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sabato 23 giugno 2012

ELOGIO DELLA SCONFITTA







Della bellezza di una sconfitta e dell’orrore di una vittoria. Pornografica teoria socio/psico/filosofi/logicamente quantistica sul tennis. Dotta analisi sulle distorsioni mentali degli appassionati, in base alle loro preferenze. Non sessuali, ma tennistiche (tanto per evitare che s’inserisca Cecchi Pavone)


Contrasto brutale, a tratti confinante col ridicolo, quello andato in atto nella finale del torneo erbivoro di ‘S-Hertoghenbosh: Dopo aver stroncato a suon di mestieranti badilate le velleità dell’altro istrione Benoit Paire, David Ferrer novello killer di bellezza e talento, è pronto all'ennesimo efferato omicidio. L’utilitaristico ed atroce baluardo della costante bruttezza, chiamato a sbarrare la strada a Philipp Petzschner, incompiuto talento surreale ed intermittente come una lampadina fulminata di Natale. 
E poi dicono che il tennis non insegna nulla. Più degli altri sport, racchiude la sintesi di un compendio filosofico, sociologico e psicologico senza eguali. Guardi lo spagnolo, che cammina a piccoli passi manco fosse un Agassi gobbo e andato a male. Tiratissimo, concentrato e con una mente solidissima, che non ti concede nulla nemmeno a pagarlo. Con la fascia bianca in testa da pazzo in crisi compulsiva recluso in un manicomio anni ’70, tutto tic e smorfie orrende. Il ciuffo di capelli da rottweiler sugli occhi, la linguetta tra i denti e quel civettuolo vezzo di passarsi la mano davanti al viso squadrato per richiedere l’asciugamani. Un gesto che fa proseliti e spopola tra i giovanissimi tennisti/wrestler bimbiminchia di ultima generazione. Corre, ara il prato, tritura e sventaglia, con quel dritto che sull’erba arrota in modo agghiacciante, come una pistolero artritico che sguaina la pistola col braccio storto ad altezza pudenda.
E’ i-n-s-o-s-t-e-n-i-b-i-l-e, David Ferrer.
Dall’altra parte, Petzschner. Per un quarto pittore ispirato e per i restanti tre quarti intonachista con la cefalea. E estemporaneo, tra candore e abominio, cammina svagato come in un campo pieno di ciclamini, gettando via i colpi. Ha la consistenza di uno stracchino filante, la mente tra le nuvole gonfie e l'agonismo di un rododendro. Inizia la finale con indolenza irreale. Quasi capitato lì per caso. Conscio e consapevole di avere del fulgidissimo talento nel braccio, ma che tanto non basterà, inutile provarci in quella codardia tipica dei grandi geni. Come voglia privarci della gioia di vedere cosa potrebbe fare. E un pittore molto dotato, che odia l’umanità a tal punto da non volerla abbellire con la sua arte.  E’ un po’ così Petzschner, come altri tennisti dal tennis gradevole e potenzialmente molto forti, ma inconsciamente castrati. Vola Philipp, nella sua testa malata e rivolta ad immensità inesistenti. Sgozzando flebili pallette a mezza rete e palleggiando con la racchetta, come uno sbirulino con le calze iridescenti al ginocchio. 
L’altro rema e vanga, veleggiando ben piantato in terra. E’ tennista vero, dicono. Vero eccidio dei sensi, anche. Il tedesco svitato, d’improvviso,  come folgorato da un filo elettrico pendente dal cielo, ci regala una manciata di punti di una leggiadria inebriante. Assolutamente inutili, ovvio. Il campo dipinto morbidamente col back di rovescio, che si apre alla rasoiata di dritto. Gran servizio e sfolgorante dritto col braccio talmente veloce che a stento il rallenty riesce a coglierne il movimento. Poi ancora un affettuzzato rovescio gillette, la mezza palombella ed una sapida voleé vellutata come il bacio della morte. Basta così, credo. Una manciata di bei punti. Il necessario per capire grazie a quell’oretta scarsa di gioco, la differenza tra una bella sconfitta ed una ripugnante vittoria. Tra una morte dolce e romantica ed una vita dominata dalla sterile bruttezza. Un po’ velatamente, ma nemmeno tanto, questo abbagliante contrasto di stili di gioco, filosofia, psicologia, mi rimanda all’esperienza terrena. Io sono un intellettuale, dotato di cultura superiore (ad un cardoncello, senz'altro), chiaramente geniale e fuori dalla norma. Ma in questo mondo malvagio guadagno meno di un mescolatore di palta con la quinta elementare, che nell'operoso triveneto fa della manuale cazzuolatura la sua arte. Rispettabilissimo, ma il mondo va così, inutile pensarci troppo o corrucciarsi. Capito, insomma, perché ho scelto lo pseudonimo Petzschner? No? E che ci posso fare, io. 
