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lunedì 10 settembre 2012

US OPEN 2012 - SERENA WILLIAMS, LO SPUNTO DA CAMPIONESSA





Day 14 – Dal vostro inviato sulle rive del fiume Hudson. Nella baracca di Superciuk e Beppa Giosef 


Un tizio, ora rinchiuso in un manicomio navale, sosteneva di come fosse facilissimo capire l’esito di un incontro di boxe. Un gioco da ragazzi, se scoprivi il trucco. Bastava solo vedere i due combattenti entrare in campo. Il loro sguardo, le movenze, come i due gaggi si comportavano assecondando la musica d’ingresso fendendo la folla, ma soprattutto gli occhi. Li guardava negli occhi, ordinava la tredicesima birra e decideva quello che sarebbe successo. Ogni tanto ci prendeva, altre volte meno. Ed in questa seconda ipotesi scrollava le spalle, dava una sorsata alla Peroni e chiosava con fatalismo: “Beh, ma ve lo devo anche spiegare, che ci sono gli incontri truccati? Se la sarà veduta il figlio di puttana, no? Sono tutti degli stramaledetti, venduti, figli di puttana.”. Mi è venuto in mente quello strambo tizio, ieri, vedendo entrare in campo Victoria Azarenka, avversaria di Serena Williams nella finale di Flushing Meadows 2012. Femminile, per buona pace di qualcuno che ancora non si rassegna alle proprie povertà. La bielorussa entra col passo molleggiato e l’ormai consolidata espressione “trucicomica” stampata sul volto, trasmettendomi proprio la palpabile voglia di fare un grande match. Vagamente suicida ma temerariamente chiuso senza rimpianti, magari perso, però lasciando tutto sul cemento verde/blu. Lei numero uno, contro un’avversaria che numero uno lo è in pectore. E che pectore, direbbe Lino Banfi (ad uso e consumo di quel tale che non si capacitava delle mie citazioni altolocate, facendone un cruccio personale). 
L’incontro non tradisce certo le attese e le bieche convinzioni dei pazzi. La “piccola” di casa Williams è assolutamente devastante, dominante. Gioca un primo set quasi perfetto ma, viva iddio, Azarenka dimostra come si possa giocare contro di lei, senza essere un montone maschio in calore, ma una semplice femmina, vagamente invasata, convinta dei propri mezzi e che, soprattutto, quei mezzi ce li ha. Le piccole pelotare basche, per cui è un crimine avere i colpi, stentano a farsene una ragione. Combatte, Vika, ulula come una sirena d’ambulanza in emergenza, ma rintuzza colpo su colpo. Contraddizione vivente ed esercitazione di ossimori avariati, atletica e col girovita da massaia, spaventevole e comica essenza che si riassume tutta in: "esorciccio". Poco importa il 6-2 con cui il colosso americano, giganteggiando, chiude il primo parziale. La bielorussa, violacea in volto, ci crede. Resta attaccata, e sfrutta il primo abbrivio, ad inizio secondo set. Sarà per la pazzia di volerselo immaginare ora gara ciclistica, ora violento e sottilissimo match di box, ma l’incontro diventa improvvisamente interessante, quasi elettrizzante. Una battaglia senza esclusione di colpi: Serena prima dominante, picchiatrice folle che nelle prime riprese mena forte. Dritto per dritto, alla figura. Una furia scatenata e precisa, Mike Tyson che quella pratica la vuole chiudere alla svelta, prima ancora del primo gong. Ma Vika è sempre lì, va al tappeto su un montante che la sorprende alla punta del mento, e la stordisce. Rialzatasi, continua con le sue danze storpie ed urlate attorto al totem Serena. Quasi realmente posseduta da un Demonio ispirato. 
