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mercoledì 1 agosto 2012

LONDRA 2012 - HO PERSO LE PAROLE, IN UNA INUTILE SERA DI MEZZA ESTATE







Day 5 (ultimo credo) - Dal vostro inviato, alle prese con l’immaginario trivio tennistico 


Uno pensa, tragicamente convinto, di saperci fare con le parole. Di riuscire a descrivere anche la scena più infimamente e mostruosamente inutile rendendola interessante. Un Gasparri che spreme le meningi e con l’occhio disperso verso il vuoto suo amico partorisce una delle più atroci minchiate che mente d’essere vivente possa concepire. Oppure, rimanendo in tema di primati, un babbuino mentre si gratta il culo e piscia. O due mosche che si accoppiano e si lavano le zampette. Invece, quando da pochi minuti si sono superate le 21,00 di un’afosa ed inutile giornata di piena estate scopri, nel modo più violento, cose che ti lasciano senza parole. Che puoi sforzarti quanto vuoi, ma non esistono. Non puoi cavarle fuori nemmeno sforzandoti come il più banale e costruito scrivano da catasto. 
Nel Wimbledon versione cinque cerchi, oltre al tradizionale scroscio della nuvola di Fantozzi che mi impedisce di vedere qualcosa durante lo sbocconcellante pranzo a base di mozzarelline, iniziava il torneo di doppio misto. Attrazione quasi circense. Perché potrete rinvenirci il monumentale portabandiera bielorusso e mai dimenticato gigante del serve&volley Max Mirniy, detto “La Bestia”, assieme alla bestia reale 666, che farebbe ricadere nel più cupo esaurimento nervoso frotte di luminari studiosi occultisti-esorcisti: ai secoli Vika Azarenka. E poi altre coppie interessanti, tra tutte quella quasi surreale tedesca tra la ferocissima ed imponente biondona Angelique Kerber, panzer disumano e tremebondo, accoppiata al pittore svitato Philipp Petzschner. Uno con la circonferenza del torace quanto il gambone da Briegel in gonnella della Kerber. Il mentalmente svagato ed aspirante al suicidio di genialoide incuranza, al cospetto della furia omicida della partner. Il randello cruento e la mente filamentosa quanto uno stracchino. Coppia che potrebbe andare molto lontano, ahssì. Ne uscirà vivo, il  miserando Petzschner? Vedo scenari di gatti e a nove code, frustate, cera bollente, ed inutili schiavetti proni al cospetto di mistress bionde che scudisciano senza pietà. 
Ma tornando alla parole che d’improvviso svaniscono, orrendamente mute, di cui alla cappella(ta) iniziale, c’è un doppio che più di tutti mi ghiaccia il sangue nei polsi, malgrado i 47° avvertiti, con umidità da Foresta Amazzonica: Errani/Seppi. E’ una cosa che anche volendo blocca il processo creativo. Ti lascia lì inebetito, stordito, basito, sconcertato. Somiglia ad una lenta ed inesorabile agonia sensoriale. Messi tutti e due assieme, voglio dire: il rantolante criceto invasato con l’occhio della madre orridamente sbarrato, che crivella palline tra una trottata e l’ennesimo rifrullo di agricola mestieranza arrotina, assieme a quella specie di distaccato, assente e smunto angioletto nato sulle rive del gelido fiume Kaltaren, Andreas Seppi. L’arrembante aratrice, senza fisico e senza colpi che sgroppa e raglia osceni “oheeee” di battaglia come combattente offertasi alla morte senz’ascia, assieme al lunare pallore anagonista del tigrotto di Mompracem mummificato Andreas, avvezzo alla piatta arte dell’anticipo stitico e catacombale noia ammorbante di schemi sempre uguali. Sarita potrebbe anche picchiarlo, ed il