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lunedì 4 marzo 2013

TRE VENERI CALLIPIGIE E NOVELLI RICHIE RICH TRAVESTITI DA BUKOWSKI






La parola digitata su “google” che con più frequenza rimanda a questo blog risulta essere “culo”. La notizia mi ha scosso. Proprio per smentire questa malignità, durante il fine settimana due cose hanno colpito la mia fervida fantasia simile al vino lasciato a fermentare in una botte ottocentesca: Le tornite chiappe di una modella italiana, Claudia Romani, che stanno proditoriamente conquistando l’America in primis. E poi le goduriose parabole di Gulbis, risbocciate all’improvviso come fiori di pesco che salutano l’incombente primavera. La botte di vino, i glutei sinuosi della ragazza e smorzate morenti. Un’arabesca linea tondeggiante che lega tutto. Artistica, sinuosa, inebriante. Insensatamente piacevole. E naturale. Parlano, quasi. E assieme a quello, la benefica aria marittima. L’Adriatico che accarezza il vino, addolcendolo, l’Oceano Atlantico intento a cullare le forme dell’italiana Venere Callipigia sulla spiaggia, e il vento salmastro che spinge Ernests alla rinascita.
La maestosità dell’Oceano e il rumore delle onde che si stagliano su spiagge dalle rena bianchissima. Schiume e poetici culi quasi pensati da un Giotto strafatto di polvere d’angelo, fanno da pendant con i michelangioleschi tratti del volto di Ernests Gulbis, appena velato da un’adulta barba irsuta. Ebbro di quell’atmosfera magicamente drogata, il lettone mette a segno il terzo sigillo di una carriera fino ad ora tragicamente deludente. Il secondo in quella zona franca californiana. Risuonano sinistre note da sagra paesana, durante il cambio campo. Qualcosa che rimanda a festosi villaggi turistici, costumi e menti spente. Con tanto di capo villaggio, animatore e ballerine. Quale luogo migliore per risvegliare il talento di Ernests? Abbagliante e intermittente, come le luci dell’albero di natale a Luglio. Un talento che lui stesso pare compiacersi nel maltrattare, sfregiare e soffocare. Come a dargli un senso, nell’insensatezza di fondo che lo circonda.
Crollato oltre la centotrentesima posizione, nel purgatorio della classifica, tra reietti e modesti figuranti gnomi, storti e senza un briciolo del suo inutile dono bistrattato, diceva di volerci provare sul serio. Dentro o fuori. Tutto o niente. Somigliavano (e somigliano) ridicolmente a promesse da marinaio alcolizzato (“smetto quando voglio”, “sono padrone di me stesso”, e via così). A proposito di vizi, dopo aver decantato la bellezze purissime dell’erba olandese, il lettone confida al mondo alcune epocali novità nella sua vita. Sbalorditive per qualsiasi atleta: ha smesso di fumare e bere e (forse) sta anche provando a uscire dal tunnel di mignottame d’alto bordo. Passione che pagò con una notte in questura nella civilissima Svezia che bandisce il meretricio. “Un’esperienza che tutti dovrebbero provare” disse il novello Richie Rich che vuol giocare a fare il Bukowski de noantri.
Ernests inizia il cruciale 2013 evitando lo stancante viaggio intercontinentale in Australia, e ripartendo dai challenger. E promesse o meno, sembra il solito. Ebbro e col fiato corto da ottantenne giocatore di tresette coi polmoni devastati da sigarette “nazionali” senza filtro. E proprio non si capacita di “quanta gente incapace di giocare a tennis ci sia tra i top 100”. E che, puntualmente, lo batte. A Palm Beach parte dalle qualificazioni. E inanella otto vittorie, avversari schiantati o vittime di girandole farsesche, tra refoloni di colpi devastanti e venticelli di smorzate deliziose, verso il trionfo. Perché era scritto nelle stelle. Il luogo, la partenza in impasse dalle retrovie, un match già perso e clamorosamente girato contro la verga Querrey, sotto di due break nel terzo set. Il maligno net che devia lo smash a campo aperto di Tommy Haas, su un punto che avrebbe mandato il tedesco a servire per la finale. Tutto scritto, fino al dominio in finale contro l'intruso francese Vasselin. Era il suo torneo e l’ha portato a casa, sorretto dagli astri, sospinto da oceaniche sbluffate di vento alle spalle.
Se sia davvero un rilancio a questa carriera così schizoide, volontariamente castrata e castrante, è ancora presto. E inutile. Potrebbe essere l’ennesimo, illusorio, lampo, prima dei lunghi mesi di tenebra. Il personaggio è quello. Imprevedibile, se ce n’è uno. Nella sua mente ci sono i buoi fuggiti dalla stalla. E non puoi farci niente, se non prenderlo per quello che è.  Basterebbe poco per farne un Marat che, pur spassandosela, qualcosa ha vinto. Il resto sono discorsi triti, stucchevoli e sostanzialmente inutili. Ernests è ricco, arcimiliardario. Esattamente come lo sono (per meriti propri) Nadal o Federer, che pure continuano, malgrado uno abbia le ginocchia in poltiglie e l’altro vada verso i 32 anni. Ciò che manca a Gulbis è altro: abnegazione, voglia di soffrire e sfidare se stesso e gli altri con il tennis (che temo detesti intimamente).  Di tutte le caratteristiche che fanno di un tennista un numero uno, ne ha una o due. Talento regalatogli dagli Dei, e buona personalità. Quelle per cui lui non ha nessun merito, simile a condanna. E che fino ad ora ha provato a soffocare.




