.

.

venerdì 31 agosto 2012

US OPEN 2012 - IL TONFO DI TSONGA






Da 4 – Dal vostro inviato, a cena con Nalbandian. Lui ha ordinato sei piatti di fagioli con le cotiche, e per secondo un mezzo bue affogato nella maionese. Un sobrio ananasso, e come dolce due dozzine di bignè alla crema pasticciera. Da bere: tre boccioni di rosso, una bottiglia di prunella ballor, e un par di sigari da sfumacchiare. Il giorno dopo, con qualche dolorino allo stomaco, ha dato forfait. 


La notizia di giornata è l’annuncio del ritiro definitivo, a fine torneo, di Andy Roddick. Ancora in corsa, e quindi si avrà modo di parlarne. Sul campo, la bomba deflagrante non tarda ad esplodere, ed ha il faccione impotente di Jo Tsonga.  I traccianti mancini di Martin Klizan scoprono le debolezze del gigante francese, al tappeto in quattro set. Crolla miseramente il quarto favorito del torneo, che alla fine gigioneggia in modo urticante, e inizia un tardivo quanto involontario tentativo di rimonta sullo 0-4 nel terzo. Tanto entusiasmante nel furore agonistico arrembante Jo, quanto inguardabile nelle goffe e fragorose cadute. Non ha mezze misure, lo sappiamo. Il picchiatore, se picchia a vuoto, finisce per prendere un paio di jab d'incontro alla punta del mento, e cade lui. Un tonfo così fragoroso e deflagrante, che ha causato l'emergere di pesci ratti a pancia in su nel vicino Hudson. Canna un altro slam, Tsonga. Perdita gravissima per lo spettacolo ed un avversario in meno dalla parte di Murray e poi, eventualmente, di Federer. Bene Klizan, slovacco rossiccio dal mancino tracciante che non perdona, e miliziano da challenger ormai pronto al salto di qualità. Da giovane veniva poco considerato, soprattutto rispetto ad un italiano assai più consistente e che ora fa il salumiere a Bagnacavallo. 
Cede con onore Philipp Petzschner, in cinque tirati set, a “Ciccio mostruosamente brutto” Almagro. Mi collego proprio nell’esatto istante in cui con una rasoiata fenomenale di dritto, il tedesco si porta avanti due set a uno. Pare il miracolo in atto. “Ho visto la madonna!” mi viene da gridare con visionaria enfasi. Spennella il campo come una tela, con morbidezze sinuose, in attesa del fulmine di dritto. Poi, lentamente, abbassa il livello ed il mostriciattolo iberico, più scafato e consistente (pensa te, Almagro più consistente di qualcuno) a questi livelli, la porta a casa. Mi sforzo di non ricadere nei soliti, fatalisti, commenti post match dei barzotti tifosi italiani col cervelletto rifritto nella pastella d’uovo: “Eh mbeh, che sfortuna il nostro azzurro. Però per almeno tre set ha giocato da toppe tenne, eh.”. Cazzate. Petzschner esce, ma dimostra che uno come Almagro lo può anche battere. Come può perdere da un mozzo nicaraguense con turbe psichiche. Il problema è sempre lì, nella testa che non c’è. L’importante è prenderlo per quello che è: un piacevolissimo tennista capace di riconciliarti con questo sport grazie a sprazzi d’inebriante tennis imprevedibile e fantasioso
Partiamo ordunque con una rutilante carrellata sugli avvenimenti di giornata, che tengo premura: Davydenko esaltato, pare abbia ascoltato le "teppiste religiose" “Pussy Riot” nel pre-match, va avanti di due set contro Fish, prima di spengersi con mestizia catacombale. Continua il torneo malato di Cilic, che stavolta si fa rimontare due set dal buon tedescone Brands e poi la spunta al quinto. Se Roddick annuncia il ritiro, continua la magnifica riesumazione sportiva di James Blake: schiantato Granollers in tre set. Meraviglia delle meraviglie, e colpi intonsi, ludicamente inebrianti. Stappiamo fiumi di gassosa e festeggiamo bevendo a garganella. Avanzano come le Kessler, Feliciano e Verdasco. Fuori anche il penultimo degli italiani, Cipolla, divelto dal giovano paciocco americano Jack Sock, uno di quei gigantoni yankee di ultima generazione, da servizio-dritto e corsa scoordinata in casa base. A mezzo tra Querrey/Isner/Roddick. Trascurabilissimo, per i prossimi dieci anni. Occasione della vita di arrivare ancora al terzo turno, sprecata dal nostro, specie se si considera che pochi giorni prima lo aveva battuto seccamente. Federer, mentre mi addormento serenamente col rumore dei grilli in amore nelle cervici, sta già domando il delirante nano esaltato di lungo corso Phau, vestito da hippie. 
