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giovedì 21 giugno 2012

BOSCODUCALE, DI ELFI DISTURBATI, FATE SDENTATE, E RIPUGNANTI CACCIATORI





Solo pochi giorni dopo la magnifica esplosione di tennis scivolosamente vintage ad Halle, ecco un altro frizzante trionfo, per il tennis che non esiste più. Dalla foresta nera pitturata nello smerigliante verde di Halle, all’Olanda. 'S-Hertoghenbosh, alias Boscoducale. Luogo che solo a pronunciarlo mette addosso un sentimento di fanciullesco candore estatico. Tra droghe sintetiche e laghetti con acque cristalline in cui starnazzano cigni tossici e bellissimi, coffee shop, bagasce in vetrina e distese di un verde abbagliante in cui si scorgono in lontananza i tradizionali mulini a vento. Il paradiso, insomma. 
Dopo il trittico di semifinale tedesca con Youzhny, Haas, Kohlschreiber (volendo tener fuori Federer, perché troppo forte e decorato per entrare nella mia classifica), ecco la lussureggiante tris quasi ippica, direttamente pescata nella mia top ten di protetti, approdare in semifinale nel secondo torneo di erbivora preparazione a Wimbledon, a 'S-Hertogenbosh: Petzschner, Malisse e Paire. Voglio dire, sei della personalissima top ten. Sarà un caso, ma dopo mesi di sconfitte in serie osservate con l’animo rassegnato, il quasi trionfo di anacronistici tennisti per caso, quasi fuori dal tempo, avviene proprio nella ristrettissima stagione prataiola. Breve, perché dura il tempo di un batter d’ali di farfalla. Un gioviale tintinnare di surreale buon umore, tra talento purissimo, paturnie della mente, sdegno verso se stessi e misantropia allo stadio puro. Tutto in quindici giorni di tennis d’altri tempi, bellissimo e divertente, che ancora premia la classe e la manualità tecnica, ormai boccheggiante. Lontani dai veleni di slam da vincere, accuse di doping a gnome italiane trottanti, bizze da star e tutto quanto. Un’impennata che consolida la triste idea di un tennis che in realtà non esiste più. E’ solo circo di pochi giorni. Confinato ad un’oasi verde, come il panda che non riesce più a riprodursi a causa del cemento e dell’inquinamento che lo ha reso sterile come un lepidottero in un forno nucleare. 

Nel castello olandese, con la pallina che risuona magnificamente sorda mentre affonda nell’erba soffice ed alta, torna in auge il genio disturbato e sdegnato di Xavier Malisse. Braccio d’oro zecchino su un fisico infermo, ormai pesante e panciuto come un bevitore di birra professionale. A 32 anni, è entrato nella fase di carriera in cui il rimpianto per quello che poteva essere ha lasciato il posto alla rassegnata consapevolezza di dover raccattare quello che verrà. Le briciole di ciò che avrebbe potuto, tirando gli ultimi svogliati schiaffi prodigiosi alla pallina. Ma pochi come lui conoscono i beffardi misteri dell’erba. Ecco allora che dopo i quarti del Queen’s raggiunge la semifinale in Olanda, ridicolizzando Troicki, tra gli altri, oltre a Lorenzi e Muller. 

Sempre in quel castello abitato da spiritelli drogati, spunta il naif transalpino Benoit Paire. Tra fiammate folli, accelerazioni bimani, e smorzate da circo Medrano, anche lui in semifinale. E’ ancora giovane, sufficientemente pazzo e bohemienne per interpretare a meraviglia il tennis da prati, con le bizzarre estrosità imprevedibili del suo tennis. Frizzante, stralunato, dedito quasi esclusivamente all'arte del funambolismo. Divertente, e spesso inutile. Per Benoit non importa mica il risultato, ma giocare bene, divertire il pubblico. Immagino che innanzi allo schermo, domani, nella semifinale, Zdenek Zeman tiferebbe per lui e non per Ferrer.

