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sabato 2 giugno 2012

ROLAND GARROS 2012 – SCHIAVONE AT PARIS: LA CADUTA (DUE ANNI DOPO)





Day 7 A passo di fanfara, tra sobrie celebrazioni listate a lutto, pasticcini, tartine al caviale beluga e addolorate sorsate al Dom Pérignon. Aspettando, in un picco di sempre maggior virtuosismo ossimorico, l’elegia funebre comica”


Due anni dopo, il sequel sminchiato. Sembrano passati secoli da quei giorni di giubilante tripudio dei sensi ed esplosione d’italico orgoglio. L’ardore patriottico cavalca la straordinaria marcia di Francesca Schiavone, tennista che dopo una onorevole carriera, per due settimane s’inventa vincente. Vincente, tecnicamente virtuosa, atleticamente esaltata, e con una spruzzata di sana fortuna, l’Italiana dominò a Parigi esprimendo un tennis fantastico, vario e tanto diverso rispetto a quello di altre tenniste del circuito. Parve subito un flash, una magnifica parentesi nel moderno tennis che invece a grandi livelli premia altro. Specie in considerazione di una vita tennistica da normale top 20, e delle sue trenta primavere.
Ma l’irrefrenabile contentezza, il giubilo e l’ardore italico smosso dalla tennista milanese era tanto e tale, da annebbiare le menti. Qualcuno la considerava bellissima, slanciata e ventiduenne appena. Forse anche per quello l’allora sultano dell’Italia, sorridente e lucente come un re sole senza prostata immune da vil chiacchiere, odio e centinaia di bieche imputazioni del pm rosso e bolscevico, la volle ospite a palazzo. L'atleta  a corte di cui celebrare le gesta ottenendo di riflesso qualche encomio per un paese che vince. Fulgida espressione dell’Italia del fare. In un parallelo invece più che imbarazzante al quale la poveretta dovette prestarsi, pur vinta dal fascino ammaliante del Messia che s’è fatto tutto da solo, magari con l'ausilio di qualche birbanteria da codice penale. Al cospetto “dell'unico e quasi divino artefice delle vittorie del nostro sport” come il duce capoccione, celebrato nei manifesti dell'Istituto Luce.
Francy, inconsapevole, dominava sul campo, lo squilibrato ominide teneva sotto scacco l’Italia conducendola all’inesorabile fallimento e triste degrado morale, e la Rai all’ultimo momento comprava i diritti del torneo parigino, confezionandoci l’evento come nemmeno ai tempi solenni dell’Istituto Luce.
Due anni dopo, nemmeno cinquanta, ecco lo scenario sinistramente diverso: Il Divino unto dal signore non è più nominalmente al governo, e mira a diventare Pontefice a seguito di un conclave per l'occasione composto da smutandate starlet rifatte. E quelle lo eleggeranno in modo plebiscitario, al solenne grido: "Papa-Papi". Momentaneamente privo del potere, il giovanissimo ex despota di 76anni agita i pugni al cielo, vaneggia con un imbuto in testa ed il pollice in bocca, sorvegliato a vista da apprensivi infermieri e dottori della mente. Adeguatamente tenuto lontano dal mondo dei sani, ogni tanto sgattaiola, proponendo geniali soluzioni a quella crisi che improvvisamente è reale. Propone innovazioni sbalorditive, proferite nel manicomio personale di Palazzo Grazioli, come il conio a garganella di nuove monete. Tanti euri che la zecca italiana deve stampare e far piovere in testa all’adorante suburra. Ello ci condurrà fuori dalla crisi in barba ad argentati tecnici che provano a tamponare le falle provocate dal suo governo-bagaglino in salsa piduista. E’ un lucidissimo genio visionario, il messia deposto. Poi gli infermieri gli somministrano la medicina e dorme un poco, in compagnia di sei bambole gonfiabili. Già, perché, per quanto possibile, pare gli abbiano anche proibito i bungabunga al fine di mantenere intonso quell’apparente cecio sfatto che sbanda nella scatola cranica.

