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lunedì 4 giugno 2012

ROLAND GARROS 2012 – LA SUBLIME INUTILITA’ DI GASQUET






Day 9 Demagogico, populista, banale e fazioso. Se a dirtelo è uno della razza dei Casini/Gasparri/Cicchitto et similia, vanne fiero. Il tuo piscio è oro colato



Quando deliziose ed innocue anitre provano a volare come rapaci condor, pronti a piombare sulla loro preda. Donandogli solo una lieve carezza.
Il sole sta ormai calando in una Parigi uggiosa, con nuvoloni gonfi nel cielo grigio cemento. Si respira l’aria della grande impresa. Ambiente elettrizzato, pieno di scosse elettriche, gridolini, urla amorevoli e cori commoventi che avvolgono uno Chatrier in pieno delirio mistico. Saranno tutti allegramente avvinazzati o hanno visto la madonna? mi domando. Appena sintonizzato, nella mia belluina ignoranza, faccio delle ipotesi fantasiosamente drogate d’oppio. Vuoi vedere che “Richard le guerrier” (de marzàpan ripien de filant mascarpòn) Gasquet sta compiendo l’impresa che verrà narrata dai libri di storia? Ha una maglia rosso fiamma ed agita il pugno in modo ridicolo, come ai tempi di ruggente afonia suicida, col palmo in parallelo all’argilla. Murray è il solito, scafato, disgustato e greve essere che pare ripugnare la sua stessa orrida ombra incresciosamente dentata a casaccio. Ivan il terribuilissimo Lendl, in tribuna con un golfino bordeaux, scuote il capoccione e beve del the a garganella, immagino gusto prugna. Vuoi vedere che, se non sta vincendo, il francese se la stia giocando alla grande?
Scambio magnifico sulla diagonale di rovescio che Richard sguaina come sciabolatore ispirato dal Dio del tennis. Dev’essere proprio un Dio omosessuale, il Dio del tennis. Quel colpo di una imbarazzante naturalezza è l’essenza intima di questo sport. L’anitroccolo, brutto, goffo, con abnorme testone e dal passo macchiettisticamente ridicolo, lo prepara e d'incanto si trasforma in languido e lucente cigno dalle piume immacolate.
Prossimo alla morte.
Ecco che do uno sguardo al risultato: La goffa macchietta da film muto degli anni ‘20 è sotto due set a uno, 5-1 nel quarto. Ha illuso il pubblico dello Chatrier anche questa volta, vincendo il primo set e sfiorando il 2-0. Ma vuoi che possano prendersela? Sugli spalti sembrano non capire la realtà, annebbiati anch’essi. Condotti in quello strano mondo dove esistono solo svolazzanti farfalle che campano cent’anni e non muoiono a fine giornata. Ecco, è una cosa evidente. Gasquet ha un tennis talmente bello e coinvolgente che confonde le idee, ammorba gli animi più cinici, converte i misantropi e li porta ad un candido suicidio. Alla fine ti importa poco del risultato, di quell’intimo animo da codardo che prova goffamente a fare il leone. Risulta patetico, ma sublime. Una sublimazione del surreale applicato al tennis. Ed allora, col cielo sempre più buio, minaccioso e scosso da qualche scintillante flash dalle tribune, altri commoventi gridolini, applausi e cori a sostegno dell’anitroccolo, sciancato ma magnifico, fenomenale ma fragile, col pugno di esultanza incastunato su un volto che trasmette paura reale ed un fisico da violinista tzigano.
Altro sviolinato rovescio lungolinea seguito da un dritto nell’angolo opposto, ma quel satanasso scozzese riprende tutto. Richard è costretto a fare almeno tre volte il punto, contro questi pseudo-fenomeni con mezza unghia del suo braccio ma forsennati difensori e fisicamente esaltati. Per una volta chiude il punto con una volée stoppata. E l’esultanza con risolino squilibrato sottolineato dall’irrazionale ovazione del pubblico, è l’apice del surreale. Dipinge in modo nitido l’essenza di Richard Gasquet.
L’altro, lo scozzese meno solido di Djokovic o Nadal e senza un quarto del braccio di Federer sembra in una giornata di grazia e si lascia addirittura condizionare dal folle delirio circostante. Tira due urlacci fuori luogo che altro non fanno che sottolinearne l'assoluta dislessia colpo-corpo-mente-esultanza-espressione (di agghiacciante bruttezza). Porta a casa altri due begli scambi, ed ovviamente vince. Ma il parallelo tra i due è servito, nella sua limpidezza: La magnifica e paradossale inutilità di Gasquet che soccombe alla tragica dislessia tormentata di un Murray ancora alla ricerca di capire se stesso. Ma che come si batte un Gasquet, l’ha capito.

4 commenti:

  1. Caro Picasso,
    la partita fra Andy e Richard vedva opposti due nevrastenici, totalmente incapaci di controllare se stessi ancor prima dell'avversario o della partita. Due sagome che rasentao il ridicolo in quanto ad attitudine caratteriale; ma due tennisti fra i più talentuosi del circuito.
    Murray, triste rappresentante del "power tennis" tutto-corsa-e-tutto-muscoli della nuova generazione, è dotato di qualità tecniche che lo rendono esteticamente molto ma molto più gradevole rispetto a Djokovic e Nadal. Certo, nel 90% dei casi gioca col culo, e di fronte a match importanti entra in campo posseduto dal demone della sconfitta suicida (che puntualmente arriva) e quindi offre oscene prestazioni per le quali dovrebbero talvolta multarlo (ci sono spettatori paganti ad assistere ai suoi obrobri, eh!).
    Su Richard, le parole si sprecano. Potenzialmente pari a Federer, non ha mai vinto un cazzo. Anche ieri, molto probabilmente, si è lasciato distrarre dal teatrante e patetico scozzese al posto di concentrarsi sul suo gioco.
    Sarà che ci piacciono questi potenziali campioni da ricovero clinico. Amen.
    Ciao!

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    1. Si tratta di due paradossi, comunque. Murray si trova nel grottesco cerchio senza via d’uscita perché è forte, resistente e muscolare come richiede il tennis moderno per essere competitivi. Ma lo è meno dei due mostri. E indubbiamente meno virtuoso di Federer che, trovando la giusta giornata, può metterli ancora in riga con la classe. Lo scozzese è in un limbo dal quale è difficile uscire.
      Ogni torneo fa storia a se, ed i match a volte si decidono per dettagli, quindi uno slam lo potrà vincere, anche a breve. Ma nella situazione attuale, tranne una botta di deretano, cali degli altri, per vincere dovrebbe avvicinare la soglia di resistenza di Nadal e Djokovic.
      Ieri ho visto solo il finale, ma Murray è sembrato in forma strepitosa.
      Gasquet, va preso così com’è ormai. Forse poteva andare avanti 2-0. Non ha la testa, ma nemmeno il fisico, per stare al passo dei più forti attuali. E' rimasto solo il talento naturale, che quello non è soggetto a preparazioni, infortuni, paure o strategie. E quello è solo un inutile tassello, quando il resto non è nemmeno a livello della sufficienza.
      In passato riusciva a deliziarci con match punto a punto, per poi perderli con grandi suicidi, adesso nemmeno quello, con i forti. Temo ci potrà regalare solo qualche successo minore, e una carriera da top 10/15. Tanto, ma poco. A seconda.
      Ciao, a presto.

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  2. Risposte
    1. Con quel nick non potevi non apprezzare il tennis allegorico di Gasquet. :)
      Ciao, e grazie.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.