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domenica 26 giugno 2011

WIMBLEDON 2011 - OTTAVI, PRONOSTICI E MEZZE VERITA' INVENTATE


Wimbledon giornata di riposo – Dal vostro inviato nella plumbea e piovosa city. Con le meningi costipate dall’acqua salmastra e dai bagni alla spiaggia libera, che sfumacchia sigarette e vi regala gli esiti degli ottavi di finale. In anticipo, per chi non potrà vederli

Uomini

Nadal-Del Potro. Molto benissimo, direi. Match atteso e test vibrante per il satanasso di Manacor, che fino ad ora ha proceduto spedito e senza macchia, se si eccettua qualche flebile patema procuratogli dal gran battitore Gilles Muller. E’ sempre un fendente al pancreas vedere certi arrotoni terrificanti ed alti, partoriti su un prato divelto brutalmente. Ma è più che producente, e va bene così, anche perché sta anche servendo assai bene, oltre al resto. Contro Del Potro però, qualche problema potrebbe averlo, anzichenò. Nel film che ho visto io, spesso traviato dall’abuso di oppiacei. Il pistolero argentino patisce assai gli appoggi sguscianti dell’infida erba ed il basso rimbalzo, dovendosi piegare dai suoi quasi due metri. Con Nadal invece, a meno che non si improvvisi “backatore folle”, può ben incocciare le arrotate. Condizione essenziale per vedere un incontro combattuto: il servizio dell’argentino deve funzionare benissimo, e quell’altro essere meno satanasso del solito.
Percentuali variabili Nadal 65%/Del Potro 35% (nel film invece, Del Potro rischia di divellere le strenue difese dell’asserragliato spagnolo)

Berdych-Fish. Ottavo che schiverei, con abile manovra d’accerchiamento, fingendo un appuntamento improvviso. Non per l’americano, persino gradevole ed anche competitivo da quando ha smesso con le patatine fritte e gli hot-dog imbevuti nella sugna, ma per l’altro. Berdych, zitto-zitto, e nell’ombra come una pantegana sgusciante, arriva alla seconda settimana in gran scioltezza, senza che nessuno se ne accorga (almeno io, non me ne sono accorto proprio). Se il cecchino orbo inquadra il campo, passa (ma la finale dello scorso anno rimarrà evento irripetibile, quasi). Fish però se la gioca, senza alcun dubbio.
Berdych 60%/Fish 40%. (Nel cortometraggio, percentuali allo inverso)

Murray-Gasquet. Proporrei di non guardare malvagi precedenti. Murray i suoi bei problemi li ha avuti per domare l’eroico Ljubicic, benzinaro sapiente che ne ha viste tante. Ma, anche a causa di un tennis difficile ed a tratti sopraffino, non dà mai la sensazione di sicurezza che hanno gli altri tre favoriti. Se poi ci si mette l’asfissiante pressione del pubblico inglese (che lui, ovviamente, detesta), si spiegano anche certe fughe dalla realtà dettate dal subconscio. Con Gasquet non ci può scherzare mica, eh no. Il francese, pur con avversari cartonati (e Bolelli? Appunto, sagome cartonate), ha lasciato impressioni positive. A tratti sorprendenti. Una misconosciuta serenità mentale, e voglia di calarsi nel modo della sofferenza. Di chi può anche essere costretto a remare qualche scambio prima di esplodere il suo talento in faccia al mondo. Piatti deve averglielo fatto capire (sperando che l’anitra testona non impazzisca e rovini tutto anche con lui). Il fisico finalmente sano risponde ad una mente quietata, e questo ottavo può giocarlo da par suo. Prevedo addirittura cinque set. 
Murray 60%/Gasquet 40% (Ovvio che nel film si vive altra storia, molto ma molto più bella ed all’incontrario)