E non è mica finito, questo festival dell’assurdo che si materializza sui campi di 'S-Hertogembosh. Perché, appena crollato in classifica, riemerge come vezzosa pantegana, Philipp “Picasso” Petzschner. Sempre a metà tra l’abominio tennistico e la sfolgorante pennellata geniale. Lo sbocco e l’incanto, con quell’aria da malato mentale appena dimesso (per tragico errore) da una casa di cura. Ormai consapevole delle proprie miserie e di un’esistenza sospesa tra il momentaneo trionfo dell’estasi-estetica fine a se stessa, e l’inevitabile suicidio mortale delle carni. Il cappellino all’incontrario calato in testa, e calze rosse fino al ginocchio, un po’ Pippi Calzelunghe, un po’ Nanni Moretti in “Caro Diario”, si libera del francese Roger Vasselin e raggiunge la prima semifinale in stagione. Il tennis da erba, inevitabilmente intermittente e fatto di brevi scambi, entra in naturale simbiosi con la sua psiche a larghi tratti fulminata e spezzettata in tanti coriandoli bruciati. Avanza a suon di gran servizi, dritti che tracciano il campo in tutto il quadrilatero e vellutati slice da sinistra a destra, mezza smorzata e mezzo boccolo. Parabola irridente che fa cadere goffamente in avanti l’avversario con le gambe intorcinate, tutto spostato sulla sinistra. Quasi un marchio di fabbrica, una “zeta” di Zorro.

Miracolo di Boscoducale, di fate, pasticche nere, elfi magici e piroette bucoliche. Ok, tutto bellissimo e surreale. Ma poi vedi che assieme a questi tre, c’è anche un brutale top player. Uno di quelli che vince tornei seri, soccombendo come il ragionier Fantozzi solo ai duca-conti top 4. Alias David Ferrer, zappatore dedito alla produttiva ed utilitaristica palta tennistica. L’anti esteta per eccellenza. Cagnaccio inguardabile, che però a furia di pallettoni, come un cacciatore mentalmente disturbato, si accanirà contro queste tre quaglie squilibrate ed intimamente indifese.

16 commenti:

  1. Al terzo commento rischio già di diventare ripetitivo. Siamo in perfetta sintonia, l'articolo è bellissimo. Incredibile miracolo del digitale terrestre (Supertennis) riuscire a vedere tennis di nicchia all'ora di pranzo è fantastico. Oggi ho dato un occhio alla Vinci: tanta classe, braccio di velluto ma davvero sembra uscita da una partita degli anni 80!! A presto, Klimt.

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    1. Roberta Vinci da erba è uno spettacolo antico. Ma il suo match non è stato rinviato per pioggia? Comunque anche Schiavone (per quanto mi stia simpatica come un riccio nelle mutande), se ricorda che su erba deve usare solo una parte del suo repertorio, lasciando perdere gli inutili topponi, può fare bene.
      Sì, supertennis alla fine è un bene per gli appassionati. Almeno per vedere qualche torneo, e per chi si scoccia di trovare gli streaming.
      Ciao Klimt, a presto.

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    2. sto guardando in diretta la semi Petzchner-Malisse e non sembra vero si possa ancora assistere ad un tennis così dolcemente ricamato da sedare qualsiasi turbamento d'animo. Smorzate e contro smorzate, interi scambi in slice di rovescio e colpi d'anticipo a volontà.
      Grazie per il tuo contributo alla causa della beatitudine.

      danilo

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    3. Sì, ha appena chiuso. Ovviamente con coupe de theatre sminchiato, da 7-5 4-0 a 7-5 5-5. Se dall'altra parte ci fosse stato un altro tennista rispetto al magnifico schizoide Malisse, poteva anche finire per perderla.
      Ciao Danilo, grazie per il commento e a presto.

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  2. Hanno interrotto sul 6-4 5-4 Flipkens con al servizio la Vinci. Avversaria, a mio parere, ampiamente alla portata dell'italiana che però è apparsa troppo lenta e sempre leggermente in ritardo rispetto alla belga, che comunque non è affatto male per essere n.254 o giù di lì.
    Anche a me la Schiavone non è troppo simpatica (meglio della Flavia comunque) però a volte mi fa schiattare dalle risate perchè ha dei passaggi a vuoto pazzeschi tipo contro la rumena: sotto di 6-0 senza alcun senso al tie-break ha recuperato e vinto 10-8.
    (Proprio ora c'era in replica la partita di Petzschner con Rogerio Vasellina, ma che calzini porta?)
    Buona giornata.

