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domenica 22 luglio 2012

LA STRANA FIAMMA OLIMPICA DI NADAL




Fulmine a ciel sereno, in queste stanche giornate di preparazione al “Wimbledon bis”, versione ridotta e a cinque cerchi. Rafael Nadal comunica il suo ufficiale forfait a causa di quel dolore al tendine del ginocchio che tanto lo fa tribolare. Da anni. Lo stesso che gli ha impedito di partecipare e vincere (volando in scioltezza e camminando sulle acque) tutti i tornei del globo terracqueo.
Nell’aria aleggiano i soliti sospetti, illazioni e fantasmi di medici luminari squilibrati. Ed a stemperare la situazione non contribuisce certo lui. Sarà per quel tennis fatto di fisicismi fuori dal normale o dichiarazioni improvvide,  come la difesa dell’insaputismo di Contador e della sua bistecca al nandrolone. Ma dietrologie erano e pettegolezzi da bar rimangono perché, simil “Muppetz show” francese a parte, nessuno si azzarda a voler affrontare seriamente la questione Nadal e più in generale dello sport iberico tutto, di colpo dominatore delle scene in ogni disciplina. Annesse manifestazioni pedatorie, con foche monache che abbinano alla tecnica una corsa da conigli mutanti, in un letale mix. Quasi una novella Ddr degli anni ’70 sta dominando in tutti gli sport. Pare vogliano levarci anche i record da materasso, ma lì con Siffredi e l’anziano Unto di Arcore, siamo a prova di qualsiasi laboratorio nazista sulle mutazioni genetiche. In questo imperante “nicchionismo” (da nicchiare, eh) senza dati e riscontri certi, non rimane che fare della satira. Come i pupazzi, appunto. O limitarsi a citare dei fatti che appaiono quanto meno insoliti. Poi spetterà alla coscienza di ciascuno farsi un’idea. Un proprio pre-giudizio, mediamente distorto. 
Il Rafito patriottico, stoico e coraggioso, s’era immolato col consueto ardore nel ruolo di portabandiera, mentre il fighetta (mi permetto di citare Errani, ormai dispensatrice d’amore e simpatia, almeno proporzionali alla bellezza del suo villico tennis) Federer o dive come la nostra Pellegrini rinunciavano a quelle due stancanti ore in piedi, per conservare preziose energie. Poi la notizia deflagrante. Questa pallida e (parecchio preventiva) rinuncia stride con l’idea del guerriero che, secondo le cantiche mitologiche lette fino ad esaurimento conati, era “più forte del dolore”. Indimenticabili vie crucis al limite dell’eroismo da nosocomio applicate al tennis, al meglio dei cinque set. Tra torsioni contro natura di tendini rotulei e muscoli, volendo esprimere quel tennis forsennato oltre che su terra anche laddove sembrava umanamente impossibile: sui terreni duri. Lamentandosi anche di come il tennis non voglia omologarsi alla sua innaturalità, riducendo i tornei annuali a 7 o 8. Da giocare tutti su terra, ovvio. Malgrado le incerte condizioni dichiarate, ha sempre provato caparbiamente fino all’ultimo a voler giocare massacranti tornei dello slam. E spesso lo ha fatto, trascinandosi nelle consuete ostentazioni di resistenze al dolore. Ora, per un’Olimpiade che si gioca sulla distanza ridotta del due su tre e su morbidi prati che sollecitano meno le sue giunture, nemmeno un tentativo. Se a questo si aggiunge come una semifinale arpionata d’orgoglio varrebbe comunque una medaglia per il proprio paese, il tutto diviene paradossale, trattandosi di Nadal. Un patriota che in battaglia non conosce dolore e sofferenze (ok, non lo diceva solo Mussolini. Ed il nostro ha qualche, seppur rado, capello in più). Rinuncia, proprio nella competizione degli antichi e valorosi greci, della la sacra fiamma di Olimpia. Come il sempre più pelide Achille ferito al tallone.
O il crack è davvero serio (fino a prova di prossimo torneo sul bollente cemento Usa), o Nadal non è il patriota che conoscevamo. O, in estrema ratio, potrebbe aver fatto un tragico sogno premonitore che lo ha turbato assai: La gendarmeria a cavallo che notte tempo lo preleva dalla sua stanza d’albergo. Come un Ben Johnson qualsiasi. Già, perché (sottolineano i soliti striscianti complottisti) a Londra i controlli potrebbero essere di livello un tantino più approfondito rispetto a quelli di Pechino, quando poteva capitare di vedere nuotatrici cinesi che tra una batteria e l’altra sgranocchiavano energetiche barrette al plutonio. Ed un po’ più seri anche di quelli secondo cui Contador era pulitissimo come “tutto lo sport iberico colpito da invidie” (qui il copyright viene dal nostro amatissimo e giovane futuro Premier). 