F.Lopez-Kubot. L’ottavo più inatteso. Il buon Feliciano con eremitica barba abbruttente (ci provo anche io, ma rimane assai difficile ed inutile esercizio, quando si è così oscenamente belli) e melliflue volée, è riuscito a donare gioia tennistica agli astanti, troppo spesso violentati da turpi visioni. Ottimo nel regolare l’immarcescibile tigna di Schuettler, perfetto nel ridimensionare Roddick allo stadio di calante e goffa macchina da guerra arrugginita. All’americano, guizzi impensabili a parte, rimane qualche gioia di contorno dalle sue parti. L’iberico per caso, parte favorito anche nel suo ottavo. Ma “non dire mai gatto se non ce l’hai nel sacco”, diceva il filosofo di Cusano Milanino. Specie se il gatto si chiama Lucasz Kubot. Polacco che continua a sbalordire, come al Roland Garros. Attaccante universale, ed in gran forma. Qualificazioni superate anche qui, fino al doppio sorprendente scalpo di Karlovic e Monfils. Una medaglia se l’è già guadagnata liberandoci dall’orripilante spettro di Monfils. Passino le pirouettes sulla terra rossa, gli stridenti cigolii in recupero sul cemento, ma vederlo deflorare i prati con gli occhi a palla è veramente troppo. Prevedo gran battaglia, col polacco che non parte battuto.
F.Lopez 55%/Kubot 45% (nel sogno ispirato andava quasi allo stesso modo che nella realtà, ma in caso contrario, non è poi vicenda di cui costernarsi)

Ferrer-Tsonga. Come previsto (e temuto), il solerte mezzadro dei campi iberico ce l’ha fatta a giungere alla seconda settimana. Questo non lascia niente a nessuno. E’ come quei cani arrembanti, brutti, piccoli, ma ai quali è sconsigliato avvicinarsi. Ed il campo dove ha giocato il primo match, già dopo mezzo set era arato a puntino. Se davvero esiste un Dio dei cieli e dell’universo, niente potrà contro Jo Tsonga. Finalmente senza acciacchi di ogni fantozziana risma, Jo ha donato alcuni degli sprazzi di tennis più divertenti del torneo. Istrionerie maramaldeggianti e balzi da portiere a rete come non se ne vedevano da anni, sassi violenti e ricami, la sciabola ed il fioretto. Tanto dovrebbe bastare per far fuori lo spagnolo. Ma anche un piccolo calo, e quell’altro sta lì, con i denti digrignati e la rude vanga arrugginita in mano. Gesù.
Ferrer 35%/ Tsonga 65% (6-3 6-4 6-2, nel sogno)

Federer-Youzhny. Un Federer sontuoso, tirato a lucido nella versione immacolata, quello visto nei primi turni. Nessun problema, danzando sotto la pioggia in punta di piedi. Nemmeno contro l’argentino Nalbandian, non certo quello dei tempi belli, ma sempre uno che la palla te la nasconde come un rabdomante e la mette dove vuole. Lo svizzero non dovrebbe avere grossi problemi contro il russo Misha Youzhny, bravo a far fuori “ciccio pasticcio” Almagro (la sua inenarrabile bruttezza viene esaltata dalla tenuta bianca, e dal contorno verde) ed a tornare negli ottavi di uno slam. Un posto tra i sedici è bibbia assoluta, contando solo il braccio e facendo finta che non esistano le gracidanti ranocchie balzellanti ad ottundergli le meningi, ed il fisico da malfermo torello.
Federer 75%/Youzhny 25% (nel sogno, Misha si batte come un leone alterato, fracassandosi anche due racchette sul cranio. Poi il match è sospeso. Intervengono le teste di cuoio e lo arrestano perché fuggito notte tempo da un penitenziario di massima sicurezza)