15 commenti:

  1. alla vittoria del buon Gulbino ho pensato subito al tuo blog...
    pensavo (speravo) di trovare un articolo a riguardo e ho trovato anche di più: l'unica cosa che per grazia e perfezione formale si può avvicinare ai dropshot e ai biondi boccoli del nostro: "claudia romani in a watermelon colored bikini". senza dubbio, anche lì vi sono gli Dèi.

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    1. E certo. Che poi succede talmente raramente (una volta all'anno è già miracoloso), che non costa niente.
      Le chiappe, ovviamente sono un gioco da cui è nato un legame folle. E per soddisfare i molti giungono qui digitando quella parola.
      Alla fine potrei fare come "L'espresso" fine anni '80/90 che metteva sempre in copertina donne nude, sotto titoli pertinenti come "L'oscura ombra della P2 sull'Italia".

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  2. Ma tu guarda, Picasso, ho di nuovo imparato qualcosa: Claudia Romani (e chi è ?) e i suoi ciappett. Curiosa ho cercato in google e ho trovato il suo sito ! Leggo per esempio "Been chased by a pap while shopping, which is unusual as I mostly get photographed on the beach… Haven’t seen those pics out yet, though!! " e altre due/tre saggezze di questo tipo. D'altra parte devono pur vivere anche queste signorine e con la crisi non sarei così sicura che i "ciappett" pagano ancora abbastanza per poter fare shopping.

    La vita secondo Ernests Gulbis.... da qualche parte ho letto un'intervista e ricordo le sue esternazioni piuttosto bizzarre. Menefreghista su tutta la linea. Comunque, da qualifyer è riuscito a vincere a Delrey Beach (pare per la seconda volta). Ed è già qualcosa.

    Ciao Picasso, un saluto cordiale
    Anna Marie

    P.S. Siii, L'espresso, pure Panorama mettevano le foto di signore nude sulle copertine anche se c'entrava come i cavoli con la merenda.

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    1. Sì, L'Espresso e Panorama all'epoca mettevano sempre in copertina una ragazza svestita. Era una sorta di "acchiappa lettori" che poi dentro invece si trovavano discussioni sul pentapartito, la moralità nella Dc e la politica dei due forni.
      Comunque, il mercoledì davanti all'edicolante, era un appuntamento fisso per vedere la nuova uscita.
      Gulbis è quello che è. Ogni tanto ci regala una settimana di sobrietà. Se è in giornata mi diverte vederlo giocare. Fosse un atleta appena normale, per me potrebbe anche stare nei primi dieci. Visto che c'è gente come Tipsarevic, Ciccio Almagro o Berdicchio. Credo sia tardi, ma chi lo sa.
      Ciao Anna Marie, un saluto a te.

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  3. Ciao Pic, io mi sto incuriosendo sempre di più con la nuova fase Gulbis. L'ho visto contro Del Potro a Rotterdam, contro Berdych a Marsiglia e seguito a distanza a Delray Beach. Da quanto osservato mi ero pronosticato un figurone a Indian Wells: stanotte 6-2 6-0 a Barbetta Tisparevic che sarà anche in chiara crisi esistenziale ma il nostro sta giocando in modo consistente. ORa c'è l'ostacolo Seppi: mi azzardo un altro 2-0 in scioltezza per poi puntare tutto su Rafito agli ottavi. Che ne dici? Speranze mal riposte?

    Ciao, Klimt

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  4. Non ho ancora visto niente di Indian Wells, comunque sì...risultato straordinario. Soprattutto nel punteggio, perché comunque il lettone è on fire e barbetta reduce da un inizio anno penoso.
    Gulbis l'ho visto una volta a inizio anno (a Heilbronn) e due a Delray. I colpi li ha sempre avuti, la personalità anche. Poi l'ho vesto meno avventato del solito (quasi) più scrupoloso, e con rinnovato movimento del dritto, da sempre colpo più costruito e meno naturale. Molto ampio, un po' meno esplosivo ma più in sicurezza. Chiaro, sottigliezze. ciò che davvero gli serve è cambiare l'atteggiamento in campo. La voglia di giocare e sacrificarsi un minimo (tradotto: bere e fumare meno, facendo vita da pseudo atleta).
    Contro Seppi vediamo. Visto ora le quote: Gulbis 1,40. Seppi 2,75. E il top ten è Seppi. Per dire, che se il lettone azzecca un'oretta di tennis normale, lo asfalta. Se svalvola come in passato, può prevalere la regolarità catastale del nostro.
    Ciao Klimt, a presto.

