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lunedì 6 maggio 2013

LA PRIMA GIOVINEZZA DI TOMM HAAS






Sarà merito di quel clima piovoso, grigio e lieve nella sua crucca malinconia da Ispettore Derrick che si fa una pippa in riva all’inesistente mare placido, oppure del campo raccolto in stile circolo familiare, sormontato da verdeggianti alberi simili a salici piangenti (e morenti), ma a Monaco, da anni, si assiste a tornei di frizzante godimento estetico. Senza pretese. E’, in pratica, l’omologo argilloso del torneo di Halle.
A metà mattinata di domenica, dopo aver assistito alla Santa Messa, mi viene la sfolgorante novità da proporre appena sarò al vertice dell’Atp: una rivisitazione globale del calendario, e sostituzione dei quattro tornei dello slam. Rispettivamente: due su erba, uno su terra e uno su cemento, come negli anni ’80. L’erba di Newport (“Hall of Fame”, e lo sfondo di questo blog testimonia cosa sia), poi quello su terra (a Monaco, appunto), ancora erba (ad Halle o Nuova Delhi) e quindi cemento (uno a scelta, anche Pozoblanco o Recanati andrebbero bene).
Mancava qualche eroe del passato, uno Youzhny ormai calante nella sua semovente instabilità mentale e Philipp Petzschner, eternamente a mezzo servizio causa infortuni cronici e naturale assenza a se stesso. I due un paio d’anni fa diedero vita a uno dei più bei match che io ricordi (dimenticate Nadal-Djokovic. Petzschner-Youzhny è la via per la salvezza). E non c’è nemmeno il reietto Koellerer, sempre in attesa di grazia pontificia. Papa Francesco Bergoglio potrebbe e dovrebbe perorare la sua causa e levargli la scomunica. Di lui, su quei campi, si ricorda un’epica sfida proprio contro il pittore teutonico. Con tanto di racchetta spezzata in corsa, sul ginocchio, mentre si avviava a stringere la mano all’avversario (un virtuoso) e lacerante urlo di dolore fantozziano, eroicamente trattenuto. Poi fu operato d’urgenza al centro grandi traumi e rientrò tre mesi dopo.
Quest’anno, complice quell'alchimia folle ed impalpabile, esplode come un sol uomo Tommy Haas. 35 primavere e non sentirle, tirato a lucido come non mai e incredibilmente sano. Il resto lo fa un braccio che è pura melodia tennistica. Riempie quel bucolico quadro di una Baviera a dimensione familiare, col suo tennis completo e lussureggiante. Sapido e paziente nel resistere alle sfuriate in recupero di Gulbis, lettone dallo scellerato talento imprevedibile e bistrattato (perché solo così gode un genio sadico). Tommy lo domina di testa, anche quando fisicamente arranca. Poi è una cavalcata delle eleganti valchirie in sottana merlettata, sgominando il connazionale Mayer, spennellatore dalla perenne aria afflitta di chi ha perso le chiavi di casa e il redivivo pastorello di Medjugorje Dodig, che spara a (subumano) testone basso.
Vedi negli occhi del vecchio Tommy la scalpitante voglia di dimostrare ancora qualcosa al mondo, malgrado potrebbe restarsene in divano, a godersi i ricordi di una buona carriera minata dalla sorte, i successi, i soldi, la figlia e la splendida moglie, un’attrice americana che soffre sugli spalti dietro lenti scure. E la finale è un’altra dimostrazione di candida forza. Per un set e mezzo annichilisce il connazionale “Kohli” Kohlschreiber, tra sapienti attacchi, recuperi prodigiosi in corsa, mezze volate e quel rovescio in avanzamento che