Malisse-Tomic. Il giovane australiano, proveniente dalle qualificazioni, è una sorpresa. Tennis ordinato, completo e con picchi di strana intelligenza tattica su una faccia che invita alla sberla spontanea e senza motivo. La spocchia del viziato talento presunto che ancora deve dimostrare tutto, è ai limiti dell’insostenibile. Occorre dirlo. Vale un quarto di Dimitrov e mezzo Raonic, ma non è detto che non faccia una carriera migliore, anzi. Rischia di lasciarci le penne col signor Kirilenko, Andreev (non proprio un fringuello da prati), batte agevolmente un Soderling malfermo (provate ad immaginare di dovervi battere contro Tyson con entrambe le mani fuori uso. Voi gli girate attorno e potrete anche vincere, se quello non vi azzanna la jugulare).
Per lui ora c’è l’indolente genio tennistico di Xavier Malisse, autore di un torneo maiuscolo. I segni scavati su quel barbuto volto da bi-ergastolano ricercato in 106 stati, ben dipingono il suo chiaro disgusto verso il mondo, consapevole di una incurante, protervica e sdegnosa superiorità. Ben sa che, se solo vuole, da solo e senza l’ausilio di nessuno, può pisciare in testa a quasi tutti, come il  principale dei cieli quando fa piovere della grossa. Se solo vuole, però, eh. Torna negli ottavi dopo sette anni, esibendo un campionario di quasi imbarazzante tecnica cristallina: Colpi contro tempo, pungolature briose, accelerazioni lussureggianti, volèe, demi-volée, veroniche al millimetro e quant’altro. Batte Melzer (che regge solo un set e mezzo), quasi vi fosse un concerto di violiniste tzigane pazze, ubriache e svitate a dirigere il braccio del belga. Ed all’altro non resta che ammirarle e spaccare due racchette. Il match col giovane australiano però, non è per niente scontato. Mai dare per scontato nulla con Malisse. Però dipende tutto da lui.
Malisse 60%/Tomic 40% (Nel sogno l’australiano riceve una di quelle lezioni di vita su ciò che significa vero talento, che lo aiuterà a maturare)

Djokovic-Llodra. Dio mi fulmini se ho visto un solo scambio di Novak Djokovic in questo Wimbledon. Ho solo provato per qualche minuto a vedere Baghdatis. Praticamente un inno alla gioia fine a se stesso, in questo marziale mondo brutale incarnato dal serbo impettito come un burattino spiritato. L’antitesi del tennis erbivoro. Ma vince partite, ed è tra i quattro favoriti, forse alla pari. Se ancora non vi ha colto l’avvilimento finale, pensate al match di ottavi contro Michael Llodra. Il vezzoso mancino volleante che pare nato per sguainare volèe prodigiose e pizzicate su quei campi, parte sfavorito contro “la cosa” inarginabile. Se dopo quest’amara considerazione siete ancora avvinti all’idea di questo sport come il più bello al mondo, non vi resta che immaginare. Far volare la fantasia verso scenari immensamente impraticabili. Non costa niente, è gratis.
Djokovic 70%/Llodra 30% (nel film di Wim Wenders invece si assiste a qualcosa di musicalmente immaginifico. L’inusitata bellezza che s’impadronisce del mondo. Che poi implode dopo l’ultima e vincente volèe in tuffo del transalpino)

Donne

Wozniacki-Cibulkova. La numero uno al mondo non ha rischiato niente, nemmeno contro Jarmila bum-bum Gajdisova dal rovescio sfavillante e sorrisetto conturbante. Difficile possa sfondare il muro danese la volenterosa picchiatrice gnoma Dominika Cibulkova, slovacca uscita indenne da un match-incubo con la tedescona Goerges. Pugnetti, urla animalesche, minacce, sguardi fissi e furiosi all’avversaria, nel mezzo di roncole aberranti. Mancava solo che venissero alle mani. Per vincere la testona slovacca con braccia e gambe che paiono segate di netto da un falegname, dovrebbe azzeccare l’omicidiario match perfetto.
Wozniacki 70% - Cibulkova 30%