Ferma ora, l’americana, i cui colpi cominciano ad andare a vuoto. Sfarfalla un po’ il gigante d’ebano, coi capelli da svitata e quella meravigliosa essenza di killeraggio seriale nell’occhio tagliente. Il pubblico, pazzo ed eccitato, non crede ai propri occhi. Sostiene la bionda valchiria. Dimenticate Rocky,  Ivan Drago, l’orgoglio americano da due nichelini e le cazzate varie. Questi, a New York City, sostengono una bielorussa contro l’americana. Nera, però. “Anche se ne hanno eletto uno alla casa bianca, un nero non può ancora salire su un taxi a New York”, diceva Boris Yellnikoff. E nemmeno vincere serenamente gli Us Open, ci starebbe bene. Invece vogliono solo vedere più match, che lo spettacolo non finisca subito, mettiamola così. Al limite vedere il gigante al tappeto, come nel wrestling. Il biondo uragano dell’est porta a casa il secondo set, pareggiando il conto. Inizia una terza e decisiva partita, con ancora differenti implicazioni psicologiche. Vincerà chi avrà più sangue freddo, dice Jimbo, che sottolinea ancora l’eccitazione del pubblico e di quella gente “crazy” sugli spalti. E quanto vorrebbe starci lui, gladiatore nell’arena, a drogarsi ancora di quell’adrenalina come i bei tempi. Serena ha dalla sua l’esperienza dei 31 anni, e la debolezza di gamboni stanchi e braccia meno brillanti, dopo aver menato le danze. La picchiatrice che non è riuscita a mettere k.o. l’avversaria, avviata a pagar dazio. Vika è meno esperta, ma appare più fresca. Il match continua a farlo l’altra, tra vincenti e gratuiti, spesso ormai da ferma, montanti alla figura e colpi svalvolati. Lei schiva e rintuzza, balla attorno e continua a lavorare ai fianchi il gigante in modo sorprendente. Ed è quasi scontato che, contro l’annebbiata Serena ormai appoggiata alle corde, voli in vantaggio di un break anche nel terzo. Forse lo scatto decisivo. 
Incontro tirato, intenso e brutale. Non sarà tennis in senso stretto, ma stavolta poco importa. Azarenka avanza tutta molleggiata, come un refolo del tornado appena passato sulla grande mela ed arriva a due punti dalla vittoria sul 5-3 e servizio Serena. Qui l’americana esce dalla buca tirando due rabbiosi sassi, come ad inizio match. Due colpi alla figura che intimidiscono l’avversaria. 5-4 e sguardo, come a dirle: “Adesso vincilo tu, sul tuo servizio. Se ne sei capace. Se sei numero uno”. Io penso di no, sempre ispirato da quel pazzo di cui all’inizio che studiava gli occhi. Ma il coraggio di puntare dei soldi a 3,50 sul Tyson stanco, pur con l'intatto orgoglio del campione, non ce l’ho mica. Eccolo il momento decisivo. Il guizzo dell’enorme campionessa americana, ed il braccio di Victoria che trema un po’ come avveniva qualche anno fa, quand’era avvezza a gettare tutto alle ortiche con inquietanti crisi di nervi stile Linda Blair un po' più posseduta. Basta poco. Due o tre punti decisivi, un atto di coraggio da campionessa, o un dritto tremolante che finisce in rete. Attimi che fanno girare l'inerzia di tutto. Una combinazione fatale, già vista. 5-5, col pubblico tornato orgogliosamente americano del Mississippi, letteralmente impazzito, delirante. Dedica un'ovazione a quella che è tornata sua beniamina. Serena ora la chiude, da straordinaria fuoriclasse, capace di riacciuffare per i capelli un incontro quasi perso. Finale tiratissima, intensa e ricca di contenuti psicologici. Straordinaria prova d’orgoglio di Serena Williams, che già dalla sua figura imponente richiama idee di enormità e, malgrado il crollo finale, brava anche l’ululante Azarenka, che ha reso avvincente una finale da più parti ritenuta scontata. Poi è storia nota. Solite moine della panterona divenuta, al solito, docile cucciolona starlette, e la fierezza nelle parole della sconfitta Vika.