Roddick e Haas, sprazzi di antica classe. Sfiora la seconda gemma stagionale, Tommy Haas. 34enne tedesco alle prese con un imprevedibile quanto affascinante finale carriera che ormai confina con la magia favolosa. Fiabesca. Davanti al pubblico della sua città, centra  la finale dell'Atp 500 di Amburgo. Gioca, irride e suona un tennis che è puro incanto, lasciando sulla sua strada avversari giovani, ignoranti ed annichiliti da tanta grazia. Gilles Simon, Florian Mayer e Marin Cilic fatti fuori, prima di arrendersi in finale al villico argentino della Pampa Juan Monaco, vincitore e neo top 10 (che mondo lasceremo ai nostri figli, con Ferrer e Monaco top 10?). Ma non prima d’aver sciorinato il solito campionario dell’incanto. Rovesci musicali e di pura pancia, anticipi e colpi d’attacco in avanzamento di difficoltà 150 su 100, palombelle alate con la pallina che ritorna lascivamente indietro. Dieci e lode anche alla compagna. Una bionda topa di gran classe, molto bella ed elegante anche nelle esultanze. Tempismo e classe non si vendono ai mercati serbi, del resto. Delittuoso che una federazione tedesca a metà tra Gestapo e governo Merkel (che poi sono la stessa cosa, forse) non lo porti alle Olimpiadi. Due su tre, su erba, vedeva le medaglie. Ripetere il mantra: Che Iddio ce lo conservi, e gli lasci la voglia di giocare ancora un po’. Ed il fato malvagio finalmente si diriga altrove. 
Sorprende anche il ritorno a buoni livelli di Andy Roddick. Meno anziano, meno bersagliato da infortuni devastanti ed infinitamente meno aggraziato (per usare un eufemismo) del tedesco di cui s’è cianciato in precedenza. Ma Atlanta è terra di montagne rocciose, ed allora eccolo riemergere violentemente. E’ ormai l’alba quando completamente sbronzo assisto alle battute finali del suo vittorioso match con John Isner. Tra servizi e bombe di dritto nel suo scontato quanto classico e devastante schema, tic snervanti, pausa-asciugamani quasi richiesta a punto in corso, sudore a garganella che rischia di liquefare anche lo schermo del pc, porta a casa il match, di grande esperienza. Se riprende un po’ di salute potrà condire questo finale di carriera con qualche patrio successo minore e scalpo antico. Chiamatemi anche frate indovino. 
A proposito di paracarri autentici o talento cristallino (percepito anche da Wanna Marchi e dal mago Do Nascimiento senza nemmeno doversi produrre nel rituale del sale), Simone Bolelli fa suo il torneo di Recanati, su cemento. Roba che Leopardi sarebbe diventato ottimista, e Bukowski sobrio. E nel luogo che diede i natali al gobbo poeta pessimista, il tennista emiliano domina una manciata di avversari da sagra del polipo arricciato di Polignano a mare. In un’atmosfera seicentesca, quando le campane rintoccano il mezzogiorno e manca solo Vitellozzo trafitto da un dardo volante, il fenomenale atleta di Budrio sta agevolmente regolando Fabrice Martin. Volleante francese numero 287 (unico top 300 sgominato nel suo sfolgorante cammino), che per qualche ragione metafisica gioca bene solo nella città leopardiana.