Sharapova-Peng. (le si lacereranno mai le corde vocali, nel mezzo di un match? Vivo per quel momento. Con gli inservienti che se la portano via mentre agita i pugni e non può emettere più nemmeno un sibilo). Lasciando da parte le malvagie speranze, qualcuno dall’alto mi perdoni, ma l’abominevole statua di sale siberiana è favorita, non solo per questo match. A meno che non trovi qualcuna che la batta (che qualche infermiere le metta una volta per tutte una museruola, ormai pare scenario impraticabile). E’ bastato qualche anticipo mancino della teenager inglese Robson per farle perdere la testa. Poi ha strillato e, in sincrono, picchiato ancor più forte, ed ha vinto. Difficile possa mettere un argine a questa furia ferma, la cinese Peng, quadrumane col baffetto che pure non molla niente.
Sharapova 70%/Peng 30%

Lisicki-Cetkovska. Oh-la-là. Ottavo imprevisto. La valchiria di Germania, bionda, pallida, coi denti da roditore e le gambe da boscaiola, era una delle mine vaganti più minacciose. Ma solo perché una serie di infortuni non rendono giustizia alla sua classifica. E’ stata brava ad insinuarsi a suon di terrificanti roncole pazze, facendo fuori Na Li. Parte nettamente favorita contro la ceca Cetkovska, sorpresa reale de torneo. Suoi due degli scalpi più clamorosi: Radwanska in rimonta, ed Ivanovic senza pietà. Difficile possa fare il tris. Di lei ho visto un solo punto: Basta quello. Di una bellezza immortale e godurioso stordimento dei sensi. Una specie di smorzata agricola che richiama in avanti la serbiattona, e quella che cade col grugno in terra, goffamente, nella rete. Magari sibilando un “ajde” di disperazione.
Lisicki 65%/Cetkovska 35%

S.Williams-Bartoli. Serenona Tyson si sta allenando passando turni. Partita dopo partita appare più pericolosa. E se riesce a guadagnare quei dieci centimetri negli spostamenti, sono dolori per tutte. Sofferenza iniziali, lacrime da attrice, e poi l’ultimo match dove è sembrata sempre più vicina ad una forma accettabile. Un omicidio efferato e di antica violenza, ai danni della bella ed incolpevole Maria Kirilenko. Trasparente come l’acqua di sorgente. Se Dio vuole, Serena dovrebbe mandare al creatore (tennistico) quella cosa che ha ormai sconfinato la bruttezza e costeggia tristemente il patetico abominio sportivo, rispondente al nome di Marion Bartoli. Uscita vincente da due battaglie rusticane contro Dominguez Lino e Pennetta.
Serena 75%/Bartoli 25%

Pervak-Paszek. Ottavo inatteso anche dai parenti più stretti delle due. Buono per la semifinale o quarto di un Itf. Entrambe ci arrivano grazie a successi clamorosi. La russa Pervak ha fatto fuori la macchinosa fabbra tedesca Petkovic (che sull’erba non riesce a completare il rude movimento ed il classico “uffaaaaahhh”). Una menzione particolare merita l’austriaca Paszek. Strambo affare che si sposta tutta sul rovescio, si batte il petto con gli occhi sbarrati come Djokovic e si produce nell’urlo di battaglia serbo “ajde” (lei, austriaca coi tratti somatici orientali) forse in onore della Ivanovic. Un mix mortale. E’ però bastata per ridicolizzare una sconcertante Schiavone da erba che le arrotava inquietanti e dementi pallettoni alti e lenti sul rovescio. E quella chiudeva con belle soluzioni piatte e semplici, avendo tre quarti d’ora per spostarsi (divagazione sul tema: 1- Chi allena l’italiana, Ray Charles? 2- Ma la nostra non era quel formidabile e geniale prototipo della tennista tecnicamente perfetta e completa, che neanche una fusione tra Nadal e Federer? Gioca su erba come stesse remando su terra, quasi mentalmente spenta e sfiduciata di poterci giocare bene. Orribile, semplicemente).
Paszek 65%/Pervak 35%