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    1. C'è stata una via di mezzo delle tue previsioni: il lettone ha azzeccato 14 minuti di tennis normale e lo ha asfaltato, poi è impazzito e Seppi è venuto fuori come un ghiro marzolino; direi che guardando il bicchiere mezzo pieno si può certamente constatare il fatto che non abbia rotto una racchetta e, rimasto coi piedi nella partita, è passato indenne seppure non giocando brillantemente. Mezzo vuoto non c'è invece nulla da constatare di nuovo, è il solito Gulbis che quando non gira si autoammucchia su se stesso manco fosse un buco nero. Ora c'è Rafito. Quel che mi piace di Gulbis è che rasenta l'impronosticabile.

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    2. Visto qualcosa, fine secondo e inizio del terzo. Diciamo che senza black out l'avrebbe portata a casa in due. E sicuramente l'esito non è che dipendesse molto dal valoroso montanaro. Era tutto nel talento e nelle paturnie suicide del lettone.
      Con Nadal vediamo. Timori reverenziali non ne ha. Già dimostrato. Il braccio lo lascerà andare, e chi lo sa.

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  5. Ciao Pic, sperando di non risultare inopportuno, ti pongo un quesito: quando vedi all'opera un tennista per la prima volta, cosa ti permette di affermare che questi abbia le stimate del campione? Non mi riferisco necessariamente ai colpi o quant'altro, bensì a qualcosa che vada oltre (non saprei, un'atteggiamento magari, boh).

    Scusami il disturbo.

    Ciao ed a presto.

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    1. Cos'è un tema in classe che ti hanno dato a scuola, o un articolo che devi scrivere ed hai il blocco enterico?
      Frotte di gente s'è affannata a scrivere fior di libri, saggi e tomi di migliaia di pagine sull'argomento. E vuoi che lo dica io, in poche righe del commento di un blog, ad un utente (per giunta anonimo)?
      Il culo, comunque. E vai tranquillo.

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  6. Gulbis: è semplicemente uno dei migliori tennisti in circolazione che non concepisce il tennis come attività totalizzante dal punto di vista esistenziale.
    Come dargli torto.
    Non gli interessa vincere i tornei. Non ne ha bisogno.
    Qualche volta gli interessa dimostrare che puo battere chiunque. E ci riesce.
    Se devo andare a vedere una partita, tra lui e Nadal non ho dubbi: prendo Gulbis.

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  7. Hai detto bene di Seppi: regolarità catastale.
    Niente di più noioso.
    Gulbis sarà quello che sarà, ma almeno vale i soldi del biglietto.
    Secondo me il discorso della regolarità catastale vale anche per Nadal.

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    1. Ma sei sempre lo stesso? Ti costa sudore e salute metterci un nome (pure inventato) così che possa inquadrarti?
      Il paragone Seppi-Nadal è uno zinzinello azzardato, se non blasfemo. E non è che mi stia molto simpatico, il maiorchino. Credo sia risaputo.
      Paragonare la regolarità impotente di Seppi contro la maggior forza e qualità di Gulbis alla forsennata capacità difensiva di Nadal, che spesso manda fuori giri anche i fenomeni veri è, ripeto, moooolto avventato.
      Resta fermo che un Gulbis in giornata, contro un Nadal ancora non al 100% sul duro (lentissimissimo) può dire la sua. eccome.

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  8. Ciao Picasso. Ti farà piacere che la Sara Errani ha mandato a casa la Marion Bartoli la quale sparava colpi sempre più da indiavolata senza riuscire a sopraffare la piccola italiana. Ho seguito la partita per pura curiosità. Roba da brividi vedere certe espressioni negli occhi della Marion. Si può presumere che il suo papi le abbia insegnato che per vincere deve metterci la cattiveria. Invece la Sara Errani ha impressionato per il suo "io non mollo mai" (come David Ferrer). Brava la Sara anche se il suo stile...... ma, diciamocelo, c'è di peggio.
    Andreas Seppi: sembrava che potesse, anzi dovesse vincere la partita, invece ecco che Gulbis tira fuori il meglio di se stesso. La debolezza di Andreas Seppi sta proprio nel suo gioco monotono e prevedibile per l'avversario.
    Ciao Picasso, stammi bene e dai una carezza al tuo micio.
    Cordialmente
    Anna Marie


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    1. Errani e Bartoli, sullo stesso campo da tennis, credo sublimino l'idea di morte atroce. Una vale l'altra. Forse meglio la francese (se non altro, più buffa).
      Contro Masha temo vincerà meno di 4 games. sbalorditiva lentezza dei campi a parte.
      Seppi ha fatto molti, lodevolissimi passi in avanti, ma quello è. Non ha la potenza devastante dei colpi. E nemmeno l'estro con cui sovvertire lo scambio. E' una via di mezzo. Un metronomo. Ma se l'altro, forte, è in giornata, lo batte.
      Ciao Anna Marie, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.