19 commenti:

  1. indimenticabile la minaccia alcolica, ma avevo rimosso la vecchia sdentata Giosef...ha ha .... grazie per avermeli ricordati !
    Devo dire che la bionda ululante stavolta mi ha sorpreso per lucidità tattica e soprattutto perché non mi pare abbia manifestato nessun complesso psicologico verso Serena.
    Prima di questo match Serena e poi le altre, mentre ora Serena, poi la Azarenka e poi le altre.
    In alcune fasi non si capiva se Serena stesse per crollare fisicamente oppure fosse troppo concentrata sul diritto che non ne voleva sapere di funzionare.
    Comunque per la prima volta ho provato una timida simpatia per la bionda ululante e se il prossimo anno la smetterà con i suoi grugniti belluini (Per l'introduzione delle nuove regole contro le urlatrici) magari non le tiferò piu contro.
    Enrico

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    1. Già, la gangsteressa Beppa Giosef, col suo sigaro puzzolente. Mesi fa, nell’edicola di una stazione ho visto “Alan Ford”. Non lo sapevo, ma escono ancora episodi moderni. Comprato, sono rimasto deluso. Temo si sia adattato alla banalità dei tempi. Forse mando una mail a Bunker, proponendomi per scrivere qualche episodio. :) “In Transilvania c’è un castello che”, ha formato la mia adolescenza almeno quanto “Viaggio al termine della notte” di Céline.
      Sì, Azarenka ha disputato un incontro di lusso. Poteva anche vincerla. Però se l’è giocata nell’unico modo che poteva. Serena sembrava proprio stanca e sulle gambe, l'altra l'ha stancata con una resistenza di scambi cui non era preparata. Poi l'ha spuntata d'esperienza e di classe.
      Quanto alla legislazione “anti grunt”, letto qualcosa. Ma sono scettico, in queste cose. Probabilmente cazzieranno qualche over 50 sciancata. Azarenka e Masha, col carico di sponsor dalla loro e dall’alto della classifica (1 e 3), possono anche decidere ruttare in campo. Oddio, esempio sciocco, lo fanno già.:)
      Vedremo comunque, sono curioso.
      Ciao Enrico, a presto.

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  2. E' stupenda la Serena, "il gigante d'ebano", quando decide di vincere ! Tutte le sue emozioni le trovi in quei occhi neri. Mi ha sempre affascinata, questa donna, da me detta Coconut Woman (quella della divertente canzone di Belafonte - "Coco got alot of iron, make you strong like a lion").
    Caro Petzschner, complimenti hai dipinto un bellissimo quadro del match.
    Ieri, Day 13, ho scritto "cliente" perché non osavo lanciarmi in "ammiratrice". E poi lo sai che i giullari di corte erano dei fortunati perché potevano dire anche delle verità scomode senza rischiare la testa.
    Ciao Picasso, ti auguro una bella giornata.
    Anna Marie

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    1. Sì, imponente in tutti i sensi. La cui figura monumentale, rimanda ad altre grandezze. Mai amata troppo, o comunque meno della sorella. Ma certo che negare come sia una campionessa autentica, oggi l’unica rimasta, è sinonimo di pura cecità o pochezza assoluta.
      Grazie, sei sempre gentile. Ed anche sul giullare di corte, ci scherzo. Ho anche messo la foto di Woody Allen indimenticabile giullare.
      Ciao, buona giornata a te.

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  3. Checchè ne diranno all'istituto luce e al movimento pelota basca italiana quella di ieri è stata una signora finale femminile (e sottolineo femminile) come non ne vedevo da tempo.
    Semplicemente devastante Serena, ma questo lo sapevamo già, non per altro è sulla cresta dell'onda da un decennio.
    Quella che mi ha stupito è stata la bielorussa posseduta che ha giocato un grandissimo match e ha dimostrato che non sempre il computer sbaglia ed elargisce i numeri 1 a caso: ieri Azarenka ha dimostrato di essere numero 1 al mondo non a caso giocando un match di altissimo livello perdendolo sul filo di lana con una avversaria fortissima che quel numero 1 ce lo ha cucito in petto virtualmente e più che meritatamente da un decennio.
    Come hai sempre detto tu con quel suo ululare può (vabbè senza può) risultare ben fastidiosa, ma i colpi (notevolissimo il rovescio) e gli schemi li ha sempre avuti, ma mi ha stupito moltissimo in questa versione "2.0" con dei miglioramenti di cui non la ritenevo affatto capace. Ora ha molte più alternative ed esprime un tennis parecchio più vario e soprattutto riesce ad essere molto più "centrata" nei match per tutta la loro durata...che dire chapeau.

