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venerdì 31 maggio 2013

ROLAND GARROS 2013 – Na Li affonda sotto la pioggia







Giornata cinque –  “Finché non ti hanno baciato in uno di quei piovosi pomeriggi parigini, non sei mai stata baciata”. Così diceva Woody Allen. Però per il tennis, è meglio il sole. Decisamente.


La pioggia a catinelle rovina il programma della quinta giornata, al Roland Garros. E allora cosa vi conto? Potrei improvvisare una dotta analisi della situazione politica italiana. Raccontarvi di una sceneggiatura tragi-comic-surreale in cerca di regista e finanziatore, dal titolo “La pennivendola e l’ottuagenario miracolato dal web (evviva il web)”, per avere i quali al Quirinale solo un mese e mezzo prima i cittadini delle stelle avrebbero marciato, compatti e marziali, su Roma. Ma evitiamo l’abruttimento. Potere del nuovo circo grillino, e capocomici che continuano a mantenere vivo il cabaret, orfano dei deliri del giullare di Arcore.
Incontri interrotti e risultati per certi forse falsati, certamente condizionati da  un meteo estremo. Frana di giornata è quella della rocciosa muraglia cinese Na Li, che da quelle parti aveva vinto due anni prima. Rientra in campo avanti di un set, ma crolla nelle sabbie mobili senza vincere più in game (forse nemmeno un punto), sotto i colpi della truzza Mattek-Sands. Yankee addobbata come un albero di natale a luglio, che però appare più sobria del solito. Solite calze parigine sopra al ginocchio (o, vista la tipa, da calcio), ma niente colori sgargianti e grasso sotto gli occhi. Discutibile look a parte, l’americana è una che non dispiace. Perché tira e attacca tutto in modo compulsivo. 
Mezza sorpresa (per mezza porzione di tennista) la dipartita di Cibulkova, contro la neozelandese Erakovic, una che (a memoria) ricordo dotata di buonissima mano e brucanti schemi erbivori da scuola neozelandese (ve lo ricordate Chris Lewis? E il mono-rene Kelly Everden? E Bruce Derlin? Ma che ve lo dico a fare). Spiace per la gnoma killer-Cibulkova, e azzardo il suo problema: essere sprofondata nell’argilla coi suoi cotechini (vedo le foto, con sensuali leggins 0-12 che però le arrivano quasi sotto i calcagni). Non fa in tempo a completare il suo incontro Maria Sharapova, avanti un set e un break contro la Bouchard. Canadese bellina e, vivaiddio, silenziosa. Tennis? va beh lasciamo perdere, rimandata. E se Raonic è tra i cinquanta uomini più belli del Canadà (donne, fate un pensierino per le vostre vacanze in quei paraggi…), con le donne paiono messi decisamente meglio. Alla fine, più che un incontro di tennis sembra un’urlata pagina di rivista patinata in movimento, sotto la pioggia.
Io però scrivo di balistica tennistica e sofisticati dettagli tecnico-tattici, e allora vediamo cosa posso inventarvi: "E luntano se ne va, tutt'a vita accusì, e t'a stipe pe' nu murì...e aspiette che chiove, l'acqua t'enfonne e va, tanto l'aria s'a da cagna'...". Petra Kvitova, che pure poteva patire le condizioni difficili, vince facilmente con la cinese Peng, idem Varenne Jankovic e la francesina pallettara Cornet, che manda in sollucchero i francesi orbi. Pochi patemi anche per l’altra favorita finale, la bielorussa Azarenka contro la giovinetta teutonica Beck, una piccola Littizzetto meno pecoreccia, ma che ha buon futuro. 
Tra gli uomini, fanno in tempo a concludere i “ragazzi irresistibili” Dimitrov e Paire. Assieme a Gulbis (divertentissimo eh, ma già eliminato) e Janowicz, tra i possibili outsiders. Bulgaro sulla via di Djokovic (che ha scuoiato Pella), Paire su quella di Nadal. Il francese chiude in tre set il suo incontro con Kubot, esperto e divertente marcantonio attaccante. Anche Fognini vince il suo incontro, facendo fuori Rosol. A proposito di lettoni spocchiosi e arroganti, ve lo ricordate questo gigante ceco dopo la mistica e irripetibile vittoria su Nadal a Wimbledon? Bene, disse che avrebbe potuto vincere contro tutti. E invece sembra subire lo smarrimento tipico del tennista da challenger convintosi di essere fenomeno. Fognini bravo a fare pienamente il suo dovere. Ora però, contro Nadal, avrebbe bisogno non dell’acqua di Lourdes di Bolelli, ma di starci a mollo per 48 ore. E, temo, non basterebbe nemmeno.

6 commenti:

  1. E luntano se ne va, tutt'a vita accusì.... ignorando di che si tratta ho messo il testo nel google ed è apparsa subito la canzone di Pino Daniele, che non conoscevo. Bella. Grazie, sicché anche oggi ho imparato qualcosa.
    La malinconia in questo mese di maggio sembra quasi di rigore e contagia forse anche qualche giocatore/giocatrice a Roland Garros. Iniziare la partita ieri e finirla oggi, non è proprio il massimo. Viva la primavera a Parigi !
    Non ti importuno ulteriormente e ti auguro une bellissima giornata.
    Anna Marie

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    1. Svelo un mistero: basta cliccare sopra quel testo e si apre il video di "Quanno chiove" di Pino Daniele. Così come negli altri post, in rosso sono i link.
      Non so il meteo parigino odierno. Ma sembra un torneo giocato nelle risaie thailandesi.
      Buona giornata a te, salut

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  2. E infatti ho clicatto sopra il testo. Grazie comunque.
    Nel frattempo, c'est fait pour Rafael Nadal. E chi ne dubitava. Klizan ha avuto almeno la soddisfazione di togliergli il primo set. Evidentemente gli manca un "fisico bestiale" da Nadal.

    Ciao Picasso
    Anna Marie

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    1. E infatti, mi chiedevo perché cercare su google, quando il video è linkato nel pezzo. Sì, Nadal concede sempre un set, sembra questo il leit motiv fi questo suo Roland Garros. insomma, a Klizan manca il fisico ed anche altro.
      Salut Anna Marie

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  3. Nadal si lamenta con gli organizzatori perchè deve giocare già domani. Mentre Fognini era davanti alla tv a riposare. Qualcuno che ancora dice cose pepate in conferenza stampa c'è allora...sarà contento Gulbis finalmente! ;)

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    1. Letto ora. Oddio, non credo Ernesto si riferisse alla classica minchiata da piangina. A queste siamo abituati. Non sono noiose, ma fastidiose.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.