Azarenka-Petrova. Basterebbe questa foto per spiegare ogni concetto. Ma anche quest’altra. Bene. La bielorussa Azarenka parte coi favori, sebbene i precedenti invitino alla prudenza. I precedenti, ma anche quella sua inclinazione a cedere alle oscure forze demoniache o all’indicibile dolore di un’unghia sbucciata. Petrova è donnone esperto e che ben si trova sui campi in erba. Vincerà però la bielorussa, se non è rapita dal Demonio o dal dolore.
Azarenka 65%/Petrova 35%

Kvitova-Wickmayer. Elefantessa ceca fino ad ora lanciatissima, ed in condizioni di partorire le sue mancine bordate. Tutto è sempre legato al caso ed alle varianti fisiche, ma è tra le tre/quattro pretendenti allo scettro. Quasi impietosa nel divorarsi la leggiadra Roberta Vinci, che pure attraversava un bel momento di forma. Wickmayer è sempre lì, paonazza e rude ogni oltre ogni umana considerazione. Un armadio a tre ante col pantaloncino. Che è meglio di un armadio a tre ante con lo svolazzante gonnellino plissettato. Più coerente, almeno. Ha sorprendentemente battuto la russa Sveta Kuznetsova, decisamente più completa ma meno potente. Le sue crisi intermittenti hanno reso il suo gioco simile ad un quadro di Picasso su cui un cane ha sboccato qualcosa di indefinibile.
Kvitova 70%/Wickmayer 35%

V.Williams-Pironkova. Venere di ritorno, artefice di un paio di delitti per i quali potrebbe essere incriminata dalla corte internazionale dell’Aja, da Amnesty International e dall’Unesco, in azione congiunta. Prima spezza il sogno di Kimiko Date, poi frantuma le ali alla deliziosa farfalletta volleatrice Martinez Sanchez. Parte favorita anche contro Pironkova, sfarfaleggiante bulgara semifinalista lo scorso anno, e che pare giocare bene solo queste due settimane. Suo lo scalpo di Vera Zvonareva, tristemente destinata a scendere dopo un’esaltante stagione da perdente d’alto livello.
Venus 65%/Pironkova 35%

5 commenti:

  1. Post scriptum
    Chi lo tiene più questo giovanotto.
    Terribile, terribile.
    Quella faccia. Quelle smorfiette di auto-compiacimento.
    Ribadisco: due sberle ben assestate. Schioccanti. Le richiama proprio, senza un perché.

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  2. Sappiamo com'è finita..
    Bell'idea i pronostici sogno e realtà, sono divertenti aspetto le semifinali realtà-sogno.
    vabbè Llodra impallinato senza pietà, Malisse non ho parole (che vergogna!), Tomic lascia che si gasi che la sberla la prende da solo, è un classico il pischellino montato, ci si meteranno anche i giornalisti e farà la fine di tanti altri. Da prendere a sberle immediatamente. In questo momento Dimitrov e Raonic rosicano, ma fidati, ai posteri è aandata meglio a loro...me lo sento, chiamami Maga Jess!
    Lopez si è ripreso in rimonta, menomale...adesso io e Luca viviamo un sogno la finale con Tsonga, che dio grazie ha mazzulato il contadino.
    Gasquet nulla a potuto contro questo Murray.
    Ma Nadal deve ricorrere a questi mezzucci?
    Due tie break, duuuue tie break, non mi faranno dormire stanotte....io voglio bene a Giovan Martino. Mto ridicolo con uno lungodegente che rincomincia a ingranare, fortunatamente Del potro si incazza, ma non è ancora il momento, non ancora!!! Arriverà.

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  3. eccome se le richiama...tornando al match odierno, beh, e stato un dominio australiano, con uno xavier mai in partita e brutalmente divelto. Ma resto convinto che questo "predestinato" tomic non valga un pelo del pingue ventre del belga (se non lo fossi che tifoso-appassiona-esteta sarei?). Comunque, sapevi di essere (mal)copiato in giro per i siti e blog tennistici italiani? Te lo dico perche penso faccia bene (sotto un certo punto di vista) saperlo. Calorosi saluti, Angel.