Tra le donne, via con la sontuosa carrellata. Prima pagina che spetta alle italiane. Mi pare doveroso per Roberta Vinci, brava a rimontare contro la kazaka Shvedova, maschia assaltatrice difficilissima da arginare. La nostra lo fa con la classe e la tecnica sopraffina che si porta da casa, recuperando anche da 3-5 nel terzo set. Ora tabellone verso i quarti senza minacce insormontabili. La sua compagna di doppio (hèèèè) Errani, lascia un game a Dushevina che, non avendo visto, azzardo abbia giocato da morta. Non c’è più Venus, sconfitta in tre tiratissimi set dal caterpillar agghiacciante Kerber, quindi per il nostro rumoroso motorino a scoppio la semifinale è lì. Mi soffermo, curioso come una scimmia, a guardare questa giovanottona americana Sloane Stephens, giustiziera di Schiavone, per vedere se passerà la famigerata “prova del nove”. Qualcuno in un forum di svitate comparse, l’aveva dipinta come una Errani più scura, più alta di venti centimetri, addirittura meno offensiva e più noiosa perché non tira mai un colpo vincente. Sarà che ci capisco molto poco o perché la mia mente non è divorata da tifo ultranazionalista, ma questa, quando serve, il puntone lo fa, eccome. Avanti ci va, un paio di volte seguendo con successo il servizio a rete. La pallina la tocca anche senza stuprarla poi troppo. Insomma, saranno le sei birre tracannate, ma l’illuminato paragone mi suona parente stretto di una minchiata galattica. La spunta alla distanza sulla tedesca Malek, ed alla fine, per constatare se sono stato vittima di truci visioni, leggo le statistiche. Stephens: 46 arrotatoni vincenti. Per dire, Errani li fa in una stagione, se va bene. Ivanovic ieri ne ha messi dentro 29 in due set. Pazzi, completamente. Da rinchiudere in un frenocomio, buttare la chiave e lasciarli a partorire altri paragoni, tipo: Lendl e Arrese, Agassi e Narducci. Soffre, ma la spunta Agnieska Radwanska, sulla bellissima ed ammaliante Suarez Navarro dal musicale rovescio. Il cartone animato iberico va avanti un set ed un break, poi crolla e non vince più nemmeno un game. 
Attesissimo, da me, il confronto tra Serena Williams e Maria Josè Martinez Sanchez. Confesso un piccolo timore, per una ingiusta punizione condita da sevizia corporale. Lo sappiamo, come l’americana si comporti con chi non le sta troppo a genio. Storie di “sporche” vicende da saloon nei pressi della rete anni fa, per cui le due non si stanno simpatiche. Lo vedi chiaramente dal carico di cattiveria che Serena ci mette in più, e da francamente esagerate esultanze condite dalle solite teatrali facce da quasi pianto commovente. Maria Josè, sempre con quell’improbabile e repellente occhiale da sole e rantolando come le stessero espiantando un rene senza anestesia, lotta con ardimento delizioso, seguendo il servizio e gettandosi in avanti appena può. Serena la teme, ed è infastidita dal mancino tennis offensivo della nostra eroina. Chiaro, il cemento le dà poco tempo per preparare le sue ricercate arti da fattucchiera, ma gioca al suo massimo. Specie nel secondo s’avventa alla rete come una kamikaze, ma niente può contro il ritorno del carrarmato in eccentrico vestitino fuxia e mutandone fosforescente.

