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giovedì 6 settembre 2012

US OPEN 2012 - DOPO IL DERBY BLUFF, RODDICK SALUTA E FEDERER PERDE






Day 10 – Dal vostro inviato di guerra, nell’arena in cui va in scena il sontuoso derby della Itaglia nostra. Finto quanto il finto pubblico di una finta trasmissione della finta D’Urso sulle finte reti Mediaset 


Fremente e sognante attesa per la primizia di un derby italiano, in questo Us Open propizio ai colori azzurri. Il cielo di piombo ed un terreno cementoso intriso d’acqua per la tanta pioggia caduta, accoglie l’ingresso delle due impavide eroine in identica e vezzosa tenuta rosa shocking. Tribune deserte, ambiente raggelante e lunare da post apocalisse, con umidità da risaia filippina. Si rimane intirizziti solo a guardare. Giungono alla spicciolata sei avventori in impermeabile giallo stile Spinelli, tra cui Palmieri, Binaghi con vestito celebrativo stile Otelma e tanto di copricapo da faraone egizio, trasportato su una biga da due schiavetti cileni reclutati durante la recente trasferta punitiva a Santiago. A ruota, uno stoico Barazzutti che sfida le intemperie assai pericolose per i suoi reumi. 
Un quarto di finale di slam, vuoi mettere? Pare di vedere il desolante quadro di un primo turno al torneo parrocchiale di Rocca Cannuccia, quando la 76enne indemoniata suor Faustina imbracciando una specie di battipanni d’inizio secolo sfidava un petomane parrocchiano zoppo munito di Donnay in legno del 1979 tenuta assieme da fil di ferro, tirando dei bestiemmioni terrificanti. Siamo lì, solo che a vedere i primi scambi, manca anche quell’agonismo che ci metteva Suor Faustina. E’ una cosa irreale, surreale, incomprensibile o comprensibilissima, se vogliamo fare della psicologia da mercato rionale del pesce. Sembrano in blando allenamento, le due amiche/sorelle di doppio. Ma nemmeno, perché in quei casi la bolognese tende ad urlare, mozzicare e sbraitare manco si stesse giocando la vita. Alle volte piange anche, se perde, e non scende giù nemmeno per cena. Niente, invece. Via al festival del toppettino di dritto alto in salsa Errani, su cui la benevola sorella maggiore Vinci si produce in asfittici puntelli rassegnati, spesso slice di rovescio a metà rete o metà campo. Mai un sussulto, nessuna reazione, nulla del suo magnifico repertorio d’assalto in fioretto, tranne un paio di estemporanei guizzi antichi. Sorprende anche l’assoluta mancanza di agonismo di Sara Errani, al solito latrante e guaente infinità di “vamos” e truci sguardi di guerra. Ma tra le due è quella che fa poi seguire meno l’apparenza ai fatti. E sul campo, gli unici scambi lunghi e tirati se li aggiudica lei, come l’intera posta in palio. Raggiunge la semifinale “l'italiana pequena” come la definiscono i commentatori sudamericani, quasi triste per la punizione. Vinci perde, come nulla fosse. Qualcuno, tra qualche giorno o anno, l’avvertirà che s’è giocata un quarto di slam in quel modo. Lei non lo sa ancora. Forse capirà che difficilmente potrà giocarne un altro, contro avversaria così abbordabile ed in un simile stato di forma difficilmente eguagliabile. 
In semifinale Errani troverà Serena Williams, che in una cinquantina di minuti spolpa le costolette della serba Ivanovic. Ora sapete quanto io sia contrario agli assolutismi spesso scaramantici di quei “nessuna speranza”, “impossibile”, etc. Giammai. Tutto è possibile, nella vita. La nostra indomita Sarita ci proverà, da combattente quale è. Ed io qualche rimedio tecnico-tattico per annientare Serena ce lo vedo anche, mica no: notte tempo, pare sia stato organizzato un blitz del triunvirato Barazzutti-Binaghi-Palmieri nella stanza di Serena. Tutti e tre con maschere spaventevoli di Dracula, Frankenstein e Paperino, s’avvicineranno al letto dove dorme l’americana e faranno “buh”, sperando che ella per lo spavento rinunzi al