è delizia tennistica assoluta. Tutto troppo facile, per chi tredici anni dopo prova a vincere quel torneo. Il quattordicesimo della carriera e addirittura il primo della serie su terra battuta. Il Kohli, con la canonica espressione assente di chi si domanda perché mai su quel campo non crescano finocchietti selvatici e olezzose margheritine di campo, rientra in partita, lo costringe al tie-break del secondo set grazie a un paio di sciccosi cross e rovesci scamosciati. Ma Haas, con un colpo di coda finale, la chiude di giustezza.
Quando due anni fa rientrò, dopo un anno di stop per l’operazione all’anca, ben pochi gli avrebbero dato due lire. Da allora, l’incredibile rientro tra i primi cento. Poi tra i cinquanta. La vittoria ad Halle, quindi la top 20. Gli scalpi memorabili di Federer (su erba) e Djokovic (sul cemento di Miami), tennistiche lezioni a top ten come Tsonga, Tipsarevic, Berdych, Almagro, altra vittoria a Monaco, e la top ten che si avvicina. Niente sembra essergli precluso, in questa che non è una seconda giovinezza ma la prima, visti i drammi fisici e familiari patiti nel passato. Finché dura, che Iddio ce lo conservi (lo scrivo da un anno e mezzo, sperando continui a portare buono).
I grandi possono anche aspettare, insomma, mentre si preparano a incrociare le racchette nella Madrid nuovamente arrossata. Andy Murray (ufficialmente entrato nella mia categoria di protetti) intanto, non le manda a dire a nessuno. Ricordandomi la schietta cattiveria dei Lendl, McEnroe e Connors, cui ben poco importava d’essere simpatici, corretti per forza e amati a 360° gradi dalle folle. Anzi. Ad aguzzi (e orripilanti) denti stretti, lo scozzese dichiara come il processo al luminare iberico Eufemiano Fuentes, nell’ambito dell’Operation Puerto, stia diventando “ridicolo”. E si chiede se non sia il “più grande insabbiamento della storia”. E a lui si accodano altri tennisti, via social, da Benneteau ad Andujar. Il riferimento è alla decisione della Corte spagnola, dopo la condanna al dottor-doping, di distruggere le 200 sacche di sangue appartenenti ai suoi clienti. Ciclisti, tennisti, calciatori. Atleti chiacchierati, ma anche insospettabili. La Wada ha appellato la sentenza e presto sapremo se le sarà consentito di fare le sue indagini su quel materiale ematico.
Perché mai questo ridicolo insabbiamento? Esigenze di garanzia degli imputati, si dice. E qui non è una questione di mozzaorecchi, manettari, Di Pietri e Travagli. La garanzia dei non-imputati che comunque sono soggetti a quotidiani controlli antidoping, fa ridere. O forse piangere d’amarezza. Coprire i clienti di un medico condannato per doping, mostrerebbe in modo lampante (e triste) l’assoluta buffonata dei controlli antidoping attuali, facendogli perdere ogni valore e credibilità. Cavilli burocratici, insomma. Gli stessi che consentirono di assolvere la mezzofondista Marta Dominguez perché le intercettazioni che la inchiodavano non furono ammesse (quella stessa atleta che, a fatto compiuto, Nadal definì pubblicamente “campeona"). La Spagna che negli ultimi anni domina in quasi tutti gli sport, è questa. La sua immagine ne esce ulteriormente offuscata, se mai ce ne fosse ancora bisogno. Ma tant’è, basta con queste dietrologia di chi è abituato a fare 1+1=2. Che invece spesso fa 3. Qualche volta anche 7, per dire. Made in Bayern Munich.






