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sabato 2 giugno 2012

ROLAND GARROS 2012 - FOGNINI, E LA "SUPERCAZZOLA" PREMATURATA





Day 6 Dal vostro inviato, drogato di morfina, tra i "Papa Boys"


Un agghiacciante replay ci dona il quasi dipinto dell’orrore che nemmeno un pittore malato di mente morto di cirrosi epatica, sarebbe riuscito a cogliere meglio. Sara Errani prepara la tragica arrotata di dritto, con l’occhietto chiuso e l’altro sbarrato mentre esala l’implacabile urlo del ratto minaccioso “oh-ehhhh”. E qui mi viene in mente “Mercatale, un sogno di fantascienza”, indimenticabile tela spennellata dal Pacciani del periodo introspettivo futurista o l’ormai celeberrimo “occhio della madre” dell’immortale capolavoro nato dal genio immortale di Ejzenstejn, “La corazzata Potemkin”. Errani soffre, grugnisce, arrota e corre con quelle gambe corte e massicce da trattore mignon. L’altra, l’insensata gigantessa serba Ana Ivanovic, fa l’unica cosa di cui è capace: Spara. Terrificanti colpi. Un set e mezzo di quasi mattanza, poi alla lunga, la piccola italiana dal regolare non-tennis riesce ad imbrigliare e battere la serba dal tennis demente. Nel servizio, con l’incerto lancio della palla da circolo di volano, può stecchire un’aquila al brado volo planato. Il primo colpo può finire in campo. Sul secondo un brivido di terrore percorre la schiena di giudici di linea e raccattapalle. Il terzo rischia di ammazzare qualcuno in seconda fila, in modo cruento. E quando arriva addirittura al quarto rischia di accoppare un incolpevole tordo migratore. Raccoglie la piccola formica italiana, che per la prima volta raggiunge gli ottavi di finale a Parigi.
Sembra divertirsi per un paio d’ore sullo Chatrier, Fabio Fognini contro Jo Tsonga. Qualche buona trama, discrete accelerazioni e scambi di fioretto cui s’impelaga con la convinzione (se non sadico masochismo inconsapevole del mondo) di poter prevalere. Ma contro Tsonga, tennista di categoria superiore sia nella pesantezza di colpi che nel tocco, non può certo bastare. Contro avversario diverso, gli ottavi potevano essere alla portata. Rimane comunque una buna prestazione, condita di begli incroci e qualche ricamo che mi diverte. E diverte anche i francesi, suscitando qualche sorprendente applauso prolungato. Talmente sorprendente che riesce in due secondi netti a trasformarlo in salve di fischi con gesta da “re della fognata”: una specie di mix tra la “cassanata” e la”zingarata” di Monicelli. E via tra fellatio mimate col manico della racchetta verso uno spettatore, sorrisetti insensati, passi da guappo. Salva stavolta la reputazione di sorelle o mamme dell’avversario, al solito sibillinamente tacciate di scarsa morale e dubbia attività sessuale.
Accade l’incredibile travestito da normale, sul campo numero due. E non cito il 2012, i Maya ed altri richiami all’esoterismo, altrimenti sbuca Red Ronnie a dirci che lui già lo sapeva. Andreas Seppi conduce a miti consigli quel fulgido esempio di gallo cedrone schiaffeggiante che risponde al nome di Nando Verdasco. Accade spesso che un regolare e muro specchiato prevalga sul percuotitore di tamburi in possesso di un tennis poderoso, mandandolo fuori giri. “Che potenza di percossa!” verrebbe da gridare plagiando “Rocchio 47”. Il caldarense è in buona forma, e difende alla grande rimandando tutto d’all’altro lato in clamoroso anticipo. Come Korda, per intenderci. Senza braccio, però.  Tanto basta per mandare al manicomio Verdasco e vincere il secondo match consecutivo al quinto set guadagnandosi per la prima volta gli ottavi in uno slam. E pazienza che un’elegia funebre sia più divertente.
Si vede ormai poco o niente, quando Flavia Pennetta si arrende di fronte all'inumana sagoma di Angelique “Briegel” Kerber, dall’esasperato e forsennato schema difesa folle e contrattacco da frattura alle meningi. Peccato per la brindisina, che pure aveva iniziato molto bene, ma che finisce per soccombere alla distanza contro questo affare di trucida badilanza mancina. E poco conta la maggior eleganza e linearità stilistica della nostra. Qualche mese fa la sua sconfitta a NY passò per occasione persa, senza tener conto sulle potenzialità di questa tedescona che invece ormai vale le prime dieci al mondo.
Colgo solo la fine del bellissimo match tra Federer e Mahut. Va oltre ogni più rosea aspettativa il volleante francese, elegante come un fuscello scosso da un malinconico vento di libeccio. Nicolas è capace di strappare un set al solito Federer danzante, forse un po’ distratto e troppo tranquillo, che volteggia in punta di piedi.  Tra rovesci sguainati, attacchi e volée come si vede di rado sui campi da tennis, tiene in bilico il risultato fino alla fine. A volerci credere davvero.  Lo svizzero deve tirare dal cilindro qualche guizzo dei suoi per chiudere 7-5 al quarto. Djokovic invece passeggia sul miracolo Devilder. La spunta Wawrinka sula regolarità Simon, a sorpresa vince il promettente Michael J.Fox de noantri Goffin sul volleatore folle Kubot. Del Potro schiaccia Cilic in tre set, mentre ha del clamoroso la fatica di Berdych nel vincere le resistenze di pertica Anderson, al quinto.
Già detto molto delle donne, ma continua ad avanzare Samantha Stosur, si spegne all’alba il sogno di Maria Josè Martinez Sanchez, stroncata dalle pallate della gnoma killer Cibulkova. Sorpresa di giornata la vittoria nettissima della vezzosa Sveta Kuznetsova su Agnieszka Radwanska.