match e se ne torni a Malibù assieme ai suoi cagnetti (Sarita e Franceskia). Per essere più sicuri, nel caso rimanga, metteranno nella sua bottiglietta di gin (Serena sbevazza gin appena sveglia) sei dosi di sonnifero per tori da monta. E forse, lottando, la nostra un game lo porta a casa. Nell’altra semifinale, quella degli urlanti orrori biondi dell’est, Sharapova raggiunge Azarenka. Ma quanta fatica deve fare la siberiana per ridurre a miti consigli Marion "sugna viva" Bartoli. Al solito ispirata dal Demonio in persona, nelle ormai consuete danze tribali, urla gracchianti, mimiche da svitata. L’umidità sublima la sua essenza orripilante ed iper sudata, con la coda di cavallo che pare cosparsa di lardo di colonnata già dopo due scambi. 
Ieri era però il grande giorno di Andy Roddick. Come Kim Clijsters, dice basta anche lui col tennis giocato in questo melenso Us Open degli addii. Esecutore materiale, ancora Del Potro. Se volete freddare qualcuno, chiamate la “torre di Tandil”, e lui non si fa pregare. Con la faccia da duro ripete “vedo gente, faccio cose, chiudo pratiche”. E non si può dire che l’americano non ci provi a dare tutto ciò che gli è rimasto nel pingue serbatoio (una panza che io, atleta della domenica, pur dedito al più sfrenato alcolismo, non ho mai raggiunto). Sbuffa, suda, asciuga premuroso la visiera del cappellino, s’avventa sulla pallina con l’ormai classico e macchinoso servizio-drittone della casa, e via a rete dove con accetta in mano si infierisce sulla pallina, o “ci si mette la racchetta”, perché a rete a volte basta anche quello. Vince il primo set, lotta alla pari anche nel secondo. Perso al tie-break, crolla ed emerge la maggior freschezza dell’argentino. Termina con tanto di quasi larme in campo e larme in tribuna, della plastificata moglie. Chiude comunque in modo dignitoso, da tennista ancora competitivo e sul centrale del suo torneo. Lucidamente, perché ha capito come il so fisico non gli permetta più di lottare ad alti livelli. Carriera con tanto di slam in bacheca, qualche mese da numero uno, una decina d’anni di fila tra i top ten, almeno un torneo vinto ogni anno per dodici anni. Non male, in un’era dominata da Federer e Nadal. 
Sempre tra gli uomini si completavano i quarti di finale della parte bassa. Un Djokovic sempre più spaventoso trita Wawrinka e raggiunge Del Potro nei quarti. Tipsarevic, novello Camusso de noantri contro le vessazioni subite dall’operaio-lavoratore-tennista, prosegue l’opera iniziata ieri stendendo il povero Kohlschreiber bardato come vezzosa Ape Maia. Nella sempre più incomprensibile distonia yankee, già allineata invece la semifinale della parte alta. Riesco a vedere qualcosa di Murray-Cilic, una specie di trattato sulla paura nel regno animale elaborato da Piero Angela. Lo scozzese dorme per quasi due set, col pastorello gigante di Medjugorje che veleggia garrulo, 6-3 5-1. Roba da stropicciarsi gli occhi. Fai appena in tempo ad andare in cucina per stapparti un birrone ghiacciato, e sul 4-5 vedi il croato con l’occhio implorante, spaurito come il pulcino pio-pio di due metri, che trema ormai sull'orlo dello svenimento. Questo ragazzo sembra abbia paura del suo stesso respiro. E crolla goffamente 3-6 7-6 6-2 6-0. Parziale eloquente di 3-18. Un po’ come Lorenzi con Djokovic. Si salva Murray, ha invece del clamoroso l’eliminazione di Federer per legnosa mano schioppante di Berdych. Avvenuta mentre dormivo come un ghiro ebbro di valeriana al luppolo. Gioco forza non posso dirvi molto, se non che la cosa mi provoca parecchio raccapriccio e un po' di sgomento. Dopo i mesi di terrificante afasia tennistica, pare che il perticone ceco abbia deciso di voler sparare cannonate in campo. Sempre con quella faccia da murena smunta, l’incedere da gaggio impostato e un atteggiamento che lo rende simpatico quanto un riccio attaccato agli zebedei. 

