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venerdì 2 settembre 2011

US OPEN 2011 - CIRCO FLUSHING MEADOWS. VENGHINO SIOR SIORI


Day 4 – Dalla lettera di San Paolo agli apostoli

C’è un filo invisibile, una sottile linea rossa che lega a doppio cerchio il tennis al circo ed alle infermità. Fisiche e mentali. Fateci caso, ieri c’è stata la più vivida dimostrazione di questa, per me palese, verità.
Mi concentro due minuti su una maratona terrificante: 4 ore e 49 di pallate eroiche e logoranti tra Gael Monfils e Juan Carlos Ferrero. Il francese ruzzola, si allunga spalmato sui teloni, si lascia andare a giravolte, capitombola, striscia, ruzzola ancora, cade sulle ginocchiere, si rialza, zompa e tira in sospensione dopo una capriola carpiata.  Fisici funambolismi da trapezista spiritato in canotta. Non è mica tennis quello. E’ solo esercizio di inverecondi virtuosismi fisici da circo equestre. L’altro, che ne ha viste tante, non perde la calma e la pazienza. Lavora d’esperienza, senza strafare. Si lascia mica impressionare, il vecchio “mosquito” travestito da sapido domatore. Ed alla lunga la spunta, in un trionfo di normalità senza picchi o follie tecniche, ma di coraggio. Volontà ed intelligenza tennistica. I due, stremati, si abbracciano applaudondosi in un raro ed esibizionista spirito decouberteniano di ritorno.
Ma nel circo ci sono anche i giullari e i giocolieri. Come trascurare Philipp Petzschner (per gli estimatori come me, IL FESSO). Perde in modo picassesco contro Jankko Tipsarevic. Alla sua maniera, clownesca e surreale. Guardatelo dieci secondi, sembra scappato notte tempo da un ospedale psichiatrico, reparto svitati con manie compulsive tendenti al suicidio. Zero-sei iniziale, quindi un paio di estrosi ed inutili ghirigori a colorire l’ennesima tela di una sconfitta agghiacciate. Impossibile in questi anfratti non citare l’altro fenomeno della racchetta dedito al fatuo giocolierismo: l’infinito talento inutile di Richard Gasquet. Nasconde palline con virtuosi giochi di prestidigitazione, si prodiga il gustosi lanci delle tre palline.  L’avversario di giornata, Ivo Karlovic, pare sfuggito per miracolo alla triste esposizione in un baracconesco circo, come “l’uomo più alto del mondo, il gigante!!!” (immaginate la D’urso eccitatissima e giovanissima, che lo presenta all’estasiato spettatore). Ed il gigante, malgrado l’infermità fisica e la lungodegenza, prende a pallate autentiche l’inutile francese (per chi lo stima, come il sottoscritto, IL CODARDO), che dormicchia per due set e pare un’alga marina attaccata sullo scoglio. O un paziente pericoloso, lobotomizzato affinché non arrechi danni a se stesso o agli altri. Poi si ridesta, aziona e mulinella rovesci con quel braccio formidabile. Vince il terzo, sembra dominare il quarto, prima che invisibili infermieri gli pratichino l’iniezione mortale, direttamente sul cervelletto. La storia, ed un film già visto, vorrebbe che vincesse comunque con ardore il tiebreak del quarto, per poi arrendersi al quinto (magari 11-9)  non prima d’aver servito per il match. Invece cede nel tie-break, dovendo anche sopportare un beffardo e maligno nastro protettore dei trampolieri di Croazia. Ma si sa, la fortuna non aiuta i codardi.