    Alla fine poi dopo aver perso una partita tiratissima per un paio di punti, quando si dovrebbe essere appunto psicologicamente distrutti, quella se ne esce con " Ho perso con una campionessa assoluta, non sono certo io a doverlo dire, è stato comunque un onore essere qui di fronte a lei"...beh chapeau doppio...Sarita, ci voleva tanto?
    Non avrei mai creduto di provare simpatie per La nostra Linda Blair...ma tant'è...
    Saluti Pic ;)

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    1. Eh, Istituto Luce, dici? dato uno sguardo testé ad un paio di siti in stile cinemascope littorio. Uno ufficiale, e l’altro ufficioso (ma ancor più imbarazzante). Trionfali lodi sperticate per il doppio azzurro e per il turno di qualificazione (perso, ovviamente) del numero 500 e rotti italiano in un prestigiosissimo Future in Turkmenistan. Sterile trafiletto, ed articolo secondario per questa magnifica finale. E se lo dico io, che un match femminile è stato avvincente... Poi ci si sorprende di certi risultati. Di come nel mondo ci considerino miserabili PROVINCIALI degni bungabunga. Anche sportivo. Davvero io non riesco a capire fin dove si possa spingere il morbo, ma va bene.
      Concordo in tutto, su Azarenka. Ieri ha disputato un gran match, senza alcun timore reverenziale. S’è risolto tutto su due punti, ha prevalso l’esperienza della campionessa più navigata. Ma i progressi della bielorussa sono evidenti. Di tenuta mentale (anche se alla fine ha ceduto, ma vorrei vedere…) in primis. Poi sì, ha retto alla grande, senza strafare, colpo su colpo. Continuo a ritenere insopportabili i concerti ululanti, quello è chiaro.
      Quanto alle dichiarazioni, da rapportare a quelli della cosetta. Beh, l'italiana ha molto da imparare, per essere una tennista di vertice. Soprattutto quando hai un tennis così povero che non ti puoi permettere simili arroganze.
      Ciao Luca, a presto.

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  4. Visto solo l'ultimo set. E' vero che Serena ha messo quei due gran dritti in recupero che hanno un po' ammazzato la Azarenka, però è altrettanto vero che la bionda a fatto 3\4 errori gratuiti abbastanza banali senza i quali dubito la Williams sarebbe rientrata dai due break. E' pur vero che le sue avversarie, per la paura di trovarsi mazzolate appena tirano una palla un po' moscia e in sicurezza, sono costrette a forzare più o meno su ogni singolo colpo.. Bello spettacolo però, se la bionda mette su un rovesco almeno buono quanto metà del suo dritto.. P.S.: ma da 1 a 10, quanto sono insopportabili i teatrini di Serena con strilletti da 15 enne esagitata?

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    1. Il match si è deciso su pochi punti, lo ripeto anche qui. Per merito di Serena, come fa solo chi ha la mentalità vincente. Non solo i due terrificanti colpi con cui s’è salvata sul 3-5. Ma anche quando Vika ha servito per il match. Giocando forte, e profondo, contro un’avversaria (ovviamente) impaurita. Perché coraggio o meno, quando servi per il match, il braccio trema sempre. Non ha voluto strafare, come avrebbe fatto altra tennista inesperta o dal tennis demente (vedi Masha), sparacchiando via i colpi alla cieca. Ha anche costretto l'avversaria tesissima, a giocare e sbagliare. Così, almeno la vedo io. Poi chiaro, se al servizio Vika avesse messo due ace, un servizio vincente ed una prima chiusa con un rovescio vincente, avrebbe portato a casa il torneo. E mio nonno avrebbe le ruote. :)
      Teatrini? Francamente non mi infastidisce affatto, anzi. Quindi, zero. Ho trovato inopportiuni solo alcuni “c’mon” contro quella italiana, lì. Fuori luogo, perché una pantera che sta pestando un topolino ed esulta in modo così plateale, sembra ridicola. Ma doveva anche far capire che era una semifinale. Se poi la paragoniamo alla spocchia isterica, i gridolini, gli sguardi all'angolo, i pugnetti (per non parlare delle urla disumane con cui accompagnano i colpi), i patetici vamos conditi da "ohééé" circensi, e molto altro ancora (non cito nemmeno Marion), beh…Serena sarebbe da proporre per la beatificazione immediata. Anzi, scrivo or-ora Ratzi nostro.
      Ciao, a presto.