22 commenti:

  1. E' vero, dopo i primi set, apparentemente senza problemi, avevi l'impressione che Tommy Haas cominciasse a sentire un po' di stanchezza. Ma lui aveva il fuoco negli occhi, il fuoco di colui che aveva intenzione di vincere. La sua famigliola sembra avergli dato nuova carica.
    In quanto all'Operacion Puerto hanno dato in pasto al pubblico un paio di nomi (o era uno solo ?) di ciclisti sacrificabili nella speranza di insabbiare poi tutto. Penso che finirà proprio così. Altri nomi difficilmente verranno fuori, anche se Andy Murray spara a zero avendo probabilmente anche ragione. Ma cosa vuoi, ci sono dei coach che invece di mandarli dal Dottor Fuentes, picchiano i loro pupilli se perdono.
    Ciao Picasso, complimenti. Come al solito azzecchi.

    Ti saluto cordialmente
    Anna Marie

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    1. Sì, visto soprattutto contro Gulbis, ad inizio terzo sembrava arrancare, prima dello sprint finale.
      Quanto alla buffonata Puerto, credo ormai si sia valicato il senso del grottesco. Io non so come si consenta ad paese di proteggere i suoi atleti dall'antidoping mondiale, in questo modo. Con ogni mezzo e cavillo processuale.
      In totale e indegna contrapposizione con l'altro orrore (per eccesso) che avviene in Italia. Dove per un sospetto di doping (ematocrito oltre la soglia, quello è) diverse Procure italiane si contendevano Pantani, smaniose e vogliose di smembrarne la carcarssa. E così fecero.
      Non so come andrà a finire. Ma non prevedo niente di buono. Il rischio che diano in pasto ai media dei nomi di seconda fascia (gregari) o atleti già ritirati? può darsi. Ai posteri (tra vent'anni, come con Armstrong).
      Ciao Anna Marie, grazie.

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  2. Lo sapevo che prima o poi Murray finiva nei tuoi protetti. :)
    Troppo perdente-suicida (di testa prima che di risultati) e troppo talentuoso al tempo stesso, per non finire nei tuoi "marziani".
    Ci è voluto un po', forse perché rispetto ai vari Kohli, Petschi e Paire, Murray è molto più "mediatico" e comunque vanta di un prestigioso palmarès.
    Ma un simile stronzo - perché di indole è proprio stronzo lo scozzese, e non fa nulla per nasconderlo - presto o tardi doveva pur finire nei tuoi protetti! :)
    Un caro saluto!
    P.S. La quantità di articoli è forse diminuita, ma non è un problema: ce li godiamo ancora di più quando compaiono! Proprio sulle note di Murray, al termine di un atmosfericamente improponibile US Open terminato con un'inspiegabile vittoria di Murray, annunciasti l'addio: per fortuna fu solo un arrivederci, e questo basta e avanza!

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    1. Non ho mai avuto cadenze precise. Anzi, ci sono stati periodi in cui non ho scritto per settimane, alternati ad altri (specie durante gli slam) in cui lo faccio quasi ogni giorno. Questo è un blog, libero da obblighi catastali del “due/tre/quindici pezzi a settimana”. Vivaiddio non devo trattare di cose che non mi stimolano e nemmeno censurarmi se voglio delirare ogni giorno.
      Facile da capire. Quasi impossibile, per certi miserabili che non sanno nemmeno cosa significhi avere la voglia o il piacere di scrivere. Se volessi “costringermi” a due/tre cagate a settimana, lo farei ancora per il sito in cui collaboravo. O per altri siti e riviste on line. Pubblico mie riflessione quando e se ne ho voglia, per chi ne ha voglia. Pazienza se capita qualche avido e penoso spugnettatore che ciancia di “agguantata essenza sul tennis”. Frase orrenda anche lessicalmente.
      Ho visto l’Atp di Monaco, e ne ho scritto. Non mi interessava la Fed Cup e Montecarlo, e ho evitato. Non escludo di scrivere ogn giorno sugli Internazionali. Almeno per i giorni in cui sarò a Roma.
      Murray. E’ sempre stato un sentimento ambivalente, tra (poca) ammirazione e (molta) repulsione. Ultimamente lo apprezzo sempre più, fuori court. Ragazzaccio schietto e selvatico. Ci vuole, al top, qualcuno che faccia notare lo schifo. Se si azzuffano i tifosi, almeno qualche “addetto ai lavori” che pretenda di sapere se ha perso contro qualcuno che non andava a pane e acqua, ci vuole.
      Ciao Fabio, grazie e a presto.

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  3. Andy Murray "ufficialmente entrato nella mia categoria di protetti". Ultimamente lo vediamo, è vero, un poco fuori fase. Ma sembra che lui si sia già preparato ad un nuovo futuro, un futuro da albergatore di lusso. Avevo letto, all'inizio dell'anno, che Andy ha acquistato la Cromlix House in Scozia, una casetta impressionante, un po' come quella sullo sfondo del tuo blog. Potrebbe essere questa una spiegazione per il suo rendimento tennistico meno soddisfacente (per lui - per me va benissimo cosÌ.) Si sa, l'occhio del padrone è d'obbligo in un'impresa.
    Rafael Nadal lo ha seguito a ruota: ha firmato, anche lui di recente, un contratto per la gestione di un albergo su un isola del Messico.
    Il crepuscolo degli dei - l'araba fenice che risorge dalle proprie ceneri.
    (Francamente, non vedo né Andy Murray né Rafael Nadal nelle vesti di albergatori.)
    Ciao Picasso. Cadenze precise o no, io continuo imperterrita a dare, di tanto in tanto, un occhiata al tuo blog.
    Cordialmente
    Anna Marie

