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giovedì 30 agosto 2012

US OPEN 2012 – KIM SALUTA IL CIRCO




Day 3 – Dal vostro inviato che proprio ieri pensava allo scienziato nazista, capace di costruire la “macchina da fottere”. Ecco, un altro, simile e vivente (babbo Bartoli) ha costruito la macchina per giocare a tennis. Male, malissimo.


Nell’aria si nota quell’elettrico fermento e palpitazione, tipico degli uggiosi addii. Anche il pubblico avverte che può essere quello, l’ultimo giorno da tennista di Kim Clijsters, al suo sportivo capolinea. La belga alla sua ultima apparizione newyorkese soffre e patisce, contro i mancini fendenti della Robson, teenager inglese col volto di triglia in salamoia. Perde il primo set al tie-break, prova ugualmente a rimanere attaccata al match. Tiene botta, rispondendo colpo su colpo alla più giovane avversaria e tirando fuori tutto quel poco rimastole, per restare ancorata. Annulla due match point, fionda alcune delle sue proverbiali rasoiate, la si vede persino arrampicarsi sui teloni per riprendere uno smash. Davvero un’uscita di scena degna, per la grande campionessa, che però non può nulla nel secondo tie-break decisivo. Poco male, ha perso contro avversaria giovane, ispiratissima e che malgrado quella stucchevole aria d’inconsapevolezza sbigottito-sorridente tipica di chi ha appena visto la madonna (che tradisce lo spirito Santo con un pescatore samoano), ha un buon futuro davanti. Chiude con la consueta classe ed eleganza, compostezza e sobrietà che hanno caratterizzato la sua carriera in due tranche. La prima, simbolizzata dall’ormai nota rivalità con la connazionale Henin e la seconda, quella del ritorno da mamma di una bimba boccoluta che porta con se durante la premiazione dell’US Open 2009, in cui è capace di vincere ben tre slam, nel grigiore di una Wta con poche altre campionesse. Lascia a 29 anni, perché il fisico, come testimonia la via crucis dell’ultimo anno, non regge più e non le consente di essere competitiva. 
Kim saluta, e lascia il campo a ciò che resta. C’è da non essere ottimisti sul futuro, in generale, del mondo? Solo uno stronzo con rarissima forma emorroidale all’ipotalamo, potrebbe esserlo. Basta vedere due minuti Marion Bartoli. Voglio dire, quante volte vi avranno chiesto una descrizione dell’orrore? Un concetto troppo ampio, vasto, smarrente. Per averne miserabile idea, basterebbe veder “giocare” Marion Bartoli. E’ l’orrore reale. Tragico, inconsapevolmente ridicolo. Da scriverci una sceneggiatura horror-pulp di getto, in una notte suicida. La vedi tutta contrita col labbro da blennius ocellaris in amore serrato e l’occhio prominente ed implorante rivolto al suo padre scienziato-factotum, un luminare che forgiò lo scempio tecnicamente inspiegabile della “cosa” quadrumane con metodologie d’allenamento avanguardiste, da premio Nobel per il sadismo (tipo: camminare su un filo spinato a piedi scalzi, con le fiamme alte sotto di lei. O allenarsi con scarpe chiodate, nelle suole. O ancora giocare a tennis con quattro tigri affamate nella sua porzione di campo. Vi sorprende, che sia venuta fuori così?). Trotta come botolo orrendo, con la lunga coda corvina che sbatte, tra insensate movenze tribali, danze maori e tarante improvvisate con le quali si fa delle finte immaginarie, mima nell’aria i suoi quadrumani colpi ripugnanti. A chi? Sembra davvero un documentario amatoriale girato nel manicomio d’Aversa. Un buzzurro pazzo, detestabile. O l’atroce parodia di una presa in giro, consapevole. 
Ieri giocava il suo secondo turno contro Romina Oprandi, reduce dall’impresa di primo turno. E la svizzera regala il primo set, forse pagando il ribrezzo e la ripugnanza, di fronte ad avversaria così estrema. Ci vuole stomaco d’amianto per abituarsi a tanto. Soprattutto quando la vedi puntarti col pugno in avanti, l’occhio da pernice appallato ed il tradizionale urlo da primate roco (“aleeeez!”). Eccolo l’abominio, spaventoso, implacabile. Romina perde i primi quattro games di normale smarrimento. Poi inizia a giocare. Dal secondo set in poi è altra musica. Tiene botta, e regala sprazzi di classe autentica. Salvezza dello spirito. Domina il secondo, sembra cedere in avvio della partita decisiva, ma con un guizzo magnifico recupera di