E non solo in politica, ci sono sbalorditive novità. La Rai, con frementi speranze, ha addirittura comprato i diritti del torneo. Ma scordatevi i trionfalismi e la musiche da “Il Gladiatore” degli ultimi due anni. Propongono solo una incurante differita, dal sapore un po’ patetico, ove i due cantori fingono di commentare in diretta come nelle sit-com con applausi finti. La nostra arranca tristemente e prova a non rassegnarsi alla sconfitta, dopo tre ore di battaglia con l’americana oriunda kazaka Lepchenko, lineare e poco più. E' confusa anche lei. Sembra di rivederla in quella filosofeggiante intervista da guru della racchetta, quando con un fil di voce ci rivelava la tattica da dover usare contro l'americana: "Giocare molto varia, ma sempre uguale.". Il parallelo della caduta, con contorno di pazzia, è completo. Per i cantori, non è più la leonessa dell’ItaGlia nostra. La Billie Jean King novella. Una giovanissima 32enne che quando il match si allunga diventa favorita perché sovrannaturale ed immune alle normali vicende degli anni. Il Dio tennistico in terra, con il gonnellino. Il tutto somiglia tragicamente a quei servi vassalli del regime, che di botto non riconoscono più la loro guida, come transfughi topastri di fogna. Qualcosa che, al limite, potrebbe addirittura rendermi Schiavone simpatica.
Solo a me, sembrano avvenimenti così grotteschi e surreali nel loro evolversi paradossale?

La pazzia consiste in questo, in fondo.


Ottavi maschili

Djokovic-Seppi: 90/10. Sobria parata di premio per Seppi autore di un buonissimo torneo, e che potrebbe beneficiare del Langlen o dello Chatrier. Di più, lasciando perdere i Maya, difficile sperare. Forse un set, se Djokovic va in bagno ed il nostro gioca da solo.
Tsonga-Wawrinka: 60/40. Incrocio che sulla carta potrebbe offrire buone trame tennsitiche. Tsonga favorito per censo, ma Wawrinka ha già guastato la festa ai francesi sgominando le difese della faina pupazzesca Simon. Tsonga non è Simon, però. Preghiamo.
Berdych-Del Potro: 50/50. L’ottavo più atteso all’inizio, cui però i due giungono dopo inattese sofferenze. Fisiche per Del Potro, indecifrabili quelli di Berdych, che ha rischiato di lasciarci le penne d’allocco contro Anderson, tutt’altro che a suo agio sulla terra.
Federer-Goffin: 90/10. Prosegue il torneo in discesa dello svizzero, opposto a personaggi assai bellini, leziosi, ma da tornei minori. Ora tocca a Goffin, belga col fisico da undicenne,  il volto da inquietante bambino genio, con una discreta mano. Difficile possa vincere un set, però.
Ferrer-Granollers: 90/10. Per l’onnipotente. Match di bruttezza inimmaginabile. Piuttosto che vederlo preferirei un rapporto sessuale completo con Gasparri. O con la Gelmini.
Murray-Gasquet: 65/35. Il recente precedente potrebbe significare qualcosa. Quelli antichi anche, purtroppo. Murray mezzo ciancicato può addirittura perdere. Gasquet però deve giocare alla grande, dimenticando di avere un cervello angosciato.
Tipsarevic-Almagro: 50/50. Equilibrio totale. Per valore assoluto si lascia preferire il pensatore canaresco, per superficie forse lo scoppiettante rovescio del figlio illegittimo di Byron Moreno, Almagro. Io spero Tipsarevic, ma conto poco.
Nadal-Monaco: 90/10. Solita e trascurabilissima mazzuolatura iberica di un avversario simile ma non abbastanza simile. Se poi ci tenete all’ernia all’ipotalamo, seguite pure eccitandovi.

