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martedì 11 settembre 2012

US OPEN 2012 – PAGELLE RADICAL CHIC, E TINTINNANTI MINCHIATE SPARSE






Day 0 – Sciroppatevi questo mega post numero 400 (adesivi omaggio). Che è l'ultimo. Cocomeri e mandaranci in offerta speciale. Pagelle conchiusive, gustatevele tutte (se rimanete vivi). Che tanto ci si aggiorna nel 2018, solo per celebrare il Grande Slam di questo tal Quinzio.


Uomini


Wags. Qualcuno trovi un lavoro a queste tope smunte. Non se ne può più. Tutte atrocemente uguali, tutte plastificate, dai lisci capelli color castagno chiaro, finte e con lo sguardo scioccamente vuoto e contrito. Dalla ormai nota “miss ajde” del circo Medrano Djokovic, alla signorina Tipsarevic e quella che (martire) si accompagna a Murray. Che senso hanno? Sono pagate dagli sponsor per quei teatrini indecorosi? Le vogliono le tv perché alzano lo share? A me ammosciano il cazzo, per usare un francesismo.
Sean Connery. Ci voleva James Bond ciucco di whiskey. Fantastiche le facce di questa leggenda scozzese del cinema sulle tribune, mentre si sorprende per un gran punto. Si addormenta alla fine del secondo set, e lo portano via. 
Andy Murray. La QQQQuinta Sinfonia di Mahler. “Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo laureato Raffaele!”. Con queste parole, un emozionato e fiero avvocato locale, salutava il conferimento della laurea in legge al figlio. Un punkabbestia con cresta bicolore, anello al naso e sguardo disperso nel vuoto. Lo stesso devono aver urlato all’angolo di Murray ieri, dopo l’ultimo punto. Intendiamoci bene: Questo non si può tifare nemmeno dopo aver sniffato un barattolo di orzobimbo (bimbumbam). Tutto ciondolante come un pinguino vampirizzato, volto angolare, fornace aperta ad esibire gli aguzzi denti sparsi a caso, la madre sempre sull’orlo del prolasso (voglia il cielo. Guardatela con la bocca spalancata e i pugni in avanti, sul break del suo pargolo ad inizio quinto set della finale), il coach Lendl versione sfinge egizia celato dietro al cappellino e maglia con colletto stile collegio di Cracovia, o la fidanzata di plexiglass, insipida bamboletta ormai invasata quasi fosse serba. Sarà, ma per merito di tutto questo, ha vinto il suo primo slam, o a causa di tutto questo, non lo ha vinto anni prima. Per tutto ciò non si può che detestare e per gli stessi motivi attrae, come attraggono le mostruosità più atroci. Ha il fascino di un Frankenstein deperito, e con l’esaurimento nervoso per un cervello non suo. Continua a trascinarsi sul campo con espressione di sprezzante odio verso la pallina, perché non può odiare la mamma aguzzina o quel detestabile robot cecoslovacco di nome Ivan, con le tasche sempre piene di segatura e che in vita sua avrà riso una volta, in un funerale. 
Un po’ più simpatico anche per il cespuglio di capelli in testa esibito a New York City, una capigliatura che non ha spiegazione balisticamente scientifica, una specie di nido di quaglie selvatiche scosso dal vento di libeccio antartico. Come inspiegabile rimane ancora il suo tennis, a tratti soporifero, rinunciatario, scioccamente molle, ed improvvisamente letale. Ma, dati alla mano, ha fatto il grande salto, trionfando alla sua quinta finale di slam. Nadal è ai box, Federer nella sua casetta di montagna, ma lui è comunque rimasto sempre lì. Maturato, diventato più solido, costante e fisicamente resistente. Torneo con luci ed ombre, come la finale, una corazzata Potemkin a tratti inguardabile, fiaccante ed a cui preferisco “Miss Italia”, ma alla fine avvincente. Andy ha studiato il compitino, e per due set manda al manicomio Djokovic con resistenza a oltranza, difesa folle, ed improvvisi bliz napoleonici, costringendo l’altro a fare quello che non sa fare, e logorarsi. Poi si disperde, prima di tornare protagonista in un grande quinto set. Evitando la parcella allo strizzacervelli, o all’esorcista. Perché avesse perso anche questa, gli restava solo quello. Meraviglia autentica, il festeggiamento. Al suo angolo si protendono, convinti che lui vada sotto di loro. Quello li guarda, con espressione assente ed annoiata: “Che, devo venire lì?”. E poi non ci va. Enorme.
Novak Djokovic. Marziale paggio. La solita fiera dell’orrore più inquietante. Pose marziali, sguardi raggelanti dentro i quali non vedi l’anima ma l’abisso del più oscuro nulla, pugni sbattuti sul petto, scucchie di fiero sadismo feroce e siparietti da aspirante comico. Si sa. Ma sembra davvero tornato la piovra tentacolare della scorsa stagione, appannatasi negli ultimi mesi. Avanza col consueto sadismo punitivo, avvilendo e frustrando le ambizioni di Del Potro, tra sensazionali difese che hanno del prodigioso. Ubriacato e mandato al neurodeliri dalle sapide difese, a tratti irridenti, dello scozzese, in finale. Fenomenale quando deve rintuzzare bombarde devastanti e contrattaccare, vulnerabile e prevedibile se chiamato provocatoriamente a fare il gioco. Non lo batti tirando forte, ma puoi provarci variando gioco, dandogli palle senza peso e diverse. Si scopre l’acqua calda, forse. Prova a recuperare due set, ma nel quinto non ne ha semplicemente più. Per una volta Murray si dimostra atleticamente più in palla. Ultimo guizzo: il canonico medical time out nel quinto set, progettato per il 4-3 Murray. Lo scozzese bravo a renderlo vano, allungandosi 5-2. 
David Ferrer. Inebriante come la fillossera. Vedere i suoi match ha infatti provocato gli unici due casi di fillossera fulminante sugli uomini. Porta sulle sue ingobbite spalle da muratore indefesso, il peso della Spagna tennistica orfana di Nadal. Ne riceve la forza succhiando un calzino al plutonio, durante la maratona vinta con l’allibito Tipsarevic. Basterebbe anche un Sijsling a farci capire la differenza tra il tennis e la cosa zappata con cui si fa strada, indomito, fino alla semifinale. Come storpio marinaio nella tormenta e col giuffo sosso dal ventaccio di bolina, rischia addirittura di andare in finale. Poi sbuca il sole, e lui sparisce nel suo encomiabile orrore antiestetico. 
Thomas Berdych. Aspettando Godot, o un donatore di corteccia cerebrale. Abbatte Federer con una prestazione devastante. Travolto dalla tormenta e da Murray in semifinale. Per essere il campionissimo di cui molti ospiti della clinica “sanalemeningi” vaneggiavano anni fa, avrebbe bisogno di qualcosa ancora. Un cervello, ad esempio. Si accettano donatori, anche un babbuino va bene. Per vincere uno slam invece, bastano anche tre consecutive prestazioni di tennistica demenza accecata, dai quarti di finale in poi. 
