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martedì 28 maggio 2013

ROLAND GARROS 2013 – Nadal disinnesca ordigni, bye-bye Berdych




Giornata due – Dal vostro inviato, impegnato a sviscerare il non chiarissimo successo elettorale 5stelle

Ormai lo hanno capito tutti, dal caro estinto Soderling in poi, passando per Rosol, Gulbis, e financo Federer nella mezza finale abortita al Foro: per battere Nadal, o almeno provarci, si azzarda il tiro di bombarda alla “valà Peppone”. Il forcing dalla prima all’ultima palla.
Ci prova ieri anche il tedescone a due ante Daniel Brands che, busto orrendamente rigido e faccia assente da killer seriale insospettabile (che poi s’ammazza), fa piovere granate sullo “Chatrier”. Seppellisce l’iberico di vincenti. Da ogni lato. E quello, al solito, non fa una piega. Si mette lì e rema, striscia, arrota, ributta dall’altro lato ogni possibile straccio, con la faccia dell’incassatore di caucciù che pensa: “Si deve stancare prima o poi”.
Sarà la saggezza data dall’esperienza, ma come vanno queste cose ormai lo sai, anche se lasci il match sul 6-4 6-6. E se anche il sito di scommesse quota l’iberico a 1,01 (in svantaggio di un set), ti rendi conto che è il segreto di Pulcinella. Prima o poi l’armadio si stancherà e inizierà a colpire le prime file di spettatori, anziché le linee. E crollerà al tappeto, da solo. Con Nadal a esibire quella faccia lì (foto). Così è, essendomi preso la briga di controllare il risultato.
Quello stesso "Chatrier" ribolle come nelle migliori occasioni sul tramonto parigino, mentre si materializza l’autentica sorpresa di giornata. Colgo gli ultimi giochi della maratona tra il beniamino di casa Monfils e Berdych, uno dei favoriti (dal 2004 almeno). Il ceco ha recuperato due set al transalpino vestito con un multicolore pigiamino estivo, e occhi di chi sta vedendo la Madonna in intermittente apparizione. Incredibilmente rimesso a nuovo Gael, dopo il lungo stop della scorsa stagione. Problemi e pericoli del mestiere, per un orrido stunt-man tennistico massacratosi ogni singola giuntura e tendine corporeo a causa di un tennis improponibile, da trapezista forzuto e rimbalzante (senza dare la colpa dei suoi malanni al calendario stressante o all’Atp che non gli predispone tornei ad personam sul marzapane per 12 mesi l'anno).
Ieri però era il grande giorno, assolutamente ingiocabile al servizio (fa piovere ace come grandine a pallettoni), poi zompa, pattina, piroetta, difende come fosse tornato il trapezista di gomma di qualche tempo fa. E la chiude, 7-5 al quinto. Proprio quando a prevalere doveva essere l’abitudine, la testa e il carattere del “campione” (sì, così continuano a chiamare uno che per ora ha fatto una finale di slam, esattamente come Pernfors, Verkek, Chris Lewis e Berasategui). Tomas che, puntualmente, conferma di aver due nocciuoli di cerasa nei pantaloncini, invece delle cosiddette huevos e, purtroppo per lui, due mancanti occhiali a civetta per ovviare alla miopia tennistica.
Tabellone che si apre e minaccia in meno per Federer e Ferrer, ma soprattutto per Gulbis. La furia di Lettonia ieri ha battuto in sicurezza Dutra Silva (e si sa, come tutti i pazzi, per lui sono più insidiose le cose facili rispetto a quelle difficili).
Altra sorpresa, relativa, è la dipartita del mandriano Juan “Pico” Monaco, riuscito nella memorabile impresa di farsi rimontare due set dallo spagnolo Gimeno Traver (non esattamente Manolo Santana). Provo a immaginare un incontro che rimandi ad antichi fasti, tipo Calatrava-Perez-Roldan agli Internazionali di San Marino, commentata da Ivana Vaccari sotto un albero di fico coi cardellini che cinguettano. Qualcuno mi dirà di come l’argentino sia stato avanti due set e due mini-break nel tie-break del terzo. Ed abbia, gladiatoriamente, recuperato un break di svantaggio nel quinto. Prima di perdere. Scempi agonistici che, commessi da un Gasquet a caso, nel giro di due giorni avrebbero prodotto almeno sedici tomi di psicologia sportiva forense applicata al suicidio, tra Freud e Oronzo Canà. Invece Monaco è salvo, non è mica tennista “femmina”. Perché ha faccia da combattente, è brutto, sporco e orribile a vedersi. Quindi, salvo. E lottatore.
A proposito, Gasquet vola e fa alla svelta, e nel match “femmina” (Monaco a fare il voyeur) batte Stakhovsky, leggiadro airone ucraino spelacchiato con la faccia di Cassano travestito da Scanzi (ma non diteglielo, al povero Sergiy). Facile anche l’altro idolo di casa Tsonga. Janowicz regola in tre set Ramos. Figura da cioccolataio solita di Petzschner con Cilic. Imbianchino infortunato e senza cervello (quello è status normale, ormai) che vince sei giochi, intasca il gettone di presenza e torna a curarsi alle terme di Bayreuth. Ma la stagione erbivora sarà sua. Certo. A proposito di donne, esordi sul velluto di Masha sul lezioso “ossicino” Hsieh, Agnese, Li e Kerber.
Appendice finale su grand’Italia (e la foto non urti la sensibilità di Salvini): Lorenzi recupera due set, ma si arrende sul più bello a Kamke. Fognini vince con sicurezza su Beck, Schiavone passa agevolmente, mentre Pennetta s’ammoscia alla distanza con la belga Flipkens. Niente da fare per la nostra bombardiera dei monti Karin Knapp, disinnescata da Sloane Stephens (7,5 al vezzoso vestitino giallo limone, che ne risalta le forme).

