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venerdì 13 gennaio 2012

AUSTRALIAN OPEN 2012, TABELLONE MASCHILE E PRONOSTICI



Un trono per quattro. Mistero Djokovic, Nadal e Federer balbettanti in preparazione e capitati nella stessa semifinale, Murray col nuovo coach Lendl a caccia del primo titolo major, e l’aggiunta di un sempre più continuo Tsonga. Outsider (almeno per un posto nei quarti) Del Potro, Dolgopolov e Tipsarevic. Mine vaganti Raonic, Dimitrov (e Bolelli, se lo ripescano come "perdente fortunato"). Begli incrci, per chi vuole solo divertirsi guardando del tennis, risultato a parte: Gulbis-Llodra, Mahut-Stepanek, Paire-Wawrinka, Dimitrov-Chardy

Djokovic (1) – Ferrer (5). Il numero uno al mondo Novak Djokovic, orrido dominatore del 2011, dovrà iniziare dimostrando che il suo è un regno che può durare. “Magari faccio come Borg e mi ritiro a 26 anni dopo aver vinto tutto”, disse non senza un pizzico della proverbiale modestia. Forse dopo aver cambiato in corso le regole, e quando si giocheranno una decina di slam per ognuno dei due anni che mancano alla fatidica data. Purtroppo, invece delle spadellate dal suo degno eroe Fiorello, tocca sorbircelo anche in campo. Prevedibile carneficina ai danni del povero Lorenzi al primo turno, quindi Giraldo o quell'incomprensibile miracolo di tenacia, volontà e palle quadre, senza lo straccio di un colpo, che è Matteo Viola. Qualificatosi per la prima volta in uno slam, dopo indicibili ed irrazionali rimonte. Sempre senza colpi e con un servizio che ricorda per violenza, velocità d'esecuzione ed impatto sulla palla, le memorabili  e rusticane battaglie di mia nonna artritica e 93 enne con le mosche, nella calura di luglio ed imbracciando uno scaccia mosche. Ecco, siamo lì, come potenza. L'altro invece, il fulgido campione Bolelli col talento che gli cola dalla vuota sacca scrotale, ha perso da un danese 28enne al primo (e credo anche l'ultimo) slam della carriera. Il Bole, col suo bel servizio-dritto à la Federer. Che pena infinita e mestizia che infonde questo eunuco del tennis. Che si levi di torno, o pensi esclusivamente a guadagnare qualche soldino per fare felice moglie e prole (non so nemmeno se ce l'abbia...) in doppio, dove sarebbe ancora competitivo il sessantenne Fleming. Quindi per Nole primo test vero forse al terzo contro Stepanek. Bel primo turno dal sapore leziosamente antico tra il mostruoso ceco e Nicolas Mahut. Una cosa è certa, vedremo più volèe in quell’incontro che in tutta la stagione di Nadal e Djokovic. Seeding alla mano, ottavo tra l’Aigor serbo e Roddick. Il declinante americano farà molta fatica ad arginare Milos Raonic. Dieci euro che non ce la fa. Raonic sarebbe un ostacolo non da poco per Nole, non dovesse comunque spendere troppo per battere lo yankee, e prima ancora Picasso Petzschner (se ci arriva, il fesso, al secondo turno).  Nemmeno occorre ricordare il precedente di Halle. A Melbourne non ci sarà l'olezzo di crauti, che tanto inebria le meningi del Picasso.
O zappatore Ferrer, al solito, ci sollazzerà abituandoci all’idea della morte. La sua funzione sociale è quella. Primi tre turni imbarazzanti per semplicità, con accoppiamenti da orticaria al cavo popliteo e frattura scomposta del glande (mettetelo assieme ai vari Machado, Andujar, Chela, Russel...e pensate cosa ne verrà fuori). Nessun problema fino agli ottavi, ove affronterà il reduce di uno spot di ferro (mischiato a piombo fuso). Naturale favorito Janko Tipsarevic in bello spolvero da tempo (e che potrebbe far vacillare anche lo spagnolo vangatore). Ma prima, deve disfarsi di Gasquet (inebriante incrocio di primo turno per cuori forti contro Seppi, dove ardimento, cuore, resistenza e spirito da guerriglieri delle steppe, la farà da padrone), o il sempre pericoloso nel suo torpore schizoide, Misha Youzhny. Se batte Golubev, che per essere mezzo italiano, ha già fatto il miracolo nel qualificarsi.
Djokovic 60% (Raonic 20%, Roddick 10%, Stepanek 5%, Petzschner 5%) - Ferrer 35% (Tipsarevic 35%, Gasquet 15%, Youzhny 15%)