22 commenti:

  1. Non so perché, ma dopo il w/o di Fish m'è corso un brivido lungo la schiena. M'era tornato in mente come il w/o di Fognini al Rolando avesse spedito "fuori-fase" Djokovic e il brivido mi diceva, sta a vedere che anche Federer... Purtroppo il brivido aveva ragione :(

    Sta a vedere che è la volta buona per... Non lo nomino per non portargli iella.

    Roddick ha avuto la grandissima sfiga di raggiungere il top quando al top c'era Federer. Se fosse arrivato al top nel 2001-02 anzichè nel '03-'05 avrebbe in bacheca almeno 2-3 slam in più

    Riguardo il derby ma, speravo che Robertina tirasse fuori qualcosa, almeno che lottasse invece nada. Vista la volatilità della WTA attuale però non so se questa sia stata l'ultima chiamata per la tarantina

    Serena, ora che han fatto fuori le uniche due top 10 che non avevano il "complesso" contro di lei (Stosur e Kerber) non dovrebbe avere problemi. La Errani è già tanto se raccoglie più dei due game fatti a Londra.

    Per Sharapova-Azarenka mi dicono abbiano contattato Padre Gabriele Amorth per arbitrare ma si mormora che abbia declinato. Dice che è troppo pure per lui.

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    1. Non so se in quattro giorni si è intirizzito, come detto non ho visto il match e non posso dire come è andata, buon per Berdicchio che ora vola verso la vittoria...:)
      Derby, io invece penso che occasioni simili Vinci non ne avrà più
      Non è che hanno dei "complessi" con Serena. E' proprio che son o una categoria sotto.
      Ciao, a presto.

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  2. la vinci vuole troppo bene alla errani per riuscire a batterla,si accontenta di vederla vincere.marco

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    1. Già, il trionfo dell'amore eterno e dei buoni sentimenti. Come colonna sonora: "In nome dell'amore" di Elio. :)
      Non ho mai capito perché i sentimenti trionfano se è Vinci a lasciar strada alla cosettina brutta, e non il contrario. Boh, ad ogni modo, mi gusterò Errani-Serena.
      Ciao, alla prossima.

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  3. Beh sul derby, il pronostico era un po' scontato, soprattutto dopo l'intervista alla Vinci in cui all'acutissima domanda del giornalista "meglio la semi o l'amicizia" lei rispondeva con gli occhi pieni di romanticismo.. Roddick

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    1. "meglio la semi o l'amicizia"...beh, fammi capire chi gliel'ha fatta, che merità il premio pulizer dei minchioni. Come se avesse vinto, si sarebbe rotta l'amicizia? Ed ora che ha vinto Sara invece l'amicizia rimane salda?
      Poco male, contenta lei...si tenga il "romanticismo". Comincio ad avere dei dubbi. magari sono ingenuo io. Ma non è che si CHIAVANO, 'ste due? :)
      Ciao, alla prossima.

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    2. Ahah! No ma per ischerzo ci avevo pensato anche io :) la Xena e Olimpia del tennis! (banale riferimento televisivo, forse non puoi capire :) )

      Mich

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    3. Bah. Sai quelle folgorazioni improvvise, in cui finalmente capisci d'essere l'unico a non aver capito una cosa evidente? Senti da ogni parte, "l'amore", "gli occhi dolci", "premurosa". Ma non è che ancora, ancora, "so io l'ultimo coglione a saperlo"? (cit. chi non lo so).

