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domenica 5 agosto 2012

LONDRA 2012 – RICCO E GHIOTTISSIMO PAGELLONE OLIMPIONICO





Day after (che manco mi ricordo più il numero) – In partenza per Kaltaren (Caldaro) ove passerò qualche giorno di purificazione spirituale bagnando i piedi nel lago. Con le acque rese tiepide dal temperato clima di media estate. Poi il 21 agosto mi ammazzo.

William e Kate: 7. Perché fanno la "ola" come peones messicani o plebaglia indigente. Che bravi. E sti gran cazzi.
Serena Williams: 9 (per il 10 avrebbe dovuto darmi la gioia almeno di ammazzare qualcuna. Ma purtroppo il 10 non si dà mai).
Vincere non basta, l’americana pantera stravince anche questo Wimbledon olimpico in modo bestiale. Frantumando tutte, picchiatrici e pallettare, giovani e meno giovani, urlanti numero uno attuali e passate. Tutte ridotte a quella poverissima, rumorosa, cosa che sono, triturandole con la veemente ferocia di chi è numero uno da sempre, computer o meno. Senza nemmeno che si possa discutere su quell’ormai abusato “se Serena vuole...” ed aggiungendoci il “…e può”, viste anche le vicissitudini fisiche passate e che a 30 anni, avrebbero indotto molte a smettere. Bissa l'oro in doppio, se non bastasse.
Venus Williams: 8. La Venere d’ebano sferra un paio di zampate antiche, tanto per dimostrare che malgrado l’età e la malattia che ne limita le prestazioni, la classe è ancora intatta. Rende evidente la differenza tra una ex numero uno assoluta ed una top ten da discount mandata a casa con 4 games nel paniere. L’oro lo vince in doppio, assieme alla sorellona Serena. Più che meritato. 
Maria Sharapova: 1 (come il game della finale e la medaglia d’argento vinta). Raccapriccianti urla nel vuoto lacerante. Quale soddisfazione nel vedere la spocchia da regale principessa siberiana, sportivamente umiliata in una finale olimpica? Qual gaudio osservarla arricciare il naso e camminare come con un ovetto di gallina stretto nelle regal chiappe bianchicce, mentre raccatta un game? Enorme. Mancava solo entrassero di corsa gli infermieri a praticarle una flebo di valeriana mischiata ad una dose di misconosciuta umiltà silente. Magari anche un boccaglio per rottweiler con turbe psichiche. 
Victoria Azarenka: 6 (Il numero della bestia). L’altra urlatrice indemoniata dell’est. Più giovane di Masha, meno vamp e più pecorecciamente trucicomica, meno spartana nella roncola da ferma, ma più ritmata ed atletica, con un raglio più ululato, da spettro o lupo delle steppe affetto da compulsive visioni di lune immaginarie. Stessa fine però, o quasi. Nelle fauci di Serena, ormai divenuta sua abituale sicaria. Acciuffa il bronzo, e l’oro nel doppio misto grazie al leggendario gigante Max Mirniy, “la bestia”. Ancor più leggenda se ad un tratto, stravolto dal concerto acutissimo della partner, l’avesse finita con un colpo netto sul gozzo (sì, gozzo), dopo aver fintato una folle veronica mortale.