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  5. Ah, che bell'articolo.
    Stamattina mi si è rintuzzato il caffè prelavoro quando ho cercato invano questo articolo e per puro masochismo (come quando uno si vede Ferrer-Djokovic) mi sono andato a leggere l'articolo della Gazzetta.
    Tessute le tue lodi, possiamo ben dire che ieri è stata una gran finale. Vika non ha il tennis di Serena ma ha giocato da nr.1; ne sono stato favorevolmente colpito; un paio di colpi poi, stupendi (soprattutto un passante con un angolo pazzesco applaudito anche dalla Serena lanciata a rete).
    Ci si riconcilia un pò con questi US Open. Poi che dire: per quel che mi riguarda Serena è uno splendore di gioco offensivo, mai indietro sempre dentro, sempre con colpi al limite tirati con una facilità disarmante. Senza la prima di servizio ha sofferto, avrebbe anche potuto perdere, ma come gioca Serena. Chapeau.

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    1. Perché cosa c’era scritto sulla rosea? Durante Wimbledon o le olimpiadi, se non sbaglio c’erano begli editoriali di Bertolucci (sempre ficcante) o del saggio Rino Tommasi. Di solito la sfoglio al bar, ma mi limito ai titoli e raramente approfondisco il ponderoso scritto.
      Ovviamente d’accordo su Serena, se in forma decente è una macchina da tennis terrificante, del cui talento spesso ci si dimentica. Obnubilati dal fascio possente di muscoli. Ed anche sulla sorprendente Azarenka, che ha retto alla grande, e per poco non riusciva anche a portare a casa il titolo.
      Alla fine era delusa, come ovvio che fosse, ma pure lei ha capito d’aver giocato alla grande e lo so nota dall'eleganza con cui ha commentato la sconfitta. Come scritto sopra nell'altro commento, chapeau a lei.
      Ciao, grazie e a presto.

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  6. Felicissimo per Serenona. Vera classe, anche nei saltelli!
    Azarenka brava a sfruttare il fatto che Serena per un set e mezzo ha giocato da ferma e senza dritto. Si, coraggiosa e ardita, ma dalla numero uno al mondo ci dovremmo aspettare questo ed altro. Quando Serena e' tornata a ruggire, nel terzo set, Vika e' ritornata l'ottima ma non eccellente giocatrice di vertice che quasi si dovrebbe sentire onorata ad aver reso le cose difficili alla panterona. Non ha mai dato l'impressione di poter vincere, nemmeno sul 5 a 3, personalmente parlando. Certo, il rischio c'e stato, ma sarebbe stata troppo strana, troppo anormale una vittoria della bielorussa. Troppo triste, anche.

    Per Alan Ford: io sono un accanito sostenitore, Magnus e Bunker sono i miei due mentori. Ho avuto i primi approcci alla storia con la lettura delle vite dei personaggi antichi raccontate dal numero uno! I numeri attuali sono nulla rispetto al passato, ma a me divertono! Ah, Beppa!:) Superciuk, Conte, Cariatide Bob e Geremia... Dovrebbero farci un film, se fatto bene riuscirebbe a far conoscere al grande pubblico questo capolavoro che ha accompagnato la mia infanzia! :-)

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  7. Dimenticato di firmarmi!
    Ciao, Mich