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    1. Splendido l'abbinamento che fai: "ufficialmente entrato nella mia categoria di protetti" e "infatti lo vedo fuori fase". Per la proprietà transitiva autoindotta (da non so ben cosa), io sono fuori fase e mi piacciono i fuori fase. E così, in effetti, è. :) scherzo, eh.
      Murray albergatore, Rafinho albergatore. Non se la passano male. Guadagnano milioni di dollari, ma monetizzano e pensano ad investire in attività post carriera. E fanno bene. Non credo prosciughi più di tanto le loro energie. Ci metteranno solo i soldi. Uno come Philippoussis, ma anche altri, si è ridotto sul lastrico, senza un nichelino a 34 anni (costretto pietosamente a rientrare, tempo fa, lo "scud". 4-6 4-6 da Yani a Dallas, nel 2011. Ora raggranella qualcosa nel Champions Tour).
      Sul fatto che sia in fase di calo Murray, non saprei. Lo scorso anno e anche in Australia, ha mostrato segni di grande solidità (rispetto al passato). Vedremo, non so se a Parigi, ma a Wimbledon, stagione Usa potrebbe dimostrarlo.
      Ciao a te Anna Marie, grazie.

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  4. Chiedo venia, Picasso, per la confusione che devo aver fatto ! Ovviamente non ho riletto con attenzione la mia composizione. Ma tranquillo, non mi riferivo a te con il "fuori fase". Mai oserei.
    Che Philippoussis sia ridotto così male non lo sapevo. Era o è un bel pezzo di Marc Antonio e forse anche molto generoso visto che è riuscito a spendere tutti i suoi nichelini. Chi lo sa. Cavoli suoi.
    Andy Murray ora sta giocando contro Florian Mayer che dà parecchio filo da torcere allo scozzese. Diciamo che lo vedo meno brillante (vince il primo set 13:11 nel tie-break).
    Ciao Picasso, ti saluta la divertita
    Anna Marie

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    1. Ma figurati, era una semplice battuta la mia. sono ben consapevole di "tifare" le cause perse e gli svitati. Se riuscirò a rendere anche lui un allocco come il Kohli e il Petzsche, avrò ormai raggiunto lo status di essere ultraterreno. :)
      Ciao cara, stammi bene.
      P.s. sì, Florian Mayer riesce a mettere in difficoltà, con le sue variazioni, Andy Murray.

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  5. 7 maggio 2013: una giornata memorabile ! Quel bel figliolo di Dimitrov (anche l'occhio vuole la sua parte) ha eliminato il Djoker. Il giudice brasileiro ha avuto il suo bel da fare con il Smurf che lo faceva scendere a più riprese dalla seggiola per verifiche inutili (povero ciccio). Era proprio una bella partita, (eccezion fatta per i soliti pugni e sguardi minacciosi del Djoker) con colpi da Maestro Federer, da parte di Dimitrov, si intende.
    Caro mio Picasso, sapessi come sono contenta, forse un poco cattiva o perlomeno poco sportiva. Ma, francamente mene infischio ! D'altronde pure il pubblico stava dalla parte di Dimitrov.
    Ciao Picasso, passa anche tu una bellissima giornata.
    Anna Marie

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    1. Sì, ma che capelli ha? Bel figliolo, dai...sembra un chierichetto. :)
      Djokovic fastidioso e brutto. Ma questo si sapeva. Corto e falloso, fino alle pantomime finali di chi non vuole ammettere a se stesso la resa. Ma un grande Dimitrov, che sicuramente ha colpi e sfrontatezza. Se si registra mentalmente e mette su fisico, può fare bene. Ha 21 anni, e da almeno tre se ne discute come fenomeno. vedremo. Sicuramente incontri come quello di ieri lo aiutano mentalmente, e potrebbero favorirne l'esplosione definitiva.
      Ciao Anna Marie.