slancio e va in fuga. Meraviglia assoluta vederla partorire quelle alate palombelle che muoiono a pochi centimetri dalla rete, col truce buzzurro sgraziato che prova goffamente a correre in avanti rischiando di finire faccia nella rete. Impagabile. Ne conto una dozzina, tutte con lo stesso, splendido esito: la meraviglia che irride l’orrore. Sgraziato e sudato. Si può, insomma. Abbiamo già vinto anzi, comunque vada. Perché quella, da battere, è durissima. Continua nel suo spettacolo triviale fatto di urla raggelanti su errori altrui, colpi storti, danze insensate, e centrifughe alla lunga coda di cavallo da cui estrae purissimo olio d’oliva di sansa. Immagine più agghiacciante solo la barba di Ferrara, piena di bava dopo una filippica antiabortista. O l’ascella del filosofo “Franchino”, in Fantozzi. Dico io, tagliare quel codone raccapricciante, o legarlo in un toupè? Tanto per non aggiungere orrore ad orrore. Romina ha però l’occasione della vita: un break di vantaggio e la palla del 5-3, poi quella del 6-5 che l’avrebbe mandata a servire per il match. Alla fine, pur tenendo splendidamente il ritmo folle dell’affare francese, cede alla sua maggiore esperienza estremizzante, schivando con talentuosa accortezza anche l’unto bacetto di fine match. Splendida fino alla fine. Perde ma ne esce benissimo, rinata fisicamente ed atleticamente. Se la salute la assisterà e si allenerà bene, qualche soddisfazione può togliersela ancora. 
Nel resto di giornata, continuano la loro marcia inarrestabile ed urlata, Sharapova ed Azarenka. Avanzano anche Li e Stosur (che adesso balla come Petkovic. Per l’onnipotente). Nel tabellone maschile, ancora maratone e rimonte a go-go. Regge quattro valorosi set Malisse, le cui proverbiali magie però non bastano ad arginare il pennellone Isner. La spunta in quattro bei set Kohlschreiber su Llodra. Ennesimo suicidio sportivo di Youzhny, ormai non più caso da manicomio ma da arresto coatto, capottatosi innanzi a Muller. Tipsarevic è costretto a recuperare due set all’allampanato Rufin, francese da challanger. Su terra. Fuori Troicki, tennista d’inutilità sempre più imbarazzante, contro il tedesco Stebe che non ne vinceva mezza da un anno. Piccola sorpresa anche la dipartita di Seppi, se non altro in modo così netto. Malgrado il grave infortunio dell’ultimo anno, Robredo è però tennista di spessore maggiore. Avanzano facilmente Del Potro e Murray che in nottata strapazza le sfuriate del mulo pazzo di Medjugorje Dodig. 
L’incontro però più affascinante lo giocano il vecchio Tommy Haas ed Ernests Gulbis. Un incrocio e confronto di due mondi, e talenti diversi. Il veterano reduce di guerra che malgrado i mille acciacchi, con una volontà d’acciaio, è riuscito a rinascere, contro il giovine impiastro che getta via un talento folle da anni, in modo incurante. Interessante vedere come si dipana la matassa. Ed ovviamente, Tommy insegna tennis al discolo recalcitrante. Sembra una giusta lezione all’università del tennis. Poi chi può dirlo cosa succeda. Due set ed un break di vantaggio non bastano, perché lentamente il lazzarone lettone rientra nel match. Si prende terzo e quarto set, e finisce per spuntarla al quinto giocando come gli riesce una volta ogni diciotto mesi e negli anni bisestili quando c’è la luna piena e tira vento di maestrale. Quasi commovente Tommy Haas, che lascia gli ultimi scampoli di salute sul 3-3 del quinto, in un ultraterreno passante di dritto in corsa. Chiude con una gamba, ed il solito gran braccio. Vince Gulbis, terribile ed assolutamente inutile, ma solo per fare dispetto e rovinare forse l’ultimo slam ad un tennista vero come il tedesco. Di cui, col bene che gli si vuole da sempre, non vale nemmeno un’unghia incarnita. Perché se qualcuno dovesse ancora sentirmi dire di Gulbis “prima o poi esploderà definitivamente”, è autorizzato a gettarmi dal quinto piano. Magari davanti a tanta voglia ed amore per il tennis dell’anziano avversario, gliene è venuta un po’ anche a lui, che invece tanto lo detesta e vorrebbe smettere a 24 anni. O è solo coincidenza. Perché probabile che al prossimo turno perda da tal Johnson, da me in calzamaglia da ballerina classica o dal sessantenne Barazzutti (se gli daranno una wild card), in svolazzante gonnellino fiorellato.