Il tedesco ha un suo senso. Surreale, ma ce l'ha. Continua a sfuggirmi invece il senso di David Ferrer, paradossalmente. Non riesco proprio a catalogarlo. Inserirlo nella casella di una mente relativamente malata che possa appassionarsi a lui. Ovvio, si può (anzi si deve) rispettare, ma non comprendo come possa eccitare chi guarda il tennis. Quale distorsione renda le sue gesta risultare avvincenti. Sarà un mio limite, probabile. Con gli anni, e malgrado un fisico normale, grazie ad un lavoro sovrumano (perché fino a prova contraria, bisogna sempre pensare solo a quello) si è costruito una carriera straordinaria. Quasi commovente, per carità. Vanga e trita tutti, con una regolarità senza fronzoli. Tutti, tranne i primi, di fronte ai quali sovente china il capo con animo rassegnato. Perché questo uno slam può vincerlo solo se i favoriti si suicidano in semicerchio. E starà lì, in attesa che avvenga. Pazientemente. Perché di più non si può fare, senza rischiare la vita. Non ha un’unghia incarnita del tennis di Federer, è fisicamente prodigioso, ma ugualmente limitato rispetto ai vari Djokovic o il suo prototipo ben riuscito allo specchio allungato (Nadal). E’ un mediocre d’alto livello, insomma. La sintesi di un ossimoro insensato. E proprio per quello, non riesco a definirne l’essenza. 
Intendiamoci. Ho condotto un approfondito studio socio/filosofico sul tennis, i suoi interpreti e le varie tipologie di appassionati. Mi è costato parecchio tempo (circa 2 minuti), ma visti i risultati, ne è valsa la pena. Dopo aver osservato gli esemplari sottoposti al mio studio, concludo che nel mondo esistono: 
1 - Gli appassionati della bellezza tecnica e delle vittorie, come tutti i tifosi di Federer (in passato accomunabili a Sampras, Edberg, etc…). Questi esteti un filo snob ed intimamente sognatori, sono convinti che la bellezza debba trionfare su tutto. E non possa non essere privata della vittoria finale, col sadico piacere del record assoluto. Un po' autoritari monarchici, un po' dandy. Sono anche intellettuali. Teorizzano anche magniloquenti e raffinate teorie sulla rivoluzione senza volersi sporcare con la plebea pugna. 
2 - Hanno cittadinanza in questo mondo anche i veneratori del grande agonismo e dell'ardore. Categoria in cui inglobare i sostenitori di Nadal e Djokovic. Essi, nell’inconscio più recondito sono violenti di spirito. Fautori di una rivoluzione brutale che sovverta credenze consolidate, canoni di bellezza e prestampate verità. E per farlo utilizzerebbero ogni mezzo. Anche e soprattutto la bruttezza e la violenza più bieca.
3 - Ovviamente ci sono i semplici amanti del talento geniale ed intermittente. Di quel gesto tecnico fine a se stesso, con l’inutilità che sfocia nel danno. Un ghirighori o funambolismo circense. Irrazionale, ed ovviamente imprevedibile. Tipo Petzschner, Paire o Gasquet. E poco importa se questo porterà frutti o volgari vantaggi terreni. Il morbo qui è evidente. Sono/siamo masochisti, anarchici di pensiero, e potenziali aspiranti al suicidio. 
4 - E non si può trascurare quel ristretto (e spero inesistente) drappello di chi ama i perdenti. Ma perdenti di atroce bruttezza tecnica. Costoro sono masochisti certo, ma con una dominante dose di sadismo intellettuale a dominare il resto. Vanno tenuti d’occhio, perché in loro v’è un germe che se non adeguatamente represso (tempestivamente!), potrebbe condurre al seriale istinto omicidiario. Sono potenziali serial killer, insomma. O degli impiegati del catasto che impazziscono ed imbracciato un kalashnikov fanno una strage. 
Ecco, forse in quest’ultima classe di individui osservati, rientrerebbero i tifosi di Ferrer. Semmai ve ne fosse uno.

12 commenti:

  1. Caro Picasso,

    credo di far parte della tua categoria; ho amato da impazzire Leconte e Korda che erano talenti assoluti ma con la costante di non aver vinto un bel niente (tranne l'Australian Open di Petr): però quanta bellezza che ho visto in quegli anni, quante volte quei due ci hanno fatto vedere come dovrebbe essere il tennis e forse anche a cosa dovrebbero tendere le cose in generale.