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    2. Guarda bene, ha i capelli scuri, occhi scuri come li sognavo io da bambina (per mio dispiacere avevo capelli biondissimi, occhi azzurri). E passavo molto tempo a studiare un sistema per avere anch'io capelli e occhi scuri come alcune mie compagne di scuola. Pensa te!
      Comunque, ieri il Djoker ha messo in evidenza tutto il suo essere fastidioso (e brutto) e il pubblico lo ha fischiato.
      Passando ad argomento più simpatico: Tommy Haas vince contro l'altro Tommy (Robredo).
      Ciao Picasso, sono sempre più contenta e anche divertita.
      Anna Marie

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    3. A proposito di bambini biondi e scuri, da "Fantozzi sul treno dei ricchi": "A un'ora da Roma, Fantozzi andò in corridoio a fumare. C'erano due bambini molto belli biondi, figli di ricchi: tutti i figli dei ricchi sono biondi e uguali, i figli dei braccianti calabresi sono scuri, disuguali e sembrano scimmie...".
      Sciocchezza a parte, Djokovic in svantaggio, o in difficoltà, ritorna quello di inizio carriera. Insopportabile finto-mezz'infortunato, tra proteste e faccette ripugnanti.
      Il teutonico pensavo non ne avesse molta. E già con Seppi rischiasse (figurati, 6-1 6-2 e via).
      Ciao a te, alla prossima

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    4. Sai, Picasso, a quei tempi non conoscevo ancora le storie di Fantozzi. Comunque, è venuto in mente anche a me mentre scrivevo. Vi è da dire però che dalle mie parti tanti bambini nascono biondi, anche i poveri.
      Ieri il caro Roger ha perso vs. Key Nishikori (bravo e piacevole giocatore). Era "scazzato" il Rotschi, questo lo dice il mio nipote.
      Per contro, ha vinto Stan Wawrinka vs. Grigor Dimitrov che alla fine era pallido come un lenzuolo. Meritava però di vincere. Stan Wawrinka ha vinto grazie alla sua resistenza fisica superiore e forse grazie all'esperienza. Tuttavia, vorrei tanto sapere perché deve sempre comportarsi da burino. E' una testa di rapa di quelli "moi, je fais ce que je veux et quand je veux". Eppure, Peter Lundgren era riuscito a renderlo un po' più civile. (Via i gatt ballan i ratt.)
      Ciao Picasso, oggi piove (governo ladro).
      Ti auguro una bella giornata e ti saluto cordialmente.
      Anna Marie

      P.S. Occorre una rettifica ad un mio precedente post: Magnus Norman, coach di Dimitrov, era il coach di Soderling. Mi sono ricordata mentre scrivevo di Lundgren.

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    5. Non ho visto Federer, spero sia più in palla a Roma.
      Nishikori se in giornata, per batterlo devi giocare bene. Dimitrov ha pagato ancora una certa fragilità fisica, perdendo la prova del nove dopo l'impresa. Non è ancora maturo e costante, ma i numeri ci sono.
      Ciao Anna Marie

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  6. Apprezzo chi esprime le sue opinini scevro da qualsiasi'' politically correct '' pensiero. Cercare di piacere a tutti è alquanto disgustoso e untuoso. Penso che il nostro Andy abbia ragione e che dietro la sentenza Fuentes ci sia la voglia di insabbiare. Dietro le prestazioni di tennisti strapagati è lecito pensare ci siano aiuti di qualche genere. Il sistema non riuscirebbe a metabolizzare uno scandalo di tali proporzioni e collasserebbe , quindi si insabbia e si salvaguardiano gli enormi interessi in gioco. Tanto per ricordare : il preparatore atletico della Juve , tale julio Tous Fajardo guru dell'allenamento di potenza è stato anche Allenatore di Rafito. Corsi e ricorsi.
    Ciao Picasso e deliaziaci con i tuoi pezzi