4 commenti:

  1. Complimenti, caro Picasso, per la scelta delle foto di copertina azzeccatissime!
    Quella faccia da cazzaro del "Fogna" dà un'immagine fedele della sua attitudine in campo (simpatico come il limone negli occhi, e con un soprannome - scelto da lui stesso! - a dir poco emblematico).
    Povera Italia, aggrappata alle gesta di Errani e di Seppi, "orgoglio nazionalista" (espressione riportata testualmente da un commento letto su Livetennis, con quel fantastico "-ista" a rendere il tutto ancora più eroicomico).
    Ciao!

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    1. Ciao Fabio,
      sì, Fognini ha dell'incredibile. Tra l'altro, in un'intervista vista sul sito del RG, forse vergognandosi, afferma che il suo nickname è "Brontolo".
      Peccato, perché incanalasse quella sua attitudine fuori dagli schemi in qualcosa di divertente, non sarebbe male. Invece proprio non ci riesce, e sfocia nell'orrido.
      Quanto a quel sito, ho sincera paura. Timore. E quell'angoscia che mi impedisce di commentare o voler dire qualcosa. Quando leggi che un primo turno di qualificazioni vinto in un future cileno ad opera di un ragazzino sedicenne suscita cinquecento commenti di esaltazione e delirio, capisci che il morbo è gravissimo. L'astinenza di tanti anni ha ha provocato grossi traumi nella gente. E vabbè. "Nazionalismo" m'era sfuggito. Ma direi una bugia, affermassi che mi sorprende. il 90% di quelli meriterebbe l'arresto o l'internamente coatto. =)
      Ciao, a presto.

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  2. La schiera dei "quinziani" incute già un certo timore, capace addirittura di lasciare ben 37 commenti ad un articolo come "Gianluigi Quinzi gioca con Seppi ed incontra Nadal al Roland Garros:". Il 2012 dei Maya è già arrivato.

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  3. Ciao Roberto,
    Io ne ho paura reale. Terrore. Specie se si capisce cosa possano causare trentacinque anni di vuoto (il dramma è che poi questo vuoto lo negano con veemenza, bollandoti per anti-italiano, se lo fai. Ma allora perché ti ecciti come uno svitato per un sedicenne nelle quali di un future?). Ci vorrebbe Freud impasticcato per entrare nelle lor menti. Oppure solo capire che se uno non va da trent'anni con una donna, rischia di ammazzarla.
    Non a caso io lì non commento più, ho paura vi siano dei serial killer. =)
    Non ho niente contro questo ragazzo, che anzi ho visto un po' giocare contro Pashanki ed al Bonfiglio. Ha doti tecniche e soprattutto mentali fuori dal comune per uno di quella età. E potrebbe diventare molto forte anche tra i grandi. Ma non si può delirare in quel modo su un semi adolescente. Questi, se dovesse vincere uno slam tra i grandi, potrebbero uccidere. Altro che Fossa dei leoni. =)
    Il rischio vero però, è che se Quinzi facesse una grande carriera da top 10, ne rimarrebbero delusi.
    Ciao, a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.