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martedì 26 giugno 2012

WIMBLEDON 2012 – GULBIS, IL RITORNO DEL MORTO VIVENTE






Day 1 – Dal vostro inviato, sui puntuti ginocchi della Regina madre. Mimandole il cucchiaio di Pirlo.


Inattesa, brutale e fiammeggiante bomba deflagrante, nel tardo pomeriggio di questa prima giornata all’All England Club. Ernests Gulbis piazza la zampata da grande purosangue. Dato ormai per sportivamente tumulato in qualche ricco cimitero lettone, il ventiquattrenne talento pazzo dell’est risorge sul centrale di Wimbledon e con una prestazione folle batte in tre demolenti set Thomas Berdych. A conti fatti, il quinto favorito del torneo. Poco da dire su Ernests. Se ne scrive, lanciandosi in dementi elegie, da anni. Da quando ne aveva diciotto, più o meno. Sempre a vaneggiare sul fatto che come braccio e talento questo ragazzo dovrebbe vincere gli slam, che prima o poi il suo grande boom squarcerà alcune certezze dell’Atp. Perché eprime e sprigiona un tennis sfolgorante, imprevedibile ed irrazionale, fatto di potenza, accelerazioni improvvise e tocchi leziosi. Carattere, testa e voglia di soffrire assente hanno invece fatto sì che in tutti questi anni raccogliesse le briciole. Ed i vaneggiamenti di chi lo voleva ai vertici di questo sport, restassero puntualmente avviliti. 
Ci fotterà anche stavolta, figuriamoci. Secca di giustezza Berdych, ma potrebbe perdere anche da Di Mauro o dall’orsetto Pitoo innamorato e affetto da colecisti. Intanto godiamoci il presente, e questa monumentale prestazione dello schizoide cavallo scosso. Quasi perfetto, concentrato, tirato. Traccianti precisi, e briose variazioni, persino un irridente finto-smash ricamato stile Laver che fa balzare dalla seggiola il commentatore John McEnroe in vena di rutilanti cazzate. Come talento puro e classe, se la testa malata gira, vale almeno due (forse due e mezzo) di questo Nando Gazzola ceco da anni spacciatoci come prodigio, dai vari pusher. Prodigio del niente schioppettato, prevedibile ed impostato come avesse una scopa su per il culo. Rimane la bella smorfia donata all’avversario, durante la stretta di mano. Come e dire, “brao, brao, non male, non male stavolta”. Perdio, ecchissei Er Teribbbile? 
Giornata di grand’Italia erbivora sugli scudi. Undici in campo, tutti o quasi fuori, tenuti a debita distanza dalle telecamere. Sommossa dei nazionalisti più esagitati. Gli inglesi ce l’avranno con noi per quello sturbante cucchiaio di Pirlo? No, semplicemente i tennisti italiani non sono abbastanza forti o divertenti per essere programmati sui campi coperti. Prendi i soldi e scappa: Volandri e Starace tre games raccattati in due e via, con fierezza e gettone di presenza nella patta. 25mila pippi o giù di lì, senza nemmeno il decoro di voler sopportare la normale stesa. Al lumicino Cipolla che dopo aver vinto i primi due set si spenge contro Cervantes. Cede anche “bim-bum-bam-spuff” Bolelli a Janowicz (ammèn). Torna alla normalità antica l’istrione montanaro Seppi: mirabolante sconfitta al quinto contro Istomin, dopo aver servito per il match. Quale masochista avrebbe voluto vederli? Uniche note liete Fognini, vittorioso sul calante Llodra, che si guadagna Federer sul centrale (credo con la tuta da maestro, per un’ora di lezione gratis) e il solito leone d’altri tempi Paolo Lorenzi, riuscito a trascinare Mahut al quinto set, prima che incombessero le tenebre rinviando il quinto set. Esempio per Starace e Volandri di come, passati i trenta e non possedendo i colpi, si possa affrontare l’erba con convinzione e dignità. 
Non ci sarà "Isner-Mahut 3 - la vendetta", stucchevole sequel degno del sessantenne Rocky sclerotico. Il gigante yankee ormai specializzando terraiolo e con dottorato in grandi maratone perse, stavolta è uccellato dall’infido mancino colombiano Falla, tipo che potreste incontrare, se non nei peggiori bar di Caracas, nelle più infime latrine di Bogotà. Altre maratone che solo ad immaginarsele viene una meningite prepuziale: Troicki vittorioso su Granollers nel festival della tecnica sgozzata e il discreto slovacco Klizan 11-9 al quinto sull’irriducibile ed inestirpabile "cosa brutta" Chela. Tra i big, Djokovic passeggia su “mosquito” Ferrero ex numero uno ormai ridotto a pochissima cosa, specie su erba. Federer scippa le caramelle all’iberico ronzino Ramos. Tipsarevic batte più agevolmente del previsto Nalbandian. Il pingue argentino ricercato di Scotland Yard e controllato a vista dai servizi segreti di sua maestà, stavolta non scalcia nessuno ma non ne mette mezza in campo. Procedono spedite e sicure le tre civette sul comò Petzschner, Gasquet e Malisse. Proditoriamente, lasciano le briciole agli avversari. 
Tra le donne, altro clamoroso tonfo di Venus Williams. E le cadute della vecchia Venere ormai fanno meno notizia degli avvisi di garanzia ad un deputato Pdl. Non era certo favorita per la vittoria finale, ma rimane comunque notizia rilevante per una cinque volte vincitrice dei championships. Cede di schianto alla russa Vesnina, che vale molto più della sua classifica malgrado quelle guance butterate ed enormi come il culetto del bambino di Jennifer Lopez. Ci si chiede solo quanto andrà avanti lo straziante declino della sinuosa Venere morente. Avanti senza problemi le big: Sharapova fa più notizia per la mutanda color verde pisello che per il resto, facili successi anche per Stosur, Na Li, Radwanska e Kerber. Riemerge dalle catacombe Sabine Lisicki che secca la croata Martic. Camila Giorgi fa suo il derby con Flavia Pennetta in un quasi storico passaggio di consegne. La ventunenne ragazza italo argentina, tanto goffa e più impacciata di Lola Ponce o Belen (senza farfalla) nel parlare la nostra lingua, quanto virulenta in campo, finalmente esplode anche tra le grandi, nel tempio di Wimbledon. I numeri li ha da tempo, la moderazione no. Ma tra doppi falli in serie, colpi tirati sempre e comunque senza un refolo di continenza, e quel buffo babbo scapigliato che pare uno strano tizio sbucato fuori da un film sui manicomi, potrebbe avere un futuro in questo tennis. Intanto con gli occhi tristi confessa che potrà mangiare un gelato (temo al pistacchio senza panna), per festeggiare la grande vittoria.