    Amedeo

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    1. E' legittimo che Murray dica quello che pensa, senza badare al "politicall correct" e ai buoni rapporti coi boss dell'alta classifica. E' lui che va sul campo, e sa bene quanta fatica e polvere ha dovuto ingoiare da chi gli sta davanti. Mentre lui dopo tre ore di lotta boccheggiava, altri continuavano ad andare come in moto. Giusto che voglia vederci chiaro e sapere se, putacaso, caso qualcuno con cui ha perso non andava a pane e acqua. Chi non lo esigerebbe? A tutti questa distruzione delle sacche incriminate sembra una buffonata. Normale che a lui, parte in causa, faccia più male.
      Sul fatto che ci siano interessi mostruosi, soldi e sponsor che girano, difficile controbattere. Abbiamo visto con Armstrong, dopo vent'anni di "chiacchiere". Continuando così però, il tennis rischia di perdere credibilità.
      Ciao Amedeo, grazie e a presto.

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  7. Ciao Pic,

    oggi c'è stato un altro grande show del nostro Tommy che purtroppo ha finito per soccombere ad un Ferrer in più di una occasione molto fortunato e pienamente sostenuto dal pubblico di casa. Peccato, però il tedesco lascia stupefatto, ogni giorno di più.

    Federer in anno sabbatico si schianta con Nishikori mentre attualmente c'è una sfida (probabilmente l'ultima di questo torneo) esteticamente molto valida: Wawrinka-Dimitrov con quest'ultimo avanti di un set. Grande sorpresa il bulgaro!

    A presto
    Klimt

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    1. Sul tedesco non avrei puntato un copeco, lo pensavo stanco. Spero dia spettacolo a Roma. Intanto nella quali spero di gustarmi: Gulbis, Malisse, Stepanek, Berankis. Anzi, il belga credo sia entrato.
      Dimitrov dopo l'impresa ha pagato lo sforzo psico fisico, temo.
      Ciao Klimt, alla prossima.

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  8. no, no, non é lo sforzo psicofisco che ha segato dimitrov, é lo sforzo con la masha! non é chiaro se lo sforzo sia a letto o a sopportarla, ma li hanno beccati a sbaciucchiarsi in strada a madrid il giorno dopo... e poi dimitrov va a tratti, no wonder.

    link per i curiosi:
    http://www.dailymail.co.uk/tvshowbiz/article-2321713/Maria-Sharapova-embraces-rising-tennis-star-Grigor-Dimitrov-celebrate-biggest-win-yet.html?utm_medium=referral&utm_source=t.co

    aspettando con ansia i report da roma, saluti e buona domenica
    lukas

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    1. Sì, avevo sentito qualcosa...ma insomma, benefici dell'amore che gli ha fatto mettere la testa a posto, quando ha battuto Djokovic, fiaccato dall'uragano (che poi, pare che non sia tutto 'sto vulcano ma - voci di corridoio - narrano di un mix tra un frigorifero e la Sig.rina Rottenmayer). Propendo per il "sopportarla, quindi. :)
      Alla fine, scherzi a parte, per un tennista meglio avere una compagna fissa, moglie o ragazza. meglio di chi si dibatte tra escort, groupie et similia...
      Ciao Lukas, alla prossima.

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  9. sì,si dopano solo gli spagnoli,perchè sono brutti,sporchi e cattivi,tutti gli altri sono immacolati e vanno a pane e acqua,anzi solo acqua,perchè i celiaci nemmeno il pane
    e poi babbo natale esiste, e gli asini volano,e a loch ness c'è un mostro,e la fenice risorge,e blah blah blah

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    1. Sempre lo stesso? ora controllo la matricola. Hai forse letto (ammesso tu sia alfabetizzato/a) "solo gli spagnoli si dopano"? o sono i tuoi occhi di partigiano con la coda in fiamme a farti delirare? si rimarca solo la vergognosa decisione del tribunale iberico. E in generale l'atteggiamento che in Spagna hanno da tempo nella protezione dei propri atleti. Se si nega questo, significa avere non le fette, ma i prosciutti interi su occhi da tifosi pallonari e subnormali. P.s. Alla fiera del luogo comune, hai dimenticato di aggiungere "tanto sono tutti uguali", blah blah. Con quello, stravinci.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.