12 commenti:

  1. Non ho visto la partita tra Bartoli e Oprandi. Mi dispiace per Romina, ma in generale il personaggio di Marion mi intriga, mi fa provare per lei un misto di scherno e di estasi, la sua energia animale e la sua follia acrobatica da circense non può non suscitarmi una sadomasochista soddisfazione quando trionfa una delle sue antiestetiche maratone.
    Con quella coda di cavallo e quei gesti che in campo fanno sembrare una dodicenne con problemi comportamentali, e' in realtà nella vita extratennistica una persona colta, gradevole e di spirito, oltre a sembrare molto intelligente (ho visto una sua recente e piacevolissima intervista su France 2 qualche tempo fa). In campo pero' sembra che si trasformi, non sa staccarsi dallo sguardo paterno, che insegue o respinge (si veda la partita contro la Penna a Wimbledon 2011 quando caccia dalle tribune entrambi i genitori). Fa molta tenerezza, alla fin fine, come se dovesse sempre dimostrare qualcosa all'autorita' genitoriale, come una bambina imbarazzata in un eterno saggio di danza, trepidante con lo sguardo a rintracciare sguardi d'approvazione di mamma' e papa'. Poi sara' anche che nella mia infanzia ho vissuto per diversi anni a poca distanza da Le Puy, il suo paese d'origine, non riesco a considerarla come l'"orrore" in persona ;-)


    Ciao, Mich

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    1. Essere attratti dall'orrore, in quanto tale, è più che lecito.
      Non è che mi freghi molto se le piace Rembrandt o legga Proust, quando non ammazza tennis. Sul campo è qualcosa di orridamente insostenibile. Antiestetico per eccellenza: come tecnica tennistica, comportamento, aspetto, atteggiamento.
      Anche il rapporto col genitore schiavista, per come la vedo io, è una delle cose più brutte del tennis. Trattata e resa piccolo animale da circo, schiavizzata come tante. In modo più evidente.
      Poi, come detto sopra, lecito affezionarsi. Ma orrore rimane, per me.
      Ciao, a presto.

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  2. Il reporter di Eurosport Francia ha commentato così la vittoria della cicciona piedi piatti: "Marion Bartoli, plus d'expérience et surtout plus de caractère." Caro Picasso, potevi risparmiarti tutta la minuziosa descrizione di questa serpe e scrivere semplicemente "carattere", hai capito ? Comunque, la Romina Oprandi ha fatto una bella partita con parecchi colpi bellissimi, direi à la Federer.
    A proposito di urlatori/urlatrici: a Cincinnati alcuni spettatori hanno esposto un cartello con la scritta "Stop screaming". Qualcuno comincia avere le scatole piene.
    Dimenticavo, complimenti per il pezzo. La parte che riguarda Tommy Haas mi ha fatto venire un po' di malinconia. E' vero, per bacco, a che serve la vittoria di un Gulbis ? A fare dispetto al tennis !
    Ciao Picasso, lascio perdere la prima settimana dell'US Open e mi limiterò a leggere i tuoi "diari".
    Un cordiale saluto

    Anna Marie
    P.S. Il Bollettieri, 80enne rimbambito ha avuto una trovata geniale: convincere dei giocatori NBA, pacchi di muscoli, alti tre metri a cambiare mestiere e dedicarsi al tennis. Questo secondo lui darebbe slancio al tennis yankee.