6 commenti:

  1. Bello, il diario del giorno due.
    Quel Gael Monfils (mio marito lo chiama il cartone animato) è proprio inaffidabile - va a eliminare il campione ! Ho visto ieri come spesso i ritorni di Monfils sono "o la va o la spacca", si butta su tutte le palline, èdivertente. E l'avversario di turno non sa mai come prenderlo. Ha comunque riservato una bella sorpresa a Berdych che si morderà .... le unghie.
    Ciao Picasso, vedo che oggi piove a Parigi (governo ladro). Peccato, perché una delle prime partite sarebbe Djokovic vs Goffin. Magari anche il piccoletto è capace di qualche sorpresa. Non ha nulla da perdere.
    Ti saluto cordialmente e grazie per il divertimento quotidiano.
    Anna Marie

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    1. Dotato il ragazzino (e lo sapevamo), ma ancora troppo poco per impensierire sul serio il serbo. Visto qualche scambio, e qualcosa ora di Benoit che è uscito da una buca pericolosa, 3-6 2-4.
      Gael ha un gioco acrobatico, in difesa. ma davvero dispendioso e pericoloso, alla lunga. Lo scorso anno metteva anche in dubbio la possibilità di ritornare a giocare. Curioso di vedere Gulbis-Monfils.
      Ciao, e grazie.

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  2. Bravo, il piccolo Goffino. Dovrà farsi ancora un po' di esperienza. Vedremo.
    Stan Wawrinka è riuscito a battere Thiemo De Bakker, e, bontà sua, non ha voluto privarci di uno dei suoi soliti intermezzi da tamarro. Autolesionismo puro, ha perso la concentrazione e il set. Un vrai con, direbbero i francesi. Chi sa se un giorno crescerà.
    Ciao Picasso, ti auguro una bella serata. Speriamo che migliori il tempo. Voglio il sole !
    Un saluto da
    Anna Marie

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    1. Non ho visto, ma Stan ha i suoi picchi da delirio belluino. Ognuno ha il suo carattere. Non credo che per vincere conti essere bravi ragazzi per forza. Anzi, spesso è il contrario. Invece pensavo fosse mezzo infortunato, e a rischio.
      Goffino dimostra 11 anni. Un tennista con quel fisico rachitico in questa era di giganti, per sfondare deve avere talento oltre la media.
      Ri-salut

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  3. Visto un pezzo di Paire-Baghdatis...i vantaggi nel sesto game del terzo set, sotto il diluvio, sembrava una partita a ciapa nò. Nell'ordine: fallo di piede di Baghdatis, voleè vincente di Benoit, errore di Paire, vincente di Paire, pugnetto con conseguente urlo ad aizzare la folla, vantaggio paire, che si mette a giocare il dritto in chop....Una partita di pazzi...Domani il sequel...
    un saluto, ste

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    1. Visto anch'io il finale. E non so quante palle break abbia salvato il francese prima dell'interruzione, sul 3-2 Baghdatis (8 credo).
      Partita tra due assoluti minus habens, ma mi dispiace non aver preso il francese quotato a 3,00 sul 3-6 2-4. Alla lunga, in casa e per temperamento, era da preferire. Vediamo domani, ma niente è certo.
      Saluti a te

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.