19 commenti:

  1. Son giusto pettegolezzi, ma troppe volte è inciampato (ovviamente facendosi male alle ginocchia!)in commenti a difesa del ladro beccato con le mani nel sacco. I dubbi personaggi del suo palchetto...
    Gli ormoni poi legalizzati che gli hanno "aggiustato" le ginocchia, amicizie scomode...
    Le sue battaglie rusticane Infortunato, le sue sceneggiate mto...poi i suoi fan credono che sia più forte del dolore!
    La mia opinione è che in tutto lo sport iberico ci sia qualcosa che non torna, che la loro legislazione antidoping sia ridicola (ricordi il nuotatore che non ha fatto il controllo perchè la lettera era in inglese e lui non capiva l'inglese?)e che sopratutto la loro federazione li copra. Detto questo, tutti gli atleti spagnoli che troneggiano sono figli del boom economico spagnolo anni 90, è normale che se un paese va bene i genitori hanno i soldi per pagare "la palestra" ai figli in un sistema che funziona, producendo nuove reclute, diversamente con la crisi si tagliano queste cose e resistono gli esagitati, almeno per quanto riguarda la nostra parte di mondo. Gli anni a venire si preannunciano tristi, quanto i nostri. Poi gli sfruttatori minorili, come gli svitati papà del tennis,sport più predisposto a questo come per la mononucleosi, non si capisce bene perchè, ma è più facile capire perchè prendono la mononucleosi, beh quelli non li ferma nessuno.
    Io credo che semplicemente sappia che sull'erba fresca (halle e wimbledon in serie) è più vulnerabile di suo, lo è ancora di più 2 su 3 e che prenderebbe un sacco di badilate. Che rischia controlli veri e non con appuntamento previo avviso telefonico allo zio Tony e che così sarebbero davvero guai seri. Non si spiega la sua assenza vista la sua presenza continua ad ogni torneo, con una programmazione piuttosto pesante per un big, da sempre e, come dici tu lui una semi d'orgoglio la potrebbe guadagnare.
    E' anche protetto dagli sponsor perchè "attira", è loro intenzione farlo durare il più possibile per ottenere il più possibile. Gli è stato consigliato così per salvare il baraccone.
    Poi lo abbatteranno con un rito pagano in mondovisione con orde di fan in lacrime.

    Magari vuole preservare le ginocchia per menare duro agli Usopen, ma sopratutto vuole rovinare la festa a Federer, ammollendolo con la sua assenza ma nello stesso tempo macchiando una sua ipotetica vittoria con l'ombra del "ma non ha battuto nadal". Eccolo lì, è proprio una mente Rafito.
    Credo che qui si possano fare chiacchiere da bar del tennis vero?

