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lunedì 19 novembre 2012

STEPANEK, E L'OSCENA BELLEZZA








L’ultimo atto della stagione 2012, va in scena alla "02 Arena" di Praga: Finale di Coppa Davis tra la Repubblica Ceca e la Spagna orfana di Rafael Nadal (un rosario in onore delle sue giunture, in via di ricrescita per sbalorditiva morfallassi). Immancabili le, pur garbate, proteste iniziali degli iberici, per la superficie ai limiti del ghiaccio antartico scelta dai padroni di casa. Che impuniti, questi cechi. Talmente irrispettosi da voler addirittura vincere. Nessuno scandalo, anzi. Il parquet scelto non pare nemmeno così estremo se paragonato agli strati di legno delle tundra visti in Svezia o ai lastroni dell’Alaska usati dagli Usa, proprio contro gli iberici, un paio d’anni fa.
Spagnoli, malgrado la forzata assenza del capo carismatico, globalmente superiori come movimento tennistico, alla Repubblica Ceca. Coach Corretja, al limite del morboso-vischiosetto fratello maggiore straccia-cazzi mentre coccola i suoi rampolli al cambio campo, opta per la sicurezza di Ferrer e Almagro in singolo, e Granollers-Marc Lopez in doppio. Scelte obbligate, ma Feliciano Lopez un po’ s’incazza. Gli fanno notare come quest’anno abbia balbettato anche nei challengers, e con tanto di occhiali alla moda da intellettuale gli tocca assieparsi in tribuna assieme al neo-ex “mosquito” Ferrero e ai venditori di kebab. Poche carte da mischiare invece per Navratil. La Repubblica Ceca quella è: le bombe di Berdych e i ricami del vecchio satrapo volleante Stepanek. In singolo, e provando a farne un doppio d’occasione. Basti vedere le alternative, da Ivo “carismio” Minar buono per sciabolare contro Naso nei challengers, a quel Rosol che dopo aver seccato Nadal a colpi di mannaia sul centrale di Wimbledon, è tornato sui suoi modesti livelli. La sua presenza e i primi piani del regista, mi suonano beneauguranti. Almeno quanto quelli di Smid e Lendl, protagonisti nel 1980 dell'ultima vittoria nella competizione, dell'allora Cecoslovacchia. 
Tutto secondo pronostico nelle prime due giornate. Ferrer stronca un pur volenteroso Stepanek. Troppo solido e concreto, il numero uno spagnolo. Poco conta la superficie. Corre come una lepre rigurgitante plutonio, rendendola lenta come paludosa terra delle Asturie. Berdych riporta il confronto in parità battendo Almagro, non senza qualche balbettio. Padroni di casa in difficoltà iniziale anche nel doppio. Una coppia orribile a vedersi ma consolidata (vincitori a sorpresa del recente Masters di doppio) come Granollers e Marc Lopez (grottesco pupazzo cartonato delle giostre, amico di Nadal) contro i due cechi globalmente due spanne superiori, ma poco in sintonia. Meglio assortite le due fidanzate: la nuova fiamma di Berdych (altra wags da top ten di bellezza plastificata, simile a bamboletta di plexiglass) e quella Nicole Vaidisova, ex tennista enfant prodige (ed enfant retirée), ormai casalinga compagna di Radek. Berdych, antitesi assoluta del doppio, caracolla a rete come la vibrante asta della Isinbayeva e scotenna volée improponibili. Sale in cattedra il vecchio ed eterno Stepanek, ruotando attorno alla pertica. Lo prende per mano e svolazzano sul due a uno.