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  4. Roberta deludente, Sara alla fine del match sembrava una Maddalena pentita, quasi fosse dispiaciuta di aver vinto. Partita brutta, peccato perché Sara e Roberta hanno un tennis insolito rispetto alle altre tenniste, e questo quarto avrebbe potuto essere un'ottima vetrina per mostrare quanta poesia possano avere una palla corta, una volèe o uno slice, piuttosto che le proverbiali bordate a tutto braccio delle tenniste dell'est. E invece, dopo il primo set ho girato sulla Bartolona, molto piú entusiasmante (peccato non abbia vinto la nostra contro la bella statuina berciante come una gallina strozzata). Marion e' visibilmente dimagrita e ha la forma giusta per fare un ennesimo salto di qualità ed avvicinarsi alle migliori... O, almeno, questo e' quello che ci auguriamo :-)
    Ciao, Mich

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    1. Sì, francamente uno strazio come match, il derby. Ma se parli di poesia del tennis per Vinci, ok. Accostando la parola alla "pequena arrotatadinha", no te ne pregherei.
      Bartoli smazzata? Ambè, ci avrai l'occhio clinico tu. I provo a non guardare le sue generose forme. Che bocciuolo di rosa che è. E quegli "allerhrehreherzs" rochi, come una specie di strambo babbuino in amore con turbe psichiche...avvincente. :)
      In attesa del suo salto di qualità (in un burrone, spero), ciao, a presto.

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  5. Bartoli, Barto.....là ! Un pensiero in meno per te, caro Picasso. Sarai rasserenato.
    In quanto al Roger dico solo che lo vedevo un po' mocio vileda. (Ed io che ho sacrificato il mio beauty sleep, mannaggia). Vabbè, avrà fatto i suoi calcoli, il Roger, del tipo “che si scannino tra di loro i giovani leoni” (speriamo che non ci scappi il morto - pensiero mio). Come biasimarlo. In questa bolgia che è l’US Open rischi anche di dimenticare chi sei. Ora Berdych (“sono un altro giocatore rispetto all’anno scorso” ebbe a dire prima della partita) dovrà affrontare la murena, vedremo come se la cava.

    Dalla Roberta Vinci mi sarei aspettata di più perché mi è sembrato che l’avversaria avrebbe potuto trovarsi a disagio con la sua variazione di colpi. Ma la Vinci non ha saputo cogliere questa sua chance. Un vero peccato.

    Andy Roddick in quella che era la sua ultima partita si è difeso con onore. E così anche il Kohli contro Tipsarevic (detto l’intellettuale dei tennismen). Grande rammarico per il Kohli.

    A proposito, non sapevo che Tipsarevic facesse il sindacalista nel “circo” tennistico. La mia “decisione” di far fare i 5 set anche alle donne è farina del mio sacco. Come dire, se hanno tanta forza per urlare e meglio che facciano 5 set e ti voglio poi vedere se rimane ancora l’energia per questa oscena “tattica di gioco” che comunque bisognerebbe proibire.

    E infinee per il tuo piacere ancora: Bartoli, Barto.....là. (Ma perché mi abbini il lardo di colonnata con la coda della Bartoli ?)
    Ciao Picasso, ti saluto cordialmente.
    Anna Marie

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    1. Tra Berdych e Murray, chi è la murena?
      Non so se è sindacalista o meno, Tipsarevic. Dei tennisti. Simon lo è, e credo anche lui. Ma non ho notizie precise. L'ho definito così, perché continua a comportarsi come tale difendendo i diritti dei tennisti/operai.
      La coda della Bartoli, che sbatacchia allegramente, madida di raggelante sudore ributtante. Puoi immaginare sia unta di qualsiasi sostanza. Dal lardo squagliato, alla sugna, all'olio di motore.
      Ciao, Anna Marie, alla prossima.

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    2. La murena è Murray, è il nome che gli hanno dato i colleghi tennisti quando è apparso sul circuito dei professionisti. Credo per il suo modo particolare di scattare per rilanciare la palla. Murray - murena (moray in inglese). Suona quasi uguale, no ? Più o meno come Feliciano - Deliciano.
      Ciao Picasso. Ho dimenticato di dirti bravo per il Day 10, in somma è divertente.

