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sabato 10 settembre 2011

US OPEN 2011 – SUPER SATURDAY ALLARGATO



Day 12 – Dal vostro codardo inviato in incognito, con l’accento di Berghèm de suta, al Giro della padania


E’ arrivata anche la first lady Michelle (non proprio quella di Oh, my Michelle) Obama a Flushing Meadows, a celebrare le battute finali di una delle più funeste edizioni dello Us Open. Per intenderci, come se la first lady italiana intervenisse agli Internazionali del Foro Italico. Ah già, noi non ce l’abbiamo una première dame. Al limite potrebbe esserci una teenager svitata (croata, venezolana,  o italiana senza licenza elementare) che si rotola per terra e ruzzola per le scale in preda a schizofrenia adolescenziale. Poi la fidanzatina sedicenne dell’ottuagenario despota rilascerebbe un discorso immortale, azzardo: “Sto assai contenta di aver venuta qua in mezzo a sti vecchi. Io sarò la futura ministera della istrussione...ihihih! Vorrebbe dicervi ke papi silvio berluscone è il più bravo uomo del mondo. E’ un vincente. E la notte ci scambiamo li sms dorci d’amore.”. Ogni nazione ha ciò che si merita, lo sappiamo già.
Ma venendo alle cose serie, ed agli agonismi racchettari, giornata deludente dopo i due giorni di sosta e l’accumulo del giorno precedente. Vedo poco, quasi niente. Più preso nell’osservare il vecchio Jimbo che come scapigliato sedicenne si prepara al rientro nelle champions series d’autunno, allenandosi con Jim Courier. Jimbo is back! Chissà se Trevisàn, le gran promesse di turno Frappampina o Semanzara hanno la sua stessa voglia. O metà di quella di Muster.
Ma andiamo con ordine, Rafael Nadal porta a compimento il suo percorso netto ed approda in semifinale battendo l’infermo Andy Roddick, già miracoloso nel portare a conclusione la vittoria con Ferrer. Pioggia, neve, vento, grandine, bufera o tornado equatoriale, lo spagnolo è sempre lì. Giunge in semifinale dibattendosi tra modesti avversari da chellenger, semi-ex ed infermi da lazzaretto e, senza il benché minimo periglio, trova una discreta forma. Se almeno una delle nove/dieci mine vaganti fosse capitata dalle sue parti, forse non avrebbe perso, ma qualche patema l’avrebbe anche provato. Invece un maglio mancino, una smutandata, un coccolone, altro uncino arpionato e sguardo torvo, ed è lì. Storia già vista.
In semifinale il maiorchino se la vedrà, come da pronostico, con Andy Murray. Terzo match in tre giorni per entrambi. Naturalmente, ma manco dovete sforzarvi a pensarci, ci arriva più sfiancato lo scozzese. Dopo esser stato ad un soffio dall’eliminazione con Robin Haase al secondo turno, ieri ha rischiato un pericoloso quinto set col sempre fastidioso gigante John Isner. Uno che sarà anche al limite regolamentare tra tennis e basket, ma con quel servizio rimane avversario insidioso. Chi vincerà questo scontro di semifinale? Arduo dirlo o prevederlo. A inizio torneo avrei detto Andy, ora, con un Nadal rodato ad arte da mezzi figuranti messigli davanti, propenderei per lo spagnolo. In definitiva, un bell’ics ci sta di lusso. Si è invece sbilanciato, al solito, John Supermac McEnroe. Tanto inarrivabile con un violino-racchetta in mano, quanto scasso nella ventennale attività di chiaroveggente. Per il genio vincerà Murray. Non solo la semifinale, ma anche il torneo. Ora, lo scozzese dovrebbe essere stecchito dal vaticinio, ma si sa mai. Una volta su cinquanta, anche per sbaglio, un pronostico lo potrà anche prendere.
Sparisce anche l’ultima sbiadita traccia d’azzurro, con l’eliminazione del duo Fognini/Bolelli ad opera di Melzer/Petzschner. Che dire. Vedo il terzo set, ed una domanda mi viene spontanea.  Come hanno fatto quelle due grottesche figure italiche ad arrivare in semifinale? Sarà forse questo il quinto mistero di Fatima? Può essere. Ma è davvero imbarazzante. I due "Woodies" in salsa azzurra giocano un doppio terrificante. Voglio dire, dal fondo, sempre a rimbalzo. Non vanno a rete nemmeno sulla prima. Se il doppio è in crisi, questi due riusciranno a sancirne la morte definitiva. La coppia tedesco-austriaca da circo Medrano vince, e vorrei vedere.  Anche con un Melzer che non ne mette una in campo. Voglio dire una, per sbaglio. Sorretto da Petzschner (e ho detto tutto) manco fosse una badante. Con l’austriaco almeno al 5% di forma, sarebbe stato un sacrosanto 6-0 6-1, invece in nostri eroi tricolori perdono 6-1 al terzo.
(Molto facili) ironie a parte, malgrado l’incomprensibile alchimia che ha portato quelle due cariatidi in semifinale, rimane un bel risultato. La conferma che al doppio, a volte, basta iscriversi e giocare convinti di voler vincere. Bene soprattutto Bolelli. Il “piccolo Bhupathi” di Budrio è forse ad una svolta decisiva della carriera: dedicarsi solo al doppio. Vuoi mettere? Soldi quanti non ne vedrebbero nemmeno 1000 operai in centododici anni di vita, coppe e gloria. Oltre ad un posto come vice doppista in Davis. Quando si dice l’ambizione.

Piccola scheda da 1 euro per vincerne 553 e godersi il super saturday con animo palpitante:

Federer 3-1 6,00 (come no)
Murray 3-1 7,00 (crediamoci)
Duo infermo di mente (Petz/Melz) 2-1 a 4,33 (tanto…)
Kaiona Kanepi 2-0 a 1,80 (nel prestigioso Itf di Biella)
Serena 2-0 a 1,80 (capirai)

2 commenti:

  1. Perché?
    Perché gli si spegne il cervello così?
    Voglio dire, dopo 16 slam e 5 master di fine anno non é ancora capace di reggere la pressione e gestire due -dico due- palle-break sul proprio servizio?
    Come proposto da un mio amico, comincio a credere anche io che abbia "svuotato" tutti gli attributi nel concepimento delle due gemelline -che a sto punto voglio nella finale di Wimbledon 2025 (su erba sintetica azzurrina, per le TV)-... ma allora non potrebbe investire qualcuno dei suoi pochi dindini per un trapianto di cocomeri?! È chiedere tanto?
    O almeno, si paghi uno strizzacervelli...
    Mah, speriamo in Murray ora (...crediamoci).

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  2. Ciao Siro,
    Il "perché" retorico è d'uopo in questo caso. Non credo ci sia risposta. Non è la prima volta, forse quella di ieri è la più clamorosa nel suo evolversi. Ne ho scritto abbondantemente due minuti fa (abbondante a tal punto che stavolta presumo saranno in due ad arrivare alla fine). Ha dominato le scene e vinto tutto. Ma rimane tennista estraneo al mondo, un alieno quasi. Finché riusciva a dominare, non emergeva così nitida la sua tendenza ad estraniarsi e fragilità alienante nella bagarre. Prima Nadal ed ora quel coso, gli han messo addosso una gran pressione. Certo è che, fortuna o sfortuna (io non credo nella sfortuna, persi per mala sorte due match point, rimani comunque a due punti dal match), quello di ieri rimane solo e soltanto un suicidio. L'altro invece ha detto che questo è la sua vittoria più bella.
    E ho detto tutto...=)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.