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giovedì 30 maggio 2013

ROLAND GARROS 2013 – Gulbis e la noia






Giornata quattro – Dal vostro inviato a cena con Dj Aniceto, che gli ripete come un mantra “Abbasso la droga, viva il latte”


La notizia è di quelle deflagranti. Anche i siti tennistici hanno imparato il gran segreto giornalistico da “Libero” o dalla “Paccottiglia Quotidiana”: sparare il titolo a effetto, in modo che da tre (sventurati) visitatori casuali, si passi a cinque (curiosi). E pazienza se poi a quel titolo corrisponda un articolo che dice tutt’altro.
Insomma il titolo “Gulbis ritiene che i primi quattro tennisti al mondo siano noiosi”, all'interno si trasforma in Gulbis che ritiene i migliori al mondo molto noiosi nelle loro dichiarazioni in conferenza stampa. Finte e insostenibilmente politically correct ad ogni costo. Non discute certo il loro gioco. Vuoi forse dargli torto? Da anni, i non coinvolti da tifo, vivono con fastidio la melensa atmosfera del "ho vinto perché ho alzato dello 0,2% la soglia delle prime"“siamo tutti bravi”, “anzi lui è meglio di me”, “no-no, il numero uno è lui, io sono niente”, e via in un rossiniano crescendo quasi poetico. Un "volemose bene" imposto da esigenze di quieto vivere, interessi miliardari e sponsor comuni. La “kasta”, direbbe un grillino infervorato (!!!1!!1). E pazienza se dietro le quinte vorrebbero scotennarsi con accette medievali: uno chiede controlli doping più rigidi. L’altro invece dichiara che il tennis è sport pulitissimo, ancora il terzo (ignoto) non sopporterebbe uno dei quattro (altrettanto ignoto) per via dei finti infortuni. Tutto senza mai nominarsi, in incognito. E quanto erano belli quei roboanti “vaffanculo” pubblici che si scambiavano Jimbo, Mac o Lendl, guardandosi negli occhi. Perché se tra i primi quattro che lottano ferocemente per vincere uno slam ci fosse davvero tutto questo malcelato amore sportivo, staremmo parlando di quattro atleti con ego da merluzzo Findus scaduto.
“E la noia, la noia, la noiaaaa, io non ci vivo più…”, cantava un Vasco d’annata. Gulbis ha detto quello che pensa. Gran coraggio da capopopolo improvvisato o incoscienza, perché prima di un match delicato come quello con Monfils, in caso di sconfitta, rischiava di esporsi al pubblico ludibrio dei tifosi inferociti dalle dichiarazioni di lesa maestà.
Mi scapicollo per arrivare in tempo, e assistere a qualche scampolo del confronto odierno. Niente da fare, malgrado una maldestra imitazione di Felipinho Massa (versione non-ipovedente), giungo tardi: Gulbis ha già perso. Non resta che guardare gli highlights. L’orrore reale. Monfils pedala come un forsennato con la lingua penzoloni, destra, sinistra, cinque, sei volte, a raccogliere i missili lettoni, poi avanti, indietro, ancora avanti, finché l’altro sparacchia al vento. Sei mesi in mutua, altri sei all’ortopedico e altrettanti di esplosiva furia agonistica. Poi magari in lista per un trapianto di rotule d’amianto. Se davvero Monfils tra due anni sarà ancora tennista da top 50, con due arti naturali, prometto di abbonarmi a “l’Avvenire”. Nulla toglie alla disfatta di Ernests. Perché ha il talento, lui, e il genio, ma preparazione fisica curata in qualche bordello di Caracas. Bravo e veloce di favella. Ma sul campo continua a gettare via partite, anni e talento. E questa è altra verità, come la noia fuori campo degli altri.
Poco meno che una lapidazione tennistica, quella di Sara Errani all’impunita gnappa teenager Putintseva. L’italiana non rantola nemmeno, per dire com’è rilassata. 6-1 4-0 40-15, e la kazaka esala roboanti c’mon. Ti chiedi: sta bene, questa? Shorts, ventrazza da birra, grassocce gambe di venti centimetri, culone basso e faccia da cernia cirenga. Smoccola come un camionista, e non ne mette mezza in campo. Vince due games, ma rimane buon prospetto (per un internamento, almeno).
Il resto, random. Inizio da Seppi, ancora eroico. Si fa recuperare due set e la chiude al quinto, da vero combattente, contro Kavcic (alias stracchino scaduto). Poi dice: “Gioco male (ma dai?) però l’importante è vincere”. Che non stava bene, ma non ha voluto chiedere il Mto per non dare vantaggi all’avversario. Machiavellico. E pensare a quegli sciocchi che se li inventano addirittura, gli infortuni. Ora per lui Almagro (fattibile), quindi Molfils (magari stanco o spirato) e poi basta. Scaramanzia. Feliciano si appaia al connazionale Ferrer, vincitore della “Tre cime di Lavaredo” contro Montanes. Raonic spezza le ali al magnifico Llodra (partigiano vero del bel tennis antico) e Tipsarevic stronca Mahut. C’è però una Francia sugli scudi: Tsonga lascia le briciole a Nieminen, Simon riesce a cedere un set a Cuevas (che io davo per tumulato a Montevideo nel 2009), “penna bianca” Benneteau versione Jimbo, resuscita al quinto contro Kamke. Robredo recupera due set a Sijsling (il male trionfa sempre sul bene). Mentre Federer punisce con dolcezza fustigante il suo giardiniere Devverman, forse colpevole di non avergli portato le pantofole. In queste situazioni da semi-allenamento blando, è un vero spettacolo. Trionfo dell’estetica. Prova e gli riescono parabole, tocchi, mezze volate, e smorzate che quasi rientrano nel proprio campo. 
Serena (vedo ben due scambi) trita la giovane francese Garcia. Avanzano sapide Azarenka, Kerber e Agnese Radwanska. Detto di “ohééé”, la sua leggiadra consorte Roberta Vinci cede un set alla gallinella kazaka Voskoboeva, ma la spunta.