    Jess

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    1. Sono d'accordo sullo sport che riflette lo stato di salute di un paese. La Spagna che segue l'onda di buoni anni, e l'Italia che probabilmente nei prossimi tempi pagherà dazio anche sportivamente (nel tennis non è una novità. Nel calcio ormai si è diventati come la Romania o la Bulgaria vent'anni fa). Ma io per natura diffido sempre di chi in poco tempo passa dall'anonimato a dominare in ogni disciplina. Ci sono troppe zone d'ombra, medici arrestati, atleti trovati positivi e pratiche che corrono sul filo della liceità.
      Ma certo che si possono fare chiacchiere da bar. le ho fatte io, nel pezzo. :)
      Di Nadal ormai si sanno i piccoli inciampi. L'auto trasfusione, ed altre cure per consentirgli di guarire. Quanto detto sul ciclista, ed in generale la Spagna sembra un filo (assai) più tollerante rispetto ad altri paesi. In Italia ad esempio, un atleta "fermato" precauzionalmente invece subisce più processi di Al Capone. Lì chi è trovato positivo diviene eroe, come Contador.
      In generale non c'è prova che ci sia mai stato doping. Di certo c'è che gli interessi attorno ai big sono tali da scongiurare controlli seri, come potrebbero esserci invece durante le Olimpiadi.
      Per me anche usare prodotti leciti in maniera impropria, per me diventa doping. La creatina era lecita nella dose di 5 grammi a giorno. Ma se atleti ne assumevano 40gammi, forse ragione Zeman a parlare di sport farmacia. Ed in generale c'è un abuso orrendo di antidolorifici in dosi da cavallo su, che a lungo andare possono portare anche a problemi gravi.
      Il dispetto a Federer non so. Certo, oltre allo spettro controlli, forse si è solo reso conto di non essere in forma per un due su tre da erba. E si riposa per i tornei americani.
      Ciao, a presto.

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  2. ciao! bell'articolo però le tue considerazioni su nadal a me sembrano più illazioni :)

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    1. "In questo imperante “nicchionismo” (da nicchiare, eh) senza dati e riscontri certi, non rimane che fare della satira. Come i pupazzi, appunto. O limitarsi a citare dei fatti che appaiono quanto meno insoliti. Poi spetterà alla coscienza di ciascuno farsi un’idea. Un proprio pre-giudizio, mediamente distorto.".
      Penso d'aver scritto così. Forse il "bell'articolo" bastava leggerlo. Perché se scrivi che le mie non sono certezze, ma illazioni, oltre a fare una scoperta simile a quella dell'ebollizione dell'acqua calda, dimostri di non aver letto le premesse. Certo, manca la traduzione in esperanto, e con scappellamento a destra. Provvederò la prossima volta.

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  3. Caro Picasso,
    condivido in tutto e per tutto quanto hai scritto in questo bel post.
    E mi felicito per la vittoria di Andy Roddick, che, secondo me, a questo punto potrebbe mirare al podio alle Olimpiadi.
    Nei due set su tre sull'odiata-amata erba londinese potrebbe anche sferrarla, l'ultima zampata.
    Io ci spero.
    A presto!

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    1. Grazie. Quanto a Roddick, ricordo che ne parlavi bene già durante il Queens. Appena ha superato i piccoli acciacchi alla spalla è tornato abbastanza competitivo. Quello dell'ultimo anno era impresentabile. Una medaglia olimpica, e chi lo sa. Di certo questo torneo mi sembra ogni giorno che passa "sui generis". Sarà il due su tre che mi rimanda ad Halle e Newport. :)
      Ciao, a presto.

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  4. Al di la della scarsissima simpatia che ispira Nadal, mi chiedo, ma che senso ha il tennis alle Olimpiadi? Anche se nell'Italia calcio-dipendente non sembra, il tennis ha già gli Slam come vetrina importante e le Olimpiadi dovrebbero servire come vetrina per quegli sport (atletica, nuoto, ginnastica, scherma, canoa, tuffi, judo) che normalmente non se li fila nessuno. Sicché, dato che il tennis ha un seguito molto forte indipendentemente dalle Olimpiadi, che senso ha il torneo olimpico di tennis? Alla fine, anche a livello di punteggio, il titolo olimpico nella racchetta ha meno importanza di un Master 1.000
    Lo stesso dicasi per il calcio, ovviamente

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    1. Sono tendenzialmente d'accordo con te. hanno deciso che all'Olimpiade tutti gli sport debbano essere rappresentati. ma un po' stride vedere super campioni miliardari come Messi, Federer o Djokovic che battagliano per una medaglia assieme allo sconosciuto operaio moldavo che tira con l'arco. per vincere la stessa medaglia. E' lo spirito d'Olimpia, dicono.
      E' così forse. a me questo torneo (sarà per la formula e la entry list), non eccita lontanamente quanto uno slam.
      Ciao, a presto.