Ottavi femminili

Azarenka-Cibulkova: 65/35. Bielorussa ad un passo dalla capitolazione con Brianti, poi non ha entusiasmato. La slovacca gnoma ha invece sparato a pallettoni su Maria José e le altre. Favorita la prima, ma il rischio sorpresa c’è. Non sarebbe neanche male.
Stosur-Stephens: 65/35. Stosur come un treno, ma la giovane coloured Stephens è giovanottona da prendere con le molle. Un set almeno può strapparlo.
Kuznetsova-Errani: 60/40. L’esperienza ed il maggior bagaglio tecnico della russa contro la regolarità senza tennis dell’italiana. Direi la prima ad occhi chiusi, ma spesso Sveta si trasforma in versione maschile di Gasquet.
Martic-Kerber: 40/60. Petra Martic è una piccola sorpresa, arrivata alla seconda settimana con un tennis lineare ed a tratti antico. Kerber fa spavento, tra difese lacera tendini e roncole assortite. La croata però dovrebbe avere lo stomaco d’amianto, forgiato dalle orripilanze made in Bartoli.
Li-Shvedova: 75/25. Sorpresa questa Shvedova, negli ultimi anni competitiva quasi esclusivamente in doppio. Tipa imprevedibile, ma la cinese dovrebbe prevalere.
Kvitova-Lepchenko: 65/35. Petronia Kvitova fa fatica, su terra vale molto meno che sulle altre superfici. E Lepchenko, mancina giustiziera di Schiavone, è da prendere con le molle.
Kanepi-Rus: 70/30. Ottavo sorprendente, privato prima di Serena e poi anche della bamboletta che tira di ripugnante tamburello, Wozniacki. Kaia l’orca estone favorita anche contro la giovine e mancina olandese Rus, caruccia ma forse già paga.
Sharapova-Zakopalova: 90/10. Masha, a furia di badilate ed urla da molari svitati senza anestesia, ha lasciato 5 games in tre partite. Annessa una biciclettona su di un’improvvida rom che pareva una di quelle zingarelle della metropolitana (“sono una ragazza povvvera, dare soldi latte bambino, ti prego belo giovine - belo giovine ero io -…”). E Masha una passeggera abbiente che la prendeva a terrificanti borsettate nelle gengive. Poca strada farà la Zakopalova. Successo sarebbero i 5 games.





7 commenti:

  1. sei veramente senza cuore, Picasso. Ma la Francy aveva il push up in quella cerimonia?
    Ho scoperto, tra le altre cose, in questo Rg, grazie alle foto diffuse da WTA, che Svetlana ha il pomo d'Adamo.
    Finale Azarenka-Sharapova, come prevedibile. E questa volta Masha prevarrà. Ritorno al futuro. Come se niente fosse accaduto in questi 7-8 anni di tennis femminile. A quando un'altra Henin?
    ciao!!!!

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  2. Ciao Bruno,
    ovviamente. Il push up è obbligatorio, per entrare in Villa. Ello si corruccia un poco nel vedere misure dalla terza in giù. Diventa pessimista, quasi comunista. All'ingresso temo ci siano lo sguattero Vespa e la pettineuse Emilio Fede incaricati di acconciare le ospiti in modo presentabile.
    Azarenka-Sharapova probabile. Sharapova sta andando come una scheggia (Na Li permettendo, che a Roma ha dimostrato che può batterla, o Kvitova). Azarenka, bah...non è che sia andata forte. Rimaniamo legati al gozzo delle conturbante Sveta (si ce l'ha, ce l'ha. Ma quelle urla terrificanti, così, all'improvviso? Spaventevole), a Martic (e chi lo sa), a miss cotechino Cibulkova, Briegel Kerber o addirittura Errani, che non giocando a tennis magari vince il RG. =)
    Ciao, a presto

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  3. Aspettando i miei compatrioti mi sto "godendo" lo "spettacolo" "offerto" da Seppi e il numero 1 mondiale. E intanto, zitto, zitto, l'altoatesino ha vinto il primo set... Che "tennis" emozionante, sembrerebbe quasi che la rete emani radiazioni mortali, quindi BISOGNA starci il più lontano possibile =)

    (scusate per tutte le virgolette, non ho trovato migliori espressioni!)

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  4. Mi permetto di riformulare parzialmente il mio pensiero di prima (e scusate per lo spam), questa partita mi sta "esaltando" di brutto... Vedere il Djoko essere preso a padellate così, per di più da un italiano, é oltremodo godereccio (senza virgolette). E pazienza per il resto.

    Mi scuso per il becero tifo da stadio :)

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    1. Ciò che sta avvenendo sullo Chatrier era stato ampiamente previsto dai Maya.
      (riporto fedelmente un sms giuntomi, poc'anzi. E non era Red Ronnie). =)

      Sperando la chiuda.

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  5. Una cosa che francamente non ho mai capito è con quale merito o diritto, due anni or sono, Binaghi e Barazzutti sono saltati immediatamente sul carro dei vincitori della Schiavone.
    Ciao!

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    1. Insomma, come formazione Schiavone è sempre stata "più italiana" delle varie Pennetta ed Errani, andate a maturare in Spagna.
      Che poi Binaghi e co. si siano serviti di questi due grandi exploit per mascherare alcune falle, è evidente...

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.