biondo caldarense piangere. “Sono in vantaggio 4-1! Gran risultato!”, squilla il commentatore. Ed io mi desto dalla soporifera angoscia di tali sconci pensieri. Già, sono avanti, ma finiranno per perdere nettamente da Raymond/Bryan (uno a caso). Americani che sono l’antitesi dei nostri, quasi ottant’anni in due, ma di antica militanza doppista. Ad un tratto penso che al posto Seppi/Errani potevano esserci Errani/Fognini, giusto per ricucire eterni rancori in seno alla squadra, riguardanti il dilemma base: meglio la fatica (Errani) o il brado talento naturale che non abbisogna mica di tanto allenamento (Fognini). Tradotto: Meglio la morte lenta, o quella immediata? Il semolino o le verze lesse? La Santanchè o la Mussolini? E inizio a credere che in quel caso oltre alle parole avrei perso anche olfatto, udito e funzioni erettili ancora in dormi-veglia. Il ridicolo misto, mi riporta subito ai colori italiani ancora in gara. Perché questa è competizione nazionale, comunque. Bene, fuori l’ultima atleta azzurra Flavia Pennetta contro Kvitova, in modo netto. Se la ceca gioca come sa, poche storie per la nostra. Brinidisina che in coppia con Schiavone esce anche dal doppio: italiane sconfitte dalle cinesi di Taipei. Resistono invece Bracciali/Vinci, quella sì, coppia di doppio vero. 
Giornata intensa tra gli uomini con Djokovic che soffre per arginare l’eroica furia antica di Lleyton Hewitt, combattente fiero ed uno che ben si adatta alla competizione olimpica. Una parabola assai fascinosa quella di questo aussie a pezzi ed ormai oltre la trentina, che riesce comunque ad aggrapparsi a quello che gli rimane tirando fuori prestazioni di orgoglio incredibile. Tanto più sorprendenti perché è stato numero uno, ha vinto slam e dopo tutte le traversie fisiche patite potrebbe svernare tranquillamente in qualche isola tropicale, senza scrupoli. Djokovic deve scavare nelle sue riserve psico-fisiche per venirne a capo in rimonta, e dominare nel terzo. Continua nel suo particolare torneo passerella Federer (giustiziere di Istomin), interessante vittoria di Isner su Tipsarevic. Nei quarti approdano anche Del Potro e Almagro. Ha perso il primo 6-0 (e momentaneo godimento alle stelle) Ferrer contro il nippo Nishikori. Ma tanto il carpentiere iberico vincerà lo stesso. Il male non muore mai (e invece ci ha perso. Stappate il gazzosino. Potere delle Olimpiadi che non vedono nessun esponente della squadra dominatrice del tennis mondiale, nei quarti. Ma non fate becere illazione. David si potrà finalmente chiudere nella bolla d'aria pura in vista della stagione americana).
Tutto secondo pronostico, nel tabellone femminile. Di inaudita ferocia la lezione inflitta da Serena alla povera Vera Zvonareva. Venus cede con grande dignità e lottando alla pari contro la “cosa” Kerber di cui s’è detto. Avanti Azarenka, Kirilenko e Wozniacki su Hantuchova (sempre più brutta, perché?). Mentre scrivo se le stanno ancora dando di santa ragione Sharapova-Lisicki. Tra roncole inumane, urla bestiali e colpi dissennati sempre ad occhi chiusi, sempre più forti e smidollati. Trivio tennistico senza eguali, che quasi mi fa rimpiangere Errani. Quasi, ho detto. Al limite, come adesso, spengo. Fino ad ora, mentre scrivo, sono un set pari e l’urlante malata mentale di Siberia non è ancora schiattata come una cicala, con le corde vocali recise in modo netto e cruento. In sincrono ad un demente badile di dritto. Ma la speranza è l’ultima a morire.