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    1. Perché triste una vittoria delle bielorussa? Lo dico io, che non sono mai stato un suo estimatore, ma ieri ha davvero giocato un match fantastico, coraggioso e senza alcun timore. Chiaro che Serena è calata. ma è calata fisicamente, perché Azarenka l'ha lavorata ai fianchi, con difese inaspettate. Niente di anormale se avesse vinto. L'anormale (positivamente) è stata la reazione da fuoriclasse dell'americana.
      Su Alan Ford, da piccolo me li ritrovavo in casae quindi li leggevo. Poi mi appassionarono. In uno sgarrupato negozietto trovai moltissimi numeri originali degli anni '70, per due lire. saranno ancora nella soffita dei miei. Fantastico il binomio Magnus&Bunker, non male nemmeno Piffarerio. Gli altri non si potevano vedere, e pure le storie erano banali, senza più quelle battute in serie...ma va beh, ogni cosa ha il suo tempo. Numeri attuali non so, ma non ci capii niente in quello letto per caso e pura curiosità in stazione. Spariti tutti i personaggi...c'era il timido ed impacciato cherubino Alan nelle vesti di latin lover, boh...
      Ciao, a presto.
      (p.s. ma Geremia Lettiga, con l'artrosi duodenale, è poi morto?) :)

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  8. Guarda, la cosa che salverei per prima da un incendio sono i primi 50 numeri di Alan presi da mio papa' ai tempi, con compresi adesivi dei personaggi (alcuni dei quali avevo staccato e incollato sul frigorifero da piccolo... Non me lo sono mai perdonato!!). Pifferario ha un disegno spassoso, anche se e' ovvio che Magnus era un grande, splendido anche ne la Compagnia della Forca, non so se te lo ricordi :) Perucca, invece, senza infamia ne' lode... Io prendevo i numeri continuativamente fino a quattro-cinque anni fa, dove c'erano le storie di Alan e Minuette, la sua futura moglie, e il Geremia e tutto il TNT era dato per morto.. Poi due anni fa Bunker ha fatto ritornare tutti i personaggi, ma poi non so bene come e' proseguita, perché mi sono dedicato ad altre letture (da una parte i fumetti d'autore, dall'altra a Rat-Man e fumetti comici..). Comunque credo che il buon Geremia se ne stia ancora con la Cariatide a ronfare nel retrobottega mentre Alan e Rock vengono presi a pallate di neve dai bambini.. Per me resteranno sempre così :-)

    Per Azarenka: sono d'accordo, alla fine. Buon match. Pero', sara' l'ammirazione smisurata che ho per Serena, io sono quasi arrivato ciecamente a pensare che quando vince e' merito suo, e quando perde - o rischia di perdere - e' solo per sua negligenza/disattenzione. Ovviamente, non e' così. Ma se Williams tenesse una solidità fisica e mentale come questa per tutto il 2013, sara' un dominio assoluto tipo Robo-Nole 2011. Probabilmente qualche incidente di percorso lo affronterà ancora, ed e' questo alla fine il bello del tennis.

    Ciao, Mich :)

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    1. Non credo di dovermi sorprendere, comunque, se due persone che leggono il mio blog, avevano la mia stessa passione per Alan Ford.
      Non conosco altro dell'autore, disegnatori. Era l'unico fumetto che girava per casa, e l'unico che ho continuato a leggere. Un mix davvero divertente, tra personaggi surreali e sgangherati (il nibelungo, il nasone complessato ed irascibile, il duo di fannulloni vecchi da ospizio, il nobiluomo mano lesta e lo scienziato residuato bellico nazista inventore scasso. Oltre al vecchiaccio in carrozzina sparaballe e ai nemici storici come Superciuk e Gommaflex, tromb). Il tutto scritto con una comicità che mi piaceva molto.
      Penso sia normale che con gli anni abbia perso molto della sua forza iniziale. E difficile per l'autore scrivere storie sempre nuove per quarant'anni. Prima erano storie incentrate sulla miseria surreale. Degli 007 d'accatto. Quello che ho visto non c'entra niente, c'è benessere, donne, normalità.
      Come ogni cosa, sarà andato annacquandosi con gli anni. Avviene per tutto. La forza, o quello di forte e vivido che qualcosa possiede, ce lo ha all'inizio. Quello che segue è solo un trascinarsi senza motivo. Dici tutto all'inizio, il resto può anche non esserci. Per Alan Ford rispetto a trent'anni fa, questo blog in confronto a quando l'ho aperto, il seguito di una fiction, un sequel di un film irripetibile, quel ripugnante "amici miei - ritorno al passato" che si rifaceva agli immortali del passsato. E così via.
      Oh, poi io parlo e giudico secondo la storia lette ultimamente. Poi magari Secchi scriverà ancora cose originali, non lo so. Proverò a rileggerne qualcosa.:)

      Su Serena, beh...mi pare ovvio. Non è una macchina, e nemmeno una over categorie, come hanno detto in tanti per confortarsi. E' la più forte, ma anche i più forti, se gli altri giocano bene, rischiano di perdere o perdono. Come ha perso da Clijsters, Stosur o Virginie Razzano. E' sport in fondo. Ed è bello che mostri le sue umane debolezze, e fragilità.
      Ciao, a presto.