    Ecco in questo senso, su una rivista di Tennis ho letto una bellissima opinione di Andrea Scansi su Federer: lui dice, vado a memoria, che Federer a differenza dei talenti purissimi ma perdenti (e, però, grandissimi) "avrebbe potuto diventare un'iconoclasta ed invece si è ridotto ad essere un collezionista di record".

    Ecco, anch'io sono Federeriano: ma mi trovo spesso a far la conta dei suoi Slam col timore che i due energumeni (sopratutto Nadal) lo possano batrere): ora questi ragionamenti meschini non li facevo per Leconte e Korda perchè tanto non vincevano nulla ma perdevano in nome della bellezza, tentando cose impossibili, pazzesche. Ecco, se si può rimproverare qualcosa a Federer è quello di non aver gettato il cuore oltre l'ostacolo, perchè un genio che non rischia anche di perdere per la bellezza di un gesto, che genio è?

    La grandezza non si misura in record ma in emozioni che si sa regalare.

    Forse sto diventando troppo retorico... va bhè ti saluto qua.

    Stefano

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    1. Ciao Stefano;
      Concordo abbastanza con te, in generale. Ma certo che Federer che si "riduce" ad essere collezionista di record immagino sia paradosso ironico. Il mio post, e le categorie sono solo una cosa per ridere. Frutto davvero di due minuti, dopo una mail che ho mandato.
      Bella sfiga, vincere. Il buon "Riton" Leconte (visto in bella forma al Roland, nella finale di doppio leggende) si sarebbe venduto un rene per vincere quel maledetto slam. :)
      Vincendo quello che ha vinto, Federer ha forse raggiunto la più alta vetta di questo sport. Ma come genio devoto (e "malato, molto malato". (Cit. l'inflessione di Verdone credo) dell'esclusiva bellezza irrazionale, non sarebbe più lui. Lui ha un altro ed alto obiettivo. E' genio, classe e tecnica, ma inglobati nella razionalità da numero uno. Ha la mente da vincente assoluto. Proprio per questo, paradossalmente, vacilla, quando qualcuno (Nadal, Djokovic ora) reggono, tengono addirittura botta.
      Io non sono tifoso di nessuno dai tempi di McEnroe (facevo ancora le scuole dell'obbligo). E a tratti Safin, in tempi recenti.
      Chiaro però che tra i contemporanei che si giocano i titoli, sono tutta la vita con Federer. ma non ci penso nemmeno un secondo. Il problema non è l'aver vinto e collezionato record e coppe, per il mio modo di vedere le cose. Quello viene naturale. Quando sei il più forte, vinci per forza. Non puoi mica gettare vie la coppe perché vuoi esser Gasquet.
      Forse ciò che mi manca è il tormento, la sana pazzia, quel brivido di follia autolesionista che invece mi faceva vivere McEnroe. E non a caso, senza quegli scatti d'inconsulta ricerca del bello fine a se stesso, ma incanalando la sua tecnica perfezione assoluta nella ricerca della vittoria, ha vinto quattro volte più di Johnny Mac.
      Ma poi, alla fine, ognuno è ciò che è. Noi non possiamo far altro che stare qui a smacchiare i leopardi...:)
      Ciao Stefano, a presto.

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    2. Ciao a tutti,

      guardando la finale di quest'oggi mi sono chiesto se davvero dobbiamo piegarci arrendevolmente alla esaltazione della tensione muscolare, alla gloria dello sport bionico.
      A questo proposito trovo molto stimolante la riflessione di Stefano su Federer. Fermo restando che ognuno è come è, non credete che Roger abbia perso l'occasione di diventare il più grande rivoluzionario dello sport moderno, il grimaldello dell' eversione estetica, un'arma puntata contro il conformismo culturale applicato allo sport? Mi spiego meglio: se non avesse piegato il suo talento alla disciplina richiesta al suo ruolo, se avesse fatto sentire la sua voce a difesa della bellezza di questo sport? E allora no alla omologazione delle superfici, no alla vittoria a tutti i costi, no alle lacrime per uno slam perso, no alla accettazione di un tso tattico, no alla tolleranza di infortuni simulati, no all'atletismo inteso come unico metro di misura di un giocatore di tennis. Interviste, interventi post partita, scenate in campo, ospitate in tv avrebbero potuto renderlo un manifesto della controcultura del terzo millennio (non solo sportiva).