Murray (4) - Tsonga (6). Curiosità per il Murray catechizzato da Ivan Lendl. Se i caratteri non mutano nel tempo, perfezionista fino alla maniacale malattia mentale. Non giocava mica, Ivan, se solo vi fosse stato un estraneo e gaglioffo pelucco sulla pallina, o uno spettatore stesse ruttando silenziosamente. Ma potrebbe anche funzionare, con lo scozzese dall’aria discola e maleducata. Terribile tonnara nel suo spot d’ingresso nel torneo: Harrison, promessa americana dal buon futuro, Malisse, vecchio e sempre temibile talento sprecato, ma che se in giornata, fastidi li provoca a tutti e non solo a se stesso. Quindi uno tra Bogomolov, Llodra e Gulbis. Bellissimo primo turno tra il volleante francese ed il lettone, causa persa di ogni buon dichiarato intenditore di questo pazzo sport. Ottavo contro Monfils, snodato difensore di caucciù spalmato sui teloni (sempre che riesca a fare fuori il pupazzo di Djokovic, Troicki, Ferrero o Bellucci. Per tacere del buon Sela).
E Tsonga? Sarei portato a dire che, senza strani accadimenti, può inserirsi a pieno merito nel lotto dei super favoriti. Inizia subito col frigorifero uzbeko Istomin (non agevole, come primo turno), quindi ottavo che sulla carta lo vedrebbe incrociare le racchette a Gilles Simon, soporifero connazionale affetto da rachitismo e dal  tennis asfittico. Occhio da queste parti al sempre infingardo nippo pokemon Nishikori e Benneteau (in forma scoppiettane, sempre se non ha dato tutto a Sydney).
Murray 50% (Monfils 25%, il resto: Gulbis, Troicki, Llodra, Bellucci, Ferrero) - Tsonga 50% (benneteau 20%, Simon 20%, Nishikori 10%)

Fish (8) - Federer (3). Mi piacerebbe assistere a Fish contro Fognini. Per vedere se la sua vena da sermone quasi violento non venga sublimata con una roncola di fendenti. Meritati, a prescindere. Purtroppo il nostro potrebbe uscire di scena già al primo turno contro Falla, mancino colombiano del cartello del caffè Kimbo, sul quale non si riesce mai a prendere un pronostico. Fish poi proseguirà la sua marcia verso il (prevedibile, almeno) frontale con Federer, affrontando Kolschreiber (imprevedibile a se stesso ed indegno nel mancare una finale già sua, ad Auckland) o Monaco, durissimo ed interessante primo turno, tra i due. Ottavo da vedere, ed aperto ad ogni risultato contro Del Potro. L’argentino in buone condizioni, partirebbe anche favorito.
Federer dovrà stare attento a qualche mina vagante: Il talentino infermo di Germania Andreas Beck, quindi uno tra Melzer (sempre in più furente crisi d’identità rispetto alla stagione della tardiva esplosione) ed il vecchio bombarolo Karlovic. Ottavo da prendere con le molle, per lo svizzero. La scheggia pazza dal tennis briosamente imprevedibile, Dolgopolov è  appostato da quelle parti. Più lui  e Tomic che Verdasco. Proprio quello tra il teenager aussie e Nando sarà uno dei primi turni dal peso tecnico maggiore e più interessanti.
Fish 40% (Del Potro 40%, Kohlschreiber 10%, Monaco 10%) - Federer 55% (15% Tomic, 15% Dolgopolov, 10% Verdasco, 5% Melzer)

Nadal (2) - Berdych (7). Nessuna grande insidia per lo spagnolo dal maglio arrotante, nei match iniziali, tranne il vecchio bucaniere Ljubicic. In un mondo ideale dove il marzapane sostituisce l'acciaio, l’erba cresce al posto dei palazzi di cemento armato ed il presidente delle nazioni unite è Adriano Celentano, potrebbe batterlo Tommy Haas in una improvvisa e delirante giornata d’ispirazione divina. Il tedesco-americano di quasi 34 primavere e con un bacino semovente, è tornato a prendere confidenza con la vittoria nel Wtc di Adelaide, preso per mano da Johnny Mac “the genious”. Io ci credo, non costa niente. Negli ottavi Nadal sfiderebbe Isner, gigante che ha perso ogni qual minima credibilità perdendo pochi giorni fa da Reynolds, Bobby Reynolds. Forse più del ridicolo gigante americano, potranno farsi valere Nalbandian (se ha intenzione di concederci il privilegio di giocare), Davydenko (indicato da Federer come possibile vincitore. Solo perché il bestio Louk Sorensen non gioca), Nieminen e Feliciano Lopez.
Berdych ha i quarti nel mirino sfasato da cacciatore miope. Di più, mi sembra un azzardo. Il gigante battitore a forma di Fassino Kevin Anderson, o il nano moretti Olly Rochus (non dico Stakhovsky perché anche lui ha perso da Bobby, perdendo dieci "punti dignità"). Più probante, nonché vibrante (ahssì) l’impegno con l’avversario di ottavi, che uscirà fuori da una specie di riffa. Stan Wawrinka, ultimamente visto nelle periferie di Chennai perdere da un modesto nippo, mettendoci la stessa stizza insofferente che si profonde in una coda alla posta. Interessante primo turno da segnare col circoletto rosso, tra lo svizzero minore e Benoit Paire, specie se il bohemienne francese si sarà svegliato dal verso giusto ed il vento soffierà nella stessa direzione della ruota di criceti che gira a vuoto nella sua scatola cranica. In quella tonnara anche Marcos Baghdatis, sempre divertente, ed a Melbourne sostenuto e spinto da un chiassoso manipolo di avvinazzati ciprioti. Interessante, in questi anfratti, il primo turno tra il predestinato bulgaro Dimitrov e Chardy. Due puledri di razza, col cervello di un streptococco. Così come Almagro-Kubot, e l’eroico marcantonio polacco che proverà l’impresa stile Wimbledon.
Nadal 60% (Isner 20%, Feliciano Lopez 10%, Nieminen 5%, Davydenko 5%) – Berdych 40% (Wawrinka 15%, Baghdatis 15%, Dimitrov 10%, Almagro 10%, Anderson 10%)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.