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    1. In effetti, ha avuto più carattere ed esperienza. Mancasse quello, il botolo francese non sarebbe nemmeno tra le cento. Tennisticamente umiliata, da Oprandi. Poche storie.
      Gulbis in passato mi ha fatto scrivere più sciocchezze del solito. Sempre considerato uno schizoide talento purissimo. Perennemente frustrato. Ma davvero non ci si crede più, e speravo che un tennista vero come Haas facesse un grande Flushing Meadows. Il lettone magari perderà da Johnson o dalla sua pettineuse.
      Bollettieri, basket-tennis...quando un po' scherzando si diceva del pivot Isner, quindi ci si prendeva. Diciamo che il tennis va sempre più in direzione di questi orrori. Vedremo giganti di 2,20 sparare gran prime e ciondolare come fenomeni da baraccone in campo.
      La fortuna è che avverrà tra molti anni, e probabilmente non potremo vedere questa cosa triste. :)
      Ciao, a presto.

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  3. incredibile questa edizione di flushing meadows..picasso che recupera 2 set e un break, gulbis che annulla il diretto privato per riga e trionfa, malisse che, beghe a parte, cede solo al tie break del quarto (con annnesso set point)...che non ci siano in "serbo" altre sorprese......ciao Ste

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    1. In effetti. Petzschner e Gulbis che recuperano uno 0-2,somiglia a barzelletta. In generale molti incontri tiratissimi, battaglie e rimonte. Vediamo, per ora comunque molto divertente, come torneo.
      Ciao Ste, a presto.

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  4. Spiace veramente per ciccio Malisse ma la partita è stata falsata da una assurda chiamata out sul 5-3 del tie nel secondo set. Da lì Malisse è uscito di testa ed era inevitabile il doppio fallo che lo ha condannato. Nonostante altre 2-3 chiamate farclocche si è spinto ad un passo dal quinto set giocando dei colpi veramente pregiati. Due volée che se trovo il video lo posto, semplicemente impossibili. Meritava davvero.
    Paolo, saluti!!!

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    1. Visto a sprazzi. E tutto il quarto. Malisse ha fatto numeri straordinari, e di certo non sorprende. Peccato per l'ultima volée sbagliata nelle fasi finali del tb del quarto.
      In giro c'è poco. Solo questo, che però mi pare ben dipinga il personaggio adorabile. :)
      Ciao Paolo, a presto.

      http://www.tennisworlditalia.com/?section=vid&id=1081

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    2. ahaha si quello è lo sbrocco a fine secondo set. un grande, soprattutto ha ragione)

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    3. Sì, infatti, si discute della chiamata sul 5-3. Chiaro che ha ragione, su tutta la linea. Sul fatto che contro i primi dieci gli over rule non esistono. E sui 45 secondi di Nadal e i 20 del resto.

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  5. Caro Picasso, da grande appassionato di Venus (passione che, a quanto leggo recentemente sul blog, inizia a coinvolgere anche te) ti chiedo un pronostico del match di stanotte contro l'orribile tedescona.
    Io son convinto che grazie al sostegno dle pubblico e motivata da un grande palcoscenico Venus giocherà al massimo delle sue (ahimè) attuali potenzialità. Malgrado questo credo che alla fine la spunterà in tre tirati set dopo che la Venere d'ebano avrà sprecato la solita caterva d'occasioni.
    Per intenderci temo in un remake delle "dolorosissime" sconfitte patite da Venus agli US Open del 2005/09/10 contro la Cljisters.
    Che ne dici?

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    1. Venus non mi è mai dispiaciuta, a dire la verità. Chiaro che ora mi affascina di più la sua parabola, e lo strenuo tentativo di restare a galla.
      Contro la tedescona delle ultime uscite è difficile, parte leggermente favorita. Ultimamente è molto maturata, più estrema in difesa. Venus deve giocare al suo massimo e può farcela, tenendo conto che siamo a NY e in uno slam. Poche ore e lo sapremo.
      Ciao Carlo, alla prossima.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.