Maria Kirilenko 7. La protagonista sfortunella. Russa assai caruccia, mezza vamp semi urlante e un po’ piccola fiammiferaia. Sorprende Kvitova, ma niente può contro le invasate Masha e Vika. Non poco per una russa senza grande tennis, col merito d’essersi molto migliorata. Evita la fantozziana doppia medaglia di legno agguantando un bronzo in doppio assieme a Petrova.
Yaroslava Shvedova: 6 (al terzo salto). L’hanno avvistata, con maschio passo molleggiato, avviarsi alla pedana del lancio del martello. Uomini. 
Angelique Kerber: 6,5. Piaccia o non piaccia (o ripugni, come opzione che non escluderei) è ormai ai livelli di top ten autentica.
Laura Robson: 6 (al sorrisetto submentale). Con capitano Judy Murray, e compagno di doppio misto Andy Murray, ci sarebbe da allertare il telefono azzurro. Non sorprende che rida sempre, senza motivo. Traumatizzata, quasi. Con Andy vince l’argento nel misto. Coppia agghiacciante. Si farà, temo.
Petra Kvitova: 5. Il nuovo che non ingrana. Balbetta, va di roncola intermittente, la più dotata delle picchiatrici. Sempre in sospeso tra acciacchi e giornate di cecità più esasperante. 
Vera Zvonareva: 7+. Matta come un cavallo matto, ed azzoppato. Ritorna quasi ai suoi migliori livelli. Poco può contro Masha, ma le sue buffe e sexyssime isterie, mancavano.
Kim Clijsters: 7 (alla carriera). Un paio di graffi da orgogliosa campionessa al commiato. Una delle tre ancora (per poco) nella Wta. Cede solo a Sharapova, nei quarti.
Caroline Wozniacki: 4,5 (alla non carriera). Ci tiene a dimostrare che c’è    anche lei facendosi rullare pur’ella da Serena, che non si sottrae all’agevole compito. Potrà raccontarlo ai nipoti. Suoi e di quel buffo golfista miliardario con cui formano una coppia da Mr. Bean. 
Flavia Pennetta: 6. La migliore delle nostre, batte due buone avversarie come Cirstea e Pironkova, cede solo a Kvitova che se in giornata è di altra categoria. Deludente in doppio, assieme a Schiavone. Eliminate da due abbordabili cinesi, malgrado quel zompo d’esultanza petto a petto (tette – ipotetiche - a tette) che fa tanto Bryan’s all’incontrario. 
Sara Errani. 4+2 (games vinti alle Williams). Ridicolizzazione e brusco planare sul pianeta terra, in salsa Williams. Quattro games raccattati contro Venus, due dalle sorellone americane, nel doppio assieme a Vinci. Contro Venere è una gara tra una Porche agli ultimi rombi di logoro motore ed un motozappa col motore a scoppio che invece va a mille. Se la Porche/Venere si ferma, vince il motozappa/Errani. Ma motozappa rimane. La Porche nera non s'è fermata, stavolta. Bene l’agonismo, ancora meglio la voglia di non mollare mai, ma quando il topo si costerna per non aver mangiato il leone, e si è perso la consapevolezza del mondo, qualcosa non va. 
Francesca Schiavone: 11. Tanto e tale è il suo talento, che proprio non si sognerebbe mai d’abbassarsi a battere una mediocre russa senza grandi virtù come Zvonareva. E infatti ci perde per l’undicesima volta di fila. 