      Anna Marie

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    3. Ah, ok. Pensa che non sapevo nemmeno del nomignolo, o me n'ero scordato. per me è abbastanza murena anche berdicchio.
      Ciao, grazie.

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  6. "In attesa del suo salto di qualità (in un burrone, spero)" ahahahah quando (s)parli della Bartoli mi diverto sempre un sacco, continua così Picasso!! :-)

    Ciao
    Marco

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    1. Ciao, Marco.
      Eh, la nostra eroina unta e con l'occhio da pernice, è uscita. Quindi non ne potrò scrivere più. Ma il suo ricordo rimane imperituro. Impresso e scolpito nell'animo.
      Non so se hai visto "Arizona Dream" di Kusturica.
      C'è una tizia, svitata, chiaramente pazza, per cui il mondo dovrebbe essere composto da tartarughe, tale Grace. Quando vuole esprimere ostilità verso la madre o verso Axel fa una strana smorfia del viso. Arriccia il naso ed apre leggermente la bocca, come un gatto malato che soffia.
      Non so se qui lo fa, ma è la ragazza che parla con la tartaruga e la bacia, poi tenta di suicidarsi con la corda elastica.

      http://www.youtube.com/watch?v=SfgRaK_yARI

      Ecco, un po'in lei rivedo Bartoli che dopo il punto esulta come un primate. Poi tornando dietro la riga a rispondere, guarda il suo angolo ed ha un altro(ributtante e più placato) moto d'esultanza accennata. :)
      Ciao, a presto.

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  7. La Bartoli mi sembra un po' una baccante, pronta a staccare a morsi la malcapitata di turno, quel Penteo che si perde nella foresta e viene squarciato vive dalle invasate serve di Dioniso. Questo forse mi affascina di Bartoli. Contro la statica, orrendamente perfetta Sharapova, che rappresenta l'apollineo nella sua granitica morte, Mariolona e' vita, follia, orgia dei sensi, e il suo spirito dionisiaco che tanto ripugna la gente e' la forza vitale che tutto conduce. Un po' troppo pretenzioso, forse, ma se Nietzsche fosse vivo, le avrebbe dato un bacio su quella coda unticcia, perché appartiene a una Super-Donna.:)

    Buona serata, Mich

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    1. Santo cielo. Io pensavo scherzassi, ma vedo che sei schiavo dell'orrore come nessuno.
      Se Nietzsche fosse vivo, vedendo quella cosa lì, avrebbe deciso di fare il pizzicagnolo o il mezzadro oppiomane. Magari si sarebbe suicidato sniffando le esalazioni della coda unta. O squarciato il petto con una scure.
      Buona serata a te, e piano con queste immagini dell'orrore. Al limite guardati una trasmissione di Ferrara, che fa meno male.

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  8. Ma sai, mai dire mai, i gusti di Nietzsche erano difficili: tra la coprofagia e la voluttà di baciare un cavallo in centro a Torino dopo la stesura della Gaia Scienza, la passione per Bartoli sarebbe la meno scandalosa.
    Comunque si, scherzavo abbastanza :)
    Ferrara? Quando ho voglia di vedere una cosa informe e boccheggiante guardo National Geographic ;)

    A presto, Mich

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    1. In tutta franchezza, caprofagia o languido bacio ad un cavallo morto, mi paiono eccentricità meno estreme dell'abbandonarsi tra le braccia della "cosa" francese che balza di albero in albero, tutta sgocciolante sudore e con lo sguardo rassicurante.
      Almeno per me.

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    2. Che ne pensate del fisioterapista che taglia le unghie dei piedi di Ferrer?

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    3. Scena ributtante, il callista. Stessa cosa per Tipsarevic, annessa anche pantomima finale. Speravo vincesse il serbo, ma Ferrer porta un po' di quella sana Spagna vincente, nelle semifinali di slam.
      Per inciso, ora Ferrer è riscaldato e potrebbe correre la maratona di New York.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.