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    1. Sì, Flipkens è comunque tennista esperta e che sa giocare a tennis, specie sui prati. Classifica bugiarda perché gioca due tornei l'anno. ma Vinci certe partite deve vincerle, comunque.
      Schiavone, la rimonta...beh, per recuperare da 0-6 nel tie devi avere carattere. e trovare un'altra mentalmente simile ad una burrata scaduta. E' avvenuto.
      I calzini sono rosso cupo, l'ho anche scritto. Ad Halle erano giallo iridescente. Ormai è macchietta vera. Non escludo che a Wimbledon usi quelli color verde ramarro. :)
      Ciao,a presto.

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  3. Mosso da pietà nostalgica, sto scoprendo di avere una certa amorevole simpatia verso uno degli "ex" uccisori del bel gioco: Andy Roddick. Lo sto seguendo sui prati di Eastbourne vincere contro gl'infortunati (Querrey, che non è una gran perdita) e arraspare contro gl'inesistenti (Chardy). Mette tenerezza. In un bagno di sudore, ce la mette tutta, urla "c'mon", tenta alla rinfusa di rispondere gettando palle su palle a rete e prendendosela con sé stesso, "che occasione ho gettato al vento!", ma quel cazzo di servizio-dritto, quando passa, non c'è niente da fare, incarna ancora lo sfarzo dei giorni migliori. Anche quando goffamente si avventa a rete per tentare le sue "volée" non propriamente al bacio.
    Ciao Pic!

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    1. Sì, Roddick è sempre stato un goffo trattore, volenteroso ma macchinoso come pochi. Ora che è in irrimediabile declino, il tutto si ingigantisce. "Tutto è amplificato" (citando qualcuno del Gf). :)
      Non so cosa farà a Londra, visto ora che a Wimbledon non avrebbe nemmeno un malvagio tabellone. ovvio, se alzasse l'asticella. ma di tabelloni scriverò stasera o domani.
      Ciao Fabio, a presto.

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  4. chi hai tifato tra malisse e petzschner?

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    1. Difficile. Malisse era alle ultime possibilità della carriera, e quindi speravo potesse sfruttare l'occasione. Il Fesso tedesco è precipitato in classifica quindi aveva bisogno di un grande risultato per riavvicinare i 100.
      Tendenzialmente neutrale, paradossalmente forse Malisse per un fatto anagrafico e perché mi mette più malinconia.
      Ciao Tamburo Basco (nick sfolgorante). :)

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  5. se penso che wilander sull'erba giocava serve and volley....
    marco(il nostalgico).

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    1. Ma non solo Wilander, anche Lendl, Borg, persino Nystrom o Acuna. tutti, in quegli anni. da fondo non si scambiava proprio. In un intero torneo vedevi due solo una manciata di scambi a rimbalzo.

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  6. federer strada spianata fino in semifinale,tsonga possibile sorpresa da finale,seppia quarto alla portata.parte bassa molto interessante.marco

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    1. Ovvio. Per Seppi, verso la possibilissima semifinale ci sarebbe solo Federer (ma devo ancora ben vedere. Vado a bere qualche birra poi forse analizzo il tabellone.
      Ciao marco, a presto.

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  7. Vedo che hai fatto avanzare di grado il mio aiuto muratore (con l'accento sulla a) che spinge la carriola (David Ferrer). Sicchè da simpatico operari passa a impiegato eternamente pasticcione (Fantozzi). Non so se gli conviene questo avanzamento sulla scala sociale.
    Petzschner, poveraccio. Annientato. Devi sapere, i suoi calzettoni sono quelli dismessi dai calciatori delle varie squadre teutoniche. Non si butta nulla e Philipp da bravo patriota ha aderito al programma di risparmio di Angela Merkel.
    Ah, il cappellino indossato alla rovescia per me segnala "perdente" (Petzschner, Isner, Gasquet, Hewitt......). Gasquet ultimamente però non lo indossa più. Forse lui ha capito.
    Ho letto oggi che a Nicolas Mahut toccherà un'altra volta John Isner a Wimbledon. Sono proprio sadici questi Inglesi!
    Un felice fine settimana da Anna Marie

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    1. Ma perché come il ragioniere è un succube lavoratore che inevitabilmente soccombe in modo servile coi potenti top 4.
      Petzschner annientato? ha vinto oggi, almeno. Godiamo delle cose temporanee che del diman non v'è certezza. :)
      Cappellino al contrario, più che da perdente, mi sa di tonto bimbominchia. Hewitt e Isner non sono così tanto perdenti, a dire il vero.
      Buona settimana a te Anne Marie.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.