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domenica 21 ottobre 2012

SEPPI, LO ZAR DI TUTTE LE RUSSIE







Un plumbeo meriggio d’inizio autunno, in compagnia di Andreas Seppi. Ad allietare quel greve desiderio di suicidio. Non si può dire che il nostro eroe scelga luoghi banali, per i suoi romanzi noir camuffati da finali Atp. Tra le cornacchie svolazzanti della piovosa Cornovalia al raggelante tramonto, o un fumoso cinema di Belgrado che richiama una ballata gitana di Kusturica e pesci volanti.
Stavolta tocca a Mosca, sulla Piazza Rossa. Nella prestigiosa Kremlin Cup, schivata accuratamente da tennisti di livello per sinistre ragioni, mausolei, carrarmati o nomenklature. Anche russi come Misha Youzhny, dirottano saggia
mente su Stoccolma. Questione di fauna femminile, migliore accoglienza negli alberghi o magari per quel brivido d’illecito che nella bizzarra Svezia vuole la prostituzione come affare illegale (Gulbis in questura, docet), sulle strade ed in parlamento. O solo per una maggior tradizione, che rimanda a Lendl, Connors, McEnroe. Chi può dirlo. Sta di fatto che a Stoccolma ci sono i più forti dopo i grandi. Berdych e Tsonga si scannano in finale, per dire. 
A Vienna vangano sapidamente Del Potro e Tipsarevic. Stavolta la magia viennese non è riuscita a trasformare il torneo in teatro dell'assurdo tennistico. Nessun valzerone di personaggi dallo sguardo folle che danzano con candelabri in testa, rapiti da musiche inesistenti. Quell’alchimia delirante della città di Mozart che sospinse alla vittoria figuri come Petzschner nel 2008, non compie il miracolo gaudioso. Il clamorosamente fesso tedesco, nemmeno c’era. Mezz’infortunato, mezzo fuori fase da una vita. Si poteva sperare in un improvviso e surreale cammino sfolgorante di Gulbis come ad assecondare concerti schizoidi diretti dalla bacchette maestose di Von Karajan. Al limite augurarsi l’ennesima dimostrazione di classe stagionata del divino-redivivo Tommy Haas, immune da rottamazioni ed altre minchiate. Il povero Tommy arriva ai quarti di finale. Raggiunge il ragguardevole traguardo delle 500 vittorie in carriera, e gli organizzatori pensano bene di omaggiarlo: Per lui una fiammante 500 Fiat. Ed il tedesco, nel successivo incontro contro il modesto sloveno Zemlja, si rompe. L’infermo cronico che da oltre un anno guizzava sano come un pesce, si sfascia. Potere della Fiat, e di Marchionne. Pazienza. Ma evitate le Fiat, perdio.
A Mosca lo scenario è quasi irreale. Desertico. Lunare. Campo partecipanti inferiore a quello di un buon challenger. Ortebello, se non si vuole scomodare Mons o Reims. Si rivede persino il vecchio Karlovic, ormai calante e vittima dell’implacabile usura fisica. Ovvio che un Bolelli lo batta ancora, con due dita. Per un attimo mi soffermo a pensare al bolognese che deve rispondere alla bombarde del grattacielo croato. E un po’ rido pensandolo reattivo in risposta quanto un bradipo (che dorme). Sgambetta garrulo e sapiente invece, il nostro albino soldato Andreas Seppi. Non c’è nessuno, e