Janko Tipsarevic. L’istrione. Intellettuale, yeti, ultrà, filosofo con la faccia da serial killer, sindacalista. Tutto e il contrario di tutto. Quando non si ostina a voler fare il Camusso scucchiato, e l’intellettuale per forza con una faccia che al cinema potrebbe valergli la parte “der canaro”, è proprio un signor tennista. Esplosivo, coriaceo, con picchi di buona brillantezza. Mi sovviene un calzolaio, benzinaro o forse era un gelataio/bibbitaro. Comunque gente pagata per raccontarvi il tennis, secondo cui se addirittura questo serbo è top ten, possono esserlo anche gli strepitanti alfieri italiani, Seppi, Bolelli o tal Propoggia (se lo naturalizzano, Binaghi è all’opera). Qui, sul pianeta terra, Janko perde 7-6 al terzo da Ferrer in un quarto di finale di slam dopo quasi cinque ore di battaglia. I nostri, in fila indiana, soccombono mestamente alle terze linee prepensionate iberiche Montanes e Robredo, in un challenger casalingo. Ripeto, chi riteneva i nostri eroi superiori a Tipsarevic è pagato per informarvi. E non voleva far ridere. 
Roger Federer. Precede la tormenta. Dicono che i geni riescano a prevedere le cose in anticipo. Ed allora lui che si fa sbattere fuori prima dell’arrivo della tromba d’aria, si conferma tale. Consolatevi così. Ambizioni elvetiche dilaniate a sorpresa da un Berdych in giornata omicida. Eppure le premesse erano molto buone, visto il trionfo a Cincinnati. In flessione dopo l’erba di rinascita, ma ancora ai vertici. Curioso di vederlo nel finale di stagione, tra Asia, Parigi e Masters, alla ricerca di un altro acuto. Guardando Murray-Djokovic di finale però, deve aver pensato al suicidio. Con Mirka che alla tv guardava Miss Canton Ticino 2012 presentato da Mezzadri. 
Marin Cilic. Due metri di pulcino pio-pio. L’occhio implorante che supplica pietà. E’ un tennista che non si può vedere. Mica perché tecnicamente osceno, anzi. Ma per carità, quegli occhi terrorizzati e terrorizzanti quando è prossimo al crollo, mettono ansia. Il capottamento contro Murray da 6-2 5-1 avanti, prima di sprofondare nell’abisso, descrive alla perfezione l’atrocità di questo pulcino gigante di Medjugorje. 
Juan Martin Del Potro. L’utopica ottusità. Spancia ignoranti colpi accecati da ogni lato, nel suo quarto di finale contro Djokovic. Match in cui si vedono gli scambi più intensi, furiosi ed avvincenti del torneo. Antiche gesta a richiedere il sostegno del pubblico per tirare sempre più forte, da istrione inconsapevole. Ma la muraglia serba si potrebbe abbattere solo con qualche variazione in più, assente dal repertorio del bucaniere argentino. Non sarebbe lui, altrimenti. 
Rafael Nadal. Il grande assente. "Il suo corpo si sta lentamente rigenerando". L'ha detto, testualmente Zio Toni. Come le lucertole, cui rinasce la coda. O gli ofiufoidi, gli strani esseri mitologici, mutanti a due teste e strambi mostri che si studiano nelle università, sotto spirito. Il suo corpo si rigenera mediante morfallassi. Ce lo conferma lo Zio factotum. Voi non lo sapete, ma anche il vostro corpo si rigenera. E poi si sdegnano anche, se fai battute o riporti alla lettera certe dichiarazioni allucinanti.
Andy Roddick. L’ultimo cinematografico giro di pista. Il rischio era trasformare il suo addio in melenso polpettone kolossal studiato e sceneggiato dalla “Metro Goldwyn Mayer”. Abbandona il circo, ancora competitivo, in quel Flushing Meadows che fu teatro dell’unico slam vinto nel 2003. E dopo una carriera condotta sempre al vertice, per dieci anni, con l’unico intoppo d’essersi imbattuto in Federer prima, e Nadal dopo. Tennista macchinoso, esploso come una specie di goffo battirore di baseball prestato al tennis, ipersudato e tutto tic frenetici, che si produceva nel classico servizo-dritto devastante. Senza mai perdere la voglia di migliorarsi, con gli anni. Specie nell’ultima parte di carriera in cui, grazie a Larry Stefanki, sfiora un incredibile titolo a Wimbledon 2009. Non fa testo il risultato dell’ultimo giro, dove pure resiste dignitosamente a Del Potro. 
Philipp Kohlschreiber. Ape Maia sfarfalleggiante. Torneo della maturità, per il tedesco svagato da top venti. Con l’aria dimessa di chi nella mente ha un concerto di violini tzigani senza violino. Fa piangere l’Arthur Ashe sconfiggendo il trampoliere di casa Isner. In quel giallo-nero progettato dal suo sponsor, adatto ad una carnascialesca imitazione dell’Ape Maia, tra un rovescio melodioso che dipinge il campo e quella smorfia corrucciata di chi è costretto a respirare. Solido, nella sua fragilità. 
James Blake. L’allegra riesumazione di uno splendido tennista morto. Ha un non so che di misticamente avvincente, sentire il rumore dei suoi magnifici colpi a tutto braccio. Sapienti sberloni con cui il vecchio “James chiappa tumida” punisce l’enorme ratto Granollers, vate del giovane orrore ritorto e rantolante come adenoidea belva ferita. Finché dura, se dura. 
Richard Gasquet. “L’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare”. Perché quello vorresti fare, nel vederlo indolentemente spalmato come un geco sbilenco sui tabelloni, con la faccia da ridicola macchietta suicida, sfruttare un decimo del suo scintillante talento. Costretto sulla difensiva dalle zappate cavernicole di un Ferrer. L’ultima via sarebbe eliminare ogni allenatore, schema ed altra minchiata, e provare a fare di testa sua. Non avendola, è avvantaggiato. Il genio non si allena, dicevano gli antichi. L’altra ipotesi, è il balletto classico. Nella parte della donna, con roseo gonnellino plissettato.  
Ernests Gulbis. Il dipinto di un lazzaronesco, inopportuno, orpello. Spauracchio dei big, manna dal cielo per mezze seghe. Rovina il torneo al grande Tommy Haas giocando cannonate deliranti sulle righe, ridicolizzato poi da un ragazzotto yankee che pare uscito fuori da “American Pie”. Ormai fuori luogo nel tennis, inopportuno e fastidioso come la sabbia nelle mutande. 
Philipp Petzschner. Genio nato per sbalordire, col suo niente arricciolato. Cosa ti aspetti da chi detiene il record di insuccessi partendo da due set di vantaggio? Niente. O che stavolta due set invece li recuperi, e che vinca al quinto con Mahut. Poi rischia anche di far fuori il top ten Almagro al quinto. Geniale, lunare, imprevedibile. Numero 100 al mondo che se perde coi top ten, lo fa per colpa sua. Ditemi pure voi, perché. 
Italiani a New York. Potevano rimanere lì, in blocco. E fare i camerieri nella pizzeria di little Italy “Pizza and pummarola in coppa”. Invece tornano, purtroppo. Xavier Malisse. Volete forse non adorare questo attempato squilibrato che osa dire certe cose brutte