Uomini 





Andy Murray: 9. Fino all’ultimo, un solo timore: il classico rituale del morso alla medaglia. Scena poco adatta ai facilmente impressionabili. Vittoria meritata, perché al di là di un Federer arrivato in fondo ormai prosciugato, ha condotto un torneo al massimo, da percorso netto. Senza i rivoltanti teatrini d’insicurezze e ciancicamenti riprovevoli delle ultime occasioni e tutto l’armamentario che ti rende impossibile tifarlo nemmeno sotto l’effetto di quelle pillolette con cui riesci a vedere cavalli viola al brado pascono in cieli di bitume. Dal primo turno alla finale, mai visto così centrato, brillante e propositivo. Sarà per quelle divise molto azzurre in cui sant'Andrea rifila un secco 2-0 a San Giorgio o perché ha fatto realmente il fatidico salto di qualità. Ai posteri, se vorranno
Roger Federer: 7,5. S’era già detto tutto nella puntata precedente. La finale non è semplicemente esistita. Impeccabile Murray, svizzero assente. Incapace di recuperare dalle fatiche dell’incredibile semifinale. Logoranti scorie non solo fisiche (malgrado i 31 anni), quanto psichiche. Era una delle possibilità. Perde l’obiettivo stabilito della stagione sperando in una zampata, vince Wimbledon riprendendosi inaspettatamente il numero uno. Materia ulteriore per le contraddizioni di cui si era detto. La medaglia d’oro rimane quindi la vittoria maledetta che manca al suo incredibile palmares. E che indubbiamente avrebbe meritato. Poco male, per chi riesce ancora a capirlo e godere delle semplici emozioni di un match. Vincente, o perdente. Come quella fantastica semifinale. Suicidi di massa, per chi guarda il record e considera la vittoria essenza unica dello sport. Ok, De Cubertain era un mezzo finocchio, direte. Pienamente concorde. Quello è idolo dei perdenti stile sciatori jamaicani, mica per il Roger che secondo l'ortodossia talebana tutto deve vincere e a cui quasi va stretto anche il ruolo di Re, essendo ormai Dio conclamato. Invece esistono anche le divinità imperfette.
Juan Martin Del Potro: 7. Eroe, ed attore protagonista sfortunato di quello che è stato il match del torneo, contro Federer. Scova la giusta rabbia per arpionare una meritatissima medaglia di bronzo. Il pistolero di Tandil recuperato ad alti livelli, non può che fare bene a questo sport. 
Novak Djokovic: 6. Lingua penzoloni ed occhio appallato sì, ma striato di sangue come quei cavalli stracchi. Paga, inevitabilmente, la folle stagione di vittorie e cruente battaglie con Nadal. Prova a galleggiare ugualmente, malgrado a tratti sembri un geco intorpidito dal freddo. Perde nettamente da Murray, paga anche con Del Potro nel match che vale il bronzo. Gustandosi la medaglia in quel legno massello di cui sembra fatto anche lui, invece che del solito caucciù. Se il massimo l’ha raggiunto, o sia solo una pausa per rifiatare dopo la salita del Gavia, lo sapremo nelle puntate successive. 
Bryan&Bryan: 8. Come Brian&Garrison danzano a rete da satrapi volleanti, e vincono la medaglia d’oro in doppio. Dove, a meno di eventi straordinari, un affiatato duo di specialisti prevale su due grandi singolaristi. 
Jo Tsonga: 6,5. Gigione pasticcione. A tratti paradossale, approssimativo, ma sempre convinto che i pregi d’assalto prevalgano sui difetti di marca. Vale, basta, fino ad un certo livello. Storica maratona 25-23 al terzo con Raonic, prima di afflosciarsi contro Djokovic nei quarti. La medaglia, d’argento, l’abbranca con altre battaglie epiche in doppio assieme a Llodra. 
David Ferrer: 4. Una ventata di naturalezza accompagna il successo di Nishikori (6,5 ed ingresso di diritto nel mio personale Olimpo) su questo inguardabile paltatore. Meritatissima medaglia di legno, con chiodi arrugginiti, in doppio dove appare genocidio della specialità. Una cosa terrificante, malgrado Feliciano Lopez provi a bilanciare l’orrore. 
Tomas Berdych: 3. Stagione erbivora sontuosa. Legnoso come una tronco di quercia finemente levigato. Ma sempre legnoso rimane. E orbo come una talpa orba che schioppa colpi a vanvera. Basta uno scaltro Darcis per mandarlo a casa. Affossa anche il povero Stepanek, come orrida zavorra, nel doppio. Andreas Seppi: 2016. Già vede Rio infatti, e la samba. Il sogno podio (ampiamente alla portata con la rinuncia di una dozzina di teste di serie) s’infrange, in modo cruento, contro Del Potro, argentino che si esalta solo coi grandi: Nadal, Federer, lui…
Richard Gasquet: 6 (a Benneteau). Perde da Baghdatis, con l’animo del combattente ferocissimo, ed incazzato. “Non è certo l’ultimo match che perderò”, chiosa facendo una pernacchietta. Un filosofo minimalista, pienamente consapevole delle sue miserie, da far conoscere ad Errani. Il piccolo (infinitesimamente, piccolo) Mozart francese grazie al mestiere di Benneteau, porta a casa una medaglia di bronzo nel doppio dove, assieme ad uno normale, riesce a dire la sua. Entra però nell’albo d’oro olimpico. Roba che gli antichi greci sarebbero diventati romani. 
Radek Stepanek: Innocente. L’Olimpiade del supplizio e dell’accanimento verso questo attempato ed ancora meraviglioso tennista ceco. Da chiamare Amnesty International. Perde (malissimo) da Davydenko (esequie domani alle 15,00). In doppio è zavorrato dalla palla al piede Berdych. Nel misto rinuncia Kvitova e gli appioppano Hradecka con la quale s’arena inesorabilmente. Philipp Petzschner: 5. Per caso in tabellone, come sostituto di Karlovic. Vince addirittura un match e rischia di fare lo scherzetto a Tipsarevic (6). Canna clamorosamente i doppi, causa partner non all’altezza. Memorabile misto con Kerber, con tanto di frustate selvagge della terrificante virago mistress.