4 commenti:

  1. Eh si, Picasso. D'altronde cosa devono dire questi giocatori in tutte le interviste che sono costretti a rilasciare, dopo una partita magari anche pesante. Ricordo Serena Williams che si era rifiutata di presentarsi dopo un match vinto, credo a New York, dicendo dell'inutilità delle domande cretine da parte dei giornalisti. L'hanno multata.
    Non dici niente sulle giovani Heather Watson e Stefanie Voegele ? Ieri giocavano sul campo numero battelapesca una partita degna di nota. Senz'altro del tennis migliore di tante che mettono sui campi più gettonati.
    Mi dispiace per Gulbis che si è trovato il Gael Monfils che, a rigor di logica, doveva essere stanco dal match precedente, invece era pigliatutto acrobatico più che mai. Allora, cosa deve/può dire un Gulbis, stanco e magari incavolato per la sconfitta, nelle interviste ? "Sono contento, ciao mamma", per non compromettersi.
    Parlando di Nadal, il mio "personal trainer" mi ha spiegato l'altro ieri come si ottengono muscoli/bicipiti grossi come palloni e in poco tempo.
    Temo proprio che Gulbis debba rassegnarsi e rispondere in modo politically correct alle domande degli intervistatori.
    Ciao Picasso, ti auguro una buona giornata e guarda qualche volta le giocatrici come la Heather Watson e la Stefanie Voegele, che sono anche carine, non smoccolano come la kazaka.
    Un cordiale saluto.
    Anna Marie

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    1. E' una mia opinione, come è un'opinione quella di Gulbis.
      Non so cosa avrà potuto dire Gulbis ieri. Forse che ha giocato di merda. Di certo non che "lui è meglio di me, bravo...ha vinto tanto e devo imparare da lui". Questo, almeno, lo posso escludere.
      Non leggo mai le interviste dei big, ma quando collaboravo per un sito specializzato mi capitavano sotto mano ed erano di un noioso terrificante. Banali, piene di finto rispetto e finti complimenti. Il contrario di una Serena, invece. Qualche anno fa, tutti sappiamo come ha risposto a chi le parlava di Safina numero uno senza slam: una risata. O sulla scorrettezza di Henin. Personalità, ed essere sinceri. Anche se non piacerà. Questo tra gli uomini attuali, non succede.
      Anche in argomenti delicati, come LO SCHIFO della sentenza Operation Puerto, chi ha parlato? chi ha smesso. E un Murray con mezzo tweet. poi anche lui (portato?) al silenzio.
      Perché altri big, trascinando altri, non hanno chiesto che si faccia chiarezza?
      Non ci sono più rivalità schiette di un tempo, interviste sincere. Solo finzione e perbenismo finto. Il tennis è una grande industria regolata da interessi enormi. E i primi non si danneggiano, l'un l'altro. Se un domani (tra trent'anni) si stabilirà che qualcuno in quella lisa di Fuentes barava, lo condannerò. Ma (citando De Andrè) non considererò assolto chi è stato zitto (e magari ciancia in segreto). Questo, anche, diceva Gulbis. Dietro le quinte si dicono tutto, in pubblico solo lodi.
      Ciao a te, Anna Marie. (Se ti dico che ho visto solo Errani-Putintseva e due scambi di Serena, cosa posso dirti di Watson-Voegle?)

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  2. Visto ieri Gulbis...Non era certo il monfils di 2 giorni prima: la prima entrava a singhiozzo e il resto funzionava meno bene. Ernests da par suo deve recriminare molto: break nel secondo, break nel terzo e set point(annullato per volere degli angeli transalpini con una rete che dire carambolesca è poco) non sfruttati. Molte cose bene ma, nei punti importanti si scioglie come neve al sole (vedere altra voleè sbagliata a campo aperto). Beh mi dispace dirlo ma Monfils se le merita tutte le rogne fisiche, pensavo che dopo lo stop avesse modificato un attimo atteggiamento, niente, come i samurai...
    un saluto, ste.
    p.s. occhio a gasquet oggi...

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    1. Non so, dagli highlights ho visto recuperi monstre, come il punto che gli ha dato il 2-1. Gulbis ha mancato una prova di maturità. Credo che rispetto al passato si stia impegnando di più. Ma la strada è ancora lontanissima. Lui stesso lo ha fatto capire. Djokovic tecnicamente è sotto di lui, nettamente. Ma sta dominando perché ha fatto le scelte giuste. E' un gran lavoratore e fisicamente è diventato incredibile.
      Monfils, non capisco chi lo considera spettacolare: bombe di servizio, e poi (arretrando) arroccato in difesa, stile muro di gomma. Un tennis simile ti espone a traumi (almeno sul duro). e ognuno fa le sue scelte, perché senza giocare a quel modo non sarebbe nei cento.
      Ciao Ste

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.