Cechi ad un solo punto dalla vittoria, con due match point. Ci pensa un Berdych impotente ed inciucchito dalla fatica a buttare tutto al vento, contro Ferrer. Spaventoso ed implacabile nel suo orrore, lo spagnolo. Ci si chiede come faccia a migliorare, quando gli altri top sono a tocchi. Tre rapidi set, ed esito del confronto rinviato al quinto e decisivo match. Tutto nelle sapide e morbide mani di Radek Stepanek, tennista con un volto a tratti repellente, antipatico naturale, ma dalla classe cristallina e un braccio di madreperla rivestito di melassa. Uno degli ultimi romantici interpreti di questo sport imbarbarito, chiamato all’impresa che avevo previsto e sperato nei miei sogni più masochisticamente struggenti. Match per eroi antichi, pervaso da quell’alone di magia irrazionale che da sempre riveste la Coppa Davis. Radek, in questo confronto da “lombrosario” tennistico, parte sfavorito contro “ciccio orrendo” Almagro. Per classifica, quelle 34 primavere sul groppone, e il super impegno dei due giorni precedenti. Il commentatore si sbilancia: “vince Almagro in tre set”. Ok, i pronostici li sbaglia solo chi li fa. Ma saggezza imporrebbe di non farli, o almeno lasciare una piccola chance all’anziano padrone di casa. Mai dare per morto chi ha braccio, esperienza e classe da vendere ed è pronto a giocare il match della vita davanti alla sua gente. Se poi si pensa che dall’altra parte sgambetta un iberico allocco schioppettante che ha più volte dato prova di solidità mentale da frenocomio, beh…ci sarebbe da prefigurarsi ben altri scenari, a tratti leggendari.
Match teso, equilibrato. Una delle possibilità più concrete è la rissa da saloon. Ci prova Almagro, con le proverbiali e gratuite pallate al volto (che gli costano anche il punto, che allocco sarebbe altrimenti?). Di quelle che se avesse provato solo a mimarle a Connors o McEnroe anni fa, sarebbe durato in campo 3 minuti e 26 secondi netti, prima di ritrovarsi col deforme testone ficcato nei teloni di fondo. L'altro si limita ad un’occhiataccia, poi con virtuosa frustata alla fine del secondo set, porta il match dalla sua parte. E’ meraviglia assoluta, quello che combina Radek lo sciupafemmine dal volto che pare lo sbocco di Picasso dopo una ciucca di vinaccia. Affetta, ricama, dipinge il campo con una classe inebriante. Mulinella tennis a tutto campo. Due, poi tre o quattro erezioni sportive mi colgono impunemente, nel vederlo affettare il campo ed irretire l’avversario. Lo spagnolo è più giovane, potente. Tira un rovescio terrificante, tra i più belli del circuito. Ma ha l'intelligenza tennistica di un topo cieco. Nessuna variazione, manco a pagarlo. E’ prevedibile e terribilmente sciocco tennisticamente. “Mai un contropiede”, sottolinea giustamente il telecronista. L'altro invece continua, avanti due set a zero, quasi sorretto dagli spiritelli danzanti del tennis antico. Così orridamente brutto fisicamente, tanto oscenamente belle le parabole con cui dipinge il campo. Servizi, volée, guizzi da felino a rete, graffi e carezze. Regge persino scambi lunghissimi coast to coast, chiusi con prodigiosi rovesci della casa. Almagro l’allocco prova a scuotersi, vince il terzo, trova il tempo per contestare l’occhio di falco (di peggio resta l’internamento per visioni mistiche o un paio di sberloni di qualche volontario filantropo, tanto per rimetterlo in contatto con la realtà). Stepanek questo match proprio non può perderlo, e trova il tempo dell’ultimo virtuoso allungo che gli consegna quarto set e vittoria della Coppa. 
Non male la Repubblica Cece tennistica, che bissa il trionfo femminile in Fed Cup e la Hopman Cup (sforzandosi di crederla cosa seria).
Davis a parte, se dopo aver visto questo match domani un tecnico insegnasse ad un suo allievo a giocare come Stepanek, il mondo sarebbe meno brutto.