      Forse sogno ad occhi aperti se immagino un mondo in cui sarebbe disonorevole essere numero 5 del mondo con il tennis di ferrer e bellissimo essere 140 con il tennis di petzschner. Federer non ha fatto nulla perchè questo potesse accadere.

      ciao,
      Danilo

      p.s: credo che anche il pubblico abbia le sue responsabilità (non posso pensare che si applauda il tennis di ferrer in una finale sull'erba. Ci tengo a sottolineare il mio livore è solo per il suo stile di gioco, non per l'atleta).

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  2. Specifico: Ferrer e Petzschner fanno comunque poco testo. E' nella (brutale) normalità delle cose purtroppo: se giochi in modo brutto ma consistente per due ore, prevale su chi gioca magnificamente per dieci minuti.
    E' evidente come il tennis sia cambiato e con nuovi strumenti/campi abbia voluto far si che tutti potessero essere competitivi su tutte le superfici. Ora le differenze si sono sfumate ed è favorita la muscolarità al gesto tecnico.
    Federer ha fatto il suo dovere, ha vinto tanto. Non credo che potesse fare qualcosa. Tranne qualche protesta flebile (una nell'ultimo Rg sulle palline). Forse perché intimamente pensa "sono talmente superiore a tutti che se gioco come dico io vinco anche sul bitume". :)
    Ciao Danilo, a presto.

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    1. ciao,

      a proposito del torneo di cui si discute ho scoperto un grande Igor Sijsling (a parte la partita con ferrer praticamente non disputata). Mi ha colpito un sacco il suo gioco potente ma tecnico e rapido. Speriamo cresca ancora.

      Cosa ne pensi, Picasso?

      danilo

      p.s: scusatemi ma nel precedente post ho cercato di essere ironico inserendo un "tso" ma rileggendomi credo di aver fallito miseramente.

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    2. Ma scuse deche? Vai tranquillo, se c'è una cosa che qui si può fare è scrivere tutto. Anche gli insulti a me (purché siano mirabolanti e ricercati....). :)
      E Sijsling visto poche volte. In Davi contro l'Italia (credo) mi impressionò perché giocò in modo magistrale, delle ottime volée.
      In generale credo sia un tennista da veloce, buono, piacevole. Ma non credo possa aspirare in qualcosa più di una capatina tra i primi 70/80.
      Ciao Danilo, a presto.

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  3. Aggiungo la mia su Federer che forse avevo espresso già in passato, anche io "sto" con lui e con chiunque giochi contro Nadal quando siamo alle battute finali e i miei sono tutti fuori, ha fatto il suo cioè vincere, mi rendo conto che resterà l'ultimo baluardo del gesto tecnico ai vertici, questo è certo. Quando lo vedo giocare mi ammalia ma non ci posso fare nulla, non ci empatizzo, non mi emoziona. Ci sono partite che guardo distrattamente, altre con attenzione e altre che mi hanno incantata e tenuta inchiodata alla sedia, lui non era mai in campo nell'ultimo caso, non so a che gruppo di tifosi appartengo ma è così. Scanzi lo ha criticato tante volte, io me la rido sempre perchè non essendo sua tifosa non ho la coda di paglia e recordmania di sorta, è stato esagerato a volte, criticò anche Safin perchè gettava via tutto in modo fantozziano, critica tutti. Però un pò di vero c'è in Frigider, nel senso che "per le buona maniere si è tolto spessore" e umanità, poi lui dice che era il modo per stare bene in campo e vincere, come dargli torto? Ok, ma fammi un sorriso vero che sia uno nella vita! E' sempre così impostato.
    L'avevo scritto in un altro post ma quel commento mi sa che è andato perso, ha giocato i colpi migliori su erba e duro, ma lui stesso per vincere ha fatto della capacità di giocare bene su tutte le superfici la sua forza, in fondo è già un evoluzione dei vecchi giocatori, che poi quando incontra il mostro terricolo scenda ai suoi livelli e cominci a tirare solo mine agli angoli, per lesa maestà vada in tilt e si faccia battere è altra storia.
    Me lo chiedo pure io come si possa essere tifosi di Ferrer, mentre ero al bar a Roma pare sia passato su una microcar e mi è stato raccontato che un marito gli ha gridato "mia moglie è pazza di te!" O____o, mio caro signore sua moglie ha dei gusti di merda!

    Nel commento andato perso ti avevo solo scritto che ero molto felice per Tommy Haas, che giocatore e che uomo, complimenti!!!