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  9. Ierri l'Azarenka è stata capace di tenermi incollata alla tv, cosa quasi impossibile per me per una match femminile. La partita è stata interessante e per niente scontata, ha fatto dei miglioramenti enormi, gliel'ha fatta sudare a Serena ed ad un certo punto sembrava fatta, poi si sa com'è finita ed un pò mi è dispiaciuto per lei, ma è giovane si rifarà alla grande in attesa che la Kvitova si svegli.
    Serena nel secondo set stava per rigurgitare le ossa dell'Eehrrani e con lo stomaco pesante e le gambe ferme è andata in palla,poi con due colpi bellissimi e d'esperienza ha vinto, anche approfittando dell'emozione dell'altra perchè non è che sia una simpatia ma è campionessa vera per vincere una partita così
    Jess

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    1. Tutti pazzi per Vikonia. Ieri Azarenka ha tenuto molti incollati alla tv. Ma azzardo, ne abbia tenuti molti anche Serena Williams. Non credo che Azarenka-Sharapova di semifinale sia stato tutto questo splendore di tennis avvincente. Malgrado sia stata tiratissima e giocata punto a punto. Ma proprio no. Anzi, molti dallo stadio sono scappati urlando pietà e "abbasta, abbasta" (cit.).
      L'incontro, lo ripeto (è la mia visione) lo ha vinto Serena con coraggio, e sfruttando le normali paure dell'avversaria. Di qualsiasi avversaria attuale. Lo ha vinto rischiando quando doveva, ed aspettando il normale braccino dell'altra quando era necessario. Altre (vedi Sharatopa ed co.), questo incontro forse non l'avrebbero recuperato. Perché non hanno intelligenza tennistica. Avrebbero tirato quattro sberloni, o dentro o fuori. Senza fare caso al fatto che l'altra stava tremando.
      "Non è una simpatia", anche qui tutto soggettivo. Tra la pur brava (però ora non esageriamo, glorificandola) ululatrice indemoniata, ed il comportamento in campo e fuori di Serena, trovo da santificare l'americana tutta la vita. E quanto a "simpatia", se proprio vediamo le top 20 attuali, ci sarebbe da prenderne 18, metterle in un missile e spararle su Plutone.
      Ciao Jess, alla prossima.

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  10. Ben detto, Picasso. La Serena ha vinto con coraggio, all'étà di 31 anni, contro la giovane Azarenka. Ha dimostrato che urlare e ululare non necessariamente sono la tattica per vincere le partite. Ci vuole, oltre alla tecnica anche la testolina. Ma la testolina della Vika (e delle altre) è impegnata a tenere il ritmo giusto dei suoi urli. Ci vuole concentrazione anche per questo !
    Sono contenta, anzi contentissima, per la Serena. Il mio rispetto va anche alla sorella Venus che malgrado i problemi di salute si mette ancora in discussione sui campi, nella speranza che questo possa contribuire a sconfiggere la sua malattia.
    (Che tu sappia, ci sono dei missili così capienti ?)

    Murray c'è la fatta, finalmente. La partita (ho visto due set e mezzo) mi è parsa una roba all'ultima goccia di sangue.

    Ti saluto Picasso e, come di consueto, ti auguro una bella giornata.
    Anna Marie

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    1. Ci sono navicelle molto capienti, sì.
      Murray ce l'ha fatta, alla fine. prima o poi, anche per la legge dei grandi numeri doveva farcela. Era sempre lì in fondo, e poi ha avuto la costanza di migliorarsi. Volevo scriverne, ma lo farò nelle pagelle finali e globali, stasera.
      Ciao, buona giornata a te.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.