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  5. Ma caro picasso, dietro la satira hai sostenuto posizioni ben precise.
    Nadal sarebbe un terraiolo buono ad arare i campi con dritto e rovescio, che ha vinto (tanto) sulle superfici che non siano terra non per un particolare talento, ma perché - al contrario che so, di Ferrer - ha spremuto come un limone il suo corpo neobionico, e che ormai e' alla frutta.
    So leggere fra le righe.
    Federer vincerà le Olimpiadi e saranno tutti felici e contenti, peccato che mancherà il n. 3 del mondo e più grande rivale di Roger, che nei contesti importanti ha sempre battuto. Per di piu' molti tentano di sminuire questa evidenza, sostenendo che sull'erba Rafa sia competitivo come un Giannessi con l'orchite. Ciao!
    ARTEMIS

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    1. Non ho voglia di polemizzare, come se stessi scrivendo su un forum di decerebrati qualsiasi in un sito di quindicenni che conoscono il tennis da tre mesi (ogni riferimento a Livetennis è puramente casuale). Questo è un mio spazio, e d'ora in avanti forse farò bene a far passare i commenti senza rispondere. Anche se, con gente intelligente, è sempre piacevole scambiare opinioni.
      Ma non posso non rispondere ad un'IDIOZIA così folle.
      Tra le righe, forse leggi male. O hai bisogno di un paio di lenti a civetta.
      Se mi paragoni (paragonano) Nadal a Giannessi, la grappa se la sono fumata, invece di berla. Di Giannessi scrissi che "è il dazio che si paga al nadalismo", perché come tipologia di tennis è più impostato su quel tennis. ma stai parlando di un numero 150 al mondo.
      Quanto allo spagnolo, hai mai letto da queste pagine qualche critica all'EFFICACIA del tennis di Nadal su terra/erba/cemento e gomma piuma? No, perché nel caso da ricovero sarei io. Al più, si è criticato il gesto tecnico. Brutto ed innaturale. Non ortodosso. E sempre si è scritto, che grazie a questa tecnica esasperata e folle (aiutato anche a superfici più lente) è riuscito ad ottenere risultati pazzeschi. Straoedinari. Riuscendo con quella (brutta ma efficace. Chiaro o lo ripeto in cirillico?) tecnica a mettere sotto Federer. Al punto che lo svizzero lo ha anche pagato mentalmente.
      Se sia alla frutta o meno, non lo posso certamente sapere. Certo è che con un tennis come il suo, difficilmente potre reggere oltre i trent'anni rispetto ad uno che ha il tennis naturale e sottopone il fisico a meno stress come Federer. questo lo si può pensare? O lo vieta Aramis de noantri?
      Con la satira avrei preso una posizione ben precisa. Davvero, in due giorni hai fatto due scoperte. Ora quella secondo cui l'acqua ad una certa temperatura diviene ghiaccio. Te lo ridico. Non ho esposto certezze. Messo in risalto alcuni paradossi per risaltarne l'effetto grottesco. almeno per me questa è satira. Se poi hai letto delle affermazioni precise sul Nadal dopato, amen.
      P.s. Prima di attribuirmi affermazioni su Nadal (tipo la sua competitività o il fatto che è alla frutta, o il delirante paragone con Ferrer), ti prego di leggere tutto quello che ho scritto sullo spagnolo. Da anni. Senza limitarti a due o tre post. Perché temo, tu abbia letto solo un paio di cose. Forse due righe a post. E' l'unica spiegazione che mi viene.
      Cordiali saluti, e se devi interpretare quello che scrivo in questo modo assai malato, ti invio a Livetennis. Quello è un ambiente consono. Qui di tennis si ride, e ci si prende poco sul serio.
      ciao, a (non presto)