Quasi della medesima risma, pur senza gli stessi picchi di circensi attività ed infermità fisiche e psichiche, è il cruento abbattimento del volleante cardellino francese Michael Llodra ad opera del secco e pallido sudafricano Kevin Anderson. Uno che al buio lo scambiereste per l’attrezzo del salto con l’asta, rivestito di un lenzuolo bianco.  Poi c’è anche spazio per un pizzico di commozione. Tommy Haas, praticamente un relitto bellico dal semovente bacino di palta, si libera di Alejandro Falla ed approda al terzo turno di uno slam. Alzi il braccio chi ci credeva (io, senza dubbio. E c’è una sfortunata scheda di scommesse a comprovarlo), dopo averlo visto annaspare e perdere da tutti, proprio tutti (Seppi o Ilhan). Non avrà più il fisico, ma gli restano la tenacia ed un braccio lussurioso. Tanto basta per scrollarsi di dosso il petulante “spennagrulli” (serbi e con gli occhi appallati) colombiano.
C’è però anche qualcosa di normale, quelli forti per intenderci. Vedo gli ultimi games di un Roger Federer in gran spolvero e smoking rosso. Fa poco testo la gran sicurezza ed i soliti colpi abbaglianti sciorinati contro il pur gradevole carillon Dudi Sela. Ben più ostico sarà al terzo turno Marin Cilic, che stronca ed umilia i giovanili ardori di Bernard Tomic. Ancor più probante potrebbe essere il solito Jo Tsonga in ottavi (liberatosi agevolmente del figlio di Bubka), sempre che questi riesca a disfarsi di quel grottesco esemplare di perdente coi duca-conti, chiamato Nando Verdasco (sicuro e vincente, contro il turco Ilhan).
In ultimo, ma non per ultimo, rapida carrellata sugli italiani. Tutti e tre fuori, come ampiamente previsto e prevedibile. Fabio Fognini ben potrebbe essere inserito nella categoria circense di cui sopra. Iscritto come vice apprendista clown. Il problema è che non fa ridere, e neppure (lontanamente) diverte. Gioca un set quasi alla pari con Tomas Berdych, poi siccome deve distinguersi dalla massa di normale mestieranza tennistica, piuttosto che cedere in tre normali partite preferisce uscire dal campo e prendere una sonante biciclettona. Così gli appassionati continueranno a pensare che ci ha del gran talento “quello lì”, e “se solo non avesse problemi di tenuta mentale…”. Poco poteva Potito Starace contro il vecchio “nosferatu” Davydenko, pur consunto ed in calo. A ben vedere, bel modo di esser consunti e tristi, lui almeno potrebbe pagare il “contributo di solidarietà”. E con quella moglie poi, l’anzianità diventa meno triste. Il nostro cede in tre dignitosi set. Il mancato eroe di giornata è invece Flavio Cipolla, protagonista di un epico (ad immaginarlo, visto che era lontano da telecamere) e sfortunato match contro il lazzarone ucraino Dolgopolov. Basta guardare l’altalenante evolversi del punteggio e delle situazioni per capire come sia stata una grande occasione mancata. Ma ci sarà voluto tanto coraggio per arrivare a prendersi quella occasione, contro un top 20 autentico. Non è poco, di questi tempi. Zero-sei iniziale anche qui, poi secondo perso dopo aver servito per il set (con set point a disposizione), prima della gran rimonta: terzo agevolmente portato a casa, incredibile recupero nel quarto (sotto 1-4 pesante, fino al 7-5), gran fuga nel quinto (4-1). Prima d’esser risucchiato dal vortice di un avversario (6-4 finale)  notoriamente protagonista di gran fiammate e pause  imbarazzanti.
Non v’è alcun dubbio (ma proprio nessuno) come il tennista romano sia il più in forma dei nostri. Gran falsità storica la sua mancanza di talento sopperita da gran volontà. Questo è uno tatticamente ineccepibile e con la mano riuscirebbe ad infiocchettare ed impacchettare i vari Seppi/Bolelli&co. Altro che storie. Vero invece, come a mancargli siano quei centimetri in più d’altezza ed un servizio adeguato. Logica vorrebbe che sia lui uno dei singolaristi dell’Italia che proverà ad invadere il Cile. Ma sarei molto sorpreso di un improvviso trionfo della logica, nel regno dell’illogicità.