    Zio Tony ha acquistato 10 bidoni di diserbante per il torneo del prossimo anno, così che non accada più che un Kohli ci riprovi.

    ciao
    Jess

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    1. Ciao Jess,
      commento perso? Qui non è arrivato niente. e non è che ne arrivino a vagonate. E non censuro nessuno. Nemmeno gli insulti sterili (che ormai è da un anno che non giungono più assieme ai bossoli di una calibro22).
      Massì, chiaro che Federer non è il tennista agonista...quello che accendeva la fantasia con rimonte assurde, o gesta di un agonismo teatrale. Il suo magnetismo e carisma non sta certo nei gesti gladiatori o da aizzatore delle masse (quello è Paire, al limite..."l'aizzatore") :). Ma sta tutto nel gesto tecnico, nei colpi. Un po' com'era per Edberg in passato.
      Di Scanzi, rammento nel 2008 o 2009 qualche articolo su ubitennis riguardo a Federer, in cui pensava ciò che hai scritto...francamente non seguo cosa pensi del tennis e del mondo. Rimane legittimo pensare che Safin sia Fantozzi e Federer un "frezer". Mi smarriva soltanto l'idea che poi potesse venerare Edberg. Magnifico e splendido esempio di tecnica tennistica quasi-divina, ma che chi definì "tacchino freddo" dal punto di vista emotivo, ebbe un colpo di genio non indifferente.
      Quanto a Ferrer. Io non dico "stimarlo" fantozzianamente. ma proprio TIFARLO. Come è possibile? E' una devianza della mente? Un morbo strano? BOh.
      Comunque un OTTIMO motivo per tifarlo l'ho trovato:
      Mettere 3 euro sulla sua vittoria a Londra, quotata a 151,00.
      Cioè, la TRISTEZZA ed inutilità del tutto si riassume in questo: Il numero 5 al mondo, quotato a 151,00. Manco fosse un aratro arrugginito.
      Io tre euro li metto. Hai visto mai che in 5/6 si suicidino in semicerchio. :)
      Ciao, a presto.

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  4. Ma non pensavo che mi avessi censurata anche perchè non v'era motivo, qualche casino account o decisamente ho pasticciato io, cosa più probabile.
    Io Scanzi l'ho sempre letto, adesso di tennis non scrive più e non lo leggo più, mi trovava a volte d'accordo a volte no, ma mi faceva sorridere con le foto dei frigoriferi e poi -eccolo in tutta la sua emozione che festeggia- o i cubetti di ghiaccio....
    E' vero che poi amare Eldberg è contradditorio, ma io su Federer la penso come lui, senza l'antipatia e non l'incolpo perchè vince.
    Beh, 3 euro si possono puntare, magari gliel'hai mandata dicendo che è colui che raccoglie tutto se non incontra i primi 4, Ferrer che vince Londra altro che evirazione!!! E' un aratro arrugginito, bisogna ammirarlo per i mille motivi che sai ma non ce la si fa, anche perchè rischia di fare proseliti.
    Jess

    ps: si attende il day 1 dall'inviato.

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    1. Mi ero fatto l'idea che fosse solo un divertissement, trovando terreno fertile nel far incazzare i tifosi di Federer. Un gioco, più che altro. Ma poi ognuno la pensa come crede.
      No, su Ferrer mi stavo concentrando per trovare un valido motivo, ed ho trovato quello. L'unico.
      A 151,00 è ridicolo e un po' umiliante, per un numero 5.
      Day1 dall'inviato in ginocchio alla regina madre, vediamo. Devo scoprire se blogger mi fa riportare degli aggiornamenti su unico post, da aggiornare giornalmente, stile commento.
      (lascia perdere le evirazioni. Con Errani ho già fatto un voto se dovesse battere Serena.).
      Ciao, a presto.

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  5. Appunto, critica tutti! Però i tifosi di federer a volte sono pesanti, sono in adorazione perpetua. Sicuramente "amava" andare controcorrente ma lo pensava anche, secondo me.

    Il 151 per il numero 5 è la prova di quanto "in sostanza" valga il numero 5 nell'immaginario collettivo e per i computer.

    Credo te lo permetta, però non proprio aggiornamento in tempo reale, devi semplicemente credo modificare il post ad ogni intervento con -modifica-, a meno che non ti permetta dei trafiletti legati al post principale, potrebbe mah, ho un blog abbandonato andrò a dare uno sguardo.
    Jess

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  6. Secondo i book, le sue possibilità di vincere equivalgono a quelle che ha Oprandi o Kimiko Date hanno di vincere il femminile. Io però, ripugnanza a parte,penso sia esagerata quella quota:

    Sì, saprei come fare aggiungendo pezzi. Ma oltre una certa lunghezza non puoi arrivare, credo.
    Ciao, a presto.
    Nando Gazzola Berdych a CASSSSAAA! (colta cit di Scattarella)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.