6 commenti:

  1. sei sempre uno spasso :) ma la sharapova nei momenti di intimita' con il ragazzo cosa fa? Cioe' se urla cosi' in campo, che combinera' mai durante un amplesso? Non vorrei essere i suoi vicini di casa :):)

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    1. Muta come una carpa d'acqua dolce, credo. Tempo addietro un suo (elegantissimo) ex la dipinse al limite del frigidismo totale.
      Quello che farà a letto sarebbero fatti suoi (e dei vicini). In un campo da tennis, davanti al pubblico sugli spalti e a casa, questa è una roba che non s'aregge proprio.
      Fosse brutta come Kaia Kanepi e senza il seguito di sponsor che si porta dietro, l'avrebbero già radiata o almeno imbavagliata.

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  2. Sono appena tornato da 3 settimane di road trip nell'ovest Americano (incastrati perfettamente tra i due Wimbledoni, sia mai che perdessi qualche epica impresa del mio illustre connazionale, per la gioia della mia ragazza...). Ho subito notato i cambiamenti nel blog (sono sveglio, lo so...), con questo colorino molto londinese o da casula sacerdotale in tempo di Pasqua... Carino =). Ho notato anche con piacere i tanti nuovi post, pensavo di sorseggiarmeli poco a poco come si fa come un vino pregiato, diluendoli in più giorni, ma ho finito per assorbirli come si tracanna un fresco birrozzo di dubbia provenienza in una bettola dei bassifondi, con tanto di rutto finale di piacere. Che alla fine a guardar bene, è meglio di un borghese succo d’uva alcolizzato... Mi han sorpreso per contro i vari commenti polemici, mai avrei pensato di trovarli qui… boh!
    Come a te, questo Wimbledon-bis non entusiasma più di tanto, ma da tifoso, seguo con avidità le gesta del Roger nazionale, sperando che vinca quest’oro che gli manca (così magari poi si concentra per davvero sulla Devis =) ). Lo so, è tristemente egoistico pensarla così, ma al cuor non si comanda. Anche perché, se non vince qualcosa lui, mi sa che di medaglie non ne portiamo a casa mezza quest’anno, pur se in fondo penso che il tennis (come il basket d’altronde e altri sport) non c’entri un fico-secco con le Olimpiadi. Non in questo modo almeno.
    Ero però caldamente interessato al doppio, disciplina che seguo poco, ma che quattro anni fa mi aveva mega appassionato… con tutti i batti e ribatti, il gioco a rete, la velocità… mega divertente (mi si dirà, confronto al 90% dei match del giorno d’oggi, anche il pingpong è più divertente, ma bom…). Beh, dopo aver illuso, gli iridati rossocrociati si son fatti uccellare (e addio altra potenziale medaglia, sigh), ma infondo è giusto così. A parte il fatto che si è visto la differenza tra due doppisti “veri” e due singolaristi messi assieme, da un punto di vista più romantico e idealista penso che sia sportivamente più corretto che alla fine vincano le medaglie le coppie di doppio “vere”…
    Al piacere di rileggere i prossimi post, e scusa per la lunghezza del commento, mi son lasciato andare…

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    1. Si, cambiamento frù-frù in onore del purple olimpico, del quale francamente inizio ad averne le balle piene.
      Commenti polemici, ma nemmeno tanto. Un paio di opinioni diverse, che mi hanno fatto girare i cosiddetti già girati da altre mail di malati mentali che mi rimproveravano la vile "denigrazione" dei fenomenali Starace, Seppi, etc...Il polemico sono io, e non mi va di sentirmi attribuite cose che non penso e non ho mai scritto. O osservazioni da maestrina su questioni che invece ho ampiamente premesso ad uso e consumo degli orbi. :) Meglio tagliare subito, che in quei siti-forum di bimbiminchia già evito di passarci e commentare, e non vorrei ritrovarmeli qui.
      Il doppio, se giocato bene è ancora divertente. Il Wawrinka-Federer contro i Bryan's 2008 ebbe picchi notevolissimi. Quanto alla Davis, per vincerla ci vogliono un grande singolarista, un'ottima spalla da top 15 ed un discreto doppio. Penso fosse e (forse) sia ancora alla portata della Svizzera.
      Ciao, grazie e a presto.

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    2. A proposito di doppio, era francamente più che prevedibile che Federer e Wawrinka venissero eliminati alla svelta. L'impresa di Pechino fu il tipico exploit isolato, d'altronde mai ripetuto nemmeno in Davis (ricordo non senza un certo risolino le figuracce rimediate in Australia sull'erba e a Friburgo sulla terra, contro "coppie" che all'occorrenza non erano nemmeno quelle più gettonate). Nutro profonde speranze in Llodra-Tsonga per quest'Olimpiade, due che, se giocano come sanno, possono ambire all'oro. (Malgrado Tsonga sia un "semplice" singolarista). Ma forse è meglio che le mie speranze le tenga per me, vedendo la batosta che s'è preso il povero Roddick (e io che speravo nella sua ultima zampata). Anche Federer contro Isner - fresco vincitore di Newport e in crescendo di fiducia - rischia grosso, dovrà fare il match perfetto. Ciao Picasso, a presto!

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    3. Sì, Tsonga è un singolarista che però in doppio può esaltarsi a rete, coi suoi funambolismi. Rimane il suo limite della risposta pachidermica, per me. E con un doppista esperto e classico come Llodra, formano una coppia ben assortita. Il problema è però che Jo ha anche il singolare (annesse maratone) e quindi rischia di lasciare sul campo molte energie residue. Chiaro, poi c'è Serena che gioca nella stessa giornata (singolo, doppio e misto) e finché viaggia a 50 minuti a partita se la cava.
      Federer e Wawrinka invece, pur grandi in quella isolata occasione olimpica, mi appaiono come chi gioca due singolari nel doppio.
      Ciao Fabio, a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.