4 commenti:

  1. Ciao Picasso,

    ieri ho visto un pezzo di Karlovic-Gasquet: era tristemente scritto.
    Ma confesso che in un momento forse di obnubilazione mi sono quasi appassionato a Karlovic. Non so, quell'aria da "è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo", uno che tanto sa che prima o poi il servizio non gli basterà più, un serial-killer meno esaltato di Soderling, che gioca uno sport tutto suo, ancor più solitario del tennis.
    Mi sono immaginato anche una sua love-story con Vania King (altro personaggio indecifrabile, ancor più bassa della Cibulkova credo), capacissima di affettare le disumane sparatrici tipo Gaidosova, e di perdere poi con la mia prozia novantenne.
    Mentre ci si avvia alle solite due semifinali.. a Gulbis non piacendo.
    Ciao a presto

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  2. Ciao Arturo,
    sì, match già scritto. A dire il vero mi attendevo un quinto set, annesso psicodramma di cui ormai ci si è abituati a decifrare le singole smorfie, le facce...fino all'inevitabile.
    Bella fantasia immaginare lo povera Vania ed Ivo il tardivo... Ed una liason tra la mitologica ("a"? doppio mah) Akgul Amanmuradova e Dudino Sela, no? =)
    Massì, Ivo è, a suo modo, un bel personaggio del circuito. Vania King più bassa di Dominika, può essere. Ma per conformazione muscolo-fisico-scheletrica, la gnomeide per eccelleza è sempr'ella.
    (confesso di avere un parziale debole assopito per Jarmila bum-bum Gajosova-Groth. Mica per il suo tennis, ma per quel viso rilassato ed il modo sorridente di prendere le cose. Anche un 6-2 6-0).
    Ciao, a presto.

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  3. Impallinato come un piccione!
    Gulbis è già fuori, lo avevi previsto? C'è una scheda a dimostrarlo?
    Su Cipolla hai perfettamente ragione, se ha dei limiti sono il servizio e i centimetri per il resto parla poco e suda, dovrebbe davvero esserci lui in Cile ma non ci sarà appunto perchè siamo un paese ridicolo.
    Dolgopolov è da amare così, con i suoi passaggi a vuoto talmente lunghi che gli fanno perdere le partite.
    Amanmuradova-Sela: è da sky cinema passion horror...ho riso 5 minuti, è un'immagine inquietante!
    Spero tanto domani di riuscire a vedere Haas, speriamo...
    Che dici del tabellone di Nadal, la strada si fa davvero durissima...riuscirà il nostro eroe a passare le sessioni di allenamento fino ad arrivare alla forma toro abbattitore di qualunque essere vivente?

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  4. Certo che no. Solo uno strizzacervelli drogato può prevedere che farà Gulbis. E nemmeno c'è la prova in una scheda. Pazzia autentica giocarlo da favorito (ad 1,20/1,25) neanche contro un Junqueira o Winnie the Pooh.
    Akgul...inquietante? 2,06 di gran "femmina". Domani gioca con Sveta, altra bellezza stordente. Ciapa là questa magnifica gallery, trovata appositamente per augurarti sonni sereni (più rasserenante delle ultime sequenze di un Murray versione straccio orripilante, ad un centimetro dall'epocale figura da grullo):

    http://www.zimbio.com/pictures/0WXTW2BuZJi/AEGON+International+Day+Six/Ja4V4zfUEDD/Akgul+Amanmuradova

    Le altre sono di taglia medio alta, per capire.
    Nadal? Bah, cadono tutti stecchiti di fronte al tuo eroe d'iberia. Il Gulbis di cui sopra poteva, se non batterlo, almeno metterlo in grande difficoltà. Nalbandian, pure a pezzi, se magheggia da par suo, forse qualcosa la fa.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.