13 commenti:

  1. ho visto l'ultimo match. Almagro meno polemico e fastidioso del solito. Avrà fatto la prima comunione. Stepanek, serio e brillante tennista.
    Su Corretja, concordo: pare pure un dispetto al coach l'arrendevolezza del finalista spagnolo.
    A presto, Picasso!

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    1. Meno fastidioso del solito, ma basterebbero le due pallate al volto in due games, e la contestazione al falco...:)
      La premura (anche fisica) di Corretja appariva angosciante e soffocante.
      A presto Bruno.

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  2. Ieri son saltato per aria anch'io 4 o 5 volte quasi giocasse mio fratello; la voleè rotolando a terra con tanto di sbucciatura del gomito è stata roba d'altri tempi. Che bella la Davis comunque, l'unica competizione in cui la tipica castità tennistica viene meno.

    Per il resto, che dire, concordo su tuttto.

    Ciao Pic, a presto
    Klimt

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    1. Sì uno Stepanek-Almagro che in altri tornei può risultare insignificante, ieri è diventato avvincente. Non solo perché si assegnava il titolo, ma per tutte le componenti psicologiche di contorno, età, stanchezza, pubblico...
      Ciao Klimt, a presto.

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  3. Picasso, domenica pensavo proprio al post che avresti potuto scrivere!
    Partita esaltante, certo Stepanek è stato agevolato dalla totale assenza tattica di Almagro, ma che tennis fantastico. La voleè in tuffo ne è stato il suggello. A volte dispiace pensare, a parte gli esaltati del tennis muscolare, che l'esclusiva del tennis bello a vedersi sia riferita a Federer (n 1 assoluto e insindacabile, non voglio minimamente urtare i suoi ammiratori). In realtà, a voler sforzarsi, di braccia virtuose se ne riescono a trovare in discreto numero, anche se spesso coniugate a scelleratezze tattiche o fisiche che impediscono successi rilevanti. Però il vecchio Stepanek alla storia ci è passato!
    Ciao, a presto

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    1. Indubbiamente. Di talenti briosi, tecnicamente dotati e divertentissimi da vedere, ce ne sono. Lo dici proprio a me, che ho il culto dei rampolli belli-inutili-perdenti. Chiaro che per vincere o restare ad altri livelli, ci vuole altro. Solidità mentale e fisica (specie nel tennis attuale in cui il fisico ha un ruolo fondamentale), un mix di tutto.
      Stepanek ha avuto una carriera dignitosissima e con belle vittorie, ma non di vertice. Meritata questa ciliegina.
      Ciao Arturo, a presto

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  4. Caro Picasso, scusa se esco fuori dal tema Davis, ma sono rimasto a dir poco sconcertato dalle dichiarazione del Presidente ITF Ricci Bitti sul tema doping.
    In sostanza questo signore ha dichiarato che Federer e Murray (notoriamente due sfigatoni nel circuito) rilasciano troppe dichiarazioni sul tema doping e, così facendo, mettono in dubbio che quanto viene fatto per contrastare il fenomeno non sia sufficiente....
    Ti rendi conto ??
    A parte il fatto che se due pezzi da novanta come Federer e Murray si mettono a dire certe cose è perchè qualcosa all'orecchio (per usare un eufemismo) gli sarà arrivato, ma non capisco proprio come si possa affermare che nel tennis di oggi il doping sarebbe già contrastato a dovere....
    Un caro saluto
    Enrico

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    1. Ah, guarda. Dovrei dire che mi sorprende, invece non è così. Il capo della Federazione difende il movimento, e le dichiarazioni "avventate" (!) di Murray e Federer potrebbero screditare il baraccone.
      Ripugnante e disgustoso.
      Ed implicitamente (come i fitti misteri attorno a certi tennisti) non fanno altro che alimentare i sospetti.
      Ripeto, lui da capo del baraccone altro non fa che difendere lo spettacolo che altrimenti rischierebbe di saltare con danni economici incalcolabili. E non può permettere che dichiarazioni di tennisti top mettano in dubbio il sistema doping.
      Sul tema ho già scritto troppo. Si possono fare solo mere illazioni, esprimere le proprie sensazioni romanzate.
      E malgrado tu premetti che sono solo quello e nient'altro, spuntano sempre i soliti due submentali a ricordarti che non ci sono le prove. Gli stessi che ti chiamavano "terrorista ed attentatore" da punire con la galera a vita nelle segrete vaticane, dieci anni fa. Quando vedevi Armstrong che filava sull'Alpe d'Huez come andasse su un motorino, e dicevi timidamente: "Non mi pare tanto normale, sto texano". O che innanzi ad una squadra mediocre come il Marsiglia che dominava le champions con giocatori che sudavano plutonio, avanzavi qualche sordido dubbio.
      Non si poteva. Dieci e venti anni dopo, spuntano condanne per Armstrong, e dichiarazioni di marsigliesi a confermare che di drogavano come cammelli prima delle partite.
      Meglio tacere, come suggerisce il Ricci Bitti Sevenzara (che solo il nome mi rimanda ai duca-conti fantozziani). :)
      Ciao Enrico, un saluto a te.