Donne (con buona pace delle biliose pelotariste) 


Serena Williams/Azarenka. Tema già sviscerato abbondantemente, nel precedente articolo. Ed a ripetermi sembrerei sclerotico più di quanto lo sono in realtà. 
Maria Sharapova. “Sugarpova”, le caramelle urlanti. Lo ammetto, ho provato a ciucciare le caramelle create dalla mente fervidamente markettara di chi gestisce questa multinazionale ambulante. E devo dire, buonissime. Dopo cinque minuti ho avuto strani sintomi di defecatio putrens, vertigini, urla insensate da visionario in preda all’oppio, febbre suina, visioni mistiche di suore in sottana che ballano la mazurca. Tornando allo sport, durante la semifinale con Azarenka devono averle detto che per vincere basta urlare più forte dell’altra. Sempre più forte. E ci riesce anche, da numero uno assoluta nel ramo. Urla laceranti che seccherebbero tutti gli alberi del Queens. Il tennis, è altro. E quelle gambe chilometriche e bianchicce, sono piantate sul cemento come travi. Tornata ad altissimi livelli violenti, però basta che qualcuna sposti la sua sagoma di piombo fuso, ed il gioco è fatto. 
Maria Josè Martinez Sanchez. Giocare al tennis contro Serena. Lei ci riesce, e bene. Fa partita, la insidia, le mette pressione. Attacca come una volpe volleante alla prima occasione, smorza, arriccia e si fionda a rete. Poi perde, ma con gran decoro. Lasciate perdere le cazzate di chi ha una spora deforme al posto del cervello e potrà dire/scrivere solo colossali stronzate. Contro Serena ci puoi giocare. Anche se sei solo una talentuosissima numero 54 al mondo. Per le arrotine top ten è impossibile. Traete pure le conseguenze. 
Marion Bartoli (in tutto il suo splendore nella foto). Colei che trucidò la grazia con una scure. Quasi in preda al sortilegio magico del Demonio, che si diverte a propinarci l’orrore. Irriducibile, ossessiva ed ossessionante eroina della bruttezza irrazionale, tecnica ed estetica, a New York dà il meglio di se stessa. Protagonista assoluta, poco da obiettare. La spunta di tigna ripugnante contro Oprandi, divelle le sicurezze di Kvitova e per poco non spedisce a casa l’allibita Masha. Lei, la divina urlante sul bocciuolo di pisello, altissima, biondissima ed alteramente sdegnata, di fronte a quel buzzurro con occhi esagitati e sporgenti, sudata fino all’inverosimile e con svolazzante coda di cavallo intrisa di grasso per la cuccagna. L’irrazionalità si appalesa tra atroci mazzate quadrumani nel triviale spettacolo di urla, esultanze, rumbe scacciamosche e chi più ne ha. Evviva, meglio di un film dell’orrore. 
Kim Clijsters. Campionessa di sobria eleganza. Se ne va un’altra fuoriclasse, impoverendo il già triste scenario desertificato della Wta. Esempio di eleganza nei colpi e nel comportamento in campo, mai fuori dalle righe e sempre composta, non a caso stimata da tutte nel circuito. Secondo ritiro quindi, quello definitivo a ventinove anni ma con un fisico malandato, dopo il ritorno del 2009, in cui fu bravissima a ritagliarsi uno spiraglio e tornare a vincere come nulla fosse. Non le fanno con lo stampo, purtroppo. 
Roberta Vinci. Che poi Tipsarevic non avesse poi tutti i torti? Quanto lo svolazzo vintage di questa leggiadra tarantina sia una delle cose maggiormente apprezzabili nel tennis attuale, è risaputo. Fantastica ad approdare al suo primo quarto di finale in uno slam. Ma vederla cedere in quel modo incurante e rassegnato, prima ancora di iniziare, all’amica-carnefice in possesso di un tennis tragicamente più brutto e povero del suo, fa scadere ogni mio anelito d’aulica venerazione al livello di disprezzo. Poi vedi il serbo lottare e svangare quasi cinque ore come un gladiatore contro Ferrer, nell’omologo quarto maschile, e ti dicono che guadagnerà gli stessi soldi della nostra rinunciataria morticella dai fianchi larghi. Anzi la metà, dopo che l’italiana ha trionfato nel doppio. E non pare più una cosa giusta, almeno per cinque minuti. Basta poco e torno a sbattermene, pensando ai minatori sotto terra. Con Errani vince il doppio. A lei lascia strada libera (pur essendo in irripetibili condizioni forma) in singolo. E sempre per ella trepida in tribuna. La soluzione è più di una: Che si sposino in Andalusia, finalmente, con testimone il Barazza vestito da paggetto. Che Vinci si dedichi solo al doppio, evitando simili obbrobri scenici in singolo. E se proprio non riesce a fare nemmeno quello, si ricicli come sua allenatrice. Più dignitoso. Altrimenti, liberatela dall’abbraccio mortale.
Laura Robson. “Riso, soriso, come me vie’ da ride”. Bel carattere, buoni fendenti mancini e sorriso d’inconsapevolezza meravigliata della cruda realtà, come i pazzi. Mazzuola la povera Kim Clijsters prima, Na Li poi, sempre a suon di virtuosi colpi mancini e risolini, quasi non si stata lei a vincere ma il fantasma formaggino o qualche angelo custode drogato di morfina. Non male, comunque. 
Agnieszka Radwanska. Afono concerto rabberciato. Past’e burro senza burro, e senza pasta. Perde male, senza nemmeno provarci, contro Roberta Vinci. Proprio non ci capisce nulla, confusa e malconcia per la spalla cigolante. Da rivedere. Come speranza che, ad alti livelli almeno, la violenza non c’inghiotta. 
Venus Williams. Laddove tramontano le divine. I suoi primi piani, con espressioni melancolicamnete trasognanti, impreziosiscono la finale tra Serena a Azarenka. In campo, non riesce a venire a capo di quel cavernicolo esemplare informe come un blob, Kerber. 
Petra Kvitova. Altro fragoroso splash da balenottero suicida. Perde, malissimo, da Marion Bartoli. Wimbledon 2011 è lontanissmo. 
Sara Errani. Antiestetica arroganza di un nulla arrotato. Giocando il suo particolare sport a mezzo tra la pelota basca ed il tamburello andaluso, infiamma l’Italia tennistica battendo mezze figure da primi turni Itf a Mazzara del Vallo (over cento come Puchkove, Dushevine, Muguruze) contro cui anche Corinna Dentoni avrebbe detto la sua, poi l’unica top 10 Kerber (conclamata succube delle sue corse sbilenche), e la sorellina Vinci che servilmente le srotola il tappeto rosso, estasiata dall’orrore. Sportivamente ridicolizzata da Serena con una prestazione al limite dell’umano imbarazzo, non trova di meglio che catalogare l’avversaria a livello maschile. Un picco d’arroganza fuori dal mondo. Proprio non accetta d’aver perso contro una ragazza più forte di lei. Materia da strizzacervelli di grande esperienza, e stomaco d’acciaio. Dopo Federer reo di possedere criminoso talento, Balotelli che non s’allena come un mulo e va a femmine bonazze, Serena che deve giocare con gli uomini…si attende fiduciosi la prossima virtuosa uscita. Eccovi un suo fuorionda estrapolato col solerte "metodo Favia" negli studi di “Chi” ad Alfonso Signorini, vestito da domestica: “Maradona con quel sinistro doveva giocare solo calcio da spiaggia, cento volte meglio Cottafava. McEnroe? Mah, con la destra non so se avrebbe battuto Cancellotti. Martina Navratilova? Sì, come no? le hanno consentito di servire forte, fare serve&volley e toccare bene le volée. La volevo vedere senza. Perdeva secco da Bettina Fulco. Hééééé!!!”. Buon dio. Ci tiene ad esser considerata la prima delle donne. Sì, ratto. E fateglielo pure credere. La cosa più brutta del tennis attuale. Peggio anche di Bartoli, e molto. Chi se ne fotte se è italiana e non polacchia.
Caroline Wozniacki: Caduta libera. A picco, come la compagnia aerea che improvvidamente le hanno fatto sponsorizzare. Facce sgomente e sorrisi raggelanti dei passeggeri di quella compagnia, e preghiere collettive una volta a bordo. Menomata, come non bastasse il resto, vince due lupini con la modesta Rumena Begu. 
Angelique Kerber. L’ibrido uccellato. Potente, ma non abbastanza. Regolare, ma non troppo. Batte alla distanza gli strenui attacchi di Venus. Cede ancora una volta ad Errani che si limita ad alzare i suoi toppettoni agricoli. Vi sembra un paradosso? Ma per niente. Questa, quando deve fare tennis va in bambola, confusione totale, angoscia, vertigini, salivazione azzerata e a volte pianto. Riesce a fare bene solo nel gioco di “rottura” contro avversarie che giocano a tennis, e rischiano colpi. Terrificante Briegel, fragile come pulcino bagnato di un quintale. 
Ana Ivanovic. “Le acciughe fanno il pallone”. Passano le villeggianti, con l'occhio di vetro scuroMagra come una sardina sotto sale sfilettata e pronta per le orecchiette con le cime di rape. Tornata decente picchiatrice nel solito trionfo di esultanze giravoltate con gambetta alzata come nell’atto di spetazzare. Da perfetta e pudica reginetta. Quarto di finale. Di più, difficile pensare.
Lisicki/Goerges/Petkovic. La bottega delle antiche maniscalche del vecchio West è in sciopero. Tutte a casa al primo turno. 
Romina Oprandi. Incredibilmente svizzera. Si stenta crederla reale, dimagrita, senza bendaggi da mummia egizia alle ginocchia. Quasi un’atleta vera, la Romina di seconda generazione. Ridicolizza Petkovic e perde in volata dalla Bartoli, ma rimangono quelle quindici (almeno) palombelle alate che muoiono lì, vincenti, con la francese immobile e livida, o al massimo goffamente protesa in avanti. C’è speranza in un futuro migliore.