8 commenti:

  1. aspetiamoci allora qualche "fognata" del supercafone fognini.bye. marco

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    1. Con Tsonga a Parigi s'è comportato benino. Ha voluto fare lo show. Contro Federer rischia di non poterlo nemmeno provare. Forse un bene. Ho sentito che lo svizzero è il suo idolo, io pensavo fosse "er canaro". :) Ad ogni modo il migliore dei nostri.
      Vedremo, ciao Marco.

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  2. Ho avuto sempre un debole per la Giorgi. Giocatrice "quinziana" in quanto ad aspettative (magari "drogate" da suo padre che la vedeva numero 1 al mondo, senza se e senza ma, già a 13 anni), violentissima in campo quanto dolce off court.

    P.s.: Ho quello strambo botolo di Daniel Garza che sta giocando un future dalle mie parti (Viterbo)
    P.p.s.: Dancevic assente anche a Wimbledon...e scende una lacrimuccia.

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    1. Vista poco. In qualche streaming di itf americani. Sembra una che picchia e pesta sodo, su ogni palla. E rischia tutto da ogni alto, annesso servizi e doppi falli stile Sharapova. Chiaro che potenzialmente è forte, ha i numeri. Dovrebbero insegnarle un po' di tattica, oppure rimarrà così o la va o la spacca. Non sarebbe l'unica nella Wta ad aver raggiunto buoni livelli.
      Non so bene le questini. Certo che poteva esplodere prima, a 21 anni altre sono già da un paio d'anni nei tornei che contano. Presumo cattiva gestione ed altro, da quello che ho sentito. Ora pare anche che "mediaticamente" vogliano farcela conoscere meglio.
      Daniel Garza, idolissimo. Personaggio allucinante, il botolo speedy Gonzalez. Dal vivo lo raggiunge il metro e 62x126kg? Comunque molto divertente perché surreale, ed anche isterico. :)
      Eh sì, Dancevic sempre smontato. Peccato.
      Ciao, a presto.

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  3. Giudizio devastante per Berdych, il tuo. Ma lo condivido. E' un caprone arrogante, consistenza poca.
    Comunque, leggerò il tuo diario perché mi divertono le ricercatezze nel definire i personaggi (ad esempio Falla).
    Le puntuti ginocchi - potrei ovviare mandandoti un cuscino morbidoso.
    Ora mi dedico alla partita del Stan Wawrinka contro Jürgen Melzer. Speriamo che il buon Stan non si complichi la vita come al solito.
    Ti saluto cordialmente Anna M.

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    1. Grazie,
      vieni quando vuoi. La ricercatezza e raffinatezza linguistica sono il mio forte. E' risaputo, sticazzi.
      Berdych, non è che dico sia un personaggio infimo, o scarso. E forte, ogni tanto fortissimo. Ha mezzi fisici e colpi devastanti, se entrano. Ma non lo vedo questo talento formidabile descritto da anni e anni ormai. Gli manca sempre quello scatto in avanti, che per ora non ha fatto.
      E' impostato e prevedibile, e non mi piace proprio.
      Wawrinka-Melzer, bel match. Murray sta maltrattando il povero cencio.
      Ciao Anne Marie, a presto.

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  4. La tua descrizione di Berdych è adorabile, non piace proprio nemmeno a me.

    -Le tre civette sul comò-
    cit.

    ciao
    jess

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    1. Sì, mi pare artefatto.
      E' submentale anche il suono dei suoi colpi. Facci caso.
      P.s. come Woody Allen (di cui sento di essere il figlio minus habens nato da una sera di sesso con una cucurbitacea) che divantava pazzo per trovare un carattere giusto per i titoli d'inizio/coda dei suoi film, io sto tentando invano un bel carattere di scrittura. Come il mio nick name insegna, gli inutili orpelli sono la mia condanna.
      Questo è buono, si legge? Io non mi regolo.
      (quesito esteso a chi legge).
      Ciao, a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.