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  5. Oh che sorpresa, caro Picasso. Dopo il Masters di Londra non mi aspettavo più nulla quest'anno. Però, curiosa come sono, oggi ho voluto dare una sbirciatina e leggo "Stepanek e l'oscena bellezza". Radek Stepanek (pare che sia un 'coureur de jupons' con uno 'charme' incredibile) è indubbiamente il giocatore capace di entusiasmare. Sono felice per lui (non per Berdych) che la vittoria, grazie alle sue prodezze, sia andata alla Repubblica Ceca. Un po' dispiace per David Ferrer, sempre così pieno di buona volontà ! Comunque, allegria, ha vinto il bel tennis, quello che piace a noi !
    "I ricami del vecchio satrapo volleante", è un bel disegnino di Radek Stepanek.
    A proposito di doping e delle dichiarazioni "avventate" di Murray e Federer che potrebbero screditare il baraccone ho il vago sospetto che hai azzeccato. Mica possono sacrificare i nuovi supereroi, che producono un mare di quattrini, ad un mero controllo doping.

    Ciao Picasso, ho gradito molto il tuo resoconto sulla Davis Cup. Mi pare di vederlo, Stepanek, tutto sudato, rosso papavero in faccia, impegnato a tutto campo nelle sue piccole grandi meraviglie.

    Un caro saluto
    Anna Marie

    P.S. Divertenti questi nomi. Ricci Bitti Sevenzara ricorda anche la fantozziana Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. Pensa, questo era il primo libro che ho osato leggere in lingua italiana. Poi mi sono fatta coraggio e mi sono buttata sulle letture più impegnative di Pirandello. Praticamente da un estremo all'altro. Ma è così che si impara !

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    1. Scusa il ritardissimo (ma non ho più buttato occhio colà).
      Già, grande e bella soddisfazione sulla coda del 2012, questo Stepanek di lusso. Contentino enorme, se mi si consente l'esercizio di figura retorica.
      In realtà mi fregava poco di Spagna o Rep. Ceca, ma Stepanek è comunque sempre un bel vedere. Brutto, antipatico, ma appena tocca la pallina diventa leggiadro e bellissimo.
      Sulle beghe di vertice, storia vecchia. Si può (almeno quello pare sia concesso dai trattati) dubitare, storcere il naso, trovare penose alcune scelte. Ma alla fine tocca accontentarsi di quello che si vede.
      Quanto al "Fantozzi", ma guarda che Paolo Villaggio è un grande intellettuale. Ovvio, gioca e si diverte nel grottesco tragi-comico in quei romanzi, ma rimane personaggio rilevantissimo. :)
      Ciao Anna Marie, a presto.

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  6. Disturbo, sommo cantore dionisiaco, il suo letargo per proporle questa perla del nostro maledetto Malisse(qualora se la fosse persa) http://www.youtube.com/watch?v=CcAaSgO_jos

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    1. ah, un saluto da ste...

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    2. Nessun letargo, anzi, rinascita. Ieri mi son gustato tutto-tutto McEnroe-Forget alla Royal Alber All. E domani c'è l'attesissima finale.
      Mostruoso Xavier, mostruoso. Grazie per il video. Attaccato con lo scotch e con quella panza quanto un'anguria, è miracoloso quello che ancora fa, rimanendo tra i cento.
      Ciao Sta, a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.