66 commenti:

  1. Ti sei fatto attendere oggi, eh Pic?:)
    Devi sapere che ormai e' diventato un rito per me, dopo il caffe' e prima di aprire i libri per la preparazione della tesi, leggere il tuo articolo. Che questo post non sia l'ultimo, ma l'ennesimo di una lunga serie!

    Pagelle succulenti, come al solito. Mi chiedo come mai stavolta non hai messo i voti: quei numeri pazzi come l'11 alla Schiavone e il 24 (mi pare) all'Errani erano folli ciliegine sulla torta :)

    Ciao, Mich

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    1. In verità stamattina avevo scritto su Murray e la finale, ma poi ho deciso di inglobarlo nelle pagelle, visto il numero 400. (a proposito di Alan Ford ricordo i ricchi premi e cotillons, quando cadevano i numeri 200, 300...).
      I numeri ogni tanto li metto (a casaccio), certe volte no. Diciamo che il bello è che sono pagelle senza numeri.
      Ciao, alla prossima.

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  2. Bel pezzo. Mi sarei accontentato anche solo della perifrasi iniziale(sulla signorina murray per intenderci) e "abbiamo laureato Raffaele"...
    Piaciuto anche l'inserto dello Xavier nostro.
    A proposito della motozappa a nafta, lo vogliamo commentare il balletto stile Club Med inizio '90....(meglio di no).
    Un solo grido qui si sente:"non ci lasciare Picasso!!!"
    I tuoi fedeli associati vogliono ancora trastullarsi col tuo verbo...
    Un saluto. Ste

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    1. Balletto. Mi hanno detto. Non ho voluto vedere nemmeno nei filmati. Lo trovo un ulteriore carico di ridicolo. Voglio dire, faceva pena Petkovic. Ma almeno aveva l'originalità dalla sua. Queste sono davvero tristissime. Ma forte-forte. A chi diverte una cosa simile?
      Quanto ai fedeli associati (a delinquere?), beh...come diceva quello "Nun semo più ragazzini..." (er Libbbanese). Diciamo che 400 possono bastare, è il numero giusto. Già chiuso il blog di "Libero", farò lo stesso con questo. Se penso che senza spettatori Vittorione Sgarbi con la sua trasmissione è durato due settimane, siamo lì. :)
      Ciao Ste, a presto.

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    1. C'è il link, pigiando su "certe cose brutte". Forse non si vede. Niente di che, quel delirio monologante CONTRO IL MONDO INTERO, durante il cambio campo. Fantastico.
      Comunque è questo, il link:

      http://www.tennisworlditalia.com/?section=vid&id=1081

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  4. Non ci lasciare...e non dico altro!
    Max

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    1. Max? E diccelo, no?
      Scherzo, comunque grazie e ciao.

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  5. Per favore, dimmi chi è il tuo spacciatore che ci vado di corsa...
    Comunque alla mattina in ufficio è sempre uno spasso leggerti.
    Sulla Bartoli mi sono ribaltato :-))
    Lunga vita a questo blog!
    Ciaooooo

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    1. Nessun pusher.
      Spesso scrivo di mattina presto dopo aver sgargarozzato il caffè. Quindi nemmeno sotto l'influsso di qualche birra.
      Il dramma è quello, forse.
      Ciao, grazie.

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  6. Nooo, proprio ora che stavo apprezzando il salace tuo verbo, chiudi il blog? Mi serve una settimana per leggermi gli arretrati, please. Riguardo al pezzo, momento "sganasciante": "una specie di nido di quaglie selvatiche scosso dal vento di libeccio antartico". Chapeaux, direbbe anche Xavier, dopo una ridda di bestemmie valloni.
    Noviziamente riverisco,
    DMon

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    1. Embè. Anche un poco colpa tua, che hai scoperto il VERBO in così clamoroso ritardo.
      Va beh che nella religione cattolica basta che lo scopri in extremis, e ti vale più di chi s'è fatto il mazzo tutta la vita sbattendo le rotule ferocemente innanzi al crocefisso, però...:)
      Dai rimane comunque on-line, quindi puoi tranquillamente leggere le minchiate d'arretrato (aggiornami se sei vivo/a che mica ti sei appalesato/a...:)
      Ciao, grazie.

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  7. Comunque io, tolto che poco sopporto la faccia imbronciata del caro Andy (per non parlare della monoespressione con cappellino incollato di Lendl), e ancor meno le inquadrature della mammina, tolto che poco sopporto questo tennis-maratona da suicidio in cui nessuno sembra voler chiudere un punto a meno che proprio non sia costretto, ritengo (dal basso della mia incompetenza) che lo scozzese abbia più tocco dell'Invasato ed anche più variazioni. Insomma a tratti (ma solo a tratti) non mi dispiace affatto (soprattutto rispetto ai due altri maratoneti.

    Comunque inizio a pensare che questo tuo odio per la cara Marion, nasconda un segreto amore erotico e feticista per la sua quadrumane essenza.

    Ciao Pic

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    1. Ovviamente sì. Murray anche secondo me ha una buonissima sensibilità di braccio. Chiaro che ogni tanto si perde/va, in situazioni suicide (anche perché in esclusiva difesa finiva per scoppiare contro i due maratoneti più solidi). Ora è cresciuto mentalmente, e come resistenza fisica mettendosi al pari degli altri. Poi Nadal non c'è, Federer ha perso prima, e il gioco è fatto. Il resto, non si sopporta. Ovvio.
      Che segretamente ed inconsciamente, io sia innamorato di Marion vezzoso buzzurro, è altrettanto vero. Ho studiato psicologia criminale all'università vaticana sui saggi scritti da qualche porporato deviato, ma dovrebbe proprio essere così. Mi attrae, in qualche modo. Come mi attrae la mostruosità, in genere.
      Ciao.

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  8. Caro Picasso,
    Errani in top ten e "seria" candidata alle vittorie di Slam, Murray vincente.
    Il 21 dicembre 2012 galoppa inesorabile verso di noi!
    Comincio a pensare che la storia dei Maya non sia una mera trovata commerciale.

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    1. Purtroppo si assiste a piccoli annunci dell'armageddon finale. Dei chiari segnali. Murray, prima o poi, anche per la legge dei grandi numeri doveva anche farcela. Se arrivi sempre in fondo, basta che una volta si trovi in condizioni psico-fisiche migliori degli altri, ed il gioco è fatto.
      Sull'altra...candidata seria, anche se era in semifinale, non l'ho mai considerata. Per una vittoria finale avrei considerato di più, fosse stata in semi, Maria Josè Martinez Sanchez, o un paio di over cento che sanno giocare a tennis. O fare un punto.