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  4. Ciao Picasso, avevo molti timori per questi ottavi.
    Poteva andare meglio, tutto sommato.
    Llodra non è stato capace di fare il servizio di pubblica utilità che il mondo si aspettava da lui. Il primo set tra Gasquet e Murray è stato da cineteca, ma poi Gasquet si è squagliato. La Bartoli era in trance non solo tennistica, ma anche nel senso musicale, viste le sue orride danze, e le movenze affaticate di Serena mi sono sembrate sontuose come rovine al confronto (ha giocato dei punti di sola classe, senza gambe e senza fiato, soprattutto quando doveva annullare i match point).
    Si profila una semifinale per gente col pelo sullo stomaco: Sharapova-Bartoli. Secondo me è per quello che Malisse si è suicidato tennisticamente.
    Se non altro Tsonga ce l'ha fatta ad arrivare ai quarti, dove si fermerà, salvo miracoli.

    Dopo aver visto la partita con Murray, Ljubicic è diventato il benzinaio da cui farò la raccolta punti per comprarmi il kw invernale. Che look (quella fascetta), e che braccio.

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  5. @Star,
    alla fin della fiera, del lungometraggio girato sotto gli effetti della polvere di naftalina si sono realizzati solo i primi due set di Tsonga.
    Oggi al giovane australiano attira-sberle è riuscito tutto. L’altro, è ancora convinto di dover iniziare. Forse ha festeggiato con un defatigante rave la qualificazione agli ottavi. Il canadese ed il bulgaro mi incuriosiscono di più per il loro tennis, certo è che questo ha un repertorio completo ed a nemmeno diciannove anni ha già raggiunto i quarti (partendo dalle qualificazioni) di Wimbledon. Ma continua a suscitarmi l’insana voglia di schiaffeggio.
    Nadal…ormai ha stufato, ed a Wimbledon esalta la sua verve da attore cui ormai non crede nemmeno lui. Pure Zio Toni ormai se la ridacchia. Ma gli altri ci rimettono sempre, pure Del Potro (quando si sarebbe incazzato? Prima o poi lo troverà qualcuno capace di dirgli in faccia quello che pensano tutti) che non è un Picasso.
    Feliciano-Tsonga? Mai dire mai. O forse mai dirlo. =) Un po’ spiace per Kubot. Mi piace quel pazzo attaccare ogni straccio possibile ed attaccarsi alla rete come un ossesso.

    @Anonimo,
    Ciao. Sì, poco da fare. A quello è entrato tutto. Malisse è ancora negli spogliatoi. Mal-copiato, addirittura? E dove, di grazia? Come si fa a mal copiare? Scrivono che Djokovic è una marionetta? Che Bartoli è orrenda? Che Malisse ha il ventre pingue? Boh, non frequento siti/blog tennistici. Facciano pure un lezioso articolo riportando una mia risposta di commento. Ognuno sceglie il modo di rendersi ridicolo. Mi frega meno di un tubetto consumato di acciughe scadute.
    Saluti anche a te.

    @Arturo
    ciao. Mi aspettavo di più dal francese. Ma obiettivamente, l'inglese è ancora di un altro livello. Ma sono fiducioso per il futuro. Tsonga prosegue a regalare sprazzi di gran tennis. Finché dura e il fisico regge.
    Bartoli...ahhhh beh. Ormai questa non la ferma più nessuno. Hanno terrore reale. Quelle danze e colpi mimati nell'aere come stesse scacciando un calabrone, poi...Serena dopo un anno di stop è già stata miracolosa a vincere tre partite.
    Il benzinaro, con quella fascetta tergi sudore è davvero qualcosa di epico. Che iddio ce lo conservi. =)
    Ciao, a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.