può tranquillamente giocare per la vittoria finale. Si leva di torno anche la variabile pazza Dolgopolov, unico ostacolo schizoide. E per il coguaro di Caldaro (apprezzare la rima baciata, suggeritami da Flavia Vento) è un gioco da ragazzi. La quiete dell’indoor agevola i suoi colpi certosini. Fluttuatamente flatulenti. Tiene bisogno che non voli nemmeno una mosca, per esprimersi al meglio. Lo sappiamo. Dopo il bye al primo turno (l’avversario più duro), svolazza contro il lezioso orange delle retrovie Sijsling. Poi gli basta battere figuri irreali per un Atp (il nippo Ito e il tunisino Jaziri) per abbrancare la quarta finale in stagione. Non male, un titolo è sempre un titolo.
La finale è però condita dal solito thrilling di stampo tirolese. Ci ha ormai abituati a questi incontri al cardiopalma. Dove il cuore rischia di fermarsi non per trombosi coronarica da iper eccitazione, ma per collasso d’inedia. L’avversario è Thomaz Bellucci, brasileiro allampanato che lo scorso anno qualcuno pronosticava come possibile top 10 o addirittura 5. Angosciante maniscalco che roncola furiosamente, con l’intelligenza tennistica di un montone bendato. Riproposizione al maschile dello spirito Wta, col carico di arrotoni tremebondi: Tira forte, e senza costrutto. Finché dura, se va bene. Uno dei tennisti più inspiegabili del circuito, semplicemente insensato. Inizia menando come un fabbro per un set e mezzo, e all'italiano non rimane che remare come pupazzetto vagamente ingobbito. Il fabbro brasiliano martella gancioni pesanti un quintale e va a servire per il match, prima d'appalesare tutta la sua raggelante essenza. Due volte serve per la vittoria, due volte spara tutto fuori. Angosciante. Seppi è bravo a raccogliere il dono natalizio e portarlo al terzo.
Alla lunga non può non prevalere la maggiore freschezza e tennis regolare di Seppi. Il felino si concede qualche variabile smorzata, rispetto al cavernicolo Bellucci che perde di vista il campo. Tra i due diversi orrori, prevale quello più smunto ma più intelligente e sensato dell’italiano. L’altro ha la faccia della demenza e lo sguardo perso nel vuoto, mentre si fa massaggiare il braccione manco fosse un battitore di baseball (e magari se a quello si fosse indirizzato…) durante il time-out. Bene Seppi, noioso quanto una poesia di Sandro Bondi come sottofondo di un effervescente dibattito politico tra Trabacci e Buttiglione, ma con la solidità raggiunta ormai vede i primi venti. Fors’anche a “scavallarli”, dice l’opinionista Silvia Farina.
Ah, in tutto questo, mentre andava in scena una tra le più brutte finali a livello Atp dopo Cancelotti-Rebolledo, torna a vincere l’irriducibile Venus Williams, in Lussemburgo. Notizia bella, e vagamente malinconica. Gran finale a Stoccolma, tra Berdych e Tsonga. La spunta il ceco, in volata. Bel match, in cui sono però lampanti le differenze dei due rispetto ai primi quattro della classifica. Ed il pacioccone francese mostra una volta di più quanto sia il dipinto di un magnifico, istintivo, incompiuto.


