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giovedì 12 aprile 2012

FLAVIO CIPOLLA, E QUEL MAGNIFICO ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA




Leccando un rospo allucinogeno e dissertando dell’incontro tra Benoit Paire e Flavio Cipolla, in scena domani a Casablanca. (Da un commento a due dita, lasciato su un sito di censori).

Benoit Paire, se in giornata, esprime un tennis fantastico. Molto (quasi tutto) dipenderà da lui, dal piede con cui scenderà dal letto. In Marocco, sia con Young che contro il tedesco Bachinger, ha mostrato i soliti picchi e le tragiche pause. Un tennista intelligente tatticamente e costante come Cipolla, potrebbe approfittarne.
Noto ora un fatto curioso. Tutti a riconoscere, con afflato di estatica ammirazione, piena dignità tecnica a Flavio Cipolla. Molto benissimo. Non è mai troppo tardi. Per mesi era stato trattato come ignobile bacherozzo senza arte né parte, al confronto di grandi cigni talentuosi e assai divertenti a guardarsi: Bolelli, Starace, Seppi (pure Trevisàn ed un termosifone). Già, perché il tifoso medio italiano, malgrado possa contare su tennisti di tal risma, si permette anche un certo qual snobismo.
Non consideravo Flavio Cipolla da rottamare due anni fa, quando non riusciva a stare nei 200 e non lo reputo fenomeno ora che è chiaramente (e ormai da mesi) il miglior tennista italiano. E’ il più continuo, il più serio e mentalmente solido, quello che continua a volersi migliorare (a pari merito con Lorenzi) e che riesce ad ottenere il massimo dal suo tennis.
Chiaro, ha dei limiti. Come tutti o quasi, forse più di tanti. Difficilmente potrà ambire a vette che altri, per pigrizia, non hanno voluto provare a raggiungere. Ma è questo il bello, la cosa da apprezzare. Nella savana, l’animale che per natura non ha determinate caratteristiche, se vuole sopravvivere deve svilupparne altre. Così anche il tennista che vuole migliorarsi, così Cipolla, Lorenzi e cento altri (spesso non italiani, ma è un caso). Il suo taglia e cuci, fatto di grandi slice non ha niente da invidiare al monotematico pim-pum-pam da fermo di un Bolelli, al tragico “rear view mirror” (specchio retrovisore) senza alternative di un Seppi o al tennis esclusivamente da terra (sempre uguale da dieci anni, senza molti miglioramenti o voglia di progredire) di Starace e Volandri.
Proprio non si vuole capire come Cipolla possegga più varianti tattiche ed armi TECNICHE, rispetto ad altri italiani. Non ha il vincente, certo. Ma se il vincente lo tiri ad occhi chiusi, sei piantato come un soldato di piombo e non fai niente per migliorare il resto del tuo repertorio, allora meglio non avercelo. Sto vincente (indovina il personaggio).
E che per battere un bombardiere a volte, non sempre ma a volte, serva più un rovescio in back rispetto al tirare cannonata meno cannonata di quella dell’avversario, è cosa che non tutti possono capire. Materia difficile il tennis, specie per chi ha iniziato ad imbarbarirsi seguendo solo l’attuale “chiudi gli occhi, spegni il cervello e pesta sodo”.

4 commenti:

  1. Ho seguito una partita di cipolla a Casablanca: al termine mi son detto: fossi nel signore che scrive il blog che leggo, scriverei un bell'elogio di questo bel giocatore.
    .detto fatto. :)

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    1. In realtà avevo scritto questa sommaria analisi su un sito, e l'ho riportata qui.
      Per provare il font stile Allen (Va bene per i titoli di inizio/coda dei film, ma qui sembra il parto scrivano di un pazzo. Beh, in effetti).
      E per portare un po' buono a Benoit Paire. Ma quello, essendo allocco, si sarà lasciato intortare. Figurati.
      Scherzi a parte sì, Cipolla è uno di quelli che non sembra nemmeno italiano. E' un complimento, questo. =)
      Ciao.

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  2. Ciao Pic, settimana prossimi andra in scena il primo grande evento sul rosso europeo a Montecarlo(mentre Gulbis gioca il challenger della Rai...),come vedi questo torneo? Continuera l'egemonia di Nadal sui campi del Principato? possibili sorprese? Grazie e presto, Angelo.

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    1. Avevo sentito di Gulbis a Tor di Quinto (Capannelle era meglio). Ma pensavo ci andasse in caso di sconfitta nelle quali a Montecarlo.
      Non lo mica come finirà. Fammi anche mago, e poi tocca che mi diano il Nobel..:) Ciao Angelo.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.