13 commenti:

  1. pagellone ghiotto e divertentissimo come sempre.
    Adesso Murray si gasa e ce lo sorbiamo con la mamma e la fidanzata lessa per la prossima stagione. Anche il coniglio mannaro ingrassato di Lendl ci dobbiamo sorbire.
    La motozappa é semplicemente geniale, dovrebbe metter su una fabbrichetta: Errani, macchinari agricoli inarrestabili - lenti ma costanti nel tempo.
    Non andare al kalterer see, porta sfiga.
    Stai a ferragosto in spiaggia che c´e di sicuro da fare!-)
    lux

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    1. Il lago di Caldaro, spettacolo di una natura rarefatta e bellissima. Ora comprendo perché il nostro beniamino è venuto fuori così, forgiandosi in quei luoghi incantati. :)

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  2. Bellissimo articolo. Come hai detto tu, la pochezza della Wta e' stata resa nota ai più ancora una volta. Serena e' ritornata una atleta e, grazie allo zampino di Moratoglou, non e' più la tennista part-time che magari vinceva Madrid dopo aver fatto una capatina all'Escorial e avere bevuto sangria ruttando allegramente con Juan Carlos. Credo che se fisico e nervi reggono, può dominare sul cemento americano e vincere qualche slam prima di un serenissimo ritiro. Masha, con la sua aria da regina indomita, era così godurrrioso vederla schiantarsi e sgranare gli occhi in un'aria incredula e piagnucolosa. Preferisco l'Azarenka, che almeno prima della fine del match con un sussulto di disperato orgoglio, altri due game li ha portati a casa, dimostrando di avere le palle, se non il talento, da vera numero uno.
    Murray... Vittoria che sembra uno zuccherino che il contadino da' al somaro dopo le mille pedate sui reali testicoli. Insomma, Roger non ha giocato (sara' la stanchezza, la tensione, magari quella mattina aveva visto Mirka con la maschera facciale al cetriolo). Se solo Federer avesse mostrato il 70% del suo valore, Andy - che peraltro ha giocato una partita perfetta e coraggiosa - si sarebbe sciolto come neve al sole e avrebbe subito la proverbiale sudditanza psicologica. Comunque, a lui ori e onori. Un piccolo appunto sulla Robson: a me sembra adorabile! Se non la infettano prima del tempo la dinosaura Judy o il marpione suo figluolo, potrebbe diventare una numero uno graziosissima e leggiadra.
    Ti porgo la mano e ti saluto
    Mich