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  9. Caro e insostituibile Picasso (chiedo venia per la vile leccata di culo ma proprio non riesco più a fare a meno dei tuoi commenti sebbene ti conosca da poche settimane).
    Mi sto domandando quante persone sono davvero riuscite a seguire tutta la finale dell'altra notte e magari pure quella degli AO di gennaio.
    Io dopo il primo set ho mollato il colpo e ho iniziato a fare zapping ricollegandomi col match ogni 15/20 minuti per qualche minuto, e così via fino alla fine per sapere l'esito finale.
    Ti risparmio il solito pippone sui randellatori di oggi e sulla ormai certa estinzione di giocatori alla Edberg, Cash etc, ma davvero questo tennis è così entusiasmante come vogliono farci credere ?
    Io, salvo rare e note eccezioni, non reggo più di mezz'ora perchè non esiste più nessuna contrapposizione di stili e di gioco.
    Cazzo sono tutti uguali.
    Siamo al punto che il (pur bravo) cronista si entusiasma per la varietà del gioco di Murray il quale, udite udite, riesce a contenere Djokovic, nientepocodimeno che col rovescio in back !
    (e non con la solita roncolata aggiungo io).
    Ma almeno i primi 50 del mondo non dovrebbero saper giocare più o meno con tutte le rotazioni ?
    La miracolata del secolo poi mette la ciliegina sulla torta affermando che Federer è una fighetta !!
    Magari la prossima volta gli darà del culattone perchè sa variare il gioco, non vomita in campo e non scoreggia ai cambi di campo.
    Quando oso sottolineare con i miei amici che la direzione del tennis di oggi è quanto meno discutibile faccio sempre la figura del rincoglionito che non si arrende alla "evoluzione del gioco e dei materiali"....ma andate serenamente affanculo...rispondo io
    se continua così mi resterà solo ESPN classic....
    Magari sono fuori tema rispetto ai tuoi bellissimi ritratti e mi scuso per lo sfogo.
    Enrico

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    1. Ammetto, e l'ho scritto anche, che nemmeno io ho visto tutta la finale. Non dubito che a molti, tantissimi, piaccia un simile spettacolo. A me un po' annoia. A tratti zappavo su Miss Italia, e persino su Del Debbio, questo qui:

      http://www3.varesenews.it/immagini_articoli/200603/del_debbio.jpg

      (gli faccio pubblicità perché avrà ancora meno spettatori di quanti lettori ha questo blog).

      Diventa divertente solo alla fine, nel quinto set, vedere chi cede per primo, o se qualcuno spira sul campo. In generale ci si può fare poco. Chiaramente mi piaceva di più il tennis del passato, ma quello attuale è questo. La conseguenza delle omologazioni superfici-materiali, ha portato anche ad una ovvia e quasi totale omologazione di stili di gioco. Non c'è più l'esclusivamente erbivoro, o l'esclusivamente arrotino terricolo. Tutti possono giocare ovunque. Se hai una buona base tecnica, gambe d'acciaio, e notevole resistenza. Il risultato è che assisti a grandi ed estenuanti maratone, in cui a volte a prevalere è un dettaglio, o chi tiene meglio alla distanza. Come ha fatto Murray al quinto tentativo. Il tennis moderno è questo, poco da dire. Non vedrai mai più un top ten che faccia serve and volley. Contro questi mostri, verrebbe infilzato come un tordo appena finito il movimento di battuta. Più redditizio remare da dietro, e continuare quest'attività di logoramento asfissiante (anche per chi guarda). :)
      Per molti è un bene, per me no. Per molti è divertente, per me meno. Ma non posso certo dire di essere la bocca della verità. penso sia un processo irreversibile, come nella tecnologia. Guarda caso, tecnologia, in cui l'uomo conta relativamente.
      Ciao Enrico, grazie.

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  10. Si, gli adesivi omaggio " fustellati" intatti da 30 anni che io avevo scelleratamente attaccato sul frigo. Se ci penso mi viene male...
    Allora hai proprio deciso di abbandonare il blog? Spero che tu cambi idea, altrimenti ti saluto e ti ringrazio per le splendide pagine che hai scritto, augurandoti un lieto futuro. (cielo, come sono melodrammatico...)
    Riguardo alla Bartoli, concordo con l'utente qui sopra, dietro l'orrore c'e sempre, in fondo, un principio di attrazione. :)

    Ciao, Mich

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    1. Ce n'erano di "preziosissimi" tra gli adesivi. Ricordo un memorabile Superciuk col fiasco di barbera.
      Quanto al blog, sì...per ora almeno. Poi che ne so, magari l'anno prossimo Maria Josè vince a Parigi, e non mi tengo. Come scritto prima, quello che devi dire lo dici in due articoli, l'obiettivo è immediato. Poi continueranno a dire che (aggratis, un genio del male sarei) scimmiotti maldestramente Clerici (vaneggiante e strafatto di oppio scaduto) che schiappetta Serra, che forse è sodomizzato da un Galeazzi magro, che è fellato da Scanzi, che a sua volta ingroppato da una pecora merinos, che viene molestata da un invasato Sgarbi, a sua volta scopato selvaggiamente da paperino che imita topolino.
      Insomma, avendolo fatto per 400 volte è come se ammettessero che sono un genio. Pazzo, visto che non ci ho guadagnato un cents. Ma tant'è. Ma dopo un po' straccia quei cosi lì che non ha Gasquet. :)
      Ciao Mich, e grazie.

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  11. Sei un appuntamento irrinunciabile, fisso, immancabile di ogni Slam e anche del mio quotidiano errare tennistico sul web. Non puoi lasciarci così....Ma ti sposti definitivamente su qualche rivista online?? Perchè avevo letto i tuoi interventi da qualche parte. Almeno diccelo che non stiamo in pena!!!!

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    1. Daniele (Bernie),
      via, non esageriamo. E' una scelta saggia, come quella di Andy Roddick (tra l'altro oggi ha detto basta anche Ferrero, dopo "mano de piedra", Ljubicic, etc... Poi, nulla osta che tra un paio d'anni Andy torni a caricare la rete come un montone. Per ora, è così.
      No-no, nessun sito giornalaistico. Già provato l'ebrezza mortale, ed insensato per insensato, ho preferito tornare al blog. Almeno, come surrogato della masturbazione è più tipico. Condividere la pugnetta in un affare collettivo, con gente brillante quanto un'ameba morta, risultava ancor più avvilente. :)
      Ciao Daniele, e grazie.

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  12. Magnifico, caro Petzschner. Sarebbe interessante far leggere i tuoi commenti ai soggetti citati. Chissà, magari qualcuno/a scenderebbe giù dal pero. O no ? No, credo proprio di no.
    Comunque, mettiamo un "velo peloso" (diceva una mia amica) su questo US Open. I due gladiatori della finale dovrebbero, umanamente visto, essere k.o. Djokovic risolverà il problema mettendosi per due mesi nel suo uovo attaccato alla flebo. In quanto a Murray, non so se le vasche ghiacciate sono indicate per rimetterlo in sesto. Rischia il colpo apoplettico o l'infarto, povera murena.
    Claudio Mezzadri che presenta Miss Ticino 2012 ! Bella idea, che cambi mestiere, perché i suoi commenti durante i tornei fanno venire il latte alle ginocchia. Tutt'altra cosa sono Pascal Droz e Marc Rosset per la TV della Svizzera romanda.
    Concludo annunciando che a gentile molteplice richiesta Picasso Petzschner non chiuderà il Blog. Perché lui si autodefinisce genio, pazzo, ma nel profondo del suo cuore ama divertire gli altri umani. Che meritano quel poco di divertimento quotidiano ! Che gli importa di non guadagnare un cent ?
    Ciao Picasso, le tue pagelle sono semplicemente geniali. Nun ce lasciaa !
    Un cordiale saluto
    Anna Marie