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    2. Altra doverosa precisazione, soprattutto ad uso e consumo degli altri due geni del male col cervelletto in tristo disarmo che mi hanno scritto nel pezzo sugli EROI italiani e che, poiché millantano deliranti querele e forse ricorsi alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (verso chi e per nome di chi, non si-be-sa ancora. ma vi comunico che il mio gatto deve già combattere con le pulci) censuro e censurerò a vita:
      Scrivo “zappatore, vangatore, inguardabile aratro dei campi” o “tennista dal rifrullato maglio mancino con cui sbatte l’avversario in braccio agli spettatori in terza fila", ma potrei anche scrivere “tennista con colpi esasperatamente arrotati” e “dritto mancino che tende a mandare l’avversario fuori dal rettangolo di giuoco”. Di Petzschner, invece che “tennista col cervello simile ad uno streptococco agonizzante”, potrei dire “atleta dalla non sempre impeccabile tenuta mentale”. O di Schiavone quando la descrivo “femminile quanto un camionista tartaro che fuma il sigaro e si gratta le palle”, potrei tranquillamente dipingerla “ragazza dal portamento non proprio femminile”, o Pavlyuchenkova “cetaceo rotolante o pachiderma basculante” come “ragazzotta dalla silouhette non proprio esile”. Non ci vuole un grande sforzo a scrivere minchiate in modo ecumenico e noiosissimo. A me diverte così, invece. Non vi piace, girate canale e pagina. Ci sono tanti siti e giornali che trattano lo sport in modo serioso e noioso quanto un comizio di Buttiglione (di cui immagino sarete devoti seguaci). Basta che non rompiate il cazzo anche qui, con lezioni di satira equidistante, letture tra le righe, SDEGNO per le vergognose (ed immotivate) critiche ad eroici italiani che sono esempio di professionalità solo per il fatto d'essere top 200, prese di posizione ed altre minacce con cui mi ci posso solo pulire il culo.
      Con profonda stima.
      (Ad uso e consumo di volesse recapitarmi qualcosa. Picasso Petzschner. Via del Camposanto 666, Springfield. Citofonare: Bestie di satana.)

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    3. A me piaci così come sei ;-)) Ciao

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    4. Ah beh, il sono "così come sono" è una delle poche certezze. Chi non lo capisce e vorrebbe vederci chissà cosa, ha ampia scelta. La più scontata è andare a farsi fottere da qualche viados in tangenziale. :)
      Ciao Daniele

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  6. medaglia d'oro: federer
    medaglia d'argento: djokovic
    medaglia di bronzo: roddick
    medaglia di legno:murray
    vanga d'acciao: ferrer

    marco

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    1. Ciao Marco,
      sarà come dici. Io credo, così a sensazione, che ci potrebbe scappare qualche sorpresa nel medagliere.
      Vedremo, ma anche per via della formula due su tre potrebbero esserci inserimenti stavolta.
      A presto.

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  7. Riguardo la querelle sui tuoi riferimenti non troppo velati a pratiche "stupefacenti" in Spagna, che dire, non credo sia proprio doping di stato a livello DDR, URSS anni '70-'80 o Cina anni '90 (la mitica "zuppa di tartaruga" che falcidiò l'imbattibile nazionale femminile di nuoto e mezzofondo del Celeste Impero. Come dimenticarla...). Di solito quando c'è un "doping di stato" si denota un "gender gap" piuttosto marcato in favore della nazionale femminile com'era il caso del blocco sovietico, della DDR e della Cina anni '90. La Spagna non mi sembra presenti questo fenomeno, anzi nel tennis ha un movimento maschile molto forte ma al femminile dopo Arantxa e Conchita non ha prodotto più nemmeno una top 10. Inoltre la Spagna ha si ottenuto forti progressi dagli anni '90, in particolar modo dalle Olimpiadi di Barcellona, ma comunque negli sport principali (nuoto, atletica) resta parecchio indietro. Certo nel tennis, nel ciclismo e nei motori ha avuto campioni di rilievo ma erano sport in cui già da prima la Spagna aveva una certa tradizione (F1 a parte dove Alonso però mi par più un caso isolato, mentre nel motociclismo la Spagna anche prima di Lorenzo aveva vinto parecchio). Ovvio che le varie vicende di Fuentes e soci gettano un cono d'ombra e molti sportivi spagnoli di punta, a partire da Nadal e Contador siano quantomeno discutibili come le politiche antidoping iberiche decisamente lassiste però non credo siamo ai livelli della DDR.