25 commenti:

  1. Bentornato Picasso, pubblichi un pezzo proprio il giorno del mio compleanno. Certe coincidenze non sono casuali. Seguo il blog da due anni, ma oso scrivere solo ora.

    Paolo

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    1. Vivissimi auguri, allora.
      Sì, uno strappo alla regole in onore del trionfo del nostro guerriero. :)
      Ciao, e grazie.

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    2. Ringrazio per gli auguri e spero di non dover attendere il mio prossimo compleanno per un nuovo pezzo tuo.

      Paolo

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    3. Che dirti, vedrò di di scrivere ancora quando festeggerai il tuo santo. Sempre se contestualmente Andreas nostro avrà vinto Il Roland Garros (O Wimbledon). :)
      Ciao Paolicchio.

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    4. Perbacco, non ci avevo pensato. Per quella data Andreas sarà già stato ricevuto dal premier. Quindi due articoli sono doverosi.

      Paolo

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  2. Ciaoooo, sono contenta che hai scritto!!!
    O mio dio che bel trionfo :(, che bella finale.
    Il torneo di Mosca anno per anno si affossa sempre di più, secondo me rischia la cancellazione, è sempre più snobbato e sempre con meno pubblico.
    Aspetto il prossimo articolo......
    Jess

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    1. Non so il motivo, ma l'evidenza è che a Mosca non ci è andato nessuno. Forse dovrebbero incentivare con gli optional (chessò uno strip di Sveta Kuznetsova nella stanze d'albergo, prima che i tennisti s'addormentino).
      Ciao Jess, alla prossima

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  3. Una Fiat 500 per 1metro e 88 di Tommy Haas! Dovrà usare il calzascarpe per entrarci. Ciao Picasso, ben tornato. Vedrai che a Bercy e soprattutto al Masters di Londra ci sarà più pane per i tuoi denti.
    Comunque, sappi che è bello aprire il tuo blog nella speranza.... e poi trovare la sorpresa. Così, ti dico, ho iniziato bene la settimana.
    Carino, "il pacioccone francese... il dipinto di un magnifico, istintivo, incompiuto". E' lui, Bingo Bongo in carne e ossa. Sembra che vada sul campo, almeno ultimamente, per divertire il popolo. E non gli riesce nemmeno questo. Che sia turbato da un amore infelice il cucciolone ?
    Ti saluto Picasso, e grazie, è da tempo che sogno le tue settimanali meravigliose analisi.
    Anna Marie

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    1. Il mio timore era che dentro la 500 ci fosse Marchionne. Insomma, me la spiegavo così, la sfiga.
      Quanto a Tsonga, la sua bellezza è l’istintività genuina. Ma forse, per avvicinare i primi 4 e tentare di vincere uno slam, dovrebbe provare qualcosa di diverso (qualche lontana parvenza di tattica. Magari diventare più brutto a vedersi, ma più efficace). Non so se funzionerebbe, e se ne ha voglia.
      Ciao Anna Marie, alla prossima.

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  4. Bentornato Pic!
    Che strano il rientro per narrare le eroiche gesta del nostro alpino-lacustre Andreas(leggasi alla Schwazer).
    Cosa dobbiamo aspettarci d'ora in poi da te? Una frequentazione ai limiti della normalità o ti lascerai sedurre dal torpore invernale per poi ritornare nella calda Melbourne?
    Saluti, Ste.

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    1. Beh, il trionfo moscovita è stato inebriante. Non potevo esimermi dall'eccezione. Mi eccitava il titolo e l'immagine di Andreas Zar di tutte le Russie. :)
      Ciao Ste, grazie e alla prossima (che del diman non v'è certezza).

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  5. é vero che Tommy quasi non ci entrava nella 500, visto con i miei occhi. Il giorno dopo non girava ma chissá che ha fatto di notte nella 500;-)
    Picasso continua a scrivere che ci rendi il tennis una cosa speciale.
    Saluti
    Luca

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    1. E' pure quella una ipotesi plausibile. L'ebbrezza delle contorsioni circensi nella 500. :)
      Ciao Luca, ben gentile. Alla prossima.

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  6. Ueilà, bentornato Pic!!

    Ok, bravo Seppi, bravi Berdych-Tsonga, bravo Del Potro e il semicarneade sloveno, bravi tutti, ma...cioè...nemmeno un minimo accenno sull'epocale Quinzi-Travaglia in quel di Santiago del Cile? 756 commenti, non so se rendo l'idea...:-)

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    1. 756 commenti? Bene, me l’ero persa questa. Attorno a quel ragazzo ormai, c’è una delirio demente fuori controllo.
      Questi sono ormai vittima del morbo dell’astinenza, che rischia di portare a gesti estremi. Tipo: suicidio collettivo, in semicerchio…se il povero ragazzo non vincerà 8 slam entro i vent’anni. :)

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    2. Però c'è anche da dire che si è giunti a quel numero grazie anche alla presenza contemporanea di Travaglia, l'altro totem di quel sito. Non sarà il vincitore degli 8 e passa slam quinziani, ma ne prevedono un futuro stile Murray...li adoro :-)

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    3. Ah, beh. Ormai l'italia si divide, come ai tempi di Coppi e Bartali. Travaglioni da una parte, e Quinzi (senza bisogno di storpiature, lo "nzi" finale è esaustivo) dall'altra.
      Sono bravi ragazzi, e diverranno forti. Ma il delirio collettivo che c'è attorno ai giovani in Italia, dipinge alla perfezione la FAME degli ultimi anni. Il dramma è che quando parli o scrivi di quella FAME, s'incazzano e la negano.
      Per carità. Impareggiabili comici involontari.

