). Non vorrei trincerarmi dietro il luogo comune dell’”età che passa per tutti”. Non credo che il Federer attuale sia fisicamente meno brillante di quello che dominava le scene. Almeno, non tanto da incidere troppo. Anzi, da Parigi lo notavo addirittura più smagliante. Il calo per me è dovuto a quegli svaghi e pause che prima non c’erano, o incidevano meno nell'economia di una partita. La testa e le motivazioni (intatte, ridimensionate o assenti), a volte contano più del fisico e spesso fanno la differenza. Ma oggi si deve pur dare merito a Tsonga, autore di una grande impresa.
    Ciao, a presto
    (e su con la vita) =)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.