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    1. Essere chiamato Petzschner un poco m'inibisce. Faccio le sue stesse facce intelligentissime.
      Se lo leggessero, lorsignori? Via, qui ci arrivano a stento i normali lettori, figuriamoci i nostri amabili eroi. Ed anche se fosse, cosa vuoi che potrebbero dire? Critico (non è il termine esatto, diciamo riporto le sensazioni che mi trasmettono), i vari Volandri o Petzschner? Poi vai a vadere il primo, e questi si fa tre giorni pagati a New York city (baby!), si diverte a tirare tre o quattro colpi in croce, perde e come gettone di presenza prende 23mila dollari. Più o meno quanto prendo io, esentasse col mio lavoro, in un anno. E vuoi che possano interessarsi, o rimanere turbati da quello che scrive e vede un anonimo blogger? Via avrà sempre ragione lui. Ed io però continuerò a pensare che gioca come 10 anni fa, senza aver fatto nessun miglioramento...:)
      Mai detto d'esser genio, folle, simpatico o una mela annurca. Anzi, il contrario. Ho premesso il SE DAVVERO CREDONO QUELLO, SAREI...
      Certo, il pane quotidiano. Ma fare sempre la stessa cosa, senza ottenere risultati, testimonia la demenza. O i riti religiosi. "pane quotidiano", appunto. :)
      Ciao, Anna Maria.

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  13. "Già chiuso il blog di Libero" hai scritto nei commenti...vuoi spiegare meglio? Scrivevi per libero?

    Mi unisco alle altre voci anche se ti seguo solo da qualche mese. Ma se così hai deciso, inutile insistere e grazie comunque delle sane risate che mi hai fatto fare. In bocca al lupo.

    Sara

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    1. "Libero", non il giornale/sito di belpietro. O Sallusti. Sai com'è, i fogli d'involontaria satira li confondo spesso. Anche se lavorare per Sallusti, oddio, mi fa venire in mente dei pensieri sconci ed assai intriganti. Lo vedo in guepierre e con la retina per la permanente in testa, che mi ammicca arcuando le labbra tumide...
      Intendevo però "Libero" il portale, dove avevo un blog di scempiaggini varie. Pensavo fosse LAMPANTE il link di rimando, che ho riportato in testa a questo.
      Te lo ripeto, allora. Anche se è MORTO anche quello. In questo processo di liberazione mentale, dalla masturbazione virtuale. :)

      http://blog.libero.it/PostOffice/

      Ciao Sara, e così sia, anfatte.

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  14. Ciao Picasso,

    anche io ti leggo sempre con piacere. Come forse ti ho già scritto, a me il gioco di Murray piace molto, gattonesco e svogliato, anzi proprio questa indole svogliata me lo fa preferire ai professionisti del collezionismo di vittorie. Devo dire che anche lo statuario Lendl aveva un certo fascino anti-televisivo. Se poi uno guarda alla simpatia, tolti Tsonga e Baghdatis è una tragedia, quindi preferisco concentrarmi solo sul tennis (Tsonga peraltro solo simpatico, dal momento che da tennista vintage qual è si è fatto eliminare al secondo turno come usavano fare i grandi campioni degli anni 90 quando si alzavano storti la mattina).

    Sottoscrivo il tuo post su Serena, anche perché sono rimasto esterrefatto dal dritto in corsa lungolinea che ha tirato nell'ultimo game se non ricordo male.

    Ciao a presto.

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    1. Ciao Arturo,
      Murray è in effetti la nota diversa, arruffata e un po' goffa, del quartetto di vertice. Se vogliamo la più surreale e stonata, e per quello può piacere. Oltre che per il suo bel talento (che nessuno ha mai negato, semmai sottolineato come spesso rimane soffocato ed inespresso). Quanto al carico di mostruosità (mamma, fidanzata e quell'inumano robot -quasi- più simpatico quando giocava), massì...alla fine è una cosa ridicola. Lui sembra davvero l'eterno discolaccio bamboccione.
      Commento su Serena, non saprei quale dei tanti, ma se l'ho scritto io sarò d'accordo senz'altro. :)
      Ho letto in molti dire che l'ha persa Vika. Invece penso che su 100 tenniste al posto di Serena, 101 avrebbero perso.
      Grazie mille, ciao.

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  15. Risposte
    1. Vedrò per l'Australia 2013, se l'operazione per rimuovere la mia orchite cerebrale sarà andata a buon fine...ciao Max.

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  16. ana ivanovic, gambetta alzata come nell’atto di spetazzare, rimarrá nella storia, complimenti e valga per le altre che ci vogliano provare...
    Saluti
    luca

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    1. Ciao Luca, grazie. (le altre che vogliono imitare Anina nostra?)

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  17. Caro Picasso,
    ci condanni dunque a seguire i commenti tecnici del tennis professionistico sulla Gazzetta, Eurosport o simili?
    Finale contrassegnata dal vento, a tratti colpivano scoordinati quasi come il sottoscritto (con esiti balistici differenti, ovviamente). Sono funamboli.
    A mio avviso il vento e le fatiche del giorno precedente hanno condizionato non poco il rendimento del serbo, avvezzo al gioco di precisione da fondo senza troppe variazioni: vero che ogni giornata è diversa pure per i top players, ma considerata la prestazione contro DelPo l'esito poteva essere assai diverso. E' indubbio che Djokovic non riesce ad esprimersi con l'intensità inumana del 2011, e si prende delle pause mentali in stile federeriano.. e poi, la novità: il fisico, dopo 5 ore di battaglia tra i mulinelli di quel catino spropositato, lo ha tradito. Ciò prova che non è un robot, perlomeno. In alcune fasi della partita ha provato (quasi costretto) a rimescolare le carte in tavola, variando il ritmo ed avventurardosi in terre non sue con risultati, nei limiti del personaggio, dignitosi. Ma forse era notte inoltrata e l'ho sognato.
    Da parte sua Murray, grazie a mani più sensibili e forte dell'essersi misurato con le impertinenze del dio Eolo in semifinale, ha ben giocato i momenti importanti dei primi due set e non si è sciolto di fronte alla rimonta del serbo. Concordo con te: sul finale aveva l'aria di chi si diverte di più a vincere alla playstation, dove sicuramente ha collezionato 46 slam.
    Saluti, con il sincero augurio che tu ci stia prendendo tutti per il culo.

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    1. Sei il Luca di cui sopra, o altro? Se la memoria da criceto affetto da piorrea non m'inganna, uno dei due dovrebbe vivere nel paese di Crazy Dani...:)
      Prendere per culo in che senso, scusa?
      Concordo su Djokovic. Ci ha sicuramente provato, a fare qualcosa di diverso. Perché con l'altro così irridente e preciso con un puntellatore malato, s'è reso conto che aveva poca vita. I risultati sono stati quelli. Continuo a ritenere che Djokovic sia più bravo a giocare in difesa, contro grandissimi picchiatori. Lì, sul ritmo si esalta a rintuzzare colpo su colpo e poi contrattacca in modo brutale, con l'avversario ormai allibito e stremato (se non ha sbagliato già di suo).
      Alla fine sì, bravo Murray che ha mostrato (per una volta) nessuna sudditanza caratteriale e fisica.
      Grazia Luca, ciao.

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    2. io, quello di cui sopra, della ana flatulovic, vivo si nel paese del Crazy Dani, dove emigrerà il mostro di caldaro quando andrá in pensione, presto, si spera;-)

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    3. Ok...via, "mostro di Caldaro" per il nostro eroe smunto è eccessivo... Morticello caldarenze, via...:)
      Ri-ciao.