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    1. Chiaro che a 25 anni puoi giocare un torneo ogni tre mesi e vincere ugualmente a mani basse, come poteva accadere in passato. A 30/31, hai bisogno comunque di entrare in forma. E lei ci è entrata cammin facendo. Da Wimbledon (dove poteva perdere dalla cinese gnoma come era avvenuto in Francia contro Pippo Franco, altrimenti vinceva anche lì), Stanford e Olimpiade. Se rimane in questa forma, ma basta anche molto meno, vince anche negli Usa.
      La finale uomini non c'è stata, per battere un grande Murray ci voleva la versione migliore di Federer, che invece era prosciugato di ogni risorsa.
      Posso sbagliare ma Judy Murray credo sia solo il capitano di Fed Cup, quindi non penso possa "rovinare" Robson. Che per me comunque è un bel talentino. Vista a 16 anni credo, in un Itf americano sperduto, con un atteggiamento rivoltante. Racchette spaccate urla ed altre manifestazioni da trivio tennistico. Ora è molto migliorata anche in quello. Ma ride in modo submentale. Anche durante la finale maschile, rideva con espressione di demenza.
      Ciao, a presto

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  3. Non ho capito perché vuoi mettere solo i piedi nel Kalterersee. Buttati dentro, fai una bella nuotata e ti passerà la voglia di ammazzarti il 21 agosto. A proposito, perché proprio quella data ? E' un comune martedì dopo tutto.
    No no, caro mio, devi continuare a scrivere le tue "opere letterarie". Anche quella odierna mi piace, molto. E lo sai che ho contagiato anche mio marito che oggi dopo pranzo sulla spiaggia mi ha letto il tuo pezzo classifica.
    Scherzi a parte, il Roger (perché gli dai solo 7,5 ?) è giulivo con la medaglia d'argento. Alla "House of Switzerland" ha detto: "dopo la partita ho deciso di non essere triste per 500 giorni ma di godermi i prossimi 5 minuti". E poi, per Andy Murray è una bellissima soddisfazione, no ? Finalmente. Il Roger aveva sparato tutte le cartucce durante il match con Del Potro. A 31 anni una bella performance.
    Adesso vado sul mio terrazzo a godermi la fine di questa meravigliosa giornata e la vista sul mare.
    Non ti demoralizzare per la fine delle Olimpiadi tennistiche. E'appena iniziato il torneo di Toronto dove ci sarà anche il Puffo/Djoker che deve difendere i suoi punti. Altrimenti cavoli amari per lui. C'è pure il tuo preferito: Philipp Petzschner.
    Ciao Picasso Petzschner, grazie per il divertimento durante le Olimpiadi.
    Un cordiale saluto dalla Francia.
    Anna Marie

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    1. I voti ed i numeri sono la cosa più insensata di queste pagelle già insensate di loro. Non credo che Schiavone meritasse 11 o Seppi 2016.
      Però hai ragione, non ha molto senso, a pensarci. sarà perché sono traviato dai ricordi scolastici e i voti che più mi piacevano erano i 7,5 e i 7+. Avevano un non so che di ricercato rispetto ai banali 8,9...
      Sì, infatti m'impicco perché non sopporto la fine delle olimpiadi.
      Sei francese? Complimenti. Nella prossima vita nascerò francese.
      Ciao, alla prossima (di niente, eh)

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    2. No no, sono svizzera, di madrelingua tedesca. Poi la mia probabilmente innata nostalgia per il sud e la passione per le lingue mi hanno portata nel meridione del mio paese. Siamo poliglotti, noi Svizzeri, sai.
      Comunque, se ti può consolare, oggi a Toronto giocano sia il Puffo/Djoker sia il Murray. Dovrebbe compensarti per il dolore che ti ha provocato la fine delle Olimpiadi. Affila dunque la lingua, la penna, la tastiera !
      Mo' vado a fare il bagnetto nel mediterraneo françois perché è qui che passiamo il mese di agosto.
      Se vuoi bevo poi un sorso di aperitivo alla tua salute.
      Je te souhaite une très belle journée ! (Così dicono qui)

      Anna Marie

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    3. Capisco,
      ciao e buon agosto. Ma chi ti ha rivelato che la fine delle Olimpiadi mi provocherebbe interiori drammi laceranti?
      Ma magari fossero già finite anche quelle del 2016.
      Non mi interessa Toronto.
      Ciao Anna Marie.