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    1. Il resto lo lascio ormai perdere. Ormai è roba di ogni estate. Con la calura le menti subiscono dei contraccolpi, evidentemente.
      Riferimenti non troppo velati a situazioni strane in Spagna, direi. Non è che me lo sono inventato io Fuentes. O che è un personaggio pupazzesco, frutto delle mia fervidissima fantasia. E nemmeno le sue interviste, in cui ciclicamente e sibillinamente continua a ripetere "ah, se parlassi io crolla lo sport in Spagna...". Che poi sia un bontempone lazzarone, è da metterlo in conto.
      Non ho certo fatto un'indagine giornalistica, ma espresso un mio sentimento, che è quello di chi osserva delle cose. Anche abbastanza ridicole, come nel caso specifico. Nessuno dà per certa una situazione, ma sicuramente non è reato dire che ci vede cose poco chiare. Se poi Le Monde si permette di fare allusioni sul Barca, finisce per dover pagare milioni di dollari per la diffamazione. Se lo fa il Wall Street Journal su Errani citando un controllo (cardiaco eh) strano da un medico chiacchierato, tutto si rivela cosa normale. E possono alludere quanto vogliono.
      Quello della Ddr era un riferimento volutamente esagerato. Ma ripeto, bravura delle varie federazioni sportive e stato di salute economico del paese a parte, diffido di chi migliora così tanto in (ok, mettiamoci il quasi) tutte le discipline sportive, in poco tempo. E se a questo aggiungiamo una politica lassista (nemmeno qui m'invento storie a caso) sul doping rispetto al resto del mondo, almeno un sospetto è lecito averlo. Almeno, eh.
      Ciao a presto.
      (Tra LDJ-88 e JJ88 mi confondo, comunque).

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    2. Ma figurati che il sospetto ce l'ho pur io sulla Spagna. Guarda, ti quoto in toto su tutto, figurati, però ecco credo solo che non siamo a livelli da DDR, sennò vedremo la Spagna dominare non solo sui campi di tennis, calcio e basket e nel ciclismo ma vedremo gli Iberici fare sfracelli anche in pista e in piscina e soprattutto li vedremo fare sfracelli nelle gare femminili come avveniva col blocco sovietico ai bei tempi andati. Che poi sicuramente gli iberici non la raccontino tutta giusta ne son convinto pure io. Bastava vedere agli europei com'erano freschi e riposati dopo la maratona col Portogallo. Solo non so se siamo a livelli da DDR :)

      PS

      LDJ-88 è stato frutto di una digitazione sbagliata, mi son confuso con l'inizio della mia mail :)

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    3. Ovvio, ovvio. Ma nemmeno anche il riferimento alla Cina del nuoto di qualche anno fa, era volutamente eccessiva. Volontariamente, eccessiva.
      Questa non è una testata giornalistica, ma scrivo semplici impressioni, legando qualche evento (più o meno strano, più o meno paradossale). le verità verranno scritte tra qualche anno.
      Come dopo vent'anni (a prescrizione sopravvenuta) un calciatore del Marsiglia ha dichiarato come durante la finale di champions erano più drogati di cavalli drogati. Ed all'epoca erano solo rumors, o chiacchiericcio. :)
      Ciao, a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.