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  7. grande Picasso sei tornato!!!!! salutone!

    Paolo

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  8. Che gioia, Picasso! bentornato!
    Splendido articolo, sagace e inconfondibile.
    Se vuoi dai un'occhiata anche al mio nuovo sito, che pero non e' nulla rispetto al tuo sopraffino (e immancabile!!) modo di scrivere.
    http://www.facebook.com/pages/Tennis-Italiano/362842887125033?ref=hl

    Saluti
    Mich

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    1. Vedrò, a tempo debito.
      Ma se nemmeno dopo ieri riconosci la bellissima mano di Agnieszka Radwanska ed il suo bel talento, ti depenno violentemente.
      Ciao Mich, alla prossima.

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    2. Si Picasso, l'apprezzo sempre di più, puoi abbassare la scure :) Va bene, se ci dai un'occhiata mi farebbe piacere un tuo parere prima o poi, ma non aspettarti granché.
      Di nuovo, ben ritornato Maestro. E non abbandonarci piu ;)
      A presto, Mich

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  9. Ciao Pic, ma quanto è brutto Bellucci? Per la digestione dei maltagliati ero indeciso tra Pirati di Polanski con Walter Mattau o la suddetta partita; ha vinto il primo ma di tanto in tanto cercavo di capire se il giovin brasiliano possedesse un cervello o meno. Entra nella top ten degli e/orrori tennistici di pieno diritto (hai mai pensato di farla?).

    Invece veniamo al bello: domani giornata da passare in poltrona ad ammirar quel di Basilea; nell'ordine Federer-Paire, Dimitrov-Mathieu, e quasi l'apogeo del lesionismo tennistico, Youhnzy-Gasquet. Da vedere comodi sul divano con una birra chiara e frizzantina, ci può stare?

    Infine un occhio ai master: Sarita si salva dal piallaggio generale grazie al ripescaggio di Sam e domani potrebbe pure giocarsela con Agniezka. Aspettando la finale con Serena!

    E' sempre un piacere
    (spero) a presto
    Klimt

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    1. Fosse brutto e giocasse come Stepanek, almeno. E' davvero un tennista senza intelletto, Bellucci. Perdere da Seppi dopo aver servito due volte per il match, è un'onta che si porterà a vita.
      Bel programma il tuo. Sarà in serata, e quindi un occhio a Federer-Paire lo darò. Col francese in giornata d'ispirazione, potrebbe venirne fuori anche un bel match. Lasciando perdere il risultato. Può giocare a mente sgombra (ad avercela, una mente).
      Su Errani, pronosticai una sua finale con Serena. Tifo per quella magnifica sensazione di ossicine scrocchianti sotto i colpi di Serena. Ovvio che per riuscirci ha bisogno di un aiuto. Scrissi che doveva sperare morissero in due, nel suo girone. Ci siamo quasi. :)
      Ciao Klimt, a presto.

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  10. Olà Picasso. Stassera ci sarò anch'io a vedere Federer nostrum contro Paire - uno dei tuoi top ten. Il Roger contro Bellucci (non è poi così brutto, ha solo il naso grosso e mette in bella mostra una faccia da perenne incavolato) a tratti appariva un po' molle, come se non gliene importasse un granché di conquistare il torneo di Basilea. Spero che con la giornata libera di ieri si sia ringalluzzito.
    Ieri ho guardato fino all'inizio del terzo set la Samantha Stosur contro la Sara Errani. La Stosur è capace di giocare magnificamente. Poi, sembra che si spaventi della sua bravura, e combina una cavolata dietro l'altra. Peccato. Suppongo che alla fine abbia vinto la Sara Errani. Come stile di gioco è quella che è. Ma ci mette un impegno totale, fino all'ultimo colpo, proprio come il mio amico David Ferrer.
    Ti auguro una bella domenica.
    Ciao Picasso
    Anna Marie

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.