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  4. Se posso permettermi, sei stato troppo severo con il duo italico femminile. Sul 2-1 e servizio Williams il net ha negato in modo rocambolesco (la chicca: Venus investita dalla "sorellina" come una moto da un tir) il break alle nostre beniamine: si riapriva il set, se non il match... :-) Ironia a parte, la indomita Errani sembrava crederci davvero: il che è doppiamente ironico, considerando che la partita potevano ribaltarla solo sparando alle avversarie, e con proiettili da cinghiale.
    La superiorità delle sorelle, per amor di verità non solo sulle italiane, è stata a tratti imbarazzante: da invocare il k.o. tecnico.

    P.S. Hai per caso visto la finale di Washington? Sulla carta prometteva spettacolo.
    Saluti!

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    1. Ah guarda, certo. Un match punto a punto sarebbe diventato. Il tennis in fondo, si decide su un solo, sfortunato punto. :)
      Già, superiorità imbarazzante. Ma contro Petrova/Kirilenko e Hlavackova/Hradeckasono state partite di tennis, con decorosissimi punteggi raggiunti dalle avversarie. Con le nostre, delle semplici mattanze in tonnare di Sicilia.
      Finale Washington non l'ho vista, ma si prospettava uno dei match più belli dell'anno. Sottolineo la terza finale in due mesi (2 Atp 500) per Tommy Haas. Non male, quasi nuovamente top 20. Non male.
      ciao, a presto.

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  5. Caro Picasso,
    ottime pagelle come sempre.
    Ti segnalo un errore. Sul paragrafetto di Federer leggo: "Perde l’obiettivo stabilito della stagione sperando in una zampata isolata, vince Roland Garros e Wimbledon riprendendosi inaspettatamente il numero uno".
    Roger vince il Roland Garros? Magari... :-) Credo che tu abbia lasciato andare un po' troppo la frizione!
    Parlando d'altro, sono estremamente contento per Murray. Purtroppo non ho visto la semifinale con Nole. Non so se hanno pubblicato qualche highlight, ma fino a ieri non si trovava niente (solo i simpaticissimi fake). Ora dovrà puntualmente smentirsi agli US Open, perdendo al primo bulgaro ostacolo.
    Ciao!

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  6. Ah, e volevo aggiungere: sarà un casinista di natura, sarà che era stanco e cotto dopo aver giocato tutti i giorni, ma in finale di doppio Tsonga ha fatto solo casini. Praticamente erano i due Bryan (muro di gomma a rete) contro il solo Llodra. Il povero Jo sbagliava anche le cose più semplici. Dritti a campo aperto nettamente fuori la riga (o a rete), prime di servizio che non entravano mai, volée alla Roddick maniera... uno sfacelo. Peccato. Un po' come la finale Federer-Murray: al di là del risultato, che può piacere o meno, è stata una non-partita.

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    1. Sì.sì, grazie per la segnalazione, levato. Ma effettivamente, nel mentre lo scrivevo avrò pensato che avesse vinto a Parigi o è semplicemente partito così a causa del clima balneare.
      Murray. La finale fa poco testo perché giocata da solo, ma anche negli altri match è sembrato più solido. Io dico non solo contro Nole, ma anche altri match che di solito si complica. Sarà il sue set su tre, che gli dà fiducia. Comunque solido come non mai.
      Doppio, la finale non l'ho vista. Vidi un po' della semi con gli spagnoli (Gesù le urla di Ferrer su un 14-14 del terzo sono da foresta pluviale, e il tennis lasciam perdere) ed anche lì Jo ha pasticciato moltissimo. Llodra era anche vagamente incazzato, con l'atteggiamento dei domatori che han perso ogni speranza. Ma alla fine han vinto lo stesso. Almeno quella. Coi Bryan's era oggettivamente dura anche con uno Tsonga al meglio.
      Cioao, a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.