6 commenti:

  1. A dire il vero l'Errani ha fatto 19 vincenti ieri, insomma, mica da buttare. La Dushevina non era molto in forma. Sloane secondo me passera' la prova del nove se batte Ivanovic (come credo e mi auguro), adesso ha battuto avversarie superabili.
    Vinci fantastica. Temo di più la partita con la Cibulkova che con Agnese, sempre se passa contro la cavallona serba. Magari perde domani, pero' sulla carta una semifinale non sarebbe impossibile. Ciao!

    Mich

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo. Contro una Dushevina cadavere, a campo vuoto, penso che anche l'attuale Lea Pericoli ne avrebbe messi 37.
      La prova del nove, secondo tradizione, è il match dopo un exploit. L'exploit secondo me la Stephens l'ha fatto con Schiavone. Che non sarà più quella di due anni fa, ma era sempre un nome importante da battere, per personalità e classifica. Prova del nove: il match successivo, vinto con Malek. Non è che ogni turno ci sono prove del nove e del 18, 27 e 81.
      Avversarie superabili quelle dell'americanona? Superabile Schiavone? Ok. E quelli della top ten Errani cosa sarebbero? Muguruza (teenager nr 98, da cui pure ha perso un set), Dushevina (morta, nr 104), e Pouchkova (nr 143). Per cortesia, non cominciate a ripomparla...che con avversarie simili, da Itf 50mila, negli ottavi ci sarebbe arrivata (di slancio) anche la 42enne Kimiko Date. E forse anche Pennetta giocando con la sinistra.
      Vinci per me può fare bene. Sulla carta non la vedo battuta con nessuna, fino ai quarti.
      Ciao, a presto.

      Elimina
  2. Caro Picasso, hai visto che purtroppo ho azzeccato il pronostico della partita di Venus?!
    E' davvero un peccato che continui a buttare tutte queste occasioni anche perchè inevitabilmente i treni che passeranno saranno sempre meno...
    A mio modesto parere, pur sapendo di parlare di un bottino di tutto rispetto,"soli" 7 Slam per una giocatrice simile saranno pochini. Nella sua carriera infatti son tantissime le partite gettate alle ortiche per pochi punti, cosa che la distingue notevolmente da Serenona, che al contrario ha vinto tantissime partite apparentemente già perse.
    Lancio una provocazione: se Venus avesse un pochino di coraggio e di cattiveria agonistica della sorella avrebbe vinto almeno 12 Slam. Anche perchè negli anni d'oro 2002/03 di certo non avrebbe perso quell'infinità di finali Slam...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, infatti...ho pensato al tuo pronostico. Non ho visto il match, comunque il copione è quello, match tirato che perde in volata.
      Chiaro che Serena ha altra furia agonistica, concordo...forse non occorreva nemmeno che avesse il coraggio della sorella, quanto che la sorella non avesse mai giocato a tennis, ed ora i titoli nella sua bacheca sarebbero quasi raddoppiati. :)
      I treni ormai si riducono... e se avesse battuto la tedescona avrebbe avuto un buon varco di tabellone con avversaria quella inguardabile cosetta italiana, da battere bendata e fumandosi una sigaretta. Pazienza.
      Ciao Carlo, a presto.

      Elimina
  3. Che spettacolo James Blake! Bombe di dritto piovevano da ogni dove, a poco sono serviti i mostruosi grugniti del topo gigio catalano. Per non parlare delle risposte vincenti di rovescio, uno dei tennisti più divertenti da guardare per me.
    Salutoni!! Paolo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Confermo, uno dei più divertenti a vedersi. Prossimo turno con Raonic molto interessante.
      Ciao Paolo, saluti.

      Elimina


Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.