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  18. Ah Picasso...

    Io sono uno di quelli che ti segue da diverso tempo a dir il vero, anche se mi sono manifestato con commenti solo -se non sbaglio- in quel 2010 in cui il Roger nazionale le prendeva un po' da tutti e io azzardai l'ipotesi che facesse apposta a uscir presto dai vari tornei di modo che, l'anno seguente, tornando a vincere di qua e di là, avrebbe potuto farsi una marea di punti e tornar numero uno... Ragionamento pazzoide mi ricordo, ma ricordo anche che mi sentii mega "orgoglioso" di esser stato pubblicato e risposto sul tuo blog, che é stato -da quando l'ho scoperto- fonte di grasse risate e momenti di grande riflessione e completezza letterario/tennistica, tant'é che stà bello-bello sulla mia "barra" dei preferiti in Chrome...

    Tutti 'sti caratteri buttati al vento della rete solo per dire che... se veramente deciderai di chiudere il blog, mi dispiacerà di brutto, eccome...
    Sotto-sotto spero che cambierai idea e continuerai a condividere con noi la tua geniale essenza... suvvia, sarebbe da egoisti tenertela tutta per te ;)

    Se non sarà così, grazie mille per i tuoi 400 post, ognuno dei quali é stato una piccola ma luminosissima perla dell'etere...

    A presto!

    PS scusa per la scia di saliva, ma é tutta roba sincera quella che ho scritto, anche se fors'un po' mielosa...

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    1. Grazie Siro,
      ma ora abbasta, che mi commuovo e poi il fratello di Cicchitto (tutto piccato, versione "annozero") che via mail mi parlò di "claque", si dispera. Per il luminare in questione io, oltre a scrivere un blog-diario gratuito, dovrei anche pagare qualcuno per parlarne bene. Ma va beh, si conoscono i danni che ha fatto Basaglia.
      Ti dirò che potrei anche ricordare il tuo commento. A dire il vero surreale, ma che alla fine si è verificato punto per punto. :) Ad ogni modo, grazie per le belle parole. Mi fa piacere aver fatto compagnia con i miei deliri, a qualche lettore.
      Quanto al resto, niente è per sempre. Non lo era il blog, e nemmeno la chiusura. Magari succede l'incredibile (Petzschner al Master di fine anno, in singolo), e mi riviene voglia. :)
      Ciao e grazie mille.

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    2. =) Ti dirò che ho sempre sperato di leggere un tuo pezzo-ricordo su Federer dopo un po' di tempo dal suo ritiro, nello stile di quello che avevi fatto per Sampras un po' di tempo fa... È vero che l'ispirazione non viene a comando, ma chissà, magari per il suo 40° compleanno...

      Non mi resta che aspettare 9 anni, e tifare per Petzschner e Kohli, che si scontrino in una bella finale di tennis vero in quel di Londra, Wimbledon o Masters poco importa e ti facciano ritornar la voglia... O magari basterà uno Tsonga vincente in Australia...? :)

      A presto, e grazie a te!

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    3. Ah, certo. Ma credo che lo svizzero sia lontano dalla pensione. A meno che l'anno prossimo non si annoi. Poi chi lo sa. Il pezzo su Sampras non lo ricordo bene, ma ad occhio e croce scrissi con più piacere quelli su Jimbo e Mac.
      Più probabile Petz o Kohli al Masters, che Tsonga vincente in Australia. Ormai. Se vogliamo dirla tutta, dopo che il francese schiantò in quel modo devastante Nadal a Melbourne (2008), dissi: Se questo non vince uno slam entro il 2012 inizierò a seguire le gare di lancio del Parmigiano Reggiano o le corse delle cavallette che si tengono a Mazzara del Vallo. Tutto torna. le profezie, i Maya, le scommesse. :)
      Ri-ciao Siro.

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  19. Vabbè, t'han detto già tutto.

    Però, suvvia, non dico i major, nemmeno i 1000 e i 500, ma qualche pensierino su Halle, S'Ertengebosch, Kitzbuel e altri tornei randagi come quelli ce lo puoi fare no?!

    Ciao, a presto.

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    1. Ed anche il sontuoso challengerone di Ortebello, nonché quello di Trani e Barletta, e forse anche di Recanati (che l'allegria circostante m'inebria). :)
      Scherzi a parte, prometto solennemente che se Petzschner, Malisse, Dancevic o Paire (qui già si rischia un po') dovessero vincere un torneo (Atp) ne narrerò le eroiche gesta. Dovrei essere al riparo. :)
      Ciao Klimt.

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  20. Mi domando se mai qualcuno ha fatto una disanima articolata ed circostanziata sulle varie umanità che popolano la tribuna parenti nelle partite di tennis. Vedo gente improponibile anche per una manifestazione leghista che discute sul diritto di voto ai meridionali. Facce da suburra, pazzi esaltati con la bava alla bocca, vecchie battone agghindate a festa....ma gente normale?
    Comunque caro petz, nun ce lascià! Continua a rendere meno amaro il navigare nei marosi delle nostre esistenze.
    Giovanni

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    1. Eh, Giovanni...ci sarebbe da scrivere un trattato di socio-psico-patologia criminale. Davvero è uno zoo. Il dramma è che questa orribile e disgustosa accozzaglia di gente sfuggita all'internamento (manicomiale o penitenziario, fa poca differenza) è maggiore nei giovani tennisti di vertice come Djokovic e Murray. Quindi farà proseliti, e non ce ne libereremo facilmente.
      Ciao Giovanni, grazie.

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  21. Il destino in un nick-name. Dove il genio sta nello sprecare talento. Fine fisiologica, e un po' scontata...

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    1. Hai colto l’estrema inutilità del tutto ed anche il prevedibile destino (cinico e baro), ma che bravo/a.
      Il tuo brillante concetto, non è però originale. L’ho scritto io stesso, non so quante volte. Ovviamente in modo migliore, e non così dozzinalmente banale. Per quale motivo infatti, o mia amabile merdina di cozza patella agonizzante, avrei scelto questo nick?
      Il destino nello pseudonimo, certo, ad indicare l’essenza assolutamente fumosa, magari divertente e fantasiosa, ma fine a se stessa, di questo diario. Come una bella smorztella del Petz, con tanto di successivo pallonetto irridente. Nel quadro di una sconfitta per 6-1 6-2 contro un pedalatore storpio di Pamplona.
      Non ci vuole un luminare per capirlo, e nemmeno un mancato premio Nobel. Basta un tacchino cui hanno circonciso il cervello o un intuitivo commentatore.
      "il merdoso destino nell’assenza di nick. Un inquietante abuso di non talento.”, ma non sono in vena di sollazzanti virtuosismi insultanti. Ai funerali si portano solo fiori, e si omaggia la salma. Scostumato/a! Il prete nella sua omelia coglie gli aspetti migliori, anche del più efferato omicida o mascalzone buono a nulla. E se la salma inizia ad inveire col primo stronzonaccio minorato che non gradisce alle proprie esequie, non è bello. :)
      Cordiali saluti anonimo (ogni parola una sentenza spetazzante)

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  22. è la prima volta che leggo,è tutto molto godibile,ma per favore,Malisse no,io non lo citerei nemmeno se da questo dipendessero le sorti dell'universo,una testa così disabitata(tranne che dai capelli portati a guisa di chignon)non meriterebbe cittadinanza nemmeno nelle storie di Zio paperone,in un blog così radical-chic-elitario-sardonico un fesso di quella portata cosmica è fuori posto quanto un pesce posato su un nido d'aquila

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    1. E che, tutti quando chiudo, dovete iniziare a leggere? Interessante il fenomeno sociologico de "la morte ti fa bella".
      Cosa ti ha fatto di male Xavier? Tennista adorabile, tecnicamente magnifico, caratterialmente anarchico, con quell'innata misantropia autolesionista che me lo fa adorare da anni.
      Beh coi "fessi" conclamati, qui ci si sollazza in modo quasi scellerato. Non a caso, il tennista che porta il mio nickname (Petzschner) l'ho ribattezzato "Fesso" per l'appunto. Per tacere di Gasquet, Gulbis, Paire...
      Poi è chiaro che non si può mica essere d'accordo su tutto ciò che io dica o pensi non pensandolo. Anzi, già è molto pensarla allo stesso modo in qualcosa. Il tutto sarebbe noioso.
      Ciao.

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  23. Auspicavo che la chiusura fosse un bluff, in questo senso il "prenderci per il culo" :-)
    Saluti
    Luca (l'altro).

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    1. Chi vivrà vedrà. E' tutto (o quasi un grande bluff). Se è tornato Silvio nostro, nel 2014 potrei tornare anch'io, appena mi ricresce una boccoluta criniera alla Robert Plant. :)
      Ciao Luca.

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  24. La verità è che sei "lettissimo" ma tanti si palesano solo in questo frangente un pò triste, per dichiararti la loro passione e invitarti a non mollare.......

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  25. Massì, massì. In realtà speravo di superare Grillo, e di poter fare una specie di parlamento virtuale e multimediale. In cui si potessero votare leggi e mozioni. :)
    Ciao Daniele.

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  26. Ciao Picasso. Sembri proprio irremovibile sulla tua decisione di chiudere il Blog. Quanto mi dispiace, te l'ho già scritto e te lo ripeto pure. Così ho pensato, tanto per lasciarti un buon ricordo dalla Svizzera, di augurarti un piacevole fine settimana (weekend, è più chic) con l'auspicio (e dai, lascia che rompo un'ultima volta) che i mesi fino all'Australian Open porteranno consiglio.

    Ti saluto cordialmente
    Anna Marie

    P.S. Mannaggia, perché mi devi togliere questo divertimento ?

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  27. Occhio che al Challenger di Mons di fine settembre vedo un Malisse super favoritissimo...azz non è un ATP...
    La chiusura di siffatto asilo manicomiale vedrà aumentare in maniera esponenziale il numero di suicidi(prima solo aspiranti), che in questo luogo catartico trovavano rifugio e si pascevano del loro stesso Verbo...
    Ste

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  28. Nooooooooo, non ci lasciare. E dove altro mi faccio due risate sul mondo tennistico? Vuoi proprio costringermi a leggere UbiNadal?

    Comunque ti ringrazio lo stesso perché in questi due anni che ti ho seguito mi hai sempre fatto sorridere con garbo e ironia sulle avventure/sventure del mondo del tennis. Grazie, sperando che sia solo un "arrivederci" e non un addio definitivo :)

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  29. Io già sto male per l'invisibile Dancevic (ma cosa gli sarà successo nuovamente???) e ora ci annunci questo tuo ritiro sessennale? Beh, Quinzi permettendo, perché semifinalista in quel di Manzanillo, MexicoF10. Lo Slam è già dietro l'angolo.

    P.s.: in questo fine settimana di Davis mi sono innamorato del tennis dell'israeliano Weintraub. Quel rovescio. Ovviamente rientra nel novero dei talentuosi con capoccia zero.

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  30. Un vate ispiratore del tuo calibro mancherà grazie per le abbondanti dosi di sapiente ironia, con cui mi hai guidato nel per me misterioso mondo del tennis

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  31. Ciao, io oramai ti leggo da un bel pò ed avevo il feed sul blog, già mi "scocciavo" quando per dei periodi scrivevi poco, poi mi rendevo conto che non pagandoti nessuno per scrivere dovevi fare altro per comprati le birre la sera e non potevi accontentarmi puntualmente come un giornale online. Mi avrai sulla coscienza perchè dovrò andare a leggere di tennis in postriboli terribili, ma poi proprio ora che avevi questo po-po di utenza?
    Mi mancherai e spero cambierai valutando le ragioni che ti hanno fatto fare questa scelta come totalmente inutili e riprenderai a scrivere
    ciao
    Jess

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  32. Suvvia Pic, suvvia.. non dirmi che ti perderai Errani-Bartoli di stanotte e non gli dedicherai almeno un rigo? Eventi così raccapriccianti capitano raramente (per fortuna)

    Ciao!
    Klimt

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  33. Fino ad inizio agosto la fiera dell'orrido Errani-Bartoli si era svolta solo una volta, nel lontano 2007. In soli due mesi ci sono state ben due repliche. La profezia dei Maya si avvicina e queste sono le prime conseguenze.

    P.s.: può essere interpretata come conseguenza della profezia dei Maya la vittoria di Dancevic sul febbricitante Bolelli in quel di Orleans? E Quinzi che disintegra un ragazzino egiziano in Coppa Davis Junior?
    Voglio le risposte o sommo sacerdote Picassooooo Pet!!!

    RispondiElimina
  34. io sono convinto che Picasso non abbia resistito all'autoflagellazione notturna.....comunque la motozappa diesel ha prevalso sulla psicopatica trasudante strutto al terzo set....immagino gli OEHHH OEHHH....
    Enrico

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  35. Nooooooo
    Un motivo in meno per seguire il tennis

    peopleschamp

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  36. Ma Romina ai quarti dopo avere spernacchiato la Ivanovic?

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  37. Un saluto a : Ste, Anna Marie, JJ-88, lalcechecorre, Roberto Meloni, Jess, Enrico, Peopleschamp (?)...cui non avevo risposto.

    Eh già Klimt, notizia fantastica da Pechino. Sette games a Urzula Radwanska, sette a Camila Giorgi (la fantasticissima starlette del futuro), e sette ad Ivanovic.
    Una bella risposta, e conferma del fatto che se sta bene può far vedere i sorci verdognoli a molte reginette sparacchianti. In generale il suo gioco vario ed imprevedibile (il suo, sì) è fatto per mandare in tilt le picchiatrici submentali (come le ultime due). Paradossalmente più complicato sarà con Carlina Suarez Navarro.
    Anzi (perdo colpi...) se la vedrà con la repellente ululatrice Vikonia o Vesnina (alias faccia da culetto butterato).

    Vedremo. Ciao Klimt, alla prossima.
    Avrete presto mie notizie. Spero non dalla questura.

    RispondiElimina
  38. Caro Picasso Petzschner, che piacere avere tue notizie. Apprezzo molto il salutino che mi hai indirizzato. Vorrà dire che sei curioso quanto me, nel senso che anch'io di tanto in tanto dò un'occhiatina al sito... giusto per verificare se resisti senza di noi.
    Intanto, e questo ti farà piacere, poco fà a Shanghai è finita la partita tra Thomas Haas e Nicolas Almagro. Per somma gioia ha vinto "il vecchio" Thommy. 4:6 7:6 6:2. Alciccio, pardon Almagro, nell'ultimo set è andato in tilt.
    Degna di essere menzionata è anche la finale di Tokyo dove ieri quel mingherlino genio di Kei Nishikori, con calma e sangue freddo ed alcuni scambi davvero geniali, è riuscito a prendersi il titolo. Nell'ultimo set ha inflitto addirittura una "roue de biciclette", 6:0, a Raonic!
    Due belle partite, in somma. E niente ululati !
    A proposito Picasso, se le tue prossime notizie dovessero venire dalla questura......... consolati, tra poco inizia la stagione delle arance, di quelle buone ! (Scusa, hai "guardato storto" qualcuno